Massimiliano Castelli
Head Global Strategy, Global Sovereign Markets

Messaggi chiave

  1. Ci troviamo in un contesto economico contrassegnato da incertezza geopolitica e aumenti dei prezzi delle materie prime.
  2. La sicurezza energetica e la trasformazione energetica sono due facce della stessa medaglia.
  3. Il contesto di sicurezza potrebbe effettivamente dettare azioni immediate in grado di ritardare in qualche misura l'agenda verde.
  4. In una prospettiva di lungo periodo riteniamo che non vi sia conflitto tra sicurezza energetica e trasformazione energetica.

L’impatto sulla sostenibilità di un contesto geopolitico e finanziario in continua evoluzione e le possibili implicazioni per le asset class alternative

I recenti eventi, in particolare l'invasione russa dell'Ucraina, hanno implicazioni per la sostenibilità e la transizione energetica, soprattutto in Europa. Questo nuovo scenario, caratterizzato dall'incertezza geopolitica e dall'aumento dei prezzi delle materie prime, sta cambiando il concetto di sostenibilità.

La sicurezza energetica e la trasformazione energetica sono due facce della stessa medaglia, e l'elenco delle motivazioni per accelerare la transizione energetica continua ad allungarsi. In particolare, l'agenda verde potrebbe ricevere un impulso dall'agenda della sicurezza nazionale, con la conseguente mobilitazione delle risorse per le fonti energetiche alternative.

In una prospettiva di lungo periodo riteniamo che non vi sia conflitto tra sicurezza energetica e trasformazione energetica, ma a breve termine, quando c'è il rischio di un "ricatto energetico" o di pressioni internazionali a non finanziare gli sforzi bellici con l'acquisto di energia, il contesto di sicurezza potrebbe effettivamente dettare azioni immediate in grado di ritardare in qualche misura l'agenda verde.

Un uso più esteso delle centrali a carbone o l'allentamento dei limiti alle emissioni di carbonio, per esempio, sono un modo economico per stimolare i settori dell'economia colpiti dai prezzi elevati dell'energia. A breve termine, un altro problema potrebbe derivare dalla mancanza di cooperazione internazionale.

La deglobalizzazione è una questione centrale

In un mondo segnato da fenomeni di deglobalizzazione, regionalizzazione e frammentazione è fondamentale definire standard ambientali internazionali in collaborazione con organismi o conferenze internazionali, ma c'è il rischio, per esempio, che l'Accordo di Parigi o il Patto per il clima di Glasgow siano compromessi o influenzati dal processo decisionale geopolitico.

Con la probabile deglobalizzazione all'orizzonte, il libero flusso di capitali e i crescenti rischi di mercato potrebbero rallentare l’adattamento di strumenti efficaci per combattere il cambiamento climatico. A farne le spese potrebbe essere la rapida attuazione di un sistema di tariffazione del carbonio veramente globale.

Infine, c'è la questione dei capitali per finanziare la transizione energetica: le stime sull'ammontare degli investimenti che saranno necessari sono dell'ordine dei trilioni di dollari.

Per quanto riguarda il ruolo dei governi sul fronte fiscale, i Paesi che già sperimentano un aumento sostanziale delle tariffe governative a causa della pandemia, e in tempi di restrizioni fiscali, potrebbero mettere sotto pressione gli investimenti pubblici, in particolare nel settore energetico.

Allo stesso tempo, vediamo anche rinnovati sforzi, ad esempio il riorientamento del Fondo Next Generation UE verso la transizione energetica, poiché la guerra in Ucraina ha aumentato la pressione sui Paesi europei affinché accelerino la riduzione della loro dipendenza dal gas russo.

Nel complesso, ciò significa che il settore finanziario dovrà fornire ingenti finanziamenti aggiuntivi per colmare il divario, destinati non solo a progetti ambiziosi e interessanti, ma anche a garantire, in ultima analisi, la sicurezza energetica delle economie occidentali. Appare inoltre chiaro che il settore privato dovrà svolgere un ruolo molto più attivo, in futuro, per mobilitare gli investimenti necessari a finanziare la transizione energetica.

Il ruolo degli asset alternativi

La buona notizia è che gli investitori sono disposti a destinare capitali a questo sforzo e le asset class alternative sono uno dei migliori veicoli per farlo, per esempio gli investimenti long/short nella transizione globale verso lo zero netto. Con il re-shoring e la decarbonizzazione delle catene di approvvigionamento in pieno svolgimento, ulteriormente amplificati dalla guerra in Ucraina, esistono opportunità di investimento non solo sul lato long, ma anche su quello short.

Quali sono oggi, per esempio, le innovazioni tecnologiche più interessanti e investibili che potrebbero avvicinarci allo zero netto? E, viceversa, quali sono le aziende e i settori che potrebbero rimanere indietro? Guardando oltre i titoli energetici, alle materie prime in generale, quali sono le implicazioni dell'aumento dei prezzi dei metalli e delle materie prime sulla transizione energetica?

Nel settore degli asset reali, gli attuali eventi geopolitici hanno implicazioni per le infrastrutture energetiche e il settore immobiliare. È chiaro che la riduzione delle emissioni di carbonio avrà un impatto misurato sugli investimenti energetici. Quali sono quindi le prospettive di investimento per settori quali lo stoccaggio di energia, il GNL, il nucleare o l'idrogeno e, in particolare, a seguito della guerra in Ucraina, quali sono le differenze tra le varie regioni?

Le emissioni operative degli edifici rappresentano poco meno del 30% delle emissioni totali globali: quali saranno le implicazioni per la futura regolamentazione dei nuovi edifici?

Infine, quali azioni potrebbero essere intraprese nella transizione dal “brown” al “green” per gli edifici esistenti, e cosa potrebbe significare per gli investitori?

Il cambiamento del panorama energetico in Europa, Nord America e nei mercati emergenti a seguito della guerra, l'impennata dei prezzi delle materie prime e la deglobalizzazione faranno emergere nuove sfide per gli investitori, ma anche, a nostro avviso, molte opportunità, in particolare nello spazio degli investimenti alternativi.

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