Riteniamo che l’engagement e il voto per delega possano diventare strumenti importanti per influenzare il comportamento delle aziende e accelerare l’adozione delle misure necessarie nei settori in cui ciò è più indispensabile. Crediamo, allo stesso modo, che attraverso il dialogo sia possibile trasporre prassi virtuose nei diversi settori.

La nostra filosofia consiste nel comprendere appieno il modello di business delle aziende in cui investiamo, costruire relazioni con il management, fornire feedback sull’andamento climatico e definire le misure raccomandabili per sviluppare la resilienza delle aziende in un’economia a basse emissioni di carbonio.

Nel marzo del 2018, abbiamo lanciato un programma triennale di engagement tematico sui cambiamenti climatici. L’elenco originale delle aziende su cui ci siamo focalizzati era costituito da 49 società, appartenenti al settore petrolio e gas e a quello delle utility, che dimostravano di trovarsi indietro, rispetto all’attenzione nei confronti dei cambiamenti climatici, secondo quanto definito dalla nostra metodologia proprietaria Climate Aware. Tale metodologia si orienta verso le aziende che si collocano in una posizione migliore per affrontare la fase di transizione del cambiamento climatico e prende le distanze dalle aziende che sono in ritardo rispetto a questo tema.

Inizialmente abbiamo scelto di concentrarci su questi due settori poiché incidono in misura considerevole sul cambiamento climatico ma possono ugualmente fornire i capitali e le tecnologie necessari per trovare una soluzione.

I nostri sforzi di engagement in cifre:

3 anni

di dialogo

1 dichiarazione congiunta investitori/società

sulle azioni da intraprendere per la tutela del clima in collaborazione con altri leader dell’iniziativa CA100+

1 lettera all’UE


sulla ripresa verde post COVID-19, cofirmata da altri investitori

Più di 200 incontri

con il management e i rappresentanti del Consiglio delle aziende in elenco, tramite attività di engagement sia individuali che collettive

7 voti contro

il presidente della società o un membro del consiglio di amministrazione di rilievo nel 2020 e nel 2021.

Abbiamo sostenuto 26 delibere degli azionisti

sul cambiamento climatico in relazione alle aziende presenti nell’elenco.

7 dichiarazioni dell’Assemblea generale annuale (AGM)

sui progressi compiuti e sulle aree di potenziale miglioramento, in collaborazione con altri leader dell’iniziativa CA100+

Supporto per 2 dichiarazioni degli investitori globali

ai governi sul clima, cofirmate da altri investitori

1 lettera pubblica al Ministero sudcoreano

per l’Economia e le Finanze (principale azionista di una delle società in elenco) e un articolo sui media nel Paese, in collaborazione con altri investitori, per esprimere i nostri timori

I nostri obiettivi di engagement sono stati costruiti attorno al quadro della Task Force on Climate-related Financial Disclosure (TCFD) in materia di governance, strategia, gestione del rischio, parametri di misura e obiettivi. In sostanza, vogliamo assicurarci che:

  • I Consigli di amministrazione siano attrezzati per supervisionare il management nel definire e attuare una strategia per il cambiamento climatico;
  • La remunerazione sia legata agli obiettivi di cambiamento climatico;
  • I rischi climatici siano pienamente integrati nei processi di gestione del rischio;
  • Le strategie aziendali riflettano una solida analisi dello scenario;
  • Gli obiettivi di riduzione delle emissioni siano fissati per il breve, medio e lungo periodo e che riguardino tutte le maggiori fonti di emissioni;
  • La performance rispetto agli obiettivi sia correttamente misurata e segnalata; e che
  • Le attività di advocacy con i policy maker siano condotte coerentemente con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Oggi sempre più aziende si prefissano obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, comprese le emissioni indirette.

Sebbene il nostro impegno abbia avuto inizio in relazione a una specifica strategia passiva, il progetto di engagement ha riguardato la nostra esposizione finanziaria su queste società attraverso strategie passive e attive sia nel segmento obbligazionario che azionario quotato.

Crediamo fermamente che la collaborazione con altri investitori possa rafforzare la nostra capacità d’influenzare e aiutare le aziende a concentrare l’attenzione sulle richieste ragionevoli che provengono dalla comunità degli investitori.

Questa iniziativa promossa dagli investitori sta coinvolgendo nell’attività di engagement oltre 150 tra le aziende maggiormente responsabili dell’emissione di gas serra nel mondo. Il progetto è stato lanciato nel dicembre del 2017 e oggi gode del supporto di 575 investitori, che rappresentano oltre 54 trilioni di dollari di asset in gestione. L’intento è quello di ridurre le emissioni nocive, incoraggiare la divulgazione finanziaria sul clima e migliorare la governance sui rischi del cambiamento climatico. Negli ultimi tre anni, abbiamo partecipato complessivamente a 29 coalizioni, guidandone 8 tra di esse (che rappresentano il 60% della nostra lista di obiettivi di engagement).

Abbiamo collaborato attivamente al lancio dell’iniziativa Climate Action 100+ (CA100+), il più grande sforzo collettivo ad opera di investitori istituzionali per contrastare il cambiamento climatico.

Nel complesso, abbiamo assistito a una rapida evoluzione del dialogo con le aziende sui cambiamenti climatici. Quando abbiamo avviato il nostro programma di engagement, le imprese non volevano assumersi la responsabilità delle emissioni indirette (Scope 3) derivanti dall’uso dei prodotti venduti. Oggi, sempre più aziende si prefissano obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG), comprese le emissioni indirette.

Il mondo è anche passato da stress test e analisi di business incentrati sull’obiettivo dei 2°C a scenari più ambiziosi, ben al di sotto dei 2°C o 1,5°C, più in linea con le ambizioni dell’accordo di Parigi.

Allo stesso modo, c’è anche una maggiore enfasi sull’energia rinnovabile e sulle tecnologie a basse emissioni di carbonio rispetto al passato, con un crescente interesse per l’economia dell’idrogeno.

Infine, riteniamo che ci sia un controllo crescente sul lavoro di advocacy delle aziende per accertarsi che il management non si opponga alla regolamentazione sul clima attraverso attività di lobbying diretta o indiretta.

Negli ultimi tre anni, si è manifestata con crescente enfasi l’intenzione di eliminare gradualmente l’uso del carbone, esprimendo considerazioni riguardo alle implicazioni sociali di questa transizione (la cosiddetta “transizione giusta”).

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