Autori
Evan Brown Lucas Kawa

Temi in focus

Nelle tre principali regioni economiche si stanno affacciando tre domande chiave che a nostro parere guideranno la performance delle diverse asset class negli ultimi mesi del 2022:

  • La Federal Reserve sarà propensa a invertire la rotta sui rialzi dei tassi di interesse?
    Risposta: No. La Fed continuerà probabilmente a comunicare che i tassi rimarranno in territorio restrittivo per sedare le pressioni inflazionistiche.
  • Quanto sarà negativo l'inverno europeo dal punto di vista della crescita?
    Risposta: Piuttosto negativo, ed è troppo presto per valutare i danni economici.
  • Il rallentamento economico della Cina finirà?
    Risposta: Sì. Ma la stabilizzazione sarà sufficiente solo per aiutare gli asset nazionali e le materie prime, non abbastanza per avere importanti ricadute positive sul resto del mondo.

In questo aggiornamento presentiamo nel dettaglio gli esiti del nostro scenario di base in riferimento a queste domande e il loro impatto sul nostro posizionamento. Un’incertezza insolitamente elevata circonda al momento questi temi macroeconomici, poiché molto dipende dai percorsi geopolitici e politici tracciati da Russia e Cina. È quindi particolarmente importante analizzare le potenziali deviazioni rispetto alle nostre aspettative e gestire il rischio nel contesto attuale.

La Federal Reserve invertirà la rotta?

No. L'inflazione dei servizi, relativamente vischiosa, è destinata a rimanere ben al di sopra del target a fine anno, anche se i beni di base e le materie prime forniranno un po' di sollievo a breve termine all'inflazione complessiva. Riteniamo che a fine anno il livello dell'inflazione sarà semplicemente troppo alto perché i responsabili della politica monetaria possano prendere in considerazione possibili tagli.

I funzionari della Fed stanno affermando, in sostanza, che i tassi di interesse devono salire e rimanere a un livello tale da esercitare una pressione al ribasso sulla crescita, al fine di placare le pressioni inflazionistiche sottostanti. Anche la continua riduzione del bilancio della banca centrale aggiungerà un ulteriore inasprimento monetario. Nel suo recente discorso a Jackson Hole, il presidente della Fed Jerome Powell ha ribadito che la campagna di rialzo dei tassi è uno sprint, mentre il processo di riduzione dell'inflazione è una maratona. I mercati stanno iniziando ad accettare questo messaggio, ma c'è ancora spazio per eliminare le aspettative di taglio dei tassi. L'allentamento previsto dai mercati tra dicembre 2022 e marzo 2024 si è all'incirca dimezzato, passando dai 100 punti base di metà luglio agli attuali 50 punti.

Figura 1: I mercati hanno escluso almeno la metà dei tagli dei tassi di interesse attesi

Spread tra dicembre 2022 e marzo 2023 dei contratti futures eurodallari, come mostrato in questa immagine, sono diminuiti da giugno a metà luglio, sono rimasti costanti fino all'inizio di agosto e sono aumentati lentamente
Fonte: UBS-AM, Bloomberg, dati al 30 agosto 2022.

Il grafico a linee mostra lo spread tra i BTP italiani a 10 anni e le obbligazioni tedesche.

Gli obiettivi della Fed non sono in conflitto tra loro: la disoccupazione è molto bassa e l'inflazione è ancora molto alta. A nostro parere, per convincere i responsabili della politica monetaria che l’orientamento restrittivo non è più appropriato occorrono prove di un rallentamento sostanziale sia dell'inflazione che della domanda di lavoro.

Stando alle metriche del mercato del lavoro, i segnali di raffreddamento sono ben pochi. La nascente tendenza al rialzo delle richieste di disoccupazione iniziale e continua sembra attenuarsi. Le misure degli aumenti salariali su cui si basa la Federal Reserve (come il Wage Tracker della Fed di Atlanta e l'Employment Cost Index) continuano a evidenziare un surriscaldamento, e a questi livelli la crescita del reddito da lavoro implica un floor elevato per l’inflazione. Inoltre, nel breve termine, i dati statunitensi dovrebbero essere sostenuti dal calo del prezzo della benzina, che libera fondi per acquisti più discrezionali altrove.

Due scenari potrebbero confutare questa visione: se il mercato del lavoro statunitense si deteriora rapidamente (con un effetto ribassista per gli asset di rischio e rialzista per i titoli di Stato) o se la Fed segnala una maggiore tolleranza per un'inflazione superiore al target (viceversa). Entrambi gli esiti sono a nostro avviso improbabili, in particolare il secondo, data la preoccupazione della banca centrale di garantire che le aspettative di inflazione non inizino ad aumentare senza freni.

