Teresa Gioffreda
Head of GWM Client Coverage Italy, UBS Asset Management
  • A livello geopolitico, gli ultimi anni e gli ultimi eventi, hanno reso necessario rivedere i rapporti tra Europa e Cina sotto molteplici punti di vista. Per il giornalista Simone Pieranni, Chora News, i rapporti con l’Europa sono ritenuti fondamentali da Pechino, considerando anche il volume d’affari che la Cina ha con il Vecchio Continente.
  • Per mantenere buoni rapporti con l’Europa anche in questo contesto di incertezza dato dal conflitto Russia-Ucraina, la Cina ha cercato di non creare ulteriori dissapori, provando a rispettare le sanzioni imposte dall’UE pur non condividendole, al fine di mantenere uno spazio di manovra con l’Europa. La visita del Presidente francese Macron e della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen doveva rappresentare per la Cina un’occasione per riprendere il dialogo con l’occidente, considerando anche che nel recente passato è saltato un accordo sugli investimenti molto importante per la Cina.
  • L’Europa pare non avere ancora adottato una visione unica su come gestire i rapporti con la Cina. Da un lato Macron cerca di svincolarsi dalla posizione europea con quella degli Stati Uniti, facendosi promotore della cosiddetta «autonomia strategica» dell’Europa; dall’altro lato, Ursula von der Leyen ha un atteggiamento più duro, incoraggiando sì a mantenere rapporti commerciali con la Cina, ma allo stesso tempo sottolineando la necessità di proteggere l’Europa da determinati rischi. Risulta ad ogni modo inevitabile sia per Cina che Europa avere un dialogo aperto, anche dal punto di vista economico.
  • Sempre dal punto di vista economico, il dialogo è un elemento di certo positivo, soprattutto guardando alle dinamiche di crescita, in cui gli Stati Uniti sono in una fase di rallentamento, mentre la Cina è in una fase di ripresa economica. L’inflazione cinese è molto più contenuta, attestandosi intorno al 2%, in quanto le aziende di Pechino non hanno innescato quell’inflazione da margini di profitto che si è invece innescata nel 2022 in occidente. Ciò ha consentito alla Cina di attuare politiche monetarie e fiscali espansive. Questo sarà positivo sia per le aziende occidentali che sono «in Cina per la Cina», sia per quelle che si orientano all’estero.
  • Spostandoci in Italia, nel 2019 è stato firmato il Memorandum of Understanding tra Italia e Cina, che poneva grandi dubbi sulla posizione filo-atlantista dell’Italia. Tuttavia l’Italia attribuiva all’accordo un connotato economico, mentre la Cina un connotato piuttosto politico. Nel corso degli anni i rapporti tra i due Paesi sono cambiati anche a seconda dell’opinione pubblica e degli avvenimenti che hanno scosso il mondo. Con l’arrivo del governo Draghi, i rapporti si sono stabilizzati, grazie anche all’uso del Golden Power, e con la volontà di mantenere i rapporti commerciali ed economici con la Cina, senza tuttavia cedere gli asset strategici italiani al governo di Pechino. Il memorandum scadrà a marzo 2024 e non è ancora chiaro se verrà rinnovato o meno, benché ci siano molte aziende italiane presenti in Cina che attivamente operano nel Paese e che potrebbero venir danneggiate se saltasse l’accordo.
  • Per quanto riguarda il progetto della Belt and Road, ovvero la Via della Seta, sembra essere scomparso dai radar mediatici, tuttavia per la Cina mantiene una certa strategicità a livello di politica estera, ed è pertanto un’iniziativa da realizzare. Ci sono però anche altri accordi strategici firmati in Asia, come il Partenariato Economico Globale Regionale (RCEP), che azzera le tariffe all’interno della regione asiatica.

Investire nei mercati emergenti

Storicamente le tensioni nel sistema finanziario degli USA hanno avuto un impatto negativo sui mercati emergenti. Ma oggi i titoli EM potrebbero essere complessivamente meno colpiti rispetto al passato. Come si posiziona la Cina in questo contesto?

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