Teresa Gioffreda
Investment Strategist, UBS Asset Management
  • Nel 1952 entrò in vigore la CECA, ovvero la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, che, dopo i dolori e le conseguenze disastrose di ben due Guerre Mondiali, aveva l’obiettivo di mettere in comune le produzioni delle due materie prime tra alcuni Paesi europei, tra cui Francia e Germania, in passato rivali nel gestirle. La CECA è uno degli esempi più validi di come la presenza di interessi commerciali in comune possa spingere a stipulare accordi di condivisione delle risorse che in effetti diventano veri e propri accordi di pace.
  • Tuttavia non sempre la presenza di un interesse commerciale in comune rappresenta un’opportunità di raggiungere la pace. Anzi, sono stati molti gli scontri nati proprio per questo. La guerra civile americana, scoppiata nel 1861, non era scoppiata unicamente per l’abolizione della schiavitù, ma anche perché il nord, che stava investendo nel settore industriale, non era ancora in grado di competere del tutto con le già avanzate industrie europee e con il cotone a basso costo del Sud, pertanto era favorevole a un sistema economico protezionistico, mentre i proprietari delle piantagioni del Sud erano favorevoli al libero scambio.
  • Il conflitto tra Russia e Ucraina non è nato da un interesse economico, tuttavia è bene ricordare che prima della guerra le zone ucraine più ricche in termine di PIL pro-capite erano non solo l’area intorno alla capitale Kiev, ma anche le aree intorno al Donbass e Zaporizhzhia. Certamente questi fattori non rappresentano elementi scatenanti, ma invitano a riflettere sul conflitto e sul perché, tra gli altri motivi, questa guerra continua ad andare avanti più di quanto inizialmente si era previsto.
  • Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la nascita del GATT, General Agreement on Tariffs and Trade – o Accordo Generale sulle tariffe doganali e sul commercio - ora WTO, era nato per ridurre le tensioni tra Paesi, legandoli attraverso degli accordi commerciali.
  • Nel 2001 anche la Cina è entrata nel WTO. Con il suo ingresso il Paese avrebbe potuto accedere a un’area di co-prosperità e avrebbe potuto iniziare a essere integrato nelle catene di produzione a livello globale. Tutto ciò avrebbe disincentivato i conflitti. Tuttavia sono subentrate delle tensioni nuove tra Cina e Stati Uniti, soprattutto in ambito tecnologico.
  • Quello che finora la storia ci ha insegnato è che momenti di crisi (la Grande Crisi Finanziaria del 2008, la pandemia, etc.) inducono spesso i Paesi ad adottare politiche protezionistiche. Eppure è bene ricordare che ogni volta che inizia una guerra commerciale, si creano le condizioni favorevoli perché il conflitto divampi del tutto, coinvolgendo non più solo i dazi, ma veri e propri eserciti.

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