Autori
Evan Brown Luke Kawa

Messaggi chiave

  • Rispetto alle stime di consenso, siamo più ottimisti sull'attività economica globale nel 2023.
  • A nostro avviso, il mercato del lavoro statunitense, e di conseguenza i consumi, rimarranno solidi, mentre la crescita globale sarà sostenuta dal miglioramento delle condizioni negli altri Paesi, in particolare in Cina.
  • Un'economia migliore del previsto non vuol dire solo buone notizie per tutti i mercati. Tassi più alti per un periodo più lungo significano un continuo derisking sui mercati azionari più costosi, in particolare negli Stati Uniti.
  • Riteniamo che le azioni dei mercati emergenti presentino un vantaggio asimmetrico a fronte di un'attività globale migliore del previsto, alimentata in parte dalla riapertura della Cina, date le valutazioni convenienti e le aspettative di utili depresse.
  • Privilegiamo inoltre il credito investment grade statunitense a breve termine, in quanto offre un reddito consistente con un rischio di duration relativamente basso.

        Entriamo nel 2023 con un outlook più ottimistico per l'economia globale rispetto alle stime di consenso. L'economia si piegherà, perché inizieranno a filtrare gli effetti ritardati di un sostanziale inasprimento monetario, ma non si spezzerà, grazie alla resilienza dei redditi nominali e reali. I venti contrari che hanno soffiato nel 2022 – l'Europa coinvolta in una crisi energetica e la politica zero-COVID che incide sull'attività cinese – si stanno inoltre trasformando in venti favorevoli per la crescita globale nel primo semestre di quest'anno.

        Eppure, un'economia migliore del previsto non vuol dire solo buone notizie per tutti i mercati. La resilienza dei mercati del lavoro significa che i salari rimangono elevati, e questo porta le banche centrali a mantenere i tassi elevati per un certo periodo di tempo. Tassi più alti più a lungo comportano un continuo derisking sui mercati azionari più costosi, in particolare nel mercato statunitense orientato alla crescita. Per quanto riguarda l'assunzione di rischio nel 2023, preferiamo posizionarci nei punti in cui la ciclicità è più pronunciata, come in Cina. Nella nostra allocazione complessiva, a inizio anno preferiamo il credito ad alto rating rispetto alle azioni, poiché i rendimenti complessivi più elevati hanno spostato l'attrattiva relativa degli asset di rischio.

        Scenario macro

        Il consumatore statunitense è il cardine dell'economia globale. Nel 2022 la spesa reale è aumentata a un ritmo sostenuto negli Stati Uniti, nonostante l'impennata dell'inflazione, grazie agli elevati livelli di eccesso di risparmio e alla forte crescita dei salari nominali. Nel 2023, il consumatore statunitense inizia l'anno con una spinta in più fornita dai prezzi della benzina molto più bassi rispetto alla metà del 2022.

        Nell’immediato non prevediamo un deterioramento significativo del mercato del lavoro statunitense, condizione necessaria per una riduzione dei consumi reali. La resilienza del settore dei servizi ha consentito a diversi indicatori del mercato del lavoro (tra cui il dato sull’occupazione, la crescita dei salari e le nuove richieste di sussidi di disoccupazione) di mantenersi su livelli molto solidi, anche in presenza di un indebolimento dell'attività del settore dei beni e di licenziamenti nel settore tecnologico. L’eccesso di risparmio tenderà a esaurirsi per le famiglie a basso reddito, ma chi percepisce un reddito elevato, ossia coloro che in genere spendono di più, continuerà a spendere nel settore dei servizi. I consumatori e le imprese hanno avuto l'opportunità di dilazionare il debito a tassi di interesse estremamente bassi, il che ha ridotto la loro sensibilità ai tassi rispetto al passato. Anche l'aumento dei contributi per la previdenza sociale e i trasferimenti fiscali da parte dei governi statali e locali dovrebbero ammortizzare l'economia.

        Figura 1: Azioni statunitensi piuttosto costose rispetto alle azioni globali

        Figura 1: Azioni statunitensi piuttosto costose rispetto alle azioni globali. Il grafico a linee confronta il rapporto P/E forward a 12 mesi e il premio/sconto P/E forward a 12 mesi del mercato azionario globale rispetto al mercato azionario statunitense.

        L’indefesso consumatore statunitense sta arginando la diminuzione delle prospettive di crescita, rafforzate dalle condizioni favorevoli globali rappresentate specialmente dalla mobilità cinese, ma anche dal miglioramento dell'accesso all'energia in Europa.

