Autori
Evan Brown Luke Kawa

I bravi investitori…pensano in modo diverso. Danno più peso ai fatti che alle opinioni. E guardano un titolo azionario da quante più angolazioni possibili.

Geoffrey Wong, Head of Emerging Markets and Asia Pacific Equities

Come sono cambiati i mercati emergenti negli ultimi 35 anni? E, cosa forse più importante, dove li vede andare da qui in avanti?

I mercati emergenti sono profondamente cambiati. Paesi importanti come la Corea del Sud e Taiwan hanno raggiunto uno status avanzato con livelli di reddito elevati, mentre la Cina sta per diventare un Paese a medio reddito. Quasi tutti i mercati emergenti hanno sviluppato strutture economiche ortodosse, con tratti standard come le banche centrali e i sistemi bancari regolamentati.

I mercati emergenti sono attori dominanti o principali in una serie di industrie e settori come la cantieristica, l'energia e i semiconduttori, inoltre sono sede di società leader a livello mondiale quali TSMC, Samsung, Hynix, Tencent, DJI, Alibaba, Infosys, Vale e tante altre.

Nel tempo si sono inoltre susseguite molte fasi economiche e politiche diverse. Dal 1980 al 2008 abbiamo visto l'adozione del "Washington Consensus”, guidato dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, che ha inaugurato il libero mercato, una solida politica monetaria e forme di governo meno rigide. Dopo la crisi finanziaria globale c'è stata una battuta d’arresto, e oggi la regolamentazione e la geopolitica hanno un ruolo più importante sia nei mercati emergenti che in quelli sviluppati.

Dopo la Cina, c’è un Paese o una regione che nei prossimi dieci anni assumerà un'importanza analoga in termini economici e di mercato?

L'India è la risposta più ovvia. Le sue dimensioni e l'enorme mercato interno sono un terreno fertile per la crescita delle grandi aziende. Il Vietnam e l'Indonesia, pur essendo di dimensioni inferiori, sono destinati a svolgere un ruolo più importante. La popolazione in questi Paesi si aspetta un governo migliore e sembra che lo stia ottenendo.

Quali sono i suoi Paesi emergenti preferiti, quelli che ritiene più stimolanti?

È una domanda veramente impegnativa. Tra quelli più stimolanti e straordinari, direi la Corea del Nord e l’Iran, ma non per motivi legati agli investimenti. Prima che entrassero in vigore le sanzioni, ho viaggiato in questi Paesi e ho imparato in particolare due cose: anzitutto non bisogna credere a ciò che si legge sui giornali, né confondere un governo ostile o mediocre con la popolazione di quel Paese, e poi ho scoperto che in tutto il mondo le persone condividono le stesse preoccupazioni: la famiglia e la felicità.

La Russia è altrettanto affascinante. Le sue vaste dimensioni spaziano dal territorio artico a quello subtropicale: se si dedicasse a valorizzare il suo territorio e il suo popolo, invece di acquisire altra terra, potrebbe essere il Paese più potente al mondo. Poi ci sono l'India e la Cina, non si possono tralasciare vista la ricchezza e varietà delle loro culture e popolazioni.

Quali sono gli ingredienti chiave per costruire e guidare un team di successo?

Ho riflettuto molto su questo tema nel corso degli anni, e direi che gli aspetti fondamentali sono cinque:

  1. Assumere persone valide e dare loro spazio per esercitare la propria creatività.
  2. Concordare obiettivi chiari e raggiungibili per il team e per ogni singolo membro.
  3. Assicurarsi di creare una cultura basata su obiettivi e valori comuni, per esempio il rendimento risk-adjusted dei clienti, elevati standard etici, spirito di collaborazione e franchezza: essere sempre cordiali e rispettosi, ma senza avere paura di affrontare i problemi.
  4. Creare un luogo di lavoro che sia stimolante, ma anche interessante e piacevole.
  5. Condividere i riconoscimenti in modo equo e trasparente.

I mercati possono umiliare anche gli investitori più esperti. Quali lezioni ha imparato?

Ogni situazione è diversa dalle altre, quindi l'esperienza è preziosa, ma ci sono sempre nuovi modi per commettere errori. Negli investimenti e nella vita è importante distinguere tra quelle che sono verità eterne, che durano nel tempo, e le mode passeggere. Una verità, ad esempio, è che le società con un elevato ritorno del capitale sono in genere investimenti migliori, mentre un esempio di moda passeggera è la sovraperformance dei titoli value: è stata una realtà dal 1950 al 1980, ma non negli ultimi decenni. Quindi i fossati possono sparire. Basti pensare alla Coca Cola rispetto all'acqua, o a Li & Fung. È importante imparare a riconoscere i cambiamenti radicali.

