Teresa Gioffreda
Head of GWM Client Coverage Italy, UBS Asset Management
  • Secondo Tommaso Monacelli, docente di Macro Economia presso l’Università Bocconi di Milano, quando si parla di recessione si fa riferimento a un movimento ben preciso dell’economia, che si traduce in una riduzione della produzione rispetto al periodo precedente. Rallentamento e recessione sono due fenomeni che spesso vengono confusi, ma quello che più echeggia nello scenario attuale è il rallentamento.
  • In generale, la recessione è strettamente legata all’inflazione, che è tornata a premere dopo 20 anni: le Banche centrali stanno cercando di combatterla e l’unico modo per farlo potrebbe essere un rallentamento dell’economia. Se le Banche centrali saranno costrette ad alzare i tassi di interesse per combatterla, allora è probabile che l’Italia e l’economia europea possano tecnicamente entrare in recessione, seppur le previsioni sarebbero per una recessione debole. Infatti generalmente, se l’economia subisce un rallentamento, c’è meno domanda e questo rallenta di conseguenza l’impulso di domanda sui prezzi e quindi sull’inflazione.
  • Rallentamento e recessione non sono quindi dei concetti che hanno lo stesso peso a livello globale: possiamo avere infatti dei paesi che vanno verso un rallentamento economico, e altri che sono in ripresa. Questo è proprio quello che sta accadendo oggi: in Paesi sviluppati come gli Stati Uniti e l’Europa, dove abbiamo avuto dei rialzi di tassi di interesse, abbiamo delle prospettive di rallentamento economico, mentre in Cina, dove le politiche monetarie e fiscali sono espansive, siamo all’inizio di una ripresa economica. I cicli economici possono essere quindi disallineati a livello globale.
  • Bisogna anche considerare che l’inflazione ha due motori. Il primo è relativo ai prezzi dell’energia, delle materie prime, dei beni di prima necessità: è molto volatile ed è sceso molto nell’ultimo periodo per cui l’inflazione si è leggermente compressa. Il secondo, molto più persistente, è legato ai salari: quando l’inflazione persiste per un po’ di tempo, i lavoratori si fanno promotori di rivendicazioni salariali per proteggere il potere d’acquisto dei propri stipendi. Però salari più alti significa costi più alti per le imprese, che scaricheranno a loro volta maggiori costi sui prezzi e quindi maggiore inflazione. Questo secondo motore quindi è più stabile e tende ad autoalimentarsi.
  • Secondo il Professor Monacelli, gli effetti della guerra in Ucraina sono già stati ampiamente internalizzati dall’economia ma rimane sicuramente il rischio geopolitico. I fattori in gioco che potrebbero influenzare l’economia italiana sono sicuramente le prospettive di medio/lungo termine. La sfida infatti dell’Italia è quella di riuscire a catturare i grandi trend della frontiera tecnologica che sono in evoluzione in questo momento.

Imparare a cogliere le opportunità

Contro ogni aspettativa, finora il 2023 sta andando meglio del previsto per i mercati finanziari. I fattori chiave di questo inizio anno positivo sono soprattutto due: la decelerazione dell'inflazione e la ripartenza dell'attività economica.
Quali potrebbero essere gli asset su cui puntare per cogliere le opportunità determinate da un contesto in grande trasformazione, come quello attuale?

Ne abbiamo parlato nel nostro nuovo Loop, un progetto di UBS Asset Management in collaborazione con Will Media.

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