        Azioni ≠ economia

        C'è un tema chiave del 2022 che ci aspettiamo terrà banco anche nel 2023: il mercato azionario non è l'economia.

        Nel 2022, l'impatto positivo della forte crescita nominale degli utili aziendali è stato completamente travolto dalla più aggressiva stretta monetaria operata dalla Federal Reserve negli ultimi quarant’anni, e l'aumento dei tassi ha causato una massiccia compressione delle valutazioni.

        Questo trend potrebbe continuare nel 2023. Un contesto di crescita più resiliente e condizioni ancora tese sul mercato del lavoro significano che le banche centrali probabilmente manterranno i tassi più alti più a lungo. A nostro parere la continuazione della pressione al ribasso sulle valutazioni sarebbe un problema soprattutto per le azioni statunitensi, che rappresentano circa il 60% delle azioni globali a livello di indice e scambiano con un rapporto prezzo/utili forward a 12 mesi che supera del 15% circa quello del mercato in generale.

        Durante il ciclo economico pre-pandemia, il crescente premio di valutazione delle azioni statunitensi rispetto alle controparti globali poteva essere in qualche modo giustificato dalla costante sovraperformance degli utili, ma le recenti revisioni degli utili sono state più negative per i titoli statunitensi rispetto a quelli globali. Questa dinamica rende l’azionario statunitense vulnerabile a un'altra fase di compressione delle valutazioni per avvicinare i multipli azionari alla media globale.

        Secondo la nostra view, ci sono modi molto più interessanti, rispetto alle azioni a livello di indice, per beneficiare di un'attività sorprendentemente resiliente. In ambito azionario privilegiamo i mercati emergenti (ME) rispetto ai mercati sviluppati (MS), inoltre riteniamo interessante anche il credito investment grade (IG) statunitense a breve termine.

        Mercati emergenti > Mercati sviluppati

        Il cambiamento più significativo dello scenario globale negli ultimi tre mesi è l'abbandono della politica zero-COVID da parte della Cina. Questo dietrofront potrebbe esporre l’attività economica a una serie di difficili sfide nel breve periodo, visto il peggioramento del quadro di salute pubblica, ma al tempo stesso significa che gli investitori avranno probabilmente molta più visibilità per scontare un'imminente ripresa dei consumi cinesi.

        La rimozione delle restrizioni alla mobilità e la diffusione del virus in Cina si stanno verificando più rapidamente di quanto avessimo previsto. Alcuni segnali indicano già una ripresa della mobilità nelle città più colpite dalla recente ondata. Con il processo di riapertura destinato a diventare duraturo, prevediamo che le aspettative relative alle valutazioni e agli utili dei titoli azionari cinesi continueranno a salire.

        Figura 2: Le stime sugli utili dei mercati emergenti stanno già scontando grandi difficoltà sul fronte dei profitti

        Figura 2: Le stime sugli utili dei mercati emergenti stanno già scontando grandi difficoltà sul fronte dei profitti. Il grafico a linee, che confronta le stime sugli utili per azione forward a 12 mesi dell'indice MSCI Emerging Markets con quelle del World Index, mostra che i mercati emergenti sono molto al di sotto delle stime globali.

        Figura 3: Obbligazioni USA Investment grade

        Figura 3: Valutazioni interessanti del credito a breve termine investment grade USA rispetto ai titoli azionari globali. Il grafico mostra la differenza tra il rendimento degli utili forward a 12 mesi e lo yield-to-worst 1-3 anni per l'MSCI ACWI e il Bloomberg US Corporate, evidenziando la costante riduzione del divario.

        L’elevata ponderazione della Cina nei principali indici azionari dei mercati emergenti ci induce a prevedere la sovraperformance delle azioni ME sulle controparti dei mercati sviluppati. Per quanto la riapertura della Cina sia principalmente una storia di ripresa dei consumi interni, siamo dell’avviso che produrrà comunque ricadute positive, sebbene contenute, sui suoi partner commerciali e sulle materie prime. I mercati emergenti hanno già subito un derating e alcuni tagli significativi degli utili, pertanto riteniamo che siano meno suscettibili a ulteriori ribassi in caso di crescita economica deludente, mentre avremo un rialzo asimmetrico se il rialzo ciclico risulterà sottostimato.

        Avanti col carry

        A nostro avviso, il reddito disponibile nel credito investment grade (IG) statunitense a breve termine è interessante sia su base assoluta che rispetto alle azioni globali e, in particolare, all’azionario statunitense.

