Aggiornamento del mercato azionario cinese con Bin Shi
Di recente, i mercati azionari cinesi sono balzati agli onori della cronaca. Ci siamo quindi seduti al tavolo con Bin Shi, Head of China Equities, per un aggiornamento sul mercato e sulle sue attuali prospettive.
Questo è stato un anno difficile per gli investitori del segmento azionario cinese. In apparenza, c’erano molte ragioni per aspettarsi un buon anno: l’economia cinese sta andando bene rispetto ad altre, la vita delle persone è tornata alla normalità e la produzione si è ripresa. Tuttavia, la realtà nei mercati è diversa da quella che la gente si aspettava a causa dei provvedimenti normativi adottati dal governo.
Ma c’è un aspetto che voglio portare all’attenzione di tutti: la politica in Cina è ciclica e il governo si preoccupa anche della crescita del PIL, della disoccupazione e della stabilità economica. Recenti indicatori macroeconomici segnalano una decelerazione dell’economia cinese e riteniamo che i numeri incideranno sull’approccio del governo nel mettere a punto le politiche.
Anche se già sono emersi alcuni segnali di cambiamento dei toni, ciò potrebbe non essere sufficiente per convincere gli investitori a tornare subito sui mercati. Penso però che probabilmente il peggio sia passato e che da questo punto in avanti il governo lancerà dei segnali positivi.
A nostro avviso, i titoli azionari cinesi sono molto più interessanti, in termini di valorizzazioni, rispetto ai mercati degli Stati Uniti o di altri Paesi. Tuttavia, solo perché il mercato è economico ciò non implica che i titoli saliranno automaticamente. Il vero interrogativo per gli investitori internazionali riguarda il rischio politico. Servono maggiore chiarezza e maggiore coerenza da parte del governo cinese per convincerli a tornare.
Quando il sentiment del mercato è debole, nuove idee come quella della “prosperità comune” solitamente comportano un’interpretazione diversa rispetto a quando il mercato è forte. Secondo la mia personale opinione, la “prosperità comune” non è una politica che intende “rubare ai ricchi per dare ai poveri”.
Il suo intento è quello di ridurre il divario tra ricchi e poveri, un obiettivo politico nobile, comune a molti governi del mondo. Se la “prosperità comune” si concentrerà su politiche mirate a rafforzare la previdenza sociale e l’assistenza sanitaria per le fasce di popolazione meno abbienti, probabilmente ciò comporterà una crescita di lungo periodo più sostenibile per la Cina.
Quando l’economia va bene, il governo cinese ha la fiducia e il consenso ai massimi livelli del processo decisionale per occuparsi di questioni trascurate nel corso degli anni. La rapida ripresa della Cina dalla pandemia di Covid-19 ha dato al governo la fiducia necessaria per affrontare molte questioni rimaste in sospeso, come il forte indebitamento del sistema finanziario e altre tematiche sociali.
Il sistema politico cinese è di tipo piramidale, con una struttura che procede dall’alto verso il basso. Una volta ottenuto il consenso al vertice, i funzionari di medio e basso livello devono agire rapidamente per mantenere la linea del partito. Quindi, quando c’è un’oscillazione, il sistema si sente molto forte. Ciò detto, non è possibile fare una previsione lineare e aspettarsi che le politiche diventino sempre più severe. Il governo non sta cercando di rallentare drasticamente l’attività economica. Una volta raggiunto il consenso al vertice riguardo alla gestione del rallentamento, diverse misure di sostegno ne scaturiranno quale naturale conseguenza.
I segnali non sono espliciti, quindi per giungere a una conclusione si dovrebbero “leggere le foglie del tè”. Il Vice premier Liu He ha rilasciato due dichiarazioni per sottolineare il sostegno del governo al settore privato nel lungo periodo e Fang Xinghai, Vicepresidente della China Securities and Regulatory Commission (CSRC), il principale organismo regolatore dei mercati di capitale, ha affermato che il mercato cinese rimarrà aperto ai capitali stranieri e - semmai - la porta verrà addirittura spalancata.
Queste dichiarazioni hanno lo scopo di ribadire l’impegno del governo per riformare e aprire l’economia cinese. Tuttavia, il sentiment degli investitori è ancora piuttosto debole e probabilmente ci vorrà qualcosa di più delle dichiarazioni dei due funzionari per rafforzare la fiducia dei mercati. Saranno necessarie più politiche specifiche.
Credo che le persone dovrebbero essere pazienti. Le politiche oscillano a sinistra e a destra, ma alla fine l’economia cinese ha goduto di molti decenni di crescita e credo che continuerà in questa direzione.