Infine, le persone sono sempre importanti. Se si investe saggiamente nelle persone, il resto di solito viene da sé.

Con la geopolitica e i fattori macro sempre più determinanti per i mercati, l'analisi fondamentale basata sui flussi di cassa attualizzati (DCF) sta diventando più complicata: in che modo può evolversi e adattarsi un team di investimento?

Stiamo sfruttando i progressi sul fronte tecnologico. L'intelligenza artificiale e i big data sono componenti preziosi del nostro toolkit, complementari a ciò che facciamo. Il contesto è importante e gli esseri umani possono tenerne conto meglio dell'intelligenza artificiale. Ma le macchine sono in grado di analizzare i dati meglio degli esseri umani, perché sono più obiettive.

Anche un frequente autoesame del processo e delle ipotesi di investimento è fondamentale. Le nostre riunioni annuali fuori sede sono un buon esempio di come ci prendiamo due giorni di pausa dalle nostre attività quotidiane per fare un po' di introspezione e chiederci cosa abbiamo imparato e cosa possiamo fare meglio.

Secondo lei, quali sono le caratteristiche di un buon investitore?

Ci sono molti modi per essere un buon investitore: quant, fondamentali, trading e così via, ma sono tutti accomunati da alcuni tratti.

Anzitutto l'inclinazione a pensare in modo diverso, l’essere portati automaticamente a pensare: "Cosa c'è di sbagliato nelle opinioni di consenso, cos’ha sbagliato il mercato?" La maggior parte degli esseri umani vuole risultare gradevole. Il settore degli investimenti è un’area in cui essere gradevoli non aiuta. Secondo, bisogna dare più peso ai fatti che alle opinioni, che siano le proprie, dei broker o anche degli esperti. La Russia è un ottimo esempio: è necessario cercare incessantemente le prove relative ai fatti. E guardare un titolo da quante più angolazioni possibili. In questo modo si dovrebbero ridurre al minimo le brutte sorprese, dato che si guarda ben oltre i principali driver di un titolo.

Come riesce a mantenere l'interesse per il suo lavoro, soprattutto in periodi difficili come quello attuale?

Per me investire è sempre interessante, succede sempre qualcosa di nuovo: nuove tecnologie, tendenze di consumo, politica e così via.

Nei periodi difficili, cerco di trattare la sfida come un problema tecnico e di ridurre al minimo le emozioni, ponendo domande come: perché c'è una sottoperformance? Passerà da sola o c’è qualcosa da migliorare? Affronto quindi la situazione come se fosse un problema matematico. Focalizzare l’attenzione del team in questo modo consente inoltre di ridurre al minimo le colpe e motivare a essere costruttivi.

Inevitabilmente, c'è un elemento di risposta emotiva. Affrontare lo stress alle 4 del mattino richiede una piacevole distrazione mentale. Gli hobby sono efficaci: guidare e mettere a punto la mia moto sono attività che hanno funzionato per me.

Lei si è laureato in tecnologia al MIT e inizialmente ha lavorato nel campo dell'intelligenza artificiale. L'IA ha avuto molte false partenze negli ultimi decenni. Questa volta è diverso?

Ho lavorato nell’intelligenza artificiale proprio quando è arrivato l'inverno dell’IA, negli anni Ottanta. Ho avuto la possibilità di lavorare con i migliori professori del MIT e con alcuni premi Nobel. All'epoca, i ricercatori cercavano di comprendere il pensiero umano utilizzando un hardware cento volte meno potente degli attuali computer, mentre oggi i nostri computer sono molto più potenti, e noi ci limitiamo a cercare di far guidare al computer un'automobile. Quindi l'hardware è migliorato notevolmente, ma le nostre ambizioni si sono ridotte. Penso quindi che questa volta sia diverso, in quanto possiamo fornire applicazioni più umili ma realistiche e utili.

Se avesse 100.000 euro da investire oggi, con la casa di proprietà come unico altro bene, dove li investirebbe?

Negli investimenti i “pasti gratis” sono pochissimi, ma uno di questi è la diversificazione. Investirei in un portafoglio diversificato tra diversi Paesi e asset class. È così che dovrebbe essere composto un portafoglio a lungo termine.

Nello specifico, Vietnam, India e Indonesia nel lungo periodo, nonostante India e Indonesia siano andate bene negli ultimi due anni.

Cosa direbbe a un giovane che voglia intraprendere una carriera nel settore finanziario, si tratta solo di soldi oppure c'è uno scopo, un significato più profondo?

