Jia Tan (TJ)
Head of Research, China Equity Long/Short, UBS O’Connor

Gli investitori sono diventati sempre più titubanti in merito alla loro allocazione alla Cina, a fronte dell’intensa volatilità e velocità esibite quest’anno dai mercati. Dato il decennio di forte crescita secolare che ha caratterizzato il Paese, adottare un approccio long-bias è spesso naturale quando si investe in Cina. Tuttavia, negli ultimi anni, questo approccio non ha facilitato la realizzazione di rendimenti corretti per il rischio competitivi. Alla luce dell'incertezza sulle prospettive di breve periodo e dell’evoluzione del mercato dei capitali cinese, riteniamo che questo sia il momento perfetto per concentrarsi sulle opportunità di alfa, e non solo sul beta, e per considerare un approccio di investimento relative value.

Il nostro punto di vista sull’orientamento delle politiche

Per spiegare i motivi del ricorso a una strategia di hedge fund per cogliere tale alfa, dobbiamo anzitutto illustrare il rallentamento subito dall'economia cinese e i cambiamenti introdotti a livello di politiche.

Le riforme normative degli ultimi 12-18 mesi rappresentano a nostro avviso un tentativo di riequilibrare le risorse tra capitale e lavoro. Non solo in Cina ma a livello mondiale, i policymaker sono alle prese con una difficile scelta tra efficienza e uguaglianza. Le riforme basate sul tema della prosperità comune mirano a evitare i monopoli, creando condizioni di parità non solo a livello aziendale ma anche settoriale, in modo da favorire l’uguaglianza tra i cittadini.

Nel momento in cui i policymaker si allontanano dai picchi di regolamentazione e si concentrano sullo sviluppo di hard technology e su modelli di business innovativi, riscontriamo la presenza di molte opportunità tematiche, soprattutto nelle industrie manifatturiere avanzate, tra cui veicoli elettrici, energia solare, robotica, automazione e semiconduttori. Anche la carbon neutrality potrebbe rappresentare un'opportunità interessante in questo decennio. Con la progressiva diversificazione delle preferenze dei consumatori, riteniamo che i marchi in grado di soddisfare le diverse esigenze della generazione Z, della classe media in crescita e della popolazione anziana potranno trarne enorme beneficio.

Per quanto riguarda la crisi del mercato immobiliare, ci aspettiamo una volatilità persistente nel breve periodo. Le preoccupazioni per l'impatto a valle sui veicoli di finanziamento delle amministrazioni locali, sui consumi discrezionali e sulla qualità degli asset bancari potrebbero persistere nei prossimi mesi. In un orizzonte di lungo periodo, riteniamo che l'accelerazione del consolidamento del mercato sarà positiva per lo stato di salute del settore. La domanda di immobili è trainata dall’urbanizzazione e sostenuta in maniera massiccia dalla crescente ricchezza della classe media, dei giovani laureati e delle nuove famiglie. A nostro avviso, questo dovrebbe creare una soglia minima per la correzione a cui stiamo assistendo. In ultima analisi, riteniamo che l'economia cinese diventerà meno sensibile agli investimenti immobiliari e alle bolle immobiliari, in quanto i prezzi dei terreni scenderanno e le amministrazioni locali sposteranno l’attenzione sui settori manifatturieri.

Priorità a lungo e breve termine incentrate sulla crescita

Comprendere il processo di elaborazione delle politiche a seconda della congiuntura del momento è il segreto per fare le scelte di investimento corrette. Dopo la recente sessione del Congresso nazionale del Partito, per noi è fondamentale comprendere le priorità del nuovo governo a lungo e a breve termine. Per questo motivo, attribuiamo particolare importanza alla costruzione di una presenza locale e alla possibilità di fare affidamento su una rete consolidata e stretti rapporti con le società. Riteniamo che l’integrazione delle conoscenze sul campo nel nostro processo di investimento ci aiuti a seguire da vicino i cambiamenti introdotti dal governo e a prepararci meglio all'impatto. In questo modo possiamo inoltre essere più indipendenti e critici nel nostro modo di pensare, lasciando spazio a scelte contrarian informate e obiettive se supportate da catalizzatori robusti. Riteniamo che questo ci abbia aiutato a minimizzare i rischi di ribasso e a evitare di adottare la mentalità del gregge.

