Giovanni Papini
Country Head Italy, UBS AM

In un periodo caratterizzato dal rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed, dall’aumento dell’inflazione e da una crescita che in alcuni paesi è ben al di sotto dello standard pre-pandemia, le banche dell’Eurozona, del Regno Unito e del Giappone sono alle prese con un problema non indifferente: sulla base delle prospettive di crescita dovrebbero tagliare i tassi, tuttavia, l’inflazione costringe loro ad aumentarli generando un concreto rischio di recessione. In questo contesto gli investitori sono alla ricerca di una guida all’investimento che possa offrire loro risposte e soluzioni efficaci. Siamo davanti a un ciclo di aumento dei tassi simile a quello del 2018, nel quale proponemmo e ai clienti un approccio che risultò poi vincente e che riteniamo efficace anche nel contesto attuale, viste le analogie.

Sulla base della nostra esperienza e sulle continue ricerche dei nostri analisti, riteniamo che il momento ideale per ridurre la duration corrisponda a 3-6 mesi prima che la Fed inizi un massiccio ciclo di politiche restrittive. Inoltre, nonostante l’aumento sostanziale dei rendimenti obbligazionari, reputiamo prematuro posizionare i portafogli per un’importante inversione del mercato obbligazionario anche perché l’inflazione resta troppo alta affinché la Fed possa considerare un’inversione della politica monetaria nel breve periodo. In questo senso riteniamo consono aspettare da 1 a 3 mesi prima della fine del ciclo di rialzi della Fed, come già abbiamo fatto nel 2018.

E anche nel caso in cui i rialzi dei tassi di interesse dovessero durare più a lungo rispetto alle volte precedenti, saremo comunque in grado di adattare il nostro approccio facendoci trovare pronti, grazie alla nostra analisi che in questo momento da maggiore importanza all’evoluzione dell’inflazione nei prossimi 6 mesi, piuttosto che al rallentamento della crescita economica o alla debolezza del mercato azionario.

Essere il più flessibili possibile è fondamentale, dato che qualsiasi aumento sensibile del rendimento obbligazionario comporterebbe una perdita di capitale e un rendimento negativo per gli investitori obbligazionari, come peraltro già abbiamo potuto riscontrare negli ultimi mesi.

Essere flessibili è però importante anche in termini di allocazione del Paese. Si pensi ad esempio che se la maggior parte dei paesi sta vivendo un'inflazione elevata, una stretta monetaria delle banche centrali e un aumento dei rendimenti obbligazionari, in Asia seppur la geopolitica spaventa gli investitori, l'inflazione continua a restare bassa e i fondamentali solidi.

La banca del Giappone è l’ultima banca centrale nei paesi sviluppati che tiene testa all’aumento dei tassi, mentre le banche centrali cinesi per combattere il rallentamento economico, dovuto alle politiche di restrizioni Covid-19, stanno allentando la politica monetaria. Ecco che ancora una volta l’Asia si conferma una buona soluzione d’investimento, come indichiamo sempre ai nostri clienti.

L’attuale elevata inflazione sta creando buone opportunità per chi investe ed è disposto ad agire in modo flessibile. È proprio a questa categoria di investitori che proponiamo e consigliamo il nostro approccio dinamico e basato su strumenti efficaci da utilizzare al giusto momento, grazie all’esperienza e al supporto degli esperti di UBS AM.

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