Risanamento energetico Impianto solare: le 10 domande e risposte principali

Gli impianti fotovoltaici sono attualmente molto richiesti: convertono in elettricità l’abbondante energia solare disponibile ovunque. Per ogni chilowatt (kW) di potenza installato, un impianto costa circa 2700 franchi. Per un’abitazione privata o una casa unifamiliare, gli esperti consigliano oggi un impianto di circa 50 metri quadrati (= 10 kW di potenza). Di conseguenza, un impianto di questo tipo costa circa 27 000 franchi. A causa dell’inflazione e delle difficoltà di approvvigionamento, è probabile che quest’anno i prezzi siano leggermente più alti. Dall’altro lato, però, i proprietari di case possono detrarre il contributo di incentivazione pari a ca. il 15-20% (rimunerazione unica). Le indicazioni includono tutti i componenti tecnicamente necessari e il montaggio. I costi variano a seconda dell’edificio e delle dimensioni dell’impianto.

Come di routine, nel campo dei materiali e dell’impiantistica per l’edilizia, è prevedibile che si verifichino difficoltà di approvvigionamento. Inoltre, a causa delle elevate richieste, gli installatori e le aziende specializzati in energie rinnovabili sono molto impegnati. "I tempi di attesa sono di circa sei mesi e tendono ad aumentare ancora", afferma David Stickelberger, direttore di Swissolar, l’associazione svizzera dei professionisti dell’energia solare. La cosa migliore è rivolgersi a un installatore specializzato che fornisce l’impianto completo, si occupa di tutti i collegamenti e della procedura di registrazione, ecc.

Sul mercato sono disponibili molti tipi diversi, in tutte le forme, dimensioni e in tutti i colori possibili. I più convenienti sono i comuni pannelli standard, che vengono montati sul tetto già esistente. Più costosi sono i pannelli FV che svolgono anche la funzione di tetto, inclusa la protezione dagli agenti atmosferici (montaggio integrato nel tetto). In questo settore, in particolare, ci sono alcuni rinomati produttori svizzeri che forniscono pannelli per quasi tutti i tipi di strutture di tetti. Sul mercato sono disponibili anche molte altre varianti, come tegole solari, pannelli integrati in facciata o design molto particolari.

Per molto tempo, venivano considerati ottimali i tetti esposti a sud. Oggi, tuttavia, gli esperti concordano sul fatto che i consigli troppo generici non sono opportuni. Da un lato, i pannelli FV sono ormai talmente vantaggiosi da rendere l’energia solare conveniente anche in caso di esposizione del tetto non ottimale. "Anche i pannelli FV sulle superfici del tetto rivolte a est e a ovest possono essere molto interessanti", afferma l’esperto David Stickelberger. Così, nell’arco della giornata, si accumula in modo distribuito una buona quantità di energia solare. Un consiglio: sul sito ufficiale www.sonnendach.ch anche le persone inesperte possono verificare in un istante quali parti del proprio tetto si prestano maggiormente. Naturalmente, i pannelli FV non devono essere coperti troppo dall’ombra di alberi o edifici vicini.

Gli impianti installati nelle case private hanno in genere una superficie di circa 50 metri quadrati (10 kWh). Non è consigliabile utilizzare impianti troppo piccoli, poiché meno efficienti dal punto di vista economico e con rendimento energetico naturalmente inferiore. In termini di redditività, è interessante che un’abitazione privata converta la maggior quantità possibile di elettricità autoprodotta. Va inoltre ricordato che il fabbisogno energetico sarà maggiore, in quanto molti edifici sono stati riqualificati con l’installazione di pompe di calore, che per funzionare richiedono energia elettrica. A ciò si aggiunge la domanda privata per la ricarica dei veicoli elettrici.

Per ogni m2 , i pannelli FV forniscono quindi una potenza di circa 0,2 kW. La quantità di elettricità non è indicata in kW, ma in kWh: come regola generale, nella Svizzera centrale si calcola una resa energetica di 200 kWh per metro quadro all’anno. 18 m2 di superficie modulare producono circa il fabbisogno elettrico di una tipica famiglia di 3-4 persone.

Sì. I pannelli FV hanno un prezzo molto interessante e sono tecnicamente avanzati. Hanno una durata di vita di almeno 25 anni e non comportano praticamente alcun costo di manutenzione o di altro tipo durante il funzionamento. Secondo un calcolo completo dei costi, ne risulta che: per impianti privati delle dimensioni citate (50 metri quadrati), l’energia elettrica autogenerata costa circa 14 centesimi. Per impianti più grandi, il prezzo per kWh scende addirittura sotto i 10 centesimi. Per un confronto: finora le famiglie hanno pagato in media circa 21 centesimi per usufruire della rete elettrica della società energetica; l’anno prossimo, a causa del rincaro, ne pagheranno circa 28. Conclusione: l’elettricità prodotta sfruttando il proprio tetto è comunque redditizia.

