Autori
Evan Brown Lucas Kawa

In un contesto di volatilità macroeconomica e di mercato insolitamente elevate, alcuni dei problemi in primo piano il mese precedente possono essere soppiantati da questioni ancora più pressanti il mese successivo.

Nel nostro ultimo aggiornamento, avevamo individuato tre domande determinanti per la performance delle diverse asset class negli ultimi mesi del 2022. La situazione si è evoluta sostanzialmente in linea con le nostre aspettative: la riunione di settembre della Federal Reserve ha mostrato una banca centrale più “falco” di quanto non si aspettassero i mercati, che di fatto si è impegnata a mantenere i tassi abbastanza alti per un periodo di tempo sufficiente a provocare una recessione economica al fine di riportare l'inflazione vicino al target. Le prospettive dell'Europa per quest'inverno rimangono incerte, con l’escalation dell’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina e la politica energetica di Mosca sempre più aggressiva. Il sostegno delle politiche cinesi si sta rivelando un balsamo insufficiente per i problemi dell'economia globale.

Questi problemi, e il loro esito finale, sono tuttora molto rilevanti, ma alla luce degli ultimi eventi e dell'andamento dei prezzi sono emerse altre tre domande che, a nostro avviso, meritano un'attenzione urgente da parte degli asset allocator:

  • L'intervento sul mercato obbligazionario del Regno Unito ha implicazioni più ampie?
    • Sì, ci ricorda che le banche centrali proteggono la stabilità finanziaria, pertanto il Regno Unito e l'Europa potrebbero limitare la volatilità del mercato obbligazionario e migliorare il profilo rischio-rendimento del reddito fisso globale.
  • Il dollaro può continuare a salire?
    • Sì. È improbabile che emergano catalizzatori negativi per il dollaro nel breve termine.
  • Come si presenta l’outlook per gli utili?
    • Sempre più negativo, con pochi motivi per aspettarsi una ripresa.

L'intervento sul mercato obbligazionario del Regno Unito ha implicazioni più ampie?

Sì. I responsabili politici globali sono sempre più cauti riguardo agli effetti del forte aumento dei rendimenti sulla stabilità finanziaria. I rischi per i titoli governativi stanno diventando più equilibrati.

Nel Regno Unito i rendimenti governativi sono aumentati a seguito di un pacchetto fiscale più ampio del previsto, innescando una spirale autoalimentata di vendita del debito nazionale da parte dei fondi pensione. La Bank of England (BoE) ha invertito la rotta, passando da un'imminente vendita di asset ad acquisti netti di titoli di Stato, con l’obiettivo di arginare il calo del mercato dei gilt e proteggere i fondi pensione da perdite potenzialmente paralizzanti.

In Cina, Giappone, Unione europea, Corea del Sud e India (tra gli altri), la banca centrale o le autorità fiscali stanno intervenendo sui mercati valutari o obbligazionari (o hanno preparato gli strumenti per farlo) e le banche centrali sono pronte a contrastare i movimenti dei prezzi giudicati eccessivi o controproducenti per i loro obiettivi.

Il ritorno della BoE all'acquisto di obbligazioni rafforza il fatto che, sebbene la lotta all'inflazione sia ancora la priorità principale per i responsabili della politica monetaria, altre considerazioni sono abbastanza importanti da indurre all'azione. Le banche centrali vogliono che le condizioni finanziarie si inaspriscano per rallentare l'attività e contribuire a ridurre le pressioni inflazionistiche, ma quando emergono minacce alla stabilità finanziaria, e gli asset percepiti come "sicuri" evidenziano fragilità, possono adottare misure per contenere i rischi di coda sinistra. In questo momento non si percepisce alcun trade-off tra la riduzione dell'inflazione e la gestione dei problemi di stabilità finanziaria. Tuttavia, sebbene non sia il nostro scenario di base, non è difficile ipotizzare un futuro in cui le banche centrali siano costrette ad abbandonare le loro campagne di inasprimento e a invertire completamente la rotta nel caso in cui emergano rischi finanziari sistemici percepiti, spinti da esigenze fiscali o da altri fattori. La possibilità di deviazioni lungo il percorso per riportare l'inflazione verso il target potrebbe contribuire a un persistente premio a termine sulle obbligazioni a più lungo termine, fino a quando le pressioni sui prezzi non si saranno sufficientemente attenuate.

