Teresa Gioffreda
Investment Strategist UBS-AM

Affrontiamo i mesi estivi con un'opinione più costruttiva sul mercato azionario rispetto ai mesi precedenti: i segnali di calo dell'inflazione sono positivi per il mercato e ci portano a pensare che la maggior parte dei rialzi dei tassi siano ormai alle nostre spalle; inoltre i dati economici mostrano una crescita più resiliente rispetto alle attese, che fa ridurre notevolmente le probabilità di una recessione nel breve; infine, dopo circa un anno di revisioni negative sugli utili, iniziamo ad avere sorprese al rialzo con stime che tornano a crescere.

Per le nostre preferenze, siamo però anche attenti alle valutazioni: sappiamo che negli Stati Uniti poche grandi aziende hanno guidato la salita del mercato, e ora possono essere più fragili a potenziali negative notizie; d'altro canto le sorprese economiche sono a favore degli Stati Uniti, pertanto preferiamo prendere esposizione alle aziende mid cap o all'indice S&P equi-ponderato. Abbiamo un'esposizione neutrale sull'Europa, che mostra già segnali di rallentamento economico, ma siamo positivi sull'Italia, che presenta valutazioni interessanti, una crescita economica superiore ad altri paesi della zona Euro e forti revisioni al rialzo sugli utili nell'ultimo anno. Continuiamo ad essere lievemente positivi sui paesi emergenti, principalmente perché le valutazioni sono interessanti: la Cina dovrà a nostro avviso affiancare importanti stimoli fiscali a quelli monetari per raggiungere gli obiettivi di crescita di quest'anno, ma nei paesi emergenti troviamo anche paesi come Corea e Taiwan, che iniziano a mostrare segnali di miglioramento degli utili e possono beneficiare del trend tecnologico.

Troviamo interessante la parte obbligazionaria: al momento preferiamo la parte breve della curva, ma l'approssimarsi del termine dei rialzi dei tassi, potrebbe iniziare ad offrire interessanti opportunità anche sulle scadenze più lunghe. I titoli di stato hanno ripreso a svolgere anche il loro ruolo di bene rifugio all'interno dei portafogli, con la correlazione che è tornata negativa rispetto alle azioni, e i crediti investment grade, sia corporate sia emergenti, hanno rendimenti interessanti; siamo selettivi sugli high yield, poiché se dovesse peggiorare il contesto economico potrebbero soffrire di un aumento dei tassi di default.

Siamo ora neutrali sul dollaro statunitense, visti i dati di crescita che tornano a favore del paese e il ruolo di bene rifugio, ma lo storico ritorno dell'inflazione in Giappone, con un possibile passaggio ad una politica monetaria restrittiva, potrebbe far tornare interesse sullo Yen Giapponese.

Infine, manteniamo esposizione alle materie prime, che in genere fanno bene in contesti di inflazione superiore al 3%, ma i dati di crescita globale in rallentamento e inferiore alle attese in Cina ci portano a passare da un sovrappeso alla neutralità.

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