Q&A in 60 secondi: investimenti multi-asset in China

  • Il governo cinese ha fornito un deciso sostegno politico e riteniamo che il sentiment positivo dei mercati rappresenterà un vantaggio per i titoli azionari cinesi di classe A;
  • Gli ultimi dati mostrano un rimbalzo dell’economia cinese e riteniamo che quest’ultima darà ancora prova di resilienza nei prossimi mesi;
  • A breve termine si presenteranno due rischi: gli effetti del COVID-19 e la possibile volatilità dovuta alle elezioni presidenziali di novembre negli Stati Uniti.
  • A nostro avviso, tuttavia, la Cina è oggi in una posizione migliore per affrontare un’eventuale seconda ondata di COVID-19. Dubitiamo quindi che l’accordo commerciale USA-Cina di fase 1 sia in pericolo.

1. Come avete corretto il vostro approccio all’allocazione in Cina, considerati gli eventi degli ultimi mesi?

In linea generale non abbiamo apportato nessuna importante modifica direzionale a causa del clima d’incertezza sui mercati.

Abbiamo, tuttavia, operato qualche cambiamento in termini relativi, enfatizzando soprattutto gli asset della Cina continentale. Questo percorso ha seguito due strade.

In primo luogo, sul versante del rischio, abbiamo mantenuto una preferenza per le azioni cinesi di classe A, nonostante il lieve ridimensionamento della nostra allocazione azionaria complessiva dalla fine del 1° trimestre dell’anno.

Ciò poiché abbiamo notato un forte sostegno politico da parte del governo cinese che ha supportato sia il sentiment degli investitori onshore che l’andamento del mercato delle A-share.

Il sentiment, in questo caso, rappresenta un fattore importante: alimenta il mercato delle A-share poiché è trainato dagli investitori retail ed è diverso dai mercati offshore dei titoli cinesi, trainati dagli investitori istituzionali con una view di più lungo periodo incentrata sui fondamentali. Soprattutto per tale motivo vediamo una differenziazione tra il mercato offshore e quello onshore.

Poiché il governo cinese ha chiarito il suo costante sostegno all’economia, siamo convinti che il sentiment positivo dei mercati proseguirà nei prossimi mesi e di ciò beneficeranno in particolare le azioni di classe A, ragione per cui abbiamo deciso di mantenere le nostre allocazioni di conseguenza.

Abbiamo mantenuto una preferenza per le azioni cinesi di classe A. Il forte sostegno politico da parte del governo cinese ha supportato sia il sentiment degli investitori onshore che l’andamento del mercato delle A-share.

Strategia multi-asset in Cina: allocazione nel tempo

Fonte: UBS Asset Mangement, luglio 2020

2. Quali sono attualmente i vostri livelli di liquidità e come si sono evoluti negli ultimi tre mesi?

Abbiamo ridotto i nostri livelli di liquidità dopo la volatilità di marzo e aprile. Gli asset rischiosi da allora hanno rimbalzato.

Per noi la liquidità è un asset risk-off e l’equilibrio tra liquidità e attivi rischiosi rappresenta una parte importante del nostro processo.

Tuttavia, anche il segmento obbligazionario della Cina continentale costituisce, a nostro avviso, un asset risk-off; abbiamo quindi enfatizzato maggiormente questa asset class negli ultimi due mesi circa.

3. Qual è la vostra view top-down sull’outlook per l’economia cinese quest’anno e nel 2021?

Gli ultimi dati mostrano un rimbalzo. Ad esempio, i Purchasing Manager’s Indices (PMI), sia per il settore manifatturiero che per quello dei servizi, hanno di recente dato segnali di espansione. In particolare gli indici PMI del settore manifatturiero hanno indicato crescita per quattro mesi consecutivi fra aprile e luglio.

Per il futuro riteniamo che l’economia cinese darà ancora prova di resilienza. Il governo cinese si è impegnato a dare priorità all’occupazione e a rilassare la campagna di riduzione della leva finanziaria.

Crediamo che tutti questi fattori, oltre alla capacità della Cina di rispondere agli shock, nonché il fatto di essere stato il primo Paese colpito dalla pandemia e dunque il primo ad uscirne, abbiano consentito al segmento azionario nazionale di resistere meglio nel 2020 rispetto alla maggior parte degli altri mercati azionari mondiali.

