Sostenibilità e immobili Sostenibilità: fattore chiave per mantenere il valore

La sostenibilità conta sempre di più nel settore immobiliare. Non rispettare certi standard del settore è rischioso per il valore.

di Jürg Zulliger, Katharina Hofer, Matthias Holzhey e Maciej Skoczek 15 set 2021 4 minuti di lettura

Nei paesi tedescofoni, il termine sostenibilità risale alla silvicoltura: nell’accezione moderna, un’attività commerciale o un investimento sostenibile prende in considerazione le tre componenti dell’ecologia, della responsabilità sociale e della gestione coscienziosa, o ESG in breve (Environment, Social, Governance).

Migliorare il bilancio degli immobili

Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata sempre più una tematica globale. Infatti si sta facendo strada l’idea che la sostenibilità paga ed è associata a effetti positivi a lungo termine per la società nel suo complesso. Gli importanti obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) sono in gran parte legati direttamente o indirettamente al cambiamento climatico. Poiché l’emissione di gas serra nocivi è dovuta in larga misura alla costruzione e al funzionamento degli edifici, il settore immobiliare è messo a dura prova. Per saperne di più sull’argomento potete consultare uno studio dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM).

Inoltre, gli immobili rappresentano un investimento a lungo termine. Ha quindi senso considerare gli aspetti della sostenibilità, anche solo per interesse economico. L’attenzione è rivolta alla redditività economica a lungo termine e al mantenimento del valore, ma anche all’interazione ottimale della proprietà con l’ecologia, gli spazi esterni e le esigenze degli utenti. Una qualità dell’aria insufficiente nell’edificio, collegamenti inadeguati al trasporto pubblico o costi di manutenzione eccessivamente alti possono compromettere il mantenimento del valore a lungo termine di una proprietà.

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Rischi climatici in primo piano

Il rischio maggiore per la sostenibilità al momento, probabilmente, deriva dal cambiamento climatico. Infatti i rischi climatici stanno cambiando i requisiti delle norme edilizie. Sia l’involucro che la ventilazione dell’edificio devono essere progettati per far fronte a ondate di calore più frequenti. Allo stesso tempo, naturalmente, bisogna anche garantire che l’aria calda rimanga all’interno in inverno. Ma soprattutto va considerato che la pressione sociale e politica per rallentare il cambiamento climatico potrebbe avere un impatto decisivo sulla commerciabilità a lungo termine di una proprietà. Il consumo di risorse del portafoglio immobiliare probabilmente dominerà la percezione della sostenibilità in ambito politico negli anni a venire. Inoltre, a differenza di molti altri aspetti della sostenibilità, questo criterio si può misurare chiaramente in cifre.

Fattori determinanti per la valutazione dei beni immobili

È per questi motivi che, in linea con lo spirito dei tempi, gli investitori, gli acquirenti e anche i valutatori indipendenti attribuiscono grande importanza all’argomento. Katharina Hofer, economista e analista immobiliare di UBS, afferma: «L’importanza dei criteri di sostenibilità giocherà probabilmente un ruolo sempre più importante nella valutazione degli immobili.» È già evidente che l’importanza degli immobili «verdi» sta aumentando nei portafogli degli investitori istituzionali o nella locazione alle grandi aziende. «Le proprietà marroni, invece, corrono il rischio di ribassi nella valutazione», spiega Katharina Hofer.

Tassonomia UE: è probabile che la Svizzera segua l’esempio

Le esigenze future degli investimenti e soprattutto delle attività nel settore immobiliare sono chiaramente riconoscibili. Con la tassonomia, l’UE ha creato un sistema di classificazione che concretizza il significato degli obiettivi ambientali e climatici dell’Unione per gli investitori. A lungo termine, l’obiettivo è quello di migliorare in modo massiccio l’efficienza energetica degli edifici e allo stesso tempo di ridurre significativamente le emissioni di CO2. La tassonomia dell’UE entrerà in vigore da gennaio 2022.

Poiché in Svizzera manca attualmente un insieme di regole comparabili, si ritiene probabile che i futuri standard svizzeri si baseranno sulla tassonomia dell’UE. La Svizzera si è impegnata a rispettare l’accordo di Parigi sul clima e la Strategia energetica 2050 del Consiglio federale va esattamente in questa direzione. Anche i cantoni, che hanno sovranità sulle leggi in materia di energia ed edilizia, si stanno incamminando sulla stessa strada.

Raccomandazioni per i proprietari

  • In generale, investire nell’efficienza energetica di un edificio conviene anche dal punto di vista finanziario. Per gli investitori istituzionali in particolare, a lungo termine dovrebbe convenire puntare allo standard più alto.
  • Oltre un certo livello, i costi aggiuntivi per ridurre le emissioni di CO2  sono più alti del prezzo necessario per compensarle. La compensazione può essere la soluzione economicamente più sensata per un certo lasso di tempo, almeno sulla carta.
  • Per i proprietari privati, l’attesa può valere la pena se l’infrastruttura preesistente ha ancora un’aspettativa di vita piuttosto lunga. Questo perché il progresso tecnologico conduce a modi sempre migliori e più efficienti per ridurre il consumo di energia.

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