Autori
Evan Brown Luke Kawa

Messaggi chiave

  • I deflussi di depositi da alcune banche negli Stati Uniti e in Europa rappresentano un catalizzatore del rallentamento della crescita, non una crisi finanziaria sistemica.
  • La distribuzione dei potenziali esiti macroeconomici è molto ampia e l’asimmetria è più negativa. Ma i mercati dei tassi d'interesse a breve termine sembrano scontare un'elevata probabilità di una recessione imminente, una view che noi consideriamo troppo pessimistica.
  • Continuiamo a preferire le azioni cinesi e lo yen giapponese. I trade ciclici stanno scontando molti danni economici a breve termine e hanno un certo margine per ritracciare le perdite recenti.

Nelle ultime settimane molti investitori avranno avuto spiacevoli flashback della crisi finanziaria globale. La fretta con cui i responsabili politici e le istituzioni finanziarie hanno voluto garantire la stabilità prima dell'apertura dei mercati asiatici risveglia effettivamente ricordi poco piacevoli, tuttavia potremmo descrivere l'attuale fase di turbolenza finanziaria come un periodo di stress del settore bancario, non una crisi. Ci sono importanti differenze tra quello che sta accadendo nel 2023 e gli eventi del 2007-2008.

Questo non per minimizzare le sfide che attualmente affliggono il sistema bancario, ma piuttosto per metterle in prospettiva. In primo luogo, sia negli Stati Uniti che in Europa il sistema bancario è molto meglio capitalizzato e ha una leva finanziaria assai inferiore rispetto alla crisi finanziaria globale. Secondo, i problemi del settore bancario riguardano soprattutto la liquidità e non la solvibilità come all’epoca: la fuga dei depositi è un problema di fiducia, più facile da gestire per i responsabili politici rispetto a un mucchio di attività tossiche sparse in una rete opaca di controparti. Terzo, i responsabili politici sono più preparati ad affrontare questo tipo di eventi rispetto a quindici anni fa. E infine, la crescita nominale è molto più elevata, quindi stiamo entrando in questo periodo da un punto di partenza di forza economica. Il tasso di disoccupazione statunitense, per esempio, è prossimo ai minimi storici, mentre nel 2007 eravamo già in recessione.

Sebbene riteniamo altamente improbabile una crisi sistemica, l'attuale fase di stress del settore bancario avrà effetti negativi sulla crescita. Il credito è la linfa vitale dell'economia e i recenti sviluppi ne ridurranno l’offerta, aumentandone il costo a livello aggregato. Una differenza meno vantaggiosa rispetto al 2008 è il problema dell'inflazione elevata, che impedirà alle banche centrali di allentare i tassi con la rapidità con cui avrebbero potuto reagire a questo rallentamento della crescita.

A questo punto è difficile valutare l'entità dell'inasprimento dei criteri di concessione del credito e il relativo impatto sull'economia. La gamma di esiti macroeconomici si è ampliata, prendendo una direzione negativa. D'altra parte è probabile che la stretta della Fed si interrompa prima, il che dovrebbe fornire un certo sostegno ai mercati e all'economia. Visti i bilanci ancora solidi delle famiglie e delle imprese, non siamo convinti che l'economia si stia avviando verso una recessione imminente.

Attualmente il mercato dei tassi sta scontando un allentamento di 75 punti base per quest'anno, a partire dall’estate. A nostro avviso, questa riduzione è più coerente con uno shock sistemico che non con un graduale rallentamento della crescita, tuttora previsto dalla nostra view. C’è margine per un rialzo dei rendimenti, che peserebbe sui costosi titoli growth statunitensi. Preferiamo posizionarci in Cina, dove la fase del ciclo economico e l'orientamento delle politiche sono più favorevoli ai prezzi delle attività finanziarie.

Banche statunitensi: contagio limitato, ma si prevede un rallentamento dei prestiti

I fallimenti di alcune banche statunitensi hanno indotto i depositanti a spostare con urgenza i propri soldi dalle banche regionali a quelle più grandi, percepite come più sicure, oppure a passare, in alternativa, a prodotti come i fondi del mercato monetario, che hanno rendimenti molto più elevati rispetto ai conti correnti delle banche regionali.