        Il differenziale tra il rendimento degli utili dei titoli azionari globali (~7%) e lo yield-to-worst per il credito IG statunitense a 1-3 anni (~5,25%) è piuttosto ristretto rispetto alla storia recente. Ciò suggerisce che gli investitori ottengono una remunerazione aggiuntiva relativamente bassa passando a un segmento più rischioso e con duration più lunga della struttura del capitale (dal debito a breve termine al capitale proprio).

        La curva del credito societario è inoltre molto piatta a causa dell'inversione della curva dei Treasury USA, il che consente di generare una quantità simile di reddito a breve termine (rispetto al credito corporate a più lungo termine) con un rischio di duration molto inferiore. Anche i fondamentali societari, in particolare gli indici di copertura degli interessi, indicano che le aziende statunitensi sono in buona salute e continuerebbero a esserlo anche se gli utili dovessero subire una lieve flessione.

        Per contro, il ventaglio di scenari che si apre per le azioni è piuttosto ampio, con un profilo rischio-rendimento sfavorevole. Anche se l'attività e gli utili reggeranno bene, le azioni devono ancora fare i conti con valutazioni costose rispetto alle obbligazioni e tassi di sconto che difficilmente scenderanno di molto in questo contesto, pertanto l’upside è relativamente limitato. D’altro canto, nel caso in cui la nostra visione ottimistica sull'economia si riveli errata, il ribasso per le azioni sarà probabilmente molto più significativo rispetto al credito investment grade statunitense a breve termine, sempre che non intervengano shock negativi inattesi ed estremi.

        Conclusioni

        Carry e ciclicità sono le nostre esposizioni preferite per l'inizio del 2023, in quanto il mercato del lavoro statunitense rimane resiliente, mentre la Cina sta riaprendo i battenti e in Europa si attenua la crisi energetica.

        Riteniamo che i mercati emergenti siano ben posizionati per sovraperformare i mercati sviluppati, se l'attività supererà le basse aspettative in un contesto di ripresa duratura dei consumi cinesi. A livello settoriale, preferiamo inoltre l'energia e i titoli finanziari.

        Consideriamo particolarmente interessante il credito IG statunitense a breve termine, viste le cedole elevate e il rischio relativamente basso di una recessione interna a breve termine. Nelle altre aree, poiché vediamo il dollaro USA confinato entro un range di oscillazione, ma con un bias al ribasso d’ora in avanti, favoriamo anche le posizioni lunghe con carry positivo in peso messicani. Lo yen giapponese è la nostra valuta preferita. La recente mossa della Banca del Giappone, che ha allargato la banda di oscillazione dei rendimenti delle obbligazioni a 10 anni, rappresenta un catalizzatore che permetterà a una valuta rimasta a lungo poco costosa di avere un prolungato periodo di forte regressione verso la media. Lo yen funge anche da utile copertura risk-off se la crescita dovesse peggiorare più di quanto ci aspettiamo.

        Attrattività delle asset class (ACA)

        Il grafico seguente illustra le view del nostro team di asset allocation sull’attrattività delle asset class al 5 gennaio 2023. I riquadri colorati a sinistra indicano il nostro segnale complessivo per le azioni, i tassi e il credito a livello globale. Gli altri rating si riferiscono all’attrattività relativa di alcune regioni nell’ambito dei segmenti azioni, tassi, credito e valute. Poiché il grafico non comprende tutte le asset class, il segnale complessivo netto può essere parzialmente negativo o positivo.

        Asset Class

        Asset Class

        Segnale complessivo/relativo

        Segnale complessivo/relativo

        La view di UBS Asset Management

        La view di UBS Asset Management

        Asset Class

        Azionario globale

        Segnale complessivo/relativo

        Arancione

        La view di UBS Asset Management

        • A nostro avviso, la proposition di rischio-rendimento per le azioni globali è meno interessante rispetto al credito ad alto rating. Sulla base del premio al rischio azionario, le azioni si confermano costose rispetto alle obbligazioni e le stime sugli utili iniziano a evidenziare un orientamento al ribasso.
        • È importante notare che le azioni statunitensi rappresentano ancora quasi il 60% dell'azionario globale e rimangano su valutazioni molto elevate, pur mostrando revisioni degli utili deludenti.
        • Rispetto alle stime di consenso, siamo più ottimisti sull'attività economica globale nel 2023, ma ci sono modi migliori, rispetto alle azioni a livello di indice, per esprimere questa view. Preferiamo le regioni dove la politica monetaria e fiscale sono ancora molto accomodanti, come la Cina, e settori come i finanziari e l'energia.

