Foto: Maya e Daniele

Al giorno d'oggi l'individualità si rispecchia in ogni fase della vita. Pertanto, anche le aspettative sulla previdenza non sono tutte uguali. UBS Sapere ha discusso con sei persone in merito alle loro priorità e alle loro opinoni sulla sicurezza finanziaria nella vecchiaia.

Elisabeth (89)

Previdenza sicura

«Ho conseguito un diploma di addetta alle vendite, ma la mia carriera è finita a 25 anni. Mi sono sposata, poi sono arrivati i bambini. Una volta era normale. Ci si preoccupava poco della previdenza. Ma ogni anno ho messo da parte qualcosa. Mio marito lavorava nella polizia comunale e ha potuto effettuare versamenti nella cassa pensioni fino al pensionamento anticipato. Parallelamente io davo lezioni di ginnastica e guadagnavo qualcosa. Oggi viviamo nella nostra casa, interamente pagata: è questa la nostra assicurazione sulla vita. Se potessi dare un consiglio a mia nipote Linda e a tutti i giovani sarebbe quello di mettere da parte un gruzzoletto per la vecchiaia.»

Linda (27)

Serve iniziativa personale

«Non penso ancora molto alla vecchiaia. Ma, discutendo di previdenza con gli amici, ho pensato che sarebbe stata buona cosa chiedere consiglio in banca. Il colloquio è stato positivo, però non ho ancora messo in pratica le proposte. Mi ero presa un anno sabbatico e non sapevo cosa sarebbe successo con le mie finanze. Anche oggi, come assistente psicologa, non guadagno a sufficienza per risparmiare e versare nel pilastro 3a. Procedo un passo dopo l’altro e non ho paura del futuro. Sono contenta se potrò vivere come i miei genitori o mia nonna Elisabeth.»

Doris (30)

Matrimonio, previdenza e famiglia

«Da luglio sono responsabile di un ristorante a Zurigo. Prima lavoravo su una nave da crociera. Ho conosciuto il mio futuro marito a bordo, nel 2013, sulla tratta da Tahiti al Giappone e me ne sono innamorata. È filippino e ci siamo sposati tre anni fa. Per me era chiaro che avremmo vissuto in Svizzera, meglio anche per eventuali figli. Conduciamo una vita parsimoniosa e mettiamo da parte qualcosa casomai si allargasse la famiglia. Entrambi effettuiamo versamenti nel pilastro 3a e mio marito anche in una cassa nelle Filippine. Possiamo benissimo immaginarci di trascorrere lì la nostra vecchiaia.»

Claude (47)

Concubino felice

«Ho deciso di non sposarmi, perché non ho mai sentito l’esigenza di un’unione religiosa. Anche con tre figli, il concubinato mi va bene. Gli aspetti finanziari non hanno inciso sulla decisione. Mi sono occupato direttamente dei diritti di successione e assicurativi. A prescindere dalle normali assicurazioni sociali, con tre figli non ho proprio le risorse per una soluzione di previdenza privata. Ma questo non mi preoccupa. Le mie priorità: vivere il presente in salute, garantire ai miei figli una formazione scolastica, sportiva e culturale e non avere debiti.»

Ariane (37)

Lavoro a tempo pieno e voglia di un bambino

«Come business developer sono del tutto assorbita dalla mia professione. Ma penso molto a farmi una famiglia. È questa, tra l’altro, una delle ragioni per cui mi preoccupo di cosa ne sarà della nostra previdenza per la vecchiaia. Ho predisposto un chiaro piano di risparmio, ma vorrei anche poter fare affidamento sul nostro sistema. Il mio approccio al denaro è molto realistico, anche se a volte mi scappa qualche spesa extra per le scarpe. A volte vorrei che, in fatto di previdenza e alternative di investimento, banche e assicurazioni comunicassero con i loro clienti in modo più attivo e trasparente.»

