L’azionario asiatico – in 60 secondi

  • La spesa per i consumi in Asia si sta progressivamente spostando verso i beni non primari e di qualità. Ciò presenta potenzialmente interessanti opportunità d’investimento per gli investitori azionari.
  • Storicamente, il ciclo di sovraperformance/sottoperformance del segmento azionario asiatico si è sempre protratto per un periodo compreso tra i cinque e i sette anni. Nel 2019, mostrava alcuni segnali d’inversione, ma la pandemia di Covid-19 ha deviato tale progresso. Oggi, diversi segnali indicano che i mercati asiatici stanno uscendo dalla recessione.
  • Siamo decisamente ottimisti sul segmento azionario asiatico come asset class. L’Asia offre una buona selezione di aziende di qualità che riteniamo possano fare bene nel lungo periodo.

Qual è la sua view per le economie asiatiche in prospettiva macro-economica?

Per un certo periodo, le economie e i mercati azionari asiatici hanno sottoperformato i mercati sviluppati (Grafico 1). Storicamente, il ciclo di sovraperformance/sottoperformance del segmento azionario asiatico si è sempre protratto per un periodo compreso tra i cinque e i sette anni. Nel 2019, il ciclo mostrava alcuni segnali d’inversione, ma la pandemia di Covid-19 ha deviato tale progresso. Tuttavia, oggi diversi segnali indicano che i mercati asiatici stanno uscendo dalla recessione provocata dal Covid, grazie al calo dei contagi e agli alti tassi di vaccinazione.

Grafico 1: il ciclo dei mercati asiatici rispetto ai mercati sviluppati

Fonte: FactSet, Datastream, Bloomberg, Goldman Sachs Global Investment Research. Dati fino al 31 dicembre 2020. Nota: abbiamo utilizzato l’MSCI World come proxy per i mercati sviluppati. Per i mercati emergenti dell’Asia abbiamo utilizzato l’MSCI EM Asia dal dicembre 1987 in avanti. In precedenza, l’indice era stato ricostruito utilizzando i singoli dati dei mercati emergenti disponibili all’epoca a livello di scambi.

Il grafico illustra il ciclo dei mercati azionari asiatici rispetto ai mercati sviluppati. Indica che, storicamente, ogni ciclo di sovraperformance/sottoperformance si è sempre protratto per un periodo compreso tra i cinque e i sette anni. Illustra anche come, dal 2019, il ciclo abbia mostrato alcuni segnali d’inversione, ma la pandemia di Covid-19 ha deviato tale progresso. Tuttavia, oggi diversi segnali indicano che i mercati asiatici stanno uscendo dalla recessione provocata dal Covid.

Come stanno cambiando i modelli di consumo asiatici e in che modo gli investitori possono trarne vantaggio?

La spesa per i consumi in Asia si sta progressivamente spostando verso i prodotti voluttuari e di qualità. Ciò crea innumerevoli opportunità d’investimento per gli investitori azionari. Negli ultimi 20 anni, ad esempio, in India la spesa per i consumi è stata sempre meno dominata da generi alimentari, bevande e tabacco, a favore di una maggiore spesa per trasporti/comunicazioni, beni e servizi vari. Come investitori, il nostro compito consiste nell’analizzare simili trend così da individuare le società meglio posizionate per trarre vantaggio da questi cambiamenti nei consumi.

Qual è la sua view sull’azionario asiatico?

Siamo decisamente ottimisti sul segmento azionario asiatico come asset class. L’Asia offre una buona selezione di aziende di qualità che riteniamo possano fare bene nel lungo periodo. Se si misura il concetto di “qualità” in base ai bilanci, generalmente le imprese asiatiche presentano situazioni molto più solide, rispetto all’Europa e agli Stati Uniti, con alti livelli di liquidità percentuale degli asset e bassi livelli di debito netto rispetto al capitale (Grafici 2 e 3). Inoltre, le valorizzazioni sono relativamente poco costose. Gli investitori possono acquistare attivi con valutazioni interessanti, non solo in ottica storica, ma anche rispetto ad altri mercati azionari, in particolare rispetto a quelli statunitensi (Grafico 4).

Grafici 2 e 3: le società asiatiche hanno bilanci più difensivi

Fonte: Worldscope, Datastream, UBS IB, dati a dicembre 2020.