In risposta, la Federal Reserve è subito intervenuta per aiutare le banche a soddisfare le richieste dei depositanti con una nuova linea di liquidità che consente di impegnare titoli alla pari in cambio di riserve. Le banche possono così evitare di subire pesanti perdite o gravi colpi alla propria base patrimoniale durante questo periodo di pressione sui depositi. Troviamo incoraggianti le indicazioni dei vertici delle banche e del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, che osservano una sostanziale diminuzione o stabilizzazione dei deflussi di depositi.

Una conseguenza di questa pressione sui depositi, tuttavia, è la probabile diminuzione della crescita dei prestiti, associata all’aumento del costo di accesso ai finanziamenti, che dovrebbe contribuire a rallentare la crescita economica in futuro. Ma poiché la crescita nominale è stata elevata e i timori per il credito sono relativamente contenuti, ci aspettiamo che si tratti di un graduale prosciugamento della liquidità, piuttosto che di un congelamento. Le banche regionali sono particolarmente presenti nel settore degli immobili commerciali, quindi è probabile che questo segmento del mercato subirà l'impatto più negativo.

La FDIC, la Federal Reserve e il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti non possono estendere unilateralmente l'assicurazione sui depositi al di sopra dei 250.000 dollari a tutte le banche, per farlo servirebbe una legge del Congresso. Tuttavia riteniamo che le autorità di riferimento abbiano chiarito l'intenzione di tutelare pienamente i depositanti, caso per caso, nell’eventualità di ulteriori fallimenti bancari, in linea con le azioni intraprese fino a oggi.

Una maggiore chiarezza su cosa aspettarsi per i depositi non assicurati e un processo di risoluzione per gli istituti finanziari più evidentemente sotto stress potrebbero essere un ottimo segnale per dimostrare ai mercati che i responsabili politici stanno agendo nel modo più proattivo possibile. Siamo convinti che questi messaggi possano evitare che lo stress si diffonda fino a trasformarsi in una crisi, ma l'incertezza persistente peserà sui prestiti e sull'attività economica nel tempo.

Banche europee più in forma

Le banche europee si trovano invece in una posizione migliore rispetto alle loro controparti statunitensi: nel complesso sono più regolamentate, hanno una base patrimoniale più elevata, migliori indici di copertura della liquidità e un'esposizione assai minore alle perdite non realizzate nei loro portafogli titoli.

Prevediamo che in Europa i depositi bancari saranno più resistenti rispetto agli Stati Uniti, anche a causa della minore presenza di opzioni alternative come i fondi del mercato monetario, pertanto dovrebbero esserci meno timori per la posizione di liquidità delle banche europee e una minore pressione al ribasso sui margini netti di interesse.

A nostro parere, in Europa lo stress del settore bancario è piuttosto delimitato e per verificare che non si estenda stiamo monitorando attentamente le banche che potrebbero essere più esposte alla fuga dei depositi. Le banche europee hanno molte meno ragioni di aspettarsi problemi di liquidità o di solvibilità, ma se anche dovessero manifestarsi sono meglio equipaggiate per affrontare la tempesta.

Ci aspettiamo pertanto un impatto più lieve sui prestiti e sulla crescita in Europa rispetto agli Stati Uniti. Le normative europee già rigide, rispetto a quelle applicate alle banche statunitensi di piccole e medie dimensioni, implicano inoltre che la crescente incertezza normativa dovrebbe avere un impatto maggiore negli Stati Uniti. Siamo quindi più fiduciosi che le banche e le azioni europee possano invertire la loro recente sottoperformance rispetto alle banche statunitensi.

Asset Allocation

La crescita nominale globale è elevata e i bilanci di imprese e famiglie statunitensi ed europee appaiono solidi nel complesso. I PMI della scorsa settimana hanno evidenziato in effetti un’accelerazione della crescita globale in questo periodo di stress, mentre il calo dei prezzi del petrolio continua a stimolare il reddito disponibile e la spesa. Ciò consente di ammortizzare ampiamente un rallentamento dell'attività statunitense senza innescare una vera e propria contrazione economica.