4. Quali sono i rischi principali che prevedete nei prossimi 3-6 mesi?

Sono due: gli effetti del COVID-19 e la possibile volatilità dovuta alle elezioni presidenziali di novembre negli Stati Uniti.

C’è ancora incertezza riguardo allo shock per la domanda globale e all’impatto negativo avuto di preciso sull’economia cinese dalla diffusione del COVID-19.

Questo è uno dei rischi principali; tuttavia, riteniamo che la Cina sia meglio posizionata di altri Paesi per affrontare l’eventualità di una seconda ondata di COVID-19. 

Ciò poiché, in primo luogo, la recente esperienza di Pechino dimostra l’efficienza delle autorità cinesi nello spegnere un focolaio e, in secondo luogo, la popolazione osserva in maniera più rigida le misure precauzionali, come indossare la mascherina e mantenere il distanziamento sociale, a differenza di altre realtà.

Per quanto riguarda il secondo rischio, le relazioni tra gli Stati Uniti e la Cina potrebbero farsi instabili in vista delle elezioni presidenziali di novembre negli USA.

E’ probabile che i candidati puntino il dito contro la Cina nei prossimi mesi, a scopi elettorali, e ciò potrebbe introdurre nuove tensioni nella relazione fra i due Paesi e volatilità sui mercati.

Dubitiamo, tuttavia, che l’accordo commerciale USA-Cina di fase 1 sia in pericolo.

5. Il segmento obbligazionario della Cina continentale come può supportare una strategia multi-asset nel Paese?

Riteniamo che il segmento obbligazionario della Cina continentale, in particolare i titoli governativi e i policy bank bond (obbligazioni emesse dalle tre banche di interesse nazionale), rappresenti un asset rifugio in grado di apportare vantaggi significativi in termini di diversificazione, poiché l’asset class è correlata negativamente all’azionario e al credito cinesi e ha una bassa correlazione con i mercati obbligazionari internazionali.

6. Dal punto di vista dell’asset allocation ritenete ci siano delle opportunità nel mercato della A-share cinesi?

Abbiamo già menzionato come, da un punto di vista strutturale, il mercato cinese delle azioni di classe A presenti caratteristiche differenti rispetto ai mercati offshore dell’azionario cinese. Ciò offre un’opportunità di diversificazione e arricchisce la strategia con una componente diversa.

Inoltre, il processo d’inclusione dell’indice implica che le azioni di classe A diventino un fattore preminente nei portafogli di asset allocation globali e, quindi, i flussi globali dovrebbero offrire un supporto strutturale.

Infine, in un’ottica di lungo periodo, l’apertura dei mercati onshore e dei relativi canali di accesso - come il programma Stock Connect – creano nuove possibilità poiché contribuiscono a internazionalizzare e a istituzionalizzare il mercato.

Le A-share cinesi offrono un diverso ventaglio di opportunità rispetto alle H-share e agli ADR, che cercheremo di sfruttare appieno.

7. Cosa sta succedendo nel settore immobiliare cinese?

Sul fronte dei mercati, la domanda sta ritornando a livelli normali, dopo le interruzioni causate dall’avvento del COVID-19. Gli ultimi dati mostrano una ripresa della crescita dei prezzi che ci dice che la domanda resta in buona salute.

Dal punto di vista strutturale, il settore incontra ancora il nostro favore. Il settore prosegue infatti nel suo processo di razionalizzazione, nel corso del quale i player più piccoli abbandonano l’area di gioco o vengono assorbiti da realtà più grandi.

Prediligiamo i titoli di maggiore qualità e dimensioni, in particolare quelli che hanno acquisito quote di mercato e dispongono di diverse opzioni di finanziamento.

8. Il primo accordo commerciale USA-Cina è a rischio?

Abbiamo già menzionato che è presente un rischio di aumento dell’instabilità nelle relazioni tra gli Stati Uniti e la Cina in vista delle elezioni. L’accordo di fase 1 potrebbe essere rivisto ma lo riteniamo improbabile.

Il nostro scenario di base prevede che entrambe le parti mantengano inalterato l’accordo di fase 1. Soprattutto dal punto di vista degli Stati Uniti, l’accordo in essere è positivo per il settore agricolo, che rappresenta un collegio elettorale chiave nella politica degli USA.

Il governo cinese si è impegnato ad acquistare quantità ingenti di prodotti agricoli statunitensi, come i germogli di soia, e dubitiamo che gli USA vogliano mettere a repentaglio clausole di questo tipo poco prima delle elezioni.

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