Remo (33)

Lavoro a tempo parziale e reddito base

«Sono un attore, ma da un po’ di tempo mi sono scoperto anche doti da moderatore. Mi piace essere al centro dell’attenzione e intrattenere la gente. È un lavoro saltuario. Di tanto in tanto mi chiamano in TV a scaldare il pubblico prima della registrazione di un’emissione e creare così l’atmosfera giusta. Non mi definirei uno spirito libero. Al contrario: mi serve tanta sicurezza. Ecco perché lavoro al 50% alla reception di un centro fitness. Non riesco a mettere molto da parte. Per me la vecchiaia è ancora molto lontana. Ma la mia famiglia mi ha consigliato di iniziare a pensare al pilastro 3a.»

Previdenza: sicurezza o iniziativa personale

La prima generazione, con AVS e cassa pensioni a tutela della propria sicurezza finanziaria, si sta pian piano avviando alla pensione. È un gruppo di persone che in genere possiede un certo patrimonio, figlio anche della situazione di benessere iniziata con il boom economico del dopoguerra. Il pensionamento dei baby boomer pone la previdenza statale di fronte a grandi sfide. Sono necessari nuovi modelli che tengano conto del cambiamento della società. Le forme di occupazione e di vita, con formule a tempo parziale, job sharing, famiglie patchwork nonché un worklife balance differente, sono infatti diventate decisamente più individuali. Per i millennial si può quindi aprire una lacuna nella previdenza, la responsabilità personale aumenta. Per la generazione Y e i giovani al primo impiego vale la regola: prima cominciano a pensare alla previdenza privata, meglio è. Investire con un lungo orizzonte temporale conviene, perché – con la giusta strategia – persino gli importi esigui fruttano somme più consistenti di cui disporre in vecchiaia.

Matrimonio o concubinato

Sposarsi o convivere? Entrambe le situazioni presentano vantaggi e svantaggi economici. Rispetto al concubinato, il matrimonio offre una certa sicurezza finanziaria. In caso di decesso, la moglie superstite con figli (di qualsiasi età) o il marito superstite con figli di età inferiore a 18 anni riceve una rendita per superstiti dal 1° pilastro. Per i partner in concubinato, in caso di decesso non sono invece previste prestazioni ai superstiti, fornite però da alcune casse pensioni. Per verificare cosa prevede la vostra, basta consultarne il regolamento. Il matrimonio è vantaggioso in modo particolare per le coppie in cui i genitori non lavorano entrambi o scelgono un impiego a tempo parziale per occuparsi dei figli. Inoltre, le procedure ereditarie sono semplici. Ai coniugi la legge riconosce un diritto a ereditare, alle coppie in concubinato no: tramite testamento/contratto successorio si può quantomeno destinare al partner la quota disponibile. I coniugi sono inoltre esentati dal pagamento dell’imposta sulle successioni e donazioni in tutti i cantoni, mentre sono numerosi quelli in cui ai partner in concubinato viene applicata persino l’aliquota massima.

Lavoro a tempo pieno o parziale

A differenza dell’AVS, la cassa pensioni non è obbligatoria per tutti i salariati. Solo chi guadagna almeno 22 050 franchi (stato 2024) all’anno e per datore di lavoro aderisce obbligatoriamente alla cassa pensioni del datore di lavoro. Se il salario è inferiore, il datore di lavoro non è tenuto ad assicurare il dipendente presso una cassa pensioni. La decisione è su base volontaria. È prevista la possibilità di cumulare diversi impieghi a tempo parziale e farli confluire nella cassa pensioni di un unico datore di lavoro, sempre che il relativo regolamento lo consenta. Per chi ha un’occupazione a tempo parziale e non ha una cassa pensioni, il pilastro 3a è quindi particolarmente importante: può infatti versarvi fino al 20% del reddito netto, fino al massimo di 35 280 franchi all’anno (stato 2024). Un altro vantaggio: i versamenti sono deducibili dall’imponibile.