Figura 2: I titoli azionari europei scontano un impatto sugli utili molto più contenuto rispetto ad altre recessioni

Massimo ribasso delle stime EPS forward in Europa durante periodi di recessione

Massimo drawdown delle stime EPS a termine europee durante i periodi di recessione

Il grafico a barre mostra la percentuale sull'asse y e il drawdown EPS delle recessioni precedenti sull’asse x.

Quanto sarà negativo questo inverno per l'economia europea?

Piuttosto negativo, con un probabile arretramento dei consumi reali e della produzione industriale. E sebbene le sfide energetiche che attanagliano il continente siano ben note, rimangono difficili da quantificare e quindi da valutare in modo appropriato.

Gli scenari economici peggiori saranno forse evitati grazie al successo ottenuto finora dall'Europa nell'assicurarsi fonti alternative di gas naturale e alle misure preventive per ridurre il consumo di energia. Tuttavia, il fatto che adesso le aziende stiano limitando alcune operazioni, alla luce dei prezzi elevati dell'energia, implica che questo freno all'attività potrebbe manifestarsi prima del previsto.

In questo momento, il dilemma per gli investitori che guardano agli asset europei è che la gamma di stime su quanto sarà negativo questo inverno, dal punto di vista economico e degli utili, è piuttosto ampia. Riteniamo che alla fine gli investitori riusciranno a guardare oltre alcuni di questi danni economici prima che si verifichino, ma al momento ciò non è possibile a causa della fitta nebbia che avvolge le prospettive. Siamo in attesa di un catalizzatore sul versante delle valutazioni o delle politiche per diventare più costruttivi sugli asset europei.

In particolare, ci aspettiamo un forte sostegno fiscale da parte dei governi europei per garantire che questo problema stagionale temporaneo non si diffonda fino a trasformarsi in un vero e proprio ciclo negativo del credito o in una prolungata disoccupazione di massa.

Figura 3: I mercati scontano un rischio di frammentazione più elevato in caso di inasprimento aggressivo della BCE.

Spread tra i rendimenti italiani e tedeschi vicino ai livelli più alti dalla crisi del debito sovrano

Il grafico a linee mostra lo spread tra i BTP italiani a 10 anni e le obbligazioni tedesche.

Figura 4: Il settore immobiliare cinese frena gli investimenti fissi

Il grafico a linee mostra che il settore immobiliare cinese è un freno importante per gli investimenti in immobilizzazioni

Il grafico a linee mostra tre linee separate per lo sviluppo immobiliare, le infrastrutture e la produzione, che raffigura la variazione percentuale media annua di 3 mesi.

Nel frattempo, la Banca Centrale Europea (BCE) intende continuare ad aumentare i tassi in modo aggressivo, in gran parte a causa dell'aumento vertiginoso dei prezzi dell'energia, ma anche per via del sostegno fiscale, che probabilmente avrà un costo inflazionistico. Tuttavia, questo inasprimento sta anche aumentando la fragilità fiscale delle nazioni europee più indebitate, oltre a esercitare una maggiore pressione al rialzo sui loro costi di finanziamento rispetto a nazioni percepite come più sicure come la Germania, il che a sua volta indebolisce l'euro e aggrava le pressioni inflazionistiche. Questo circolo di causa-effetto può portare a una situazione in cui la BCE dovrà utilizzare in modo vigoroso il suo nuovo strumento di protezione della trasmissione della politica monetaria per garantire che i mercati finanziari non producano, di fatto, una stretta eccessiva per la periferia europea rispetto ai Paesi centrali.

Sicuramente sarà un inverno difficile per l'economia europea. Ma in una prospettiva a più lungo termine siamo ottimisti sul fatto che questa crisi energetica non sarà l’anticamera di un altro decennio perduto per l'Europa, dopo la crisi del debito sovrano dello scorso ciclo, ma piuttosto il catalizzatore che porterà i governi a sostenere i progressi verso la sicurezza energetica e la decarbonizzazione.

La Cina farà abbastanza per invertire il suo crollo economico?