A nostro avviso, la Banca Centrale Europea è quella che più probabilmente seguirà un percorso simile a quello della BoE. Entrambe si trovano in regioni in cui la politica fiscale si è progressivamente allentata per attutire lo shock dei prezzi dell'energia. L'allargamento degli spread tra i paesi dell'Europa centrale e quelli periferici, dovuto al fatto che la BCE continua ad aumentare i tassi d’interesse nonostante la debolezza economica, fungerà probabilmente da catalizzatore dell'azione.

La riduzione del “gap risk" che può persistere nei rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine contribuisce a rendere più costruttive le prospettive del debito sovrano, soprattutto rispetto alle azioni. La crescita e l'inflazione stanno decelerando e riteniamo probabile che questo rallentamento macroeconomico possa dominare i movimenti dei prezzi per un periodo tattico, anche se siamo entrati in un contesto di inflazione strutturalmente più elevata. Le misure delle aspettative di inflazione basate sul mercato sono ampiamente in linea con gli obiettivi delle banche centrali, il che indica una certa fiducia nella loro capacità di riuscire a contenere l'inflazione. Ma anche i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine hanno superato le stime circa il livello al quale dovrebbero generalmente attestarsi i tassi ufficiali delle banche centrali nel tempo, e ciò significa che gli investitori stanno guadagnando un compenso extra per la detenzione di questi titoli.

D’altro canto, la possibilità di mercati obbligazionari più calmi nel Regno Unito e in Europa deve fare i conti con la continua tenuta del mercato del lavoro statunitense. Tassi più alti più a lungo negli Stati Uniti, per indurre un ammorbidimento delle condizioni del mercato del lavoro, potrebbero limitare la performance dei titoli di Stato nel breve termine. A nostro avviso, è necessario attendere l'evidenza di un certo ammorbidimento del mercato del lavoro statunitense prima di aggiungere debito sovrano a lungo termine.

Figura 1: Volatilità delle obbligazioni statunitensi, i rendimenti scendono dai picchi dopo l'annuncio dell'acquisto di obbligazioni da parte della BoE

Line chart illustrates movements in the 10-year US Treasury yield during September 2022 after the Bank of England bond buying announcement à Il grafico a linee illustra i movimenti del rendimento del Treasury USA a 10 anni nel settembre 2022 dopo l'annuncio dell'acquisto di obbligazioni della Banca d'Inghilterra
Fonte: UBS-AM, Bloomberg, dati al 3 ottobre 2022

Il grafico mostra il rendimento del Treasury statunitense a 10 anni e la volatilità implicita a tre mesi del rendimento decennale nel mese di settembre dopo l'intervento della BoE sui mercati obbligazionari.

Il dollaro può continuare a salire?

Sì. La storia dimostra che il dollaro statunitense è costoso in termini di valutazione, ma anche che questa condizione non impedisce forti impennate.

A nostro avviso la politica della Federal Reserve continuerà a sostenere il dollaro, in quanto è probabile che l'inasprimento proseguirà senza una svolta verso l’allentamento fino a quando non emergeranno prove concrete di debolezza del mercato del lavoro o l'inflazione non tornerà molto più vicina al target. Nessuna delle due ipotesi è probabile nel breve termine. L'inasprimento delle banche centrali innescherà una serie di effetti domino nell'economia globale, e il mercato del lavoro statunitense sarà probabilmente l'ultimo a cadere. A livello globale, il settore dei beni sarà sempre più sotto pressione e avrà ampio spazio per continuare a ridursi, dato che la quota di spesa continuerà a spostarsi verso i servizi. Gli Stati Uniti sono in una posizione relativamente migliore per resistere ai venti contrari, perché una quota minore del PIL è legata ai beni, mentre l'Europa è più esposta allo shock dei prezzi dell'energia, gli altri mercati immobiliari sono più sensibili ai movimenti dei tassi d'interesse (il mutuo a tasso fisso a 30 anni è il prodotto dominante negli Stati Uniti) e la Cina non ha voluto riaprire in modo duraturo l'attività economica.

