Da oltre un decennio, le valute dei Paesi emergenti costituiscono una classe d’investimento relativamente sicura, che consente di investire con profitto in questi Paesi. Eppure gli investitori che desiderano partecipare alla relativa crescita tendono a non pensare immediatamente a queste valute, da cui ci attendiamo anche in futuro notevoli contributi alla performance di portafogli diversificati. Nello studio UBS appena pubblicato, "Emerging market currencies: An underappreciated asset class", gli analisti di UBS CIO Wealth Management Research esaminano caratteristiche e particolarità di questa classe d’investimento, che offre tassi mediamente più elevati e un maggiore potenziale di apprezzamento nel più lungo periodo rispetto alle principali valute globali.


Zurigo/Basilea, 3 ottobre 2012 – Sono già passati cinque anni dallo scoppio della crisi finanziaria del 2007. Da allora le banche centrali delle principali piazze finanziarie hanno mantenuto i tassi d’interesse a livelli straordinariamente bassi e al momento non si prevedono cambiamenti di rotta. Ora che la situazione mondiale sembra avviarsi verso la normalizzazione, si apre una fase pluriennale di adeguamenti valutari che dovrebbe favorire le monete di Paesi con bilanci solidi, maggiori margini di manovra in termini di politica monetaria, migliori prospettive di crescita e interessanti livelli dei tassi. La maggior parte di questo universo è composta da valute dei Paesi emergenti, che dovrebbero pertanto apprezzarsi nei prossimi anni rispetto alle principali omologhe globali – dollaro statunitense, euro, sterlina britannica e yen.

Le valute dei Paesi emergenti rappresentano una classe d’investimento sottovalutata almeno sotto due aspetti. Gli investitori che intendono trarre vantaggio dal tema della crescita dei Paesi emergenti non pensano immediatamente alle valute. Tuttavia, negli ultimi dieci anni un paniere ben diversificato composto da queste valute ha reso in media il 7,8% annuo a fronte di livelli di volatilità inferiori di due terzi a quelli delle azioni degli stessi Paesi. Da oltre un decennio le valute dei Paesi emergenti consentono di effettuare investimenti redditizi e più sicuri di quanto non sia possibile fare con le azioni dei Paesi emergenti.

Il valore delle valute dei Paesi emergenti viene spesso sottovalutato: nel medio-lungo termine queste valute dovrebbero infatti apprezzarsi come categoria d'investimento rispetto a quelle dei Paesi industrializzati. Alla fine degli anni Novanta, la politica economica ha subito profondi mutamenti incentrati sul miglioramento della politica fiscale e monetaria, sulla riduzione del debito pubblico e sull’aumento preventivo delle riserve valutarie che hanno comportato un notevole miglioramento della stabilità delle economie nazionali e dei mercati finanziari dei Paesi emergenti. Questi ultimi hanno potuto così voltare pagina dopo un doloroso passato segnato da crescita irregolare, inflazione elevata e svalutazioni repentine e massicce.

Alla luce di tali sviluppi, le valute di questi Paesi possono offrire agli investitori un importante contributo all’ottimizzazione dei portafogli. Bisogna però tenere presente che non tutte le valute dei Paesi emergenti esprimeranno un andamento superiore alla media e che non tutte le valute delle nazioni industrializzate sono deboli. La valuta di riferimento dell’investitore svolge dunque un ruolo importante sia nel determinare l’importo che nel migliore dei casi conviene investire nei paesi emergenti, sia nel decidere su quali valute puntare per ottenere una diversificazione ottimale. È inoltre molto probabile che il trend al rialzo sarà interrotto da fasi di debolezza. Gli investitori devono quindi attendersi un aumento della volatilità complessiva del loro portafoglio e devono essere disposti a immobilizzare il proprio capitale per un periodo di tempo più lungo, in modo da non dover accusare perdite perché costretti a vendere in periodi di ribasso. Una fase di debolezza può d’altronde offrire buone opportunità di acquisto agli investitori che desiderano incrementare la propria allocazione nelle valute dei Paesi emergenti.

UBS SA

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Dr. Costa Vayenas, UBS CIO WM Research, Head Emerging Markets Research
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