I trend che comprimono i rendimenti obbligazionari
Rendimenti reali ancora interessanti in Asia
Per gli investitori obbligazionari interessati a un migliore ritorno del portafoglio, l’Asia può essere la chiave per trovare reddito in un contesto di bassi rendimenti?
L’era dei rendimenti obbligazionari negativi nei mercati sviluppati continua a essere fonte di sfide per gli investitori obbligazionari, con circa USD 15.000 miliardi1 (equivalenti al 24% dell’universo del reddito fisso) di rendimenti attualmente pari a zero o inferiori.
Un recente studio di JPMorgan ha inoltre rivelato che il 76% di tutte le obbligazioni sovrane dei mercati emergenti ha un rendimento reale negativo2.
Rendimenti più bassi più a lungo
Rendimenti più bassi più a lungo
Il trend dei rendimenti estremamente bassi nei mercati sviluppati sembra destinato a continuare per tre ragioni principali. Primo, con i tassi ufficiali delle banche centrali dei mercati sviluppati ormai giunti, o comunque prossimi, al loro limite inferiore, le obbligazioni governative a più lunga scadenza sono diventate uno strumento di politica monetaria per i banchieri centrali, attualmente attivi lungo tutta la curva dei rendimenti.
Sebbene la Bank of Japan sia stata la prima ad attuare il controllo della curva dei rendimenti e a stabilire un obiettivo pari a zero percento per le obbligazioni governative giapponesi (JGB) a 10 anni nel 2016, anche altre banche centrali come la Fed e la Reserve Bank of Australia probabilmente adotteranno misure simili, anche se sul tratto a breve della curva.
Data l’imponente espansione della politica fiscale in molti mercati sviluppati, i governi avranno la necessità di mantenere bassi i rendimenti obbligazionari. Per il prossimo futuro ci si può quindi aspettare che gli acquisti di obbligazioni dettati dall’allentamento quantitativo stimolino la crescita economica.
In secondo luogo, le banche centrali stanno cercando modi più creativi per portare l’inflazione, e le aspettative di inflazione, oltre il target. Se ci riusciranno, e se i rendimenti nominali sono ben ancorati, i rendimenti reali (al netto dell’inflazione) potrebbero scendere ancora più in basso.
La Fed ha dichiarato di recente l’intenzione di mantenere i tassi a livelli molto bassi anche mentre i prezzi iniziano ad aumentare, per consentire all’inflazione di salire oltre il target. Probabilmente anche altre banche centrali dei mercati sviluppati seguiranno questo stesso percorso.
Le banche centrali si sono impegnate ad acquistare le obbligazioni governative e gli ETF, escludendo di fatto il capitale privato. Sebbene ultimamente abbiano ridotto gli interventi sui mercati delle obbligazioni societarie, il loro ruolo
di market maker di ultima istanza potrebbe continuare. Inoltre, a causa dell’invecchiamento della popolazione nei Paesi sviluppati, l’aumento dei risparmi e della domanda di attivi a reddito fisso sta spingendo ulteriormente al ribasso i rendimenti.
Gli investitori obbligazionari attivi possono azionare diverse leve, quali la gestione dei tassi di interesse, l’asset allocation e la selezione dei titoli, per ottenere ritorni interessanti nonostante i bassi rendimenti iniziali.
Con i rendimenti tornati sotto lo zero e i livelli di reddito ormai scarsi, quali alternative rimangono agli investitori in cerca di rendimento nel 2021?
Gli investitori obbligazionari attivi possono azionare diverse leve, quali la gestione dei tassi di interesse, l’asset allocation e la selezione dei titoli, per cercare di ottenere ritorni interessanti nonostante i bassi rendimenti iniziali.
Figura 1: Crescita del PIL per regione, confronto tra 2020 e 2021
Vediamo aree di opportunità nei mercati emergenti, dove solo il 17%3 delle obbligazioni sovrane presenta rendimenti negativi al netto dell’inflazione.
L’Asia offre crescita...e rendimenti senza rivali
L’Asia offre crescita...e rendimenti senza rivali
In Asia molte economie sono già in modalità di ripresa, con la Cina a fare da apripista. Questo dipende in buona misura dal fatto che i Paesi asiatici puntano a fornire una risposta su più livelli, che include il supporto al credito, lo stimolo fiscale e misure di contrasto della pandemia attentamente studiate.
Sul fronte della politica monetaria, i governi asiatici sono stati più restii a tagliare i tassi, aprendo un sostanziale margine di rendimento da sfruttare sui mercati high yield asiatici rispetto all’Europa e agli Stati Uniti.
Riteniamo che questa sia un’eccellente opportunità di investimento a fronte di rendimenti interessanti; gli investitori possono inoltre beneficiare della compressione degli spread. L’high yield asiatico è anche meno esposto alle materie prime e ai consumi ciclici rispetto all’high yield europeo e statunitense.
La Cina continua a distinguersi
La Cina continua a distinguersi
Ma uno sguardo più approfondito sull’Asia rivela che il mercato obbligazionario cinese onshore rimane un’opportunità di spicco, in particolare le obbligazioni governative cinesi se si considerano i rendimenti reali interessanti, la bassa correlazione con i mercati globali e il sostegno di uno dei pochi Paesi creditori netti rimasti al mondo. Crediamo quindi che si tratti di un tradeoff interessante tra rischio e rendimento.
I rendimenti delle obbligazioni governative cinesi hanno raggiunto i minimi nel secondo trimestre 2020. Tuttavia la Cina sta ora riducendo l’espansione del credito e viste le difficili prospettive per l’economia globale il suo rapido tasso di crescita potrebbe rallentare a partire da metà 2021. Riteniamo inoltre probabile che le autorità cinesi decideranno di tagliare i tassi nel secondo semestre del 2020.
Focus sull’Asia per il 2021
Focus sull’Asia per il 2021
Questi segmenti dell’universo del reddito fisso asiatico, in rapida crescita, sono solo due delle numerose opportunità di rendimento presenti in Asia.
Un’allocazione asiatica può fornire un’esposizione verso una regione destinata a mettere a segno un rimbalzo nel 2021, nonché rappresentare un posizionamento strategico a lungo termine ora che l’Asia inizia ad affermarsi come principale driver della crescita mondiale.
Figura 2: Rendimenti nominali del debito sovrano a 10 anni, agosto 2010-agosto 2020
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