        Asset Class

        Azionario USA

        Segnale complessivo/relativo

        Arancione

        La view di UBS Asset Management

        • L’azionario statunitense è rimasto a lungo relativamente costoso, ma questo premio di valutazione era giustificato da una crescita degli utili più elevata. 
        • Le recenti revisioni degli utili sono più negative per le azioni statunitensi che per quelle globali. I titoli azionari USA sono particolarmente vulnerabili a un rerating negativo rispetto alle azioni globali, in quanto questo catalizzatore di sovraperformance degli utili sta passando alla sottoperformance. 
        • Le azioni statunitensi sono inoltre più acicliche e avrebbero probabilmente una performance negativa rispetto ai titoli azionari globali se l'attività dovesse sorprendere al rialzo, trainata da una riapertura economica cinese duratura.

        Asset Class

        Azionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

        Segnale complessivo/relativo

        Grigio

        La view di UBS Asset Management

        • Le azioni dei mercati sviluppati non statunitensi presentano valutazioni interessanti ma sono anche altamente cicliche. I mercati azionari dei Paesi sviluppati variano molto in base al diverso orientamento delle politiche interne e al grado di vulnerabilità alle condizioni avverse esterne.
        • Siamo fortemente convinti che lo yen si apprezzerà, il che riduce l'attrattiva delle azioni giapponesi in termini di valuta locale. I titoli azionari sono favoriti dal forte sostegno fiscale interno, che potrebbe essere rafforzato da una sorprendente forza dell'attività reale a livello globale se la nostra visione economica ottimistica si realizzerà.
        • Il successo nell'assicurare il gas naturale e l'inizio più mite dell'inverno hanno ridotto gli esiti di coda sinistra per le azioni europee, ma la BCE si è impegnata a portare i tassi ufficiali in territorio ampiamente restrittivo in un contesto di recessione, il che dovrebbe limitare il miglioramento delle valutazioni.

        Asset Class

        Azionario dei mercati emergenti (ME) (escl. Cina)

        Segnale complessivo/relativo

        Verde

        La view di UBS Asset Management

        • Per quanto la riapertura della Cina sia principalmente una storia di ripresa dei consumi interni, riteniamo che produrrà comunque ricadute positive, sebbene contenute, sui suoi partner commerciali e sulle materie prime.
        • In generale, i titoli azionari dei Paesi emergenti sono stati rivalutati al ribasso e hanno subito maggiori revisioni negative degli utili rispetto a quelli dei Paesi sviluppati, il che, a nostro avviso, limita il margine di sottoperformance relativa rispetto ai titoli azionari globali in futuro.

        Asset Class

        Azionario cinese

        Segnale complessivo/relativo

        Verde

        La view di UBS Asset Management

        • Il rapido abbandono della politica zero-COVID sta aprendo la strada alla ripresa economica cinese e alla sovraperformance degli asset di rischio nazionali. La rimozione delle restrizioni alla mobilità è accompagnata inoltre da un supporto più deciso al settore immobiliare, a sostegno della nostra convinzione che l'attività economica e gli utili miglioreranno sensibilmente dal 2022 al 2023.
        • Nel brevissimo termine l'attività rimarrà probabilmente fiacca a causa della rapida crescita dei casi di COVID, ma a nostro avviso gli investitori dovrebbero essere disposti a guardare oltre questa debolezza. 
        • Stiamo monitorando attentamente le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, che comportano rischi di coda sinistra sia per la performance operativa, sia per le valutazioni.

        Asset Class

        Duration globale

        Segnale complessivo/relativo

        Grigio

        La view di UBS Asset Management

        • I rendimenti obbligazionari a lungo termine dovrebbero rimanere all’interno di un range di negoziazione a causa dei continui rischi di recessione, associati a pressioni inflazionistiche costantemente elevate e alla tenuta del mercato del lavoro statunitense. 
        • L'impegno delle banche centrali verso l’inasprimento, anche se a un ritmo più lento, dovrebbe portare a un ulteriore appiattimento delle curve dei rendimenti.