Inizialmente molte aziende sono state influenzate dalle nuove politiche di regolamentazione – poi la paura di ulteriori azioni di governo ha iniziato ad autoalimentarsi. Non credo che il governo abbia rilasciato nuove dichiarazioni importanti di recente, ma il sentiment è ancora debole.
Qualunque investitore di lungo periodo nel segmento azionario cinese ha probabilmente assistito a svariati cicli politici. Chi invece è ancora relativamente nuovo sul mercato azionario cinese deve capire che il sistema segue prassi molto diverse da quelle normali per altri Paesi e ciò, talora, può sorprendere.
Purtroppo non ho la sfera di cristallo e non so dirvi quando arriverà il punto di svolta, ma sono convinto che il governo cinese sia molto attento all’economia e al benessere della popolazione. È quindi solo una questione di tempo prima che inizi ad affrontare i problemi a cui abbiamo assistito di recente.
I recenti titoli dei giornali sul settore salute possono sembrare duri. Alcune misure introdotte dal governo hanno costretto le aziende a tagliare i prezzi dei farmaci generici del 70%-80% e ciò ha sollevato il timore che molte imprese possano perdere redditività. Tuttavia, per farci un’idea corretta dell’impatto di queste nuove regolamentazioni, è necessario scendere più in dettaglio. Vale la pena ricordare che il governo cinese continua ad incrementare la spesa sanitaria e, soprattutto, ha imposto tagli ai prezzi molto più esigui per i farmaci innovativi.
Il governo ha bisogno che le aziende del settore salute sviluppino nuovi farmaci: in primo luogo, per soddisfare la crescente domanda dovuta all’aumento dei redditi e della popolazione anziana e, in secondo luogo, per ridurre la dipendenza dai farmaci importati e più costosi prodotti dalle multinazionali farmaceutiche straniere. Pertanto, è improbabile che le aziende innovative del settore salute siano molto impattate dalle normative più rigide e dalla riduzione dei prezzi, considerata la loro importanza per il raggiungimento degli obiettivi di governo nel lungo periodo.
Siamo positivi nel settore dei veicoli elettrici (EV) ma, al momento, non possediamo molti produttori di veicoli elettrici perché pensiamo che le aspettative superino la realtà. Durante il picco di gennaio e febbraio, alcune società produttrici di veicoli elettrici erano scambiate con la stessa capitalizzazione di mercato di General Motors, nonostante producessero solo poche migliaia di unità al mese.
Il settore sta ricevendo molto sostegno da parte del governo. Nell’era dei motori a gas, la maggior parte della tecnologia era di proprietà di aziende ubicate negli Stati Uniti e in Europa. Il governo cinese ritiene che le prospettive per il settore dei veicoli elettrici offrano ai produttori nazionali l’opportunità di ottenere un vantaggio sui marchi globali e, dunque, molti investitori percepiscono pochi rischi sul fronte delle politiche per il settore.
Tuttavia, solo perché gode del sostegno del governo, non è detto che il settore sia necessariamente appetibile nel lungo periodo. I player di più alto livello incorreranno in notevoli rischi legati alla concorrenza e alle aspettative nei prossimi anni ed è qui che gli investitori di lungo periodo devono stare attenti. Pensiamo quindi che il mercato fosse troppo entusiasta dei veicoli elettrici. Riteniamo che ci vorrà del tempo prima che il settore si sviluppi e preferiremmo aspettare la stabilizzazione del mercato e valorizzazioni a livelli più ragionevoli.
Non credo che la Cina sarà mai completamente autosufficiente e non penso nemmeno che ciò sarebbe auspicabile in termini di efficienza. L’industria dei semiconduttori è un’operazione globale, con diversi Paesi che si concentrano su cose diverse e con livelli di competenza differenti. La Cina cerca di rafforzare la sua influenza e ridurre i rischi quando negozia con altre nazioni. Per fare ciò, sta cercando di raggiungere una situazione in cui le sue aziende di semiconduttori possano procurarsi il maggior numero possibile di componenti a livello nazionale e in cui vengano sviluppate più tecnologie nel mercato interno. La tecnologia è guidata principalmente dal talento. L’industria dei semiconduttori statunitense è più avanzata perché dispone di molti talenti che provengono da tutto il mondo. Se la Cina vuole ridurre il divario avrà bisogno di un afflusso di talenti. La buona notizia è che è aumentato il numero di talenti che arriva in Cina dagli Stati Uniti e da altri Paesi, grazie al forte sostegno del governo al settore dei semiconduttori e alle dimensioni del mercato interno.