Figura 2: Il mercato accetta i “tassi più alti più a lungo” della Fed

Le aspettative sui tassi ufficiali sono più elevate lungo tutta la curva rispetto a metà luglio.

Line chart showing the rise in the US secured overnight financing futures rate curve between July and October 2022, which indicates that markets expect the Federal Reserve to keep rates higher for longer à Grafico a linee che mostra l'aumento della curva dei tassi dei futures sui futures sul finanziamento overnight garantito negli Stati Uniti tra luglio e ottobre 2022, che indica che i mercati si aspettano che la Federal Reserve mantenga i tassi più alti più a lungo
Fonte: UBS-AM, Bloomberg, dati al 3 ottobre 2022

Negli Stati Uniti la curva dei future sui finanziamenti overnight garantiti è aumentata significativamente in meno di tre mesi, fino all'inizio di ottobre 2022, il che indica che i mercati hanno rapidamente modificato le loro aspettative sui rialzi dei tassi della Federal Reserve.

I catalizzatori positivi esterni agli Stati Uniti che potrebbero innescare un'inversione di tendenza – una riapertura duratura in Cina, un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina e la fine del controllo della curva dei rendimenti da parte della Bank of Japan – non si realizzeranno con effetti sufficienti prima della fine dell'anno. In particolare, riteniamo che la fine della politica cinese dello zero-COVID sarà più un processo che un evento, e si svilupperà lungo tutto il 2023.

John Connally, segretario al Tesoro di Richard Nixon, notoriamente disse alle sue controparti internazionali “il dollaro è la nostra valuta, ma il vostro problema". Nel breve termine, riteniamo che la forza del dollaro sia destinata a persistere fino a quando non diventerà un problema troppo grande da sopportare per l'economia statunitense.

Come si presenta l’outlook per gli utili?

Sempre più negativo. Il periodo luglio-settembre 2022 è il primo, dal secondo trimestre del 2020, in cui le aspettative di ricavi e utili sono state riviste entrambe al ribasso nel corso del trimestre. Ciò è sintomatico di una svolta decisiva verso un contesto di crescita nominale molto più lenta. Negli ultimi due anni almeno uno dei due elementi, tra crescita e inflazione, ha accelerato o sorpreso al rialzo, dando un ulteriore impulso a ricavi e utili, ma in futuro è assai probabile che né la crescita né l'inflazione faranno altrettanto.

Come si è visto a luglio, il sentiment negativo e le aspettative relativamente basse aumentano la possibilità di strette al rialzo degli asset di rischio durante la stagione degli utili, a patto che i risultati non siano così negativi come si temeva. Ma nel tempo saranno le condizioni macro a dominare. La flessione degli indici dei direttori acquisti, il dollaro forte e il calo dei prezzi delle materie prime implicano che le stime sugli utili dovranno scendere ancora. A meno che non si verifichi un cambiamento di politica fiscale o geopolitica che fornisca validi motivi per ritenere che le revisioni si invertiranno presto, riteniamo che questa pressione al ribasso rimarrà una condizione avversa per gli asset di rischio.

Figura 3: Riviste al ribasso le aspettative su utili e fatturato del terzo trimestre

Variazione delle stime sull'S&P 500 dall'inizio alla fine del trimestre

Bar chart showing the change in S&P 500 estimates from start to end of quarter from 2019 to the third quarter of 2022 à Grafico a barre che mostra la variazione delle stime dell'S&P 500 dall'inizio alla fine del trimestre dal 2019 al terzo trimestre del 2022
Fonte: UBS-AM, Bloomberg, dati al 30 settembre 2022

Durante il terzo trimestre del 2022, gli investitori hanno rivisto al ribasso le loro aspettative su utili e fatturato delle società dell’S&P 500

Implicazioni per l'asset allocation

Il premio al rischio azionario continua a indicare che le azioni sono costose rispetto alle obbligazioni e probabilmente arriveranno altri tagli alle stime sugli utili. Nel frattempo, i banchieri centrali di Regno Unito ed Europa sono più disposti a proteggersi da eventuali impennate disordinate dei rendimenti obbligazionari. Il profilo rischio-rendimento delle obbligazioni e del credito sta migliorando rispetto alle azioni.