        Asset Class

        Obbligazionario USA

        Segnale complessivo/relativo

        Grigio

        La view di UBS Asset Management

        • I Treasury USA rimangono il principale bene rifugio a livello mondiale e la prima fonte di rendimento privo di rischio. La Federal Reserve è pronta a portare i tassi in territorio sufficientemente restrittivo per sedare le pressioni inflazionistiche, anche se questo danneggia il mercato del lavoro e mette a rischio l’espansione. A nostro avviso, la Fed continuerà a rallentare il ritmo dell’inasprimento, ma per interrompere completamente i rialzi dei tassi sarà necessario un rallentamento più evidente dell’inflazione che sia inoltre ampiamente diffuso (sia nei beni che nei servizi) e corroborato da un raffreddamento del mercato del lavoro.
        • Per i Treasury, il principale rischio di ribasso incentrato sugli Stati Uniti è rappresentato dalla perdurante solidità del mercato del lavoro interno. La mancata diminuzione di molti indicatori del mercato del lavoro, nonostante l'aggressivo inasprimento, i prezzi energetici relativamente elevati e la contrazione dell'attività industriale globale, sta portando la Federal Reserve a mantenere i tassi d'interesse più alti più a lungo.

        Asset Class

        Obbligazionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

        Segnale complessivo/relativo

        Arancione

        La view di UBS Asset Management

        • Al di fuori degli Stati Uniti, le minacce di stagflazione e recessione sono più pronunciate. La Banca centrale europea si sta preparando ad avviare la stretta quantitativa nel primo trimestre, annunciando al contempo un tasso ufficiale terminale superiore al 3%. Il nuovo strumento di protezione della trasmissione della politica monetaria (Transmission Protection Instrument) mira a comprimere l’ampliamento ingiustificato degli spread periferici rispetto a quelli dei Paesi core attraverso acquisti di asset finalizzati ad aumentare il margine per i rialzi dei tassi. 
        • La chiara riluttanza della Bank of England a imporre un ulteriore, eccessivo inasprimento nonostante l'elevata crescita dei salari e dell'inflazione sta aumentando la probabilità che il rischio di inflazione sia rivalutato al rialzo. Il governo Sunak ha delineato un piano di spesa che prevede un certo livello di consolidamento fiscale, ma ha rimandato gran parte di questi interventi a fine periodo.

        Asset Class

        Debito corporate investment grade (IG) USA

        Segnale complessivo/relativo

        Verde

        La view di UBS Asset Management

        • I rendimenti complessivi del debito IG USA sono diventati molto più interessanti dato l’aumento dei tassi risk-free e l’ampliamento degli spread. Riteniamo che il debito IG con scadenze più brevi sia particolarmente interessante, in considerazione della curva piatta dei titoli societari e delle notevoli opportunità di reddito, specialmente alla luce della nostra view secondo cui l'economia rimarrà resiliente nel breve periodo.

        Asset Class

        Debito corporate high yield USA

        Segnale complessivo/relativo

        Grigio

        La view di UBS Asset Management

        • Abbiamo una view neutrale sulle obbligazioni dei mercati emergenti denominate in dollari, riconducibile all’equilibrio tra opportunità di carry e rischio di duration, fattori controbilanciati dai rischi di ribasso per la crescita. 

        Asset Class

        Debito mercati emergenti

        Dollaro USA

        Valuta locale

        Segnale complessivo/relativo

        Grigio

        La view di UBS Asset Management

        • Un contesto più positivo del carry per le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale, a seguito dei rialzi dei tassi realizzati ben prima delle banche centrali dei mercati sviluppati, ha aumentato la resilienza di questa asset class anche mentre si manifesta l’inasprimento aggressivo globale. 

        Asset Class

        Titoli sovrani cinesi

        Segnale complessivo/relativo

        Grigio

        La view di UBS Asset Management

        • Se prima le obbligazioni cinesi erano considerate titoli ad alto rendimento nel panorama delle principali economie, adesso figurano tra i titoli a basso rendimento, il che riduce in qualche modo l'attrattiva dei titoli governativi.
        • L’appeal delle obbligazioni governative cinesi è tuttavia sostenuto dalle caratteristiche difensive, non condivise da buona parte dell’universo ME, nonché dal loro basso beta rispetto agli indici obbligazionari globali. 

        Asset Class

        Valuta

        Segnale complessivo/relativo

         

        La view di UBS Asset Management

        • Riteniamo che il dollaro USA abbia raggiunto il picco, entrando in un range di oscillazione orientato verso il basso. I catalizzatori per un sostenuto deprezzamento dell'USD (fine del ciclo di inasprimento della Fed, affievolimento delle pressioni energetiche sull'Europa e fine della politica zero-COVID della Cina) iniziano a prendere forma. Lo yen giapponese è la nostra valuta preferita grazie alle valutazioni convenienti, all’inasprimento della BoJ e alle proprietà di copertura. Alcune valute emergenti, come il peso messicano, sono pronte a sovraperformare alcune valute del G10, come la sterlina britannica e il “kiwi” neozelandese, grazie a un carry interessante.

         

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