Come è noto, l’impianto fotovoltaico produce elettricità per uso proprio e una parte dell’energia in eccesso viene immessa nella rete pubblica in cambio di una rimunerazione del ritiro. A causa dell’attuale andamento dei prezzi, le società energetiche adeguano il rimborso per eccesso, con notevoli differenze regionali. Tuttavia, esistono già società elettriche che remunerano l’elettricità fotovoltaica a 27 centesimi per kWh, ad esempio.

Già oggi, circa un terzo dei proprietari integra il proprio impianto fotovoltaico con un accumulatore a batteria. La tecnologia in questo settore ha continuato a evolversi e gli accumulatori a batteria tendono a prezzi più economici. A seconda della capacità dell’accumulatore, si devono prevedere costi aggiuntivi per diverse migliaia di franchi. Grazie a un accumulatore di corrente, è possibile aumentare l’autoconsumo. In altre parole, mentre la maggior parte delle famiglie raggiunge una quota di autoconsumo di circa il 30% (senza batteria), l’accumulo consente una quota del 60% o addirittura superiore. Pertanto, conviene sia dal punto di vista ecologico che economico. La redditività di una batteria, inoltre, migliorerà notevolmente se i prezzi dell’elettricità di rete continueranno a salire, come già sta accadendo. "Tuttavia, sarebbe sbagliato credere che un impianto fotovoltaico con batteria sia in ogni caso una garanzia contro un blackout", afferma l’esperto David Stickelberger (ved. riquadro "Visione dell’autosufficienza energetica" in basso).

Per controllare in modo ottimale la produzione di energia elettrica durante il giorno e il fabbisogno dei nuclei famigliari, delle pompe di calore, dei veicoli elettrici e così via, è necessaria la cosiddetta gestione del carico. Questo sistema digitale coordina in modo ottimale i singoli componenti, compresa eventualmente la distribuzione a un accumulatore a batteria nell’abitazione. Grazie alla gestione intelligente dei carichi, la quota di autoconsumo può essere nuovamente migliorata in modo significativo. Poiché i veicoli elettrici consentono ora anche la cosiddetta ricarica bidirezionale (ricarica ed erogazione di corrente), il collegamento in rete è particolarmente interessante. In questo modo, è possibile sfruttare al meglio le ore più soleggiate a metà giornata e accumulare energia. I sistemi moderni includono persino le funzioni di previsioni meteorologiche e di pianificazione del fabbisogno elettrico per la casa.

Il fotovoltaico è sovvenzionato a livello federale attraverso la rimunerazione unica, che copre fino al 30% dei costi di investimento. Per i piccoli impianti con meno di 100 kW, la sovvenzione può essere richiesta dopo la messa in funzione presso Pronovo (ved. link in basso). Di norma, l’installatore si occupa di tutte le formalità. Inoltre, molti cantoni, comuni e città promuovono ulteriori programmi di finanziamento e gli investimenti in energie rinnovabili possono essere dedotti al cento per cento dalle imposte sul reddito.

A causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e del desiderio diffuso di generare più energia rinnovabile, anche i cosiddetti piccoli o mini impianti FV stanno acquisendo sempre più popolarità. Una "piccola centrale elettrica" di questo tipo comprende solitamente due moduli solari, un invertitore e dei cavi e costa dai 600 ai 1800 franchi svizzeri; ogni impianto FV ha bisogno di un invertitore per convertire l’elettricità dei pannelli in corrente continua. Secondo l’Ispettorato per gli impianti a corrente forte (ESTI), un piccolo impianto non può superare una potenza totale di 600 watt. L’elettricità generata viene immessa direttamente nella rete di distribuzione elettrica dell’edificio. Gli impianti di piccole dimensioni possono essere interessanti per gli inquilini che vogliono generare la propria elettricità senza troppi sforzi. Mentre ai proprietari si consiglia di pianificare un impianto più grande, se possibile. Attenzione: non sono previsti sussidi pubblici per i piccoli impianti con meno di 2 kilowatt. Inoltre, è necessario il consenso del proprietario dell’edificio o della comunità di proprietà per piani, poiché la parte esterna del balcone non fa parte della proprietà affittata o dell’area ad uso esclusivo.