Teoricamente sì, perché il governo sta promuovendo una maggiore concorrenza e sostenendo le aziende più piccole. Tuttavia, è necessario esaminare le singole aziende caso per caso. Non ci si può limitare a comprare small cap alla cieca. Solo perché le piccole aziende ricevono il sostegno del governo ciò non significa che avranno successo nel lungo periodo.
Abbiamo apportato alcune modifiche, nel senso che abbiamo dato più peso ai rischi politici a causa delle questioni normative che sono state affrontate quest’anno. Tuttavia, crediamo ancora che le aziende con un forte vantaggio competitivo andranno bene nel lungo periodo. In futuro, cercheremo d’individuare un maggior numero di società leader in diversi settori e di bilanciare di più il portafoglio nel suo complesso, anziché concentrarlo su un numero limitato di settori.
La liquidità è diminuita perché abbiamo individuato migliori opportunità sui mercati. Nel complesso, siamo a nostro agio con il livello di liquidità che abbiamo in questo momento. Se il mercato dovesse scendere ancora, probabilmente ridurremo ulteriormente i nostri livelli di liquidità.
Gli sviluppatori immobiliari fortemente indebitati vivranno momenti difficili ed è probabile che i titoli più grandi debbano passare attraverso un processo di ristrutturazione. Abbiamo esaminato il settore immobiliare per un po’. Il deleveraging non è un’idea nuova ma riteniamo che ci sia bisogno di tempo per attuarla. Se le autorità saranno troppo precipitose nel voler imporre dure politiche di disindebitamento, ciò potrebbe danneggiare le aziende interessate, oltre che le loro controparti e i fornitori.
Gli investitori potrebbero essere preoccupati per l’impatto della situazione attuale sulle compagnie assicurative. Tuttavia, ci sono norme severe che ne regolano l’esposizione degli investimenti sul settore immobiliare. Se la crisi con le singole società immobiliari sarà contenuta, credo che la situazione rimarrà gestibile per gli assicuratori più grandi.
Costruiamo i nostri portafogli su base bottom-up ed esaminiamo le singole società a seconda dei meriti e delle prospettive individuali. Ultimamente, le azioni di classe A hanno performato bene rispetto alle azioni di classe H ma potrebbe non essere sempre così. Se si considera questa domanda in un’ottica di lungo periodo, non si apportano modifiche in base alle performance di uno specifico mercato. Cerchiamo di prendere decisioni strategiche di lungo periodo basate sui singoli titoli e sui loro rendimenti potenziali lungo un orizzonte temporale compreso fra i tre e i cinque anni.
Teoricamente, solo poche aziende veramente eccezionali possono andare bene in maniera costante nel lungo periodo. Se non sbaglio, uno studio ha dimostrato che l’1% delle aziende era responsabile del 98% della ricchezza totale creata nel mondo. A nostro avviso, se ci si concentra su quell’1%, i risultati saranno buoni. Se invece si diluiscono troppo gli investimenti al di fuori di quell’1% i risultati saranno meno buoni. Ecco perché penso che la concentrazione stessa sembri più rischiosa mentre, in realtà, può creare più valore aggiunto. Tutto si riduce alla filosofia d’investimento, al giudizio sulla qualità dell’azienda e alle previsioni di rialzo nel lungo periodo.
La mia impressione è che la Cina stia andando molto bene e che la vita della gente sia tornata alla normalità. A Shanghai, tutti gli hotel e i ristoranti erano praticamente pieni e le persone non indossavano la mascherina. Solo dopo il focolaio all’aeroporto di Nanchino nel mese di luglio, la gente ha ricominciato a indossare la mascherina o ad adottare una maggiore cautela in termini di protezioni individuali. Ho preso spesso il treno ad alta velocità in diverse città della Cina e la maggior parte delle volte tutto il convoglio era pieno, con enormi flussi di persone all’interno delle stazioni ferroviarie. La situazione era praticamente business as usual, ad eccezione delle restrizioni sui viaggi internazionali.
Alla luce di quanto ho potuto appurare, il settore delle esportazioni sta andando molto bene, nonostante l’iniziale timore che gli ordini sarebbero diminuiti con il placarsi della pandemia. Penso poi che la Cina continuerà a fare un buon lavoro nel controllare la diffusione del virus; mentre il tasso di vaccinazione, pari a quasi il 70%, è molto più avanti rispetto a quello di altri Paesi. Infine, i produttori cinesi stanno investendo pesantemente in Ricerca e Sviluppo, automazione e digitalizzazione e credo che la Cina continuerà ad essere una potenza manifatturiera globale.
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