Teresa Gioffreda
Head of GWM Client Coverage Italy, UBS Asset Management
  • Dopo aver approfondito i temi della deglobalizzazione e recessione, nel nuovo episodio del video podcast Finance Explained, abbiamo parlato di un mantra dell’economia, il cosiddetto portafoglio 60/40, che prevede un bilanciamento tra il 60% di azioni e 40% di obbligazioni. L’assunto su cui si basa questa strategia di investimento è che ci sia una correlazione negativa tra l’andamento delle azioni e quello delle obbligazioni, ma gli avvenimenti dell’ultimo anno hanno messo a dura prova questa teoria.
  • Secondo Antonio Pace, Professore dell’Università Cattolica di Milano e Senior Partner HitecVision, il rischio è una percezione e, come tale, può avere dei tratti razionali, che prevedono degli approcci quantitativi, e dei tratti emotivi, che richiedono degli strumenti più dinamici di risposta. Negli ultimi 13 anni, dalla Global Financial Crisis del 2008 ad oggi, si sono avvicendati molti momenti di percezione di rischio emotivo: in questi momenti, è fondamentale avere delle risposte dinamiche che si basano sulla valutazione di alcuni parametri, come la correlazione e la volatilità.
  • Le correlazioni cambiano nel corso del tempo e cambiano anche le variabili economiche come la crescita e l’inflazione. Questi movimenti hanno delle conseguenze sui legami che legano la relazione tra azioni e obbligazioni. Quando ci sono delle fasi economiche in cui l’inflazione è in salita, le Banche Centrali aumentano i tassi di interesse e di conseguenza abbiamo un mercato obbligazionario che scende. Allo stesso tempo, l’aumento dei tassi di interesse si traduce in un rallentamento dell’economia e quindi anche le azioni si muovono nella stessa direzione. Quindi la strategia del portafoglio 60/40 non ha cessato di funzionare, ma il cambiamento dei legami tra crescita e inflazione si ripercuote sulla relazione tra azioni e obbligazioni.
  • La correlazione tende a muoversi nelle fasi più emotive dei mercati: avremo infatti una correlazione molto bassa nelle fasi razionali del mercato, che ci permette di avere delle strategie di diversificazioni molto efficienti, e una correlazione molto alta nelle fasi peggiori dei mercati, che fa decadere tutti i benefici della diversificazione. In questo contesto, un portafoglio ben diversificato tra azioni e obbligazioni potrebbe supportare l’investitore ad affrontare queste fasi.
  • In questo contesto, è importante allungare l’orizzonte temporale dei propri investimenti, cercando di andare oltre questo macro ciclo inflativo, per capire quali possono essere gli strumenti in linea con il nostro profilo di rischio/rendimento.

Combinare strategia e tattica

Reagire in modo impulsivo davanti al normale andamento oscillatorio dell’economia porta spesso ad assumersi rischi eccessivi. Eppure, per sfruttare le opportunità offerte da ogni fase, la soluzione migliore potrebbe essere adottare una strategia di diversificazione oculata.

Ne abbiamo parlato nel nostro nuovo Loop, un progetto di UBS Asset Management in collaborazione con Will Media.

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