Consideriamo inoltre esagerata la previsione di un imminente taglio dei tassi scontata dai mercati, alla luce della robusta situazione economica di partenza e di un'inflazione persistentemente elevata. Malgrado il quadro di incertezza, riteniamo che l'inasprimento delle condizioni di prestito indebolirà l'economia meno velocemente di quanto non sembrino indicare i mercati obbligazionari. Un repricing al rialzo dei rendimenti coinciderebbe probabilmente con una rotazione dai titoli growth nuovamente ai titoli value.

Continuiamo a preferire le azioni cinesi e riteniamo che la ripresa economica del Paese, sostenuta dalle politiche adottate, non rischi di subire ripercussioni dallo stress del settore bancario in Occidente. Per quanto riguarda il credito, preferiamo il debito dei mercati emergenti all'high yield statunitense, che risulta relativamente più costoso ed esposto se le prospettive di crescita degli Stati Uniti si riveleranno inferiori alle nostre aspettative. Continuiamo ad aspettarci una debolezza del dollaro USA man mano che la Fed si avvicina alla fine del suo ciclo di inasprimento e la Cina si riprende, il che consentirà un certo ribilanciamento della crescita globale dagli Stati Uniti al resto del mondo.

Attrattività delle asset class (ACA)

Il grafico seguente illustra le view del nostro team di asset allocation sull’attrattività delle asset class al 24 marzo 2023. I riquadri colorati a sinistra indicano il nostro segnale complessivo per le azioni, i tassi e il credito a livello globale. Gli altri rating si riferiscono all’attrattività relativa di alcune regioni nell’ambito dei segmenti azioni, tassi, credito e valute. Poiché il grafico non comprende tutte le asset class, il segnale complessivo netto può essere parzialmente negativo o positivo.

 Attrattività delle asset class secondo il nostro team di asset allocation

Asset Class

Asset Class

Segnale complessivo/
relativo

Segnale complessivo/
relativo

La view di UBS Asset Management

La view di UBS Asset Management

Asset Class

Azionario globale

 

Segnale complessivo/
relativo

Rosso chiaro

La view di UBS Asset Management

  • A nostro avviso, la proposition di rischio-rendimento per le azioni globali a livello di indice non è particolarmente interessante. Le azioni si confermano costose e le stime sugli utili iniziano a evidenziare un orientamento al ribasso, specialmente a fronte dell’inasprimento delle condizioni di credito.
  • È importante notare che le azioni statunitensi costituiscono ancora quasi il 60% dell'azionario globale e presentano valutazioni particolarmente elevate.
  • I rischi per l'attività globale sono alti a causa delle continue tensioni bancarie e la distribuzione dei possibili esiti si è ampliata. Preferiamo le azioni cinesi, che sono più al riparo dal rischio di un rallentamento del credito nelle economie avanzate e beneficiano delle condizioni favorevoli create da una politica monetaria e fiscale accomodante.

Asset Class

Azionario USA

Segnale complessivo/
relativo

Rosso chiaro

La view di UBS Asset Management

  • L’azionario statunitense è rimasto a lungo relativamente costoso, ma questo premio di valutazione era giustificato da una crescita degli utili più elevata.
  • Le recenti revisioni degli utili sono moderatamente più deboli per le azioni statunitensi rispetto a quelle globali. I titoli azionari USA sono particolarmente vulnerabili a un derating rispetto alle azioni globali, qualora questo catalizzatore di sovraperformance degli utili dovesse passare in modo deciso alla sottoperformance.
  • Le azioni statunitensi sono inoltre più acicliche e probabilmente potrebbero sovraperformare in caso di forte deterioramento dell'attività globale, contrariamente alle nostre aspettative.

Asset Class

Azionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

Segnale complessivo/
relativo

Grigio chiaro

La view di UBS Asset Management

  • Le azioni dei mercati sviluppati non statunitensi presentano valutazioni interessanti ma sono anche altamente cicliche. I mercati azionari dei Paesi sviluppati variano molto in base al diverso orientamento delle politiche interne e al grado di vulnerabilità alle condizioni avverse esterne.
  • Siamo fortemente convinti che lo yen si apprezzerà, il che riduce l'attrattiva delle azioni giapponesi in termini di valuta locale. I titoli azionari sono favoriti dal forte sostegno fiscale interno, che potrebbe essere rafforzato da una sorprendente forza dell'attività reale a livello globale se la nostra visione economica ottimistica si realizzerà.
  • Il successo nell'assicurare il gas naturale e un inverno mite hanno ridotto gli esiti di coda sinistra per le azioni europee, ma la BCE si è impegnata a portare i tassi ufficiali in territorio ampiamente restrittivo nonostante le maggiori preoccupazioni per la stabilità finanziaria, il che dovrebbe limitare il miglioramento delle valutazioni o la forza della ripresa economica europea.

