Gli aspetti da valutare quando si cambia lavoro
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Cambiare lavoro è emozionante: la sfida professionale, nuovi colleghi e un ambiente tutto da scoprire. Non va però dimenticata la cassa pensioni (CP). Un nuovo lavoro, infatti, vi costringe a trasferire l’avere di libero passaggio dalla vecchia alla nuova cassa pensioni.

Attenti a tasso di conversione e grado di copertura

Se la prestazione di uscita della precedente CP è inferiore a quella necessaria per la copertura delle prestazioni nella nuova cassa, potete riscattare le prestazioni presso la nuova CP. Se, al contrario, è la prestazione della nuova cassa pensioni a essere inferiore, l’eccedenza deve essere trasferita a un cosiddetto istituto di libero passaggio, in modo da preservare il vostro patrimonio previdenziale accumulato. L’eccedenza vi rimane fino a quando si prende un accordo con una cassa pensioni che fornisce prestazioni più elevate o fino al momento del pensionamento.

Verificate il regolamento della CP

Se cambiate lavoro dopo i 50 anni, prima di firmare il nuovo contratto chiedete il regolamento della cassa pensioni e un certificato di previdenza provvisorio. Valutate bene le prestazioni per il pensionamento. Nonostante il salario superiore, le prestazioni della CP potrebbero risultare non adeguate. Controllate anche le prestazioni in caso di invalidità e decesso.

Due alternative per i lavoratori indipendenti

Se terminate il vostro rapporto di lavoro per diventare lavoratori indipendenti, il capitale risparmiato finora nel secondo pilastro sarà trasferito su un conto di libero passaggio. Potete usare questo capitale, così come quello del pilastro 3a, come capitale iniziale per fondare una società di persone, ma non per fondare una SA o una Sagl, dove formalmente sareste sempre lavoratori dipendenti.

Come lavoratori indipendenti siete ancora legati all’AVS. Inoltre, potete aderire volontariamente a una cassa pensioni e versare contributi regolari. È possibile anche effettuare riscatti per colmare le lacune createsi all’inizio dell’attività indipendente. Questi riscatti riducono il reddito soggetto all’AVS e quindi anche i contributi AVS dei relativi anni. Se non siete affiliati a un fondo pensione ma investite nel pilastro 3a, potete versare fino al 20% del vostro reddito, fino a un massimo di 35 280 franchi all'anno, invece di 7056 franchi (dati del 2024). Sia i contributi della cassa pensione sia i versamenti nel pilastro 3a sono agevolati a livello fiscale.

Vale la pena colmare le lacune previdenziali

Le pause per la cura dei figli, i lunghi periodi dedicati a istruzione e formazione, i soggiorni all’estero e le pause lavorative possono portare a delle lacune nella cassa pensioni e, di conseguenza, a una rendita inferiore. Anche gli aumenti di stipendio possono generare lacune. I riscatti volontari le compensano e consentono di aumentare la rendita. Inoltre, i riscatti possono essere dedotti dal reddito imponibile nel rispettivo anno fiscale, cosa particolarmente conveniente per le persone in età lavorativa più avanzata o con redditi maggiori.

Il certificato della cassa pensione che ricevete ogni anno vi mostra se avete lacune previdenziali. Prima di un riscatto, controllate se la cassa pensioni è «sana» e a quanto ammontano gli interessi applicati sui riscatti. Una situazione finanziaria è «sana» quando il grado di copertura è pari o superiore al 100%. Valori del 115% indicano un istituto di previdenza solido.

Inoltre: concubinato e pensionamento anticipato

Se vivete in concubinato, verificate altresì se, in caso di decesso, la nuova CP riconosce il pagamento della pensione al partner e a quali condizioni. Informatevi anche sul pensionamento anticipato e prevenite tagli alle prestazioni mediante riscatti nella cassa pensioni. Numerosi istituti permettono un riscatto fino a poco prima del pensionamento. Se intendete prelevare il capitale dalla cassa pensioni, ricordate che il riscatto va concluso almeno tre anni prima del pensionamento.

Buono a sapersi

Certificato di previdenza: ogni anno tutti gli assicurati delle casse pensioni ricevono un certificato di previdenza o della cassa pensioni contenente importanti informazioni sulla situazione previdenziale personale.

Salario AVS annuo dichiarato: si intende il salario lordo riportato sul certificato di salario annuale rilasciato dal datore di lavoro.

Salario annuo assicurato: dal salario annuo AVS viene detratta la deduzione di coordinamento, che corrisponde alla parte del salario assicurata nel quadro del 1° pilastro (AVS/AI) e che non deve essere assicurata una seconda volta. La deduzione di coordinamento secondo la LPP ammonta a 25 725 franchi (dati aggiornati al 2024). Le singole casse pensioni possono fissare deduzioni ancora più basse.

Importo massimo di riscatto: chi negli anni precedenti ha guadagnato meno può incrementare i propri risparmi della cassa pensioni con un riscatto volontario e beneficiare di agevolazioni fiscali.