La visione della società nei confronti della finanza si è evoluta in modo significativo da quando sono entrato in questo settore negli anni Ottanta. All’epoca era appena caduto il muro di Berlino, la Cina aveva iniziato ad aprire la sua economia e i mercati avrebbero fatto uscire miliardi di persone dalla povertà. L’idea di entrare in questo settore ci faceva sentire davvero bene, soprattutto nei mercati emergenti, dove abbiamo convogliato i capitali verso i Paesi emergenti, migliorando direttamente il tenore di vita della popolazione mondiale a basso reddito.

Dopo la crisi finanziaria globale la narrazione è cambiata. I mercati vengono ora incolpati delle disuguaglianze e di altri problemi. Ma guardiamo la cosa con obiettività: non esiste un Paese ricco che non sia un'economia di mercato. In confronto, le economie non di mercato, come la Corea del Nord e Cuba, hanno persone ben istruite, ma sono ancora indigenti.

D'altra parte persino i Paesi più poveri, quando hanno adottato l'economia di mercato, sono progrediti rapidamente. Ricordo come se fosse oggi le mie prime visite aziendali in India e in Cina all'inizio degli anni Novanta. Le strade erano sterrate e dai rubinetti usciva acqua marrone. C’erano persone che camminavano per strada senza un braccio o una gamba a causa di cure mediche inadeguate. Le cose sono cambiate radicalmente e sono stati i mercati a renderlo possibile. Perciò dovrebbe essere una bella sensazione contribuire in qualche modo a questo progresso.

Ora che l'analisi del DCF, i viaggi di ricerca e le riunioni con i clienti saranno un ricordo del passato, cosa la aspetta nella prossima fase della sua vita?

Sarò sempre un investitore. Lo stimolo di pensare a ciò che sta accadendo nel mondo e di esprimere questo punto di vista attraverso gli investimenti, per poi far giudicare al mercato se si ha ragione o torto, ti rinvigorisce e rafforza il tuo legame con il mondo. Quando mi sveglio la mattina, qualcosa che Putin o Powell hanno detto può avere un impatto diretto sul mio portafoglio.

Ma sicuramente farò anche altro. Vorrei lasciarmi coinvolgere da aziende o organizzazioni che stanno apportando benefici significativi al mondo, che si tratti di migliorare l’ambiente, di assistenza sanitaria o di tecnologie innovative.

Quali sono le sue letture e ha qualche libro da consigliarci?

Leggo di tutto: scienza, economia, storia, romanzi e molto altro ancora. Di solito preferisco gli argomenti che la maggior parte delle persone trova eccessivamente seri, mi stanco subito delle storie troppo leggere. Ecco alcuni libri che ho particolarmente apprezzato nel corso degli anni:

Questa volta è diverso, Reinhardt e Rogoff
L'arte della guerra, Sun Tzu
Il cigno nero, Nassim Nicholas Taleb
Market Wizards, Jack D. Schwager
Il prezzo della disuguaglianza, Joseph Stiglitz
When genius failed, Roger Lowenstein
L'alchimia della finanza, George Soros
One up on Wall Street, Peter Lynch
L'insostenibile leggerezza dell'essere, Milan Kundera
Siddartha, Herman Hesse
Storia della filosofia occidentale, Bertrand Russell
Sulla natura umana, Edward O. Wilson
The heritage of Chinese civilization, Albert M. Craig
Pioneering portfolio management, David Swenson
Behave, Robert Sapolsky
La felicità al di là della religione, Dalai Lama
Le lezioni della storia, Will e Ariel Durant
Checklist. Come fare andare meglio le cose, Atul Gawande
Pensieri lenti e veloci, Daniel Kahneman
Factfulness, Hans Rosling

Per quanto riguarda i libri e le persone che hanno maggiormente influenzato il mio modo di pensare agli investimenti, direi One up on Wall Street di Lynch, Pioneering portfolio management di Swenson e il video “Changing World Order” di Ray Dalio.

Cosa le mancherà di più andando in pensione? Ha qualche parola di incoraggiamento per il team?

Discutere dei mercati con il team e con i colleghi del settore. Avere il flusso di informazioni di cui disponiamo come investitori istituzionali. Il rapporto di collaborazione nel nostro team e con la società. Sono tutte cose che mi mancheranno.

Come dice un vecchio proverbio persiano, “anche questo passerà”, e vale per qualsiasi cosa, brutta o bella che sia. Il mercato è fatto di cicli, e quando sei nella fase negativa ti sembra che duri tantissimo. Ricordatevi, però, che passerà.

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