Asset Class

Azionario dei mercati emergenti (ME) (escl. Cina)

Segnale complessivo/
relativo

Verde chiaro

La view di UBS Asset Management

  • Per quanto la riapertura della Cina sia principalmente una storia di ripresa dei consumi interni, riteniamo che ci saranno comunque ricadute positive, sebbene contenute, sui suoi partner commerciali e sulle materie prime.
  • In generale, i titoli azionari dei mercati emergenti hanno subito un derating e una maggiore diminuzione complessiva delle stime di utili in confronto a quelli dei mercati sviluppati, e questo, a nostro parere, limita il margine di sottoperformance relativa rispetto ai titoli azionari globali in futuro.

Asset Class

Azionario cinese

Segnale complessivo/
relativo

Verde chiaro

La view di UBS Asset Management

  • Le politiche cinesi si sono mosse in una direzione favorevole alla crescita con l'abbandono delle misure zero-COVID, il maggiore sostegno al settore immobiliare e la fine della campagna di regolamentazione contro le società di piattaforme internet. Questi cambiamenti sostengono la nostra convinzione che l'attività economica e gli utili miglioreranno sensibilmente dal 2022 al 2023.
  • I dati relativi al traffico e agli spostamenti suggeriscono che è ormai in atto un'apertura duratura e completa. I mercati hanno spesso sottovalutato la forza della ripresa economica di un Paese una volta rimosse le restrizioni alla mobilità.
  • Stiamo monitorando attentamente le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, legate in particolare ai rapporti della Cina con la Russia, che comportano rischi di coda sinistra sia per la performance operativa, sia per le valutazioni.

Asset Class

Duration globale

Segnale complessivo/
relativo

Grigio chiaro

La view di UBS Asset Management

  • I rendimenti obbligazionari a lungo termine dovrebbero essere volatili e rimanere all’interno di un range di oscillazione, in quanto i solidi dati del mercato del lavoro e la resilienza delle economie si contrappongono al fatto che i cicli di inasprimento delle banche centrali sono in fase molto avanzata e il rischio di recessione sta aumentando in presenza di segnali di stress nel settore finanziario.
  • L'impegno delle banche centrali a mantenere la politica monetaria in territorio restrittivo e la riluttanza a invertire il proprio corso dovrebbero mantenere le curve dei rendimenti relativamente piatte fino a quando non si verificherà una contrazione dell’attività economica.

Asset Class

Obbligazionario USA

Segnale complessivo/
relativo

Grigio chiaro

La view di UBS Asset Management

  • I Treasury USA si confermano il principale bene rifugio a livello mondiale. La Federal Reserve ha in sostanza raggiunto una stance di politica monetaria sufficientemente restrittiva e prevede di confermare un certo inasprimento fino a quando l'inflazione del settore dei servizi, collegata al mercato del lavoro, non rallenterà in modo significativo.
  • Lo stress nel settore finanziario implica che il picco delle aspettative sul tasso terminale per questo ciclo è stato probabilmente raggiunto. Per i rendimenti, il principale rischio di rialzo incentrato sugli Stati Uniti è rappresentato dalla perdurante solidità del mercato del lavoro interno. La mancata diminuzione di molti indicatori del mercato del lavoro, nonostante l'aggressivo inasprimento, potrebbe indurre la Fed a mantenere i tassi di interesse più alti più a lungo.