Sì. Ma a nostro parere questa stabilizzazione dell'attività non avrà ricadute positive sostanziali per il resto del mondo. Finché la politica zero-COVID rimarrà invariata, la ripresa cinese sarà fragile ed esposta a un brusco rallentamento. Per gli investitori è stato difficile cercare di individuare il punto di minimo dell'attività cinese sulla base degli annunci dei responsabili politici nel corso del 2022. La perdurante debolezza del settore immobiliare ha sopraffatto gli impulsi positivi di altre aree dell'economia, come gli investimenti nelle infrastrutture, e ha pesato sul sentiment. Di recente, però, Pechino ha iniziato a fornire stimoli con maggiore urgenza. Tra l'elevata disoccupazione giovanile e il boicottaggio del pagamento dei mutui, le preoccupazioni sociali ed economiche si sono intrecciate, mentre alcune recenti misure politiche sembrano mirate più direttamente a risolvere la trappola della liquidità che ruota attorno al settore immobiliare.

Riteniamo tuttavia che l'ottimismo debba rimanere moderato, perché crediamo che la Cina sarà piuttosto restia a invertire la rotta sulla sua politica generale di raffreddamento degli squilibri del mercato immobiliare. Gli stimoli non saranno così forti come nell'espansione successiva alla crisi finanziaria globale, in cui la politica cinese ha dettato i flussi e riflussi ciclici dell'attività economica in tutto il mondo. I rischi per la nostra visione a breve termine sono bilaterali. La situazione potrebbe rimanere sostanzialmente invariata, con politiche di sostegno insufficienti da parte della Cina, il che sosterrebbe la nostra visione più positiva sulla duration globale ma minerebbe alcuni punti della nostra tesi rialzista sulle materie prime. D'altro canto, questo round di stimoli potrebbe essere percepito come piuttosto potente. A nostro parere il dollaro USA, che viene visto come piuttosto costoso in termini di valutazione, subirebbe probabilmente pressioni di vendita, ma d'altro canto le materie prime potrebbero registrare una performance ancora migliore di quella che prevediamo.

Implicazioni per l’asset allocation

L'impegno della Federal Reserve a perseguire una politica restrittiva pone un tetto alle valutazioni degli asset di rischio, mentre la resilienza dell'economia statunitense costituisce un solido floor. Siamo quindi tatticamente neutrali sulle azioni, dove siamo posizionati con una certa cautela e ci concentriamo su espressioni efficienti di relative value per diversi regimi economici.

La Fed sta aumentando i tassi di interesse per ridurre ulteriormente lo slancio economico. In confronto, altre banche centrali, tra cui la BCE, stanno rispondendo a un contesto di natura più stagflazionistica. Riteniamo che questa combinazione favorisca una maggiore forza del dollaro USA e possa anche sostenere le azioni statunitensi rispetto al resto del mondo su base currency-hedged. Le due maggiori minacce per gli asset di rischio sarebbero una recessione globale o una campagna di inasprimento della Fed più duratura e aggressiva, ed entrambe sarebbero probabilmente positive per il dollaro USA.

Stiamo abbracciando selettivamente la ciclicità attraverso le materie prime e le azioni del settore energetico. Il petrolio continua a presentare limitazioni sul lato dell’offerta e le attuali linee guida delle politiche – tra la fine dei rilasci dalla Strategic Petroleum Reserve e le previste sanzioni europee alla Russia – prevedono un altro shock negativo sull'offerta nel quarto trimestre e nel 2023.

Asset class attractiveness

Il grafico seguente illustra le view del nostro team di asset allocation sull’attrattività delle asset class al 29 agosto 2022. I riquadri colorati a sinistra indicano il nostro segnale complessivo per le azioni, i tassi e il credito a livello globale. Gli altri rating si riferiscono all’attrattività relativa di alcune regioni nell’ambito dei segmenti azioni, tassi, credito e valute. Poiché il grafico non comprende tutte le asset class, il segnale complessivo netto può essere parzialmente negativo o positivo.

Il diagramma mostra le view del nostro team di Asset Allocation sull'attrattiva complessiva delle asset class per azioni, tassi e credito globali

Il grafico illustra l'attrattiva delle classi di attività, classificate per valute, tassi di credito e azioni, in base a Poco attraente, neutrale e attraente

Asset Class

Asset Class

Segnale complessivo/relativo

 

Segnale complessivo/relativo

 

La view di UBS Asset Management

La view di UBS Asset Management

Asset Class

Azionario globale

Segnale complessivo/relativo

 

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Secondo la nostra view, non sussistono forti motivazioni tattiche per sovrappesare o sottopesare le azioni globali. Sulla base del premio al rischio azionario, le azioni si confermano costose rispetto alle obbligazioni e le stime sugli utili iniziano a subire lievi pressioni. D’altro canto, il sentiment e il posizionamento appaiono estremamente depressi e la prospettiva di un picco di inflazione negli Stati Uniti può essere un catalizzatore sufficiente per un’ulteriore stretta al rialzo nell’azionario globale.
  • In ambito azionario manteniamo un posizionamento prudente, data la probabilità che l’attività economica continui a decelerare, preferendo settori quali l’healthcare e la tecnologia e regioni come il Regno Unito, che hanno una composizione più difensiva/aciclica. Abbiamo inoltre selezionate posizioni long sulla ciclicità attraverso titoli azionari legati alle materie prime.

