Teresa Gioffreda
Investment Strategist, UBS Asset Management
  • Per greenwashing, si intende una strategia di comunicazione volta a sostenere e valorizzare la reputazione ambientale dell’azienda mediante un uso disinvolto di richiami all’ambiente non supportato da risultati reali e credibili sul fronte del miglioramento dei processi produttivi adottati o dei prodotti realizzati. Secondo Matteo Ward, CEO di Wrad Living, il greenwashing si concretizza nell’illusione che comprando un determinato prodotto o servizio si contribuisca alla salvaguardia del pianeta: con questa pratica scorretta viene anche sminuito il concetto di sostenibilità. Se fino a 40 anni fa, il valore di un’azienda veniva misurato sugli asset tangibili (fabbriche, terreni, macchinari posseduti), oggi, invece, hanno un ruolo fondamentale anche gli asset intangibili, come la reputazione del brand.
  • Di fronte a questa confusione, anche l’Unione Europea si sta muovendo per cercare di regolamentare questi processi. Nel 2020 almeno il 53,3% delle indicazioni su ambiente e clima fornite in etichetta da un campione ampio di prodotti erano vaghe, fuorvianti o infondate, e il 40% completamente prive di fondamento. Per porre fine al greenwashing in etichetta, la Commissione Europea ha avanzato una proposta che obbliga le aziende a fornire in anticipo le evidenze a supporto delle credenziali green che si vogliono includere nelle etichette dei prodotti, che devono poi essere verificate da certificatori indipendenti. Recentemente, il Parlamento Europeo ha votato a favore di queste linee guida dando un forte segnale anche a livello globale.
  • Dal punto di vista finanziario, a marzo del 2023 è entrata in vigore la regolamentazione SFDR, la cui missione è aiutare gli investitori a scegliere tra prodotti che presentano un diverso grado di impegno nei confronti degli investimenti sostenibili, attraverso una classificazione dei prodotti finanziari in tre categorie. Teresa Gioffreda spiega, inoltre, che come UBS Asset Management, abbiamo un ruolo attivo con le aziende in cui investiamo, che affianchiamo e supportiamo, dialogando apertamente anche con i loro fornitori e clienti, per cercare di approfondire il loro operato e la loro trasparenza, guardando a tutta la catena produttiva e distributiva.
  • Secondo Matteo Ward, il greenwashing sta rallentando la transizione ecologica perché spesso non vengono considerate le due macro categorie intrinseche nella parola sostenibilità: la mitigazione dell’impatto ambientale e la massimizzazione dell’impatto sociale. Teresa Gioffreda parla di equilibrio e compensazione necessaria per bilanciare l’impatto dell’operato del sistema finanziario, per cercare di avere un impatto sul clima con un target di emissioni zero. La grande sfida del futuro sarà capire come poter realizzare concretamente la sostenibilità, arrivando ad un modello di business che non si basi esclusivamente sulla produzione costante e incrementale di prodotto, ma un modello d business che si basi sulla creazione di un prodotto longevo, duraturo e riparabile.

Scommettere su un futuro sostenibile

A livello globale gli asset ESG potrebbero raggiungere i $53.000 miliardi entro il 2025. La proliferazione di prodotti legati alla sostenibilità, però, ha reso più difficile per gli investitori decifrare e valutare le offerte. Ma oggi è possibile promuovere il cambiamento evitando le pratiche scorrette.

Ne abbiamo parlato nel nostro nuovo Loop, un progetto di UBS Asset Management in collaborazione con Will Media.

Vuoi saperne di più?

Iscriviti per ricevere direttamente nella tua casella di posta elettronica gli ultimi approfondimenti sui mercati privati in tutti i settori.

Potrebbe interessarti anche