L’integrazione dei criteri ESG nelle soluzioni di indici fattoriali
Gli investitori sono sempre più interessati a integrare i criteri ESG nel factor investing, un approccio che richiede equilibrio tra l’orientamento del portafoglio verso le caratteristiche fattoriali e il raggiungimento degli obiettivi ESG.

Prima di approfondire i diversi approcci all’integrazione dei criteri ESG, analizziamo la costruzione degli indici fattoriali tradizionali, concentrandoci sui fattori qualità e valore.
Il punto di partenza è la selezione delle metriche appropriate per rappresentare il singolo fattore:
- criteri per il fattore valore: prezzo/valore di libro (P/BV), prezzo/utili (P/E), prezzo/fatturato (P/S), prezzo/utile netto più ammortamenti (P/CE)
- criteri per il fattore qualità: rendimento sul capitale proprio (RoE), rapporto di indebitamento (D/E), variabilità degli utili (EVAR)
Utilizzando queste metriche, possiamo valutare l'esposizione fattoriale di ciascuna società dell'universo d'investimento (ad esempio, l'indice MSCI USA). Per garantire la comparabilità è possibile standardizzare queste metriche creando dei punteggi z. Tali punteggi possono essere ulteriormente aggregati in punteggi z compositi corrispondenti al fattore specifico (valore, qualità), che possono essere interpretati come grado di saturazione del fattore. Più alto è il valore del punteggio z, maggiore è l'esposizione al fattore.
In un approccio basato su indici, è possibile costruire un portafoglio fattoriale selezionando solo le società dell'universo di riferimento che presentano saturazioni dei fattori relativamente elevate (ad esempio, tra il 25 e il 30% per capitalizzazione di mercato). Inoltre, la ponderazione delle componenti del portafoglio può essere legata alla capitalizzazione di mercato e all'esposizione ai singoli fattori (punteggi z) per un ulteriore orientamento verso il fattore desiderato.
La costruzione di un indice fattoriale standard consiste nel definire le metriche fattoriali rilevanti, che vengono poi utilizzate per selezionare i titoli e orientare la ponderazione per aumentare l'esposizione fattoriale.
Integrazione ESG
Integrazione ESG
A nostro avviso, un overlay ESG completo dovrebbe includere diverse componenti, come le esclusioni basate sulle attività di una società, la promozione di società con rating ESG più elevato e la riduzione dell'impronta di carbonio. In particolare, le ambizioni di sostenibilità possono essere definite come segue (sulla base dei dati MSCI).
- Esclusioni: violazioni dei principi UNGC, tabacco, armi (controverse, nucleari, militari, civili), estrazione di carbone termico, estrazione di petrolio e gas non convenzionali, produzione di energia da carbone termico
- Standard ESG minimi: rating MSCI minimo pari a BB e punteggio minimo sulle controversie pari a 1
- Obiettivo di miglioramento del punteggio ESG pari a +20%
- Riduzione del 30% dell'impronta di carbonio, riduzione del 30% delle emissioni potenziali (riserve di combustibili fossili)
L'applicazione delle esclusioni basate sulle attività1 e degli standard minimi ESG2 è semplice e in genere riduce l'universo idoneo di percentuali a singola cifra, misurate in base alla capitalizzazione di mercato.
Interazione tra esposizione fattoriale e considerazioni ESG
La sfida principale consiste nel trovare un equilibrio, a livello di portafoglio, tra:
- esposizione fattoriale
- miglioramento del punteggio ESG3
- riduzione dell'impronta di carbonio4.
In sostanza, si tratta di un problema di ottimizzazione multidimensionale. Per affrontare questi tre punti, esamino la relazione tra l'esposizione al fattore valore e il punteggio ESG per l'universo MSCI USA (Figura 1), utilizzando i dati ESG MSCI. Le società più appetibili sono caratterizzate da punteggi ESG superiori alla media e da un’elevata saturazione del fattore valore (punteggi z).
Figura 1. Universo MSCI USA: confronto tra punteggi ESG e punteggi z del fattore valore
Le bolle rappresentano i pesi delle società nell'indice MSCI USA. La linea rossa orizzontale rappresenta il punteggio ESG medio (aggiustato per il settore) di 6,3, mentre la linea rossa verticale rappresenta il punteggio z medio del fattore valore, che si assume pari a 0,0.

Due metodi per creare portafogli fattoriali ESG
Tabella 1. Confronto tra le metriche selezionate (medie ponderate per la capitalizzazione di mercato)
Titolo | Punteggio z del fattore valore
| Punteggio ESG (aggiustato per il settore)
| Intensità di carbonio | ||||
MSCI USA Prime Value ESG LCS | 0,34 | 7,91 | 73,71 | ||||
MSCI USA | -0,13 | 6,59 | 144,41 |
Performance
La performance degli indici fattoriali ESG citati è stata simile a quella degli indici fattoriali standard (Figura 2). Dal 2013, l'indice Value ESG ha sottoperformato il suo equivalente Value standard di 47 pb all'anno, mentre l'indice Quality ESG ha sovraperformato il suo equivalente fattoriale standard di 72 pb all'anno. Inoltre, le correlazioni degli extra rendimenti giornalieri tra i due indici Value e Quality sono state rispettivamente pari a 0,86 e 0,79, il che dimostra ulteriormente la somiglianza.
Figura 2. Performance storica di selezionati indici fattoriali rispetto all'MSCI USA

L'ottimizzazione appare ottimale
In definitiva, le simulazioni storiche dimostrano che le soluzioni fattoriali ESG possono essere considerate una valida alternativa alle loro controparti tradizionali. L'integrazione dei criteri ESG negli indici fattoriali può essere inoltre ottenuta con un approccio ottimizzato in grado di bilanciare in modo efficiente l'esposizione fattoriale e gli obiettivi di sostenibilità.