Asset Class

Azionario USA

Segnale complessivo/relativo

 

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • I titoli americani sono più aciclici e tendono a sovraperformare quando gli indici dei direttori d’acquisto del settore manifatturiero sono in calo.
  • Rispetto agli altri principali mercati sviluppati, negli Stati Uniti la crescita dovrebbe evidenziare una migliore tenuta.
  • Le azioni statunitensi continuano tuttavia a presentare valutazioni a premio, il che potrebbe penalizzare la performance relativa qualora aumentassero ulteriormente le aspettative circa il tasso terminale della Fed per questo ciclo o diminuissero i rischi geopolitici.

Asset Class

Azionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

Segnale complessivo/relativo

 

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Le azioni dei mercati sviluppati non statunitensi presentano valutazioni interessanti ma sono anche altamente cicliche, inoltre tendono a sottoperfomare in un contesto di continua decelerazione degli indici dei direttori d’acquisto del settore manifatturiero.
  • Ai titoli giapponesi mancano i catalizzatori che contribuirebbero a ridurre questo divario di valutazione.
  • Le azioni europee sono ancora vulnerabili per il protrarsi della guerra russa all’Ucraina. A nostro parere, il probabile contraccolpo sugli utili dovuto a una recessione breve, ma severa, causata dalle carenze energetiche non è stato ancora pienamente scontato.

Asset Class

Azionario dei mercati emergenti (ME) (escl. Cina)

Segnale complessivo/relativo

 

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Preferiamo i mercati emergenti più strettamente legati alle materie prime, in quanto ci aspettiamo che la stabilizzazione della crescita in Cina stimolerà la domanda di commodity.
  • Le azioni dei mercati emergenti hanno resistito bene alle sfide emerse nel 2022, tra le quali revisioni degli utili meno eccezionali e maggiori restrizioni alla mobilità rispetto ai mercati sviluppati, l’aumento dei tassi reali a lungo termine e la forza del dollaro USA rispetto alle valute degli altri Paesi sviluppati.

Asset Class

Azionario cinese

Segnale complessivo/relativo

 

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • L’orientamento delle politiche cinesi è cambiato, sia sul fronte monetario che su quello fiscale, ma ci si chiede ancora se questo sostegno sia sufficiente, viste le potenziali interruzioni dell’attività causate dal COVID e la persistente debolezza del settore immobiliare. È improbabile che una stabilizzazione dell’attività produca importanti ricadute positive sui livelli di attività di altri Paesi.
  • In una prospettiva di stagionalità, le azioni cinesi hanno mostrato la tendenza a sovraperformare in vista del Congresso del Partito comunista cinese.
  • Stiamo monitorando attentamente le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, che comportano rischi di coda sinistra sia per la performance operativa, sia per le valutazioni.

Asset Class

Duration globale

Segnale complessivo/relativo

 

Verde chiaro

La view di UBS Asset Management

  • I rendimenti obbligazionari a lungo termine dovrebbero tendere al ribasso a causa dei continui rischi di recessione e delle pressioni inflazionistiche in diminuzione. L’impegno delle banche centrali verso l’inasprimento dovrebbe condurre a un appiattimento delle curve e indurre gli investitori a scontare un allentamento, in prospettiva, per contrastare la conseguente debolezza economica.
  • I titoli governativi continuano a svolgere un ruolo di diversificazione nella costruzione del portafoglio, proteggendo dai ribassi le posizioni cicliche.