Tornando tuttavia alla recente volatilità del mercato, la crescita economica rimarrà a nostro avviso una priorità del governo cinese nel lungo termine e le relative politiche saranno allineate al fine di raggiungere questo obiettivo. Questo impegno a favore della crescita non è cambiato dal 1979, quando furono introdotte le prime riforme per portare la Cina nell'economia globale, e siamo convinti che l'attuale leadership non prenda alla leggera questi sviluppi. Nel complesso, le nostre prospettive di lungo periodo sugli investimenti in Cina sono positive.

Stress esogeni sulle esportazioni

Al di fuori della Cina, i mercati sviluppati sono alle prese con una rapida inflazione. I picchi raggiunti dall'inflazione in Occidente possono essere ricondotti a molti fattori diversi, ma uno dei principali è senz’altro la risposta delle banche centrali alla pandemia. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la Federal Reserve ha tagliato e mantenuto i tassi di interesse ai minimi storici, mentre il governo USA ha fornito ulteriori incentivi, valutando erroneamente la solidità dei successivi rimbalzi e il livello a cui sarebbero potuti arrivare i prezzi. In termini di politica monetaria, la risposta cinese al COVID è stata alquanto diversa e attualmente la Cina è l'unica economia importante con un orientamento accomodante, dati i recenti tagli ai tassi di interesse e ai requisiti di riserva delle banche.

Inoltre, a livello granulare, la composizione dei panieri dell'indice dei prezzi al consumo (CPI) è piuttosto diversa nei due Paesi. Il paniere del CPI USA ha un’esposizione maggiore a trasporti e alloggi, mentre in quello cinese alimentari e abbigliamento hanno un peso superiore. I costi dei trasporti sono stati trainati soprattutto dall'impennata dei prezzi dell'energia provocata dalla guerra in Ucraina. Una conseguenza dello stress inflazionistico di Stati Uniti ed Europa, nonché del rallentamento della crescita economica globale, potrebbe essere un calo della domanda di esportazioni cinesi. Questo problema, insieme alla politica cinese di tolleranza zero nei confronti del COVID e alla debolezza del settore immobiliare, rappresenta la principale ragione della posizione difensiva assunta quest'anno.

Un’opportunità di valore relativo

Il mercato onshore delle A-share cinesi presenta a nostro avviso diverse inefficienze sfruttabili con una strategia di hedge fund. Tali inefficienze derivano da fattori quali l'elevata partecipazione retail, la scarsa copertura della ricerca sell-side, la ridotta penetrazione istituzionale e l'elevato turnover. Inoltre, un approccio long/short di tipo relative value può contribuire a minimizzare il rischio di ribasso – aspetto essenziale vista l’attuale volatilità dei mercati – e al contempo consente agli investitori di mantenere un’esposizione verso l'opportunità di crescita a lungo termine rappresentata dalla Cina. La flessibilità di una strategia long/short è in grado di proteggere il capitale nei periodi di temporanea volatilità e di beneficare del rialzo che precede un rimbalzo.

Il nostro team di analisti si concentra su una ricerca primaria approfondita basata sui fondamentali, impegnandosi a individuare opportunità idiosincratiche sia nel segmento long che in quello short del portafoglio. Seguiamo attentamente le politiche macroeconomiche e di governo in modo da riuscire a orientarci meglio nei principali punti di inflessione e identificare le opportunità tematiche. Siamo consapevoli che in questo momento c'è molta riluttanza a investire in Cina, ma non bisogna trascurare le opportunità di alfa presenti nel Paese.

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