Quest'anno celebriamo due donne che hanno scritto la storia dell'economia, non solo con le loro scoperte ma anche rompendo le barriere di genere.

Il tema della Giornata internazionale della donna 2023 sarà Abbraccia l'equità. Nonostante i progressi sicuramente compiuti, il mondo è ben lontano dal raggiungere la parità di genere entro il 2030. Secondo le Nazioni Unite1, al ritmo attuale ci vorrebbero altri quarant’anni per arrivare alla parità di genere nei governi nazionali, mentre il World Economic Forum2 ha calcolato che saranno necessari ancora 268 anni per colmare il divario retributivo di genere, una disparità che non ha fatto che aumentare rispetto allo scorso anno, e 132 anni per colmare il divario di genere globale. Per quanto i numeri possano sembrare scoraggianti, non mancano le buone notizie. Nelle prime dieci economie3, il divario di genere è stato colmato per almeno l'80% e anche il divario educativo continua a ridursi.

Sono numeri che si estendono a quasi tutti gli ambiti della vita, anche ai vincitori del premio Nobel. Dal 1901, solo 60 donne4 sono state insignite del premio Nobel e del premio della Banca di Svezia per le scienze economiche in memoria di Alfred Nobel. Il numero di premiati in tutti i campi – fisica, chimica, medicina, letteratura, pace e scienze economiche – è di 9545, il che significa che solo il 6% dei premi è andato a candidate donne. La spiegazione più semplice è che il premio è spesso visto come un riconoscimento alla carriera, e per molti decenni le donne non hanno avuto lo stesso accesso alle scienze degli uomini. L'economia è uno dei campi in cui è più necessario fare progressi: dei 92 premi per le scienze economiche, solo due sono stati assegnati a donne.

Un premio storico

Nel 2009, Elinor Ostrom è stata la prima donna a ricevere il premio Nobel, un traguardo raggiunto non senza difficoltà. Cresciuta durante la Grande Depressione, ha attraversato insieme alla sua famiglia difficoltà economiche e di ogni tipo. I genitori si aspettavano che iniziasse a lavorare dopo il diploma di scuola superiore, invece fu la prima della sua famiglia a frequentare l’università.

All’epoca dei suoi studi molti docenti erano contrariati dal solo fatto che le donne fossero ammesse alla facoltà universitaria. Sebbene sperasse di conseguire un dottorato di ricerca, l'ostilità fu sufficiente a scoraggiarla. Ma nello stesso periodo iniziò anche a interrogarsi sull’organizzazione del bene comune, lavoro che l'avrebbe portata a vincere il Nobel per la sua analisi della governance economica, in particolare dei beni comuni, ossia risorse naturali che non sono di proprietà privata, bensì accessibili a tutti e utilizzate collettivamente.

Avanti di dieci anni

Ci sono voluti altri dieci anni prima che un’altra donna ricevesse lo stesso onore di Elinor Ostrom, ma nel 2019 Esther Duflo ha battuto un altro record diventando la più giovane economista mai insignita del premio. Duflo e i colleghi con i quali ha condiviso il Nobel, Abhijit Banerjee e Michael Kremer, sono stati pionieri dell'uso degli studi controllati randomizzati (randomized controlled trials, RCT) in economia, un approccio simile a quello adottato negli studi clinici in medicina. Hanno utilizzato questi esperimenti su scala ridotta per condurre un'azione specifica e mirata su un problema altrimenti complesso come la povertà. Duflo ha studiato l'impatto di varie iniziative, quali l'incentivazione dei vaccini, la fornitura di zanzariere gratuite per ridurre l'infezione da malaria, la misurazione delle azioni positive per le donne in politica nell'ambito delle elezioni locali e molte altre ancora.

Esther Duflo è consapevole del significato del premio ricevuto nel 2019: in qualità di docente del MIT, vede lo squilibrio di genere ogni giorno, eppure le motivazioni di fondo rimangono difficili da comprendere.

“Nella nuova classe di laureati e dottorandi, ancora una volta ci sono pochissime donne", afferma Duflo. "E allora ci chiediamo: cosa abbiamo fatto? Come mai non c’è stato un cambiamento? Credo che anche il settore nel suo complesso non abbia fatto molto al riguardo. Gli economisti tendono a credere nei mercati e sono convinti che le cose debbano fluire in modo naturale, senza necessariamente pensare che abbia senso intervenire per cambiare una situazione”.

Ma Duflo rimane fiduciosa. Con più leadership, più visibilità e più mentorship, è solo questione di tempo prima che il divario di genere venga colmato in economia, sul posto di lavoro e alla cerimonia di consegna dei Nobel.

Per saperne di più sulla ricerca e sul lavoro premiato di Elinor Ostrom e Esther Duflo, visita i loro profili. Buona Giornata internazionale della donna!

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