Asset Class

Obbligazionario USA

Segnale complessivo/relativo

 

Verde chiaro

La view di UBS Asset Management

  • I Treasury USA rimangono il principale bene rifugio a livello mondiale e la prima fonte di rendimento risk-free. La Fed è pronta a portare i tassi in territorio restrittivo per sedare le pressioni inflazionistiche, anche se questo danneggia il mercato del lavoro e mette a rischio l’espansione. La stretta quantitativa non rappresenta, a nostro avviso, un catalizzatore molto potente per il segmento obbligazionario.
  • Tuttavia, gli investitori hanno agito prima del tempo nel prezzare possibili tagli dei tassi di interesse nel 2023, sebbene queste aspettative siano diminuite di recente. Un inasprimento ancora più pronunciato sul tratto a breve potrebbe aumentare il rischio percepito di recessione e fornire un bid per il tratto a lungo, mentre segnali di resilienza economica, in particolare nel mercato del lavoro, potrebbero portare a un nuovo aumento delle aspettative sul tasso terminale.

Asset Class

Obbligazionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

Segnale complessivo/relativo

 

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Vediamo rischi bilanciati per i rendimenti sovrani dei mercati sviluppati al di fuori degli Stati Uniti, in quanto la minaccia di stagflazione è più pronunciata. La Banca centrale europea è uscita dalla politica dei tassi di interesse negativi con un rialzo di 50 pb e ha annunciato un ulteriore inasprimento nonostante la possibilità di una severa contrazione dell’attività il prossimo inverno. Il nuovo strumento di protezione della trasmissione della politica monetaria (Transmission Protection Instrument) mira a comprimere l’ampliamento ingiustificato degli spread periferici rispetto a quelli dei Paesi core attraverso acquisti di asset finalizzati ad aumentare il margine per l’aumento dei tassi.
  • La mancanza di volatilità nelle obbligazioni governative giapponesi, risultato delle immense partecipazioni della Bank of Japan e della sua politica di controllo della curva dei rendimenti, compromette l’utilità di buona parte di questo mercato dal punto di vista dell’asset allocation. Le scadenze oltre i 10 anni potrebbero essere vulnerabili se i timori per la persistenza dell’inflazione dovessero determinare un nuovo repricing della duration globale.

Asset Class

Debito corporate investment grade (IG) USA

Segnale complessivo/relativo

 

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • I rendimenti complessivi del debito IG USA sono diventati molto più interessanti dato l’aumento da inizio anno dei tassi risk-free e l’ampliamento degli spread.
  • Tuttavia, la performance convessa tipicamente negativa del credito all’aumentare dei rischi di recessione scontati dal mercato giustifica una certa cautela in termini tattici.

Asset Class

Debito corporate high yield USA

Segnale complessivo/relativo

 

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Gli spread high yield si sono notevolmente ampliati da inizio anno, tuttavia non sono ancora prossimi ai livelli osservati al picco dei timori per la crescita nel 2011 e all’inizio del 2016.

Asset Class

Debito mercati emergenti

Dollaro USA

Valuta locale

Segnale complessivo/relativo

 

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Abbiamo una view neutrale sulle obbligazioni dei mercati emergenti denominate in dollari, riconducibile all’equilibrio tra opportunità di carry e rischio di duration, fattori controbilanciati dai rischi di ribasso per la crescita.
  • Un contesto più positivo del carry per le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale, a seguito dei rialzi dei tassi realizzati nel 2021, ha aumentato la resilienza di questa asset class anche mentre si manifesta l’inasprimento aggressivo della Fed.

Asset Class

Titoli sovrani cinesi

Segnale complessivo/relativo

 

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • L’attrattività dei titoli governativi cinesi è in parte diminuita con la compressione dei differenziali dei tassi nominali rispetto al resto del mondo, ma il loro appeal è sostenuto dalle caratteristiche difensive, non condivise da buona parte dell’universo ME, nonché dal loro basso beta rispetto agli indici obbligazionari globali. Riteniamo che la combinazione di allentamento monetario e possibile stabilizzazione dell’attività interna dovrebbe evitare forti pressioni al rialzo sui rendimenti nei prossimi 3-12 mesi.

Asset Class

Valuta

Segnale complessivo/relativo

 

-

La view di UBS Asset Management

  • Crediamo che il dollaro USA sia ben posizionato per rimanere elevato, se non rafforzarsi ulteriormente. I differenziali di crescita reale rispetto alle altre economie sviluppate rimarranno probabilmente sostanziali perché gli Stati Uniti sono meglio protetti dallo shock negativo dell’offerta di energia. I rischi geopolitici elevati e le prospettive di diffusi timori di un rallentamento contribuiscono a creare un solido floor per il dollaro. Vi è inoltre la possibilità che la curva dei tassi a breve termine non sconti i tagli dei tassi di interesse.
  • Alcune valute dei mercati emergenti, come il BRL, sono destinate a sovraperformare le valute asiatiche cicliche e selezionati esportatori di materie prime del G10, dato il carry interessante.

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