I grafici mettono a confronto le società quotate di Stati Uniti, Asia escluso Giappone, Europa e Giappone osservandone le riserve di liquidità degli asset in percentuale e i livelli d’indebitamento netto rispetto al capitale. I grafici mostrano che le società asiatiche presentano generalmente bilanci molto più solidi rispetto all’azionario in Europa e negli Stati Uniti, con alti livelli di liquidità percentuale degli asset e bassi livelli d’indebitamento netto rispetto al capitale.

Grafico 4: MSCI Asia ex Japan PB (31 gennaio 1997 – 31 marzo 2021)

Fonte: FactSet, MSCI.

Il grafico mostra che le società asiatiche presentano valorizzazioni interessanti, non solo in ottica storica, ma anche rispetto ad altri mercati azionari, in particolare rispetto agli Stati Uniti.

Qual è la sua view sul mercato delle small e mid cap nello specifico?

Riteniamo che inserire in portafoglio una quota significativa di titoli asiatici a piccola e media capitalizzazione possa potenzialmente incrementare i rendimenti in quest’asset class. Nel segmento delle small e mid cap siamo alla ricerca di perle nascoste e stiamo investendo su alcuni di questi titoli che si trovano ancora nelle primissime fasi del loro ciclo vitale. In parole semplici, stiamo cercando d’individuare in anticipo i titoli che performeranno meglio in futuro. Anche se in questo l’Asia non differisce da altri mercati, uno dei fattori che differenzia i mercati asiatici è la mancanza di ricerca sulla regione. Solo il 5% delle componenti dell’indice small e mid cap è coperto da 20 o più analisti. Si tratta di un aspetto importante perché i titoli con i livelli più bassi di copertura degli analisti in Asia generalmente tendono a sovraperformare nel tempo, come si vede nel Grafico 5.

Grafico 5: quasi la metà dei multibagger asiatici* ha una copertura limitata o nessuna copertura (dal 2010)

Fonte: Factset alpha tester, Jefferies a partire da aprile 2021. La performance passata degli investimenti non è necessariamente un indicatore dei risultati futuri. *I multibagger sono titoli che hanno triplicato di valore (+200%) sovraperformando l’indice del mercato locale in 5 anni.

Il grafico copre le società quotate statunitensi, europee, giapponesi, asiatiche e cinesi, esaminando i titoli che hanno triplicato di valore negli ultimi cinque anni, sovraperformando il loro indice di mercato locale, e li confronta con i loro livelli di copertura degli analisti. Il grafico evidenzia la relativa mancanza di ricerca sulle società asiatiche. Il 30% dei migliori performer azionari asiatici, infatti, non è stato oggetto di alcuna attività di ricerca da parte degli analisti.

Come andrà in Asia se inizierà il tapering negli Stati Uniti?

Storicamente, c’è sempre stata una correlazione piuttosto vaga tra l’irripidimento della curva dei rendimenti USA e la performance del mercato azionario asiatico. A volte l’irripidimento della curva dei rendimenti ha segnalato una flessione dei mercati azionari asiatici e altre volte no. Bisogna guardare al motivo per cui la curva dei rendimenti statunitensi si sta irripidendo. Se la ragione risiede in una crescita dell’attività economica più forte a livello globale, in genere ciò è positivo per l’azionario asiatico. Inoltre, l’Asia oggi è molto meglio posizionata per il tapering negli Stati Uniti. Non ci aspettiamo che si ripeta il “taper tantrum” del 2013, poiché le condizioni delle economie asiatiche oggi sono decisamente migliori (si veda il Grafico 6). Inoltre, i deficit delle partite correnti di alcune delle principali economie asiatiche, come l’Indonesia e l’India, erano allora piuttosto gravi mentre oggi sono parecchio migliorati.

Grafico 6: deficit o surplus delle partite correnti delle diverse economie asiatiche (% del PIL)

Fonte: Haver, CIEC, Uffici nazionali di statistica, previsioni di UBS. Aggiornato al 31 agosto 2021.

Il grafico mostra i deficit o i surplus delle partite correnti delle diverse economie asiatiche in percentuale del PIL. Le economie asiatiche versano in condizioni nettamente migliori rispetto a quando avvenne il taper tantrum del 2013 e dovrebbero quindi performare meglio oggi a fronte del tapering negli Stati Uniti.

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