Asset Class

Obbligazionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

Segnale complessivo/
relativo

Rosso chiaro

La view di UBS Asset Management

  • La Banca Centrale Europea sta operando una distinzione tra gli strumenti che può utilizzare per abbassare l'inflazione (rialzi dei tassi) e altri strumenti che possono essere impiegati per salvaguardare il sistema finanziario, se necessario. I responsabili della politica monetaria si sono orientati verso una posizione completamente dipendente dai dati, a causa del livello particolarmente elevato di incertezza che prevale attualmente.
  • La chiara riluttanza della Bank of England a imporre un ulteriore, eccessivo inasprimento, nonostante l'elevata crescita dei salari e dell'inflazione, sta aumentando la probabilità che le aspettative di inflazione diventino strutturalmente più elevate.
  • L’estensione dell'intervallo di controllo della curva dei rendimenti da parte della Bank of Japan rappresenta, a nostro avviso, un passo significativo verso una campagna di inasprimento monetario. Riteniamo probabile un ulteriore aggiustamento delle politiche da parte del nuovo governatore alla luce della forte crescita salariale.

Asset Class

Debito corporate investment grade (IG) USA

Segnale complessivo/
relativo

Verde chiaro

La view di UBS Asset Management

  • Riteniamo che il debito IG con scadenze più brevi sia particolarmente interessante, in considerazione della curva piatta dei titoli societari e delle notevoli opportunità di reddito. Questo scenario è coerente con la nostra view: sebbene i rischi per la crescita siano aumentati, l’economia continuerà a essere resiliente nel breve periodo.

Asset Class

Debito corporate high yield USA

Segnale complessivo/
relativo

Rosso chiaro

La view di UBS Asset Management

  • Gli spread high yield si sono ampliati notevolmente rispetto ai minimi di metà 2021, ma non abbastanza da compensare l'aumento dei rischi di recessione alla luce dello stress del settore bancario. La fine del ciclo di inasprimento della Fed, che sembra ormai prossima, coincide tipicamente con l'ampliamento degli spread creditizi.

Asset Class

Debito mercati emergenti
Dollaro USA
Valuta locale

Segnale complessivo/
relativo

 

Verde chiaro

Grigio chiaro

La view di UBS Asset Management

  • Sulle obbligazioni dei mercati emergenti denominate in dollari abbiamo una view positiva legata all’opportunità di carry, alla minore volatilità dei tassi di interesse e ai bassi tassi di default.
  • Un contesto più positivo del carry per le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale, a seguito dei rialzi dei tassi realizzati ben prima delle banche centrali dei mercati sviluppati, ha aumentato la resilienza di questa asset class anche mentre si manifesta l’inasprimento aggressivo globale.
  • Il credito asiatico non è particolarmente interessante, in quanto le valutazioni sono a livelli approssimativamente equi e i rischi legati al mercato immobiliare cinese sono ancora elevati.

Asset Class

Titoli sovrani cinesi

Segnale complessivo/
relativo

Grigio chiaro

La view di UBS Asset Management

  • Se prima le obbligazioni cinesi erano considerate titoli ad alto rendimento nel panorama delle principali economie, adesso figurano tra i titoli a basso rendimento, il che riduce in qualche modo l'attrattiva di questi titoli governativi.
  • L’appeal delle obbligazioni governative cinesi è tuttavia sostenuto dalle loro caratteristiche difensive, non condivise da buona parte dell’universo ME, nonché dal basso beta rispetto agli indici obbligazionari globali.

Asset Class

Valuta

Segnale complessivo/
relativo

 

La view di UBS Asset Management

  • Siamo passati a un contesto in cui il dollaro USA si trova all’interno di un range di oscillazione orientato verso il basso. Con l'avvicinarsi della fine del ciclo di inasprimento della Fed e la ripresa della crescita cinese, il dollaro sopravvalutato dovrebbe deprezzarsi. La principale minaccia per il posizionamento short sul dollaro statunitense è rappresentata da una recessione globale derivante dallo stress del mercato bancario, un’ipotesi che non coincide con il nostro scenario di base. Lo yen giapponese è la nostra valuta preferita grazie alle valutazioni convenienti, all’inasprimento della BoJ e alle proprietà di copertura. Alcune valute emergenti, come il peso messicano, sono pronte a sovraperformare determinate valute del G10, come la sterlina britannica, grazie a un carry interessante.

 

Fonte: UBS Asset Management. Al 24 marzo 2023. Le view, fornite sulla base di un orizzonte di investimento di 3-12 mesi, non riflettono necessariamente l’effettivo posizionamento del portafoglio e sono soggette a variazione.

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