In ambito azionario manteniamo un posizionamento difensivo. A livello regionale, preferiamo attualmente posizioni lunghe sulle azioni statunitensi rispetto ad altri titoli dei mercati sviluppati (senza copertura valutaria). L'attività globale sta rallentando e la crescita degli utili delle società statunitensi è meno ciclica rispetto ad altre regioni. Le azioni statunitensi potrebbero essere più vulnerabili se i rendimenti reali dovessero continuare a salire, poiché sono più costose ed esposte al fattore crescita. Per questo motivo riteniamo importante avere un'esposizione senza copertura valutaria, in quanto anche il dollaro USA probabilmente si rafforzerebbe in caso di aumento dei rendimenti reali, compensando in parte la potenziale sottoperformance sul fronte azionario.

La nostra convinzione sulle posizioni lunghe in dollari rimane intatta. Su un orizzonte d'investimento tattico non dovrebbero emergere catalizzatori sufficientemente negativi per il dollaro sul fronte interno, né catalizzatori positivi al di fuori degli Stati Uniti.

Attrattività delle asset class

Il grafico seguente illustra le view del nostro team di asset allocation sull’attrattività delle asset class al 3 ottobre 2022. I riquadri colorati a sinistra indicano il nostro segnale complessivo per le azioni, i tassi e il credito a livello globale. Gli altri rating si riferiscono all’attrattività relativa di alcune regioni nell’ambito dei segmenti azioni, tassi, credito e valute. Poiché il grafico non comprende tutte le asset class, il segnale complessivo netto può essere parzialmente negativo o positivo.

The chart of Asset attractiveness (ACA) à Grafico dell’attrattività delle asset class
Fonte: UBS Asset Management Investment Solutions Macro Asset Allocation Strategy team, al 3 ottobre 2022. Le view, fornite sulla base di un orizzonte di investimento di 3-12 mesi, non riflettono necessariamente l’effettivo posizionamento del portafoglio e sono soggette a variazione.

Asset Class

Asset Class

Segnale complessivo/
relativo

Segnale complessivo/
relativo

La view di UBS Asset Management

La view di UBS Asset Management

Asset Class

Azionario globale

 

Segnale complessivo/
relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Secondo la nostra view, i titoli azionari rimarranno probabilmente all’interno di un range di volatilità. Sulla base del premio al rischio azionario, le azioni si confermano costose rispetto alle obbligazioni e le stime su utili e ricavi iniziano a evidenziare un orientamento al ribasso. D’altro canto, il sentiment e il posizionamento appaiono estremamente depressi e la possibilità che le condizioni economiche non siano peggiorate tanto rapidamente come si temeva può essere un catalizzatore sufficiente per una stretta al rialzo nell’azionario globale.
  • In ambito azionario manteniamo un posizionamento prudente, data la probabilità che l’attività economica continui a decelerare, preferendo settori quali l’healthcare e i beni di consumo di base e regioni come gli Stati Uniti e il Regno Unito, che hanno una composizione più difensiva/aciclica. Abbiamo inoltre selezionate posizioni long sulla ciclicità attraverso titoli energetici.

Asset Class

Azionario USA

Segnale complessivo/
relativo

Verde chiaro

La view di UBS Asset Management

  • I titoli americani sono più aciclici e tendono a sovraperformare quando gli indici dei direttori d’acquisto del settore manifatturiero sono in calo.
  • Rispetto agli altri principali mercati sviluppati, negli Stati Uniti la crescita dovrebbe evidenziare una migliore tenuta.
  • Le azioni statunitensi continuano tuttavia a presentare valutazioni a premio, il che potrebbe penalizzare la performance relativa qualora aumentassero ulteriormente le aspettative circa il tasso terminale della Fed per questo ciclo.
  • Per questo motivo, preferiamo esprimere le posizioni di valore relativo in azioni statunitensi senza copertura valutaria.

Asset Class

Azionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

Segnale complessivo/
relativo

Rosso chiaro

La view di UBS Asset Management

  • Le azioni dei mercati sviluppati non statunitensi presentano valutazioni interessanti ma sono anche altamente cicliche, inoltre tendono a sottoperfomare in un contesto di continua decelerazione degli indici dei direttori d’acquisto del settore manifatturiero.
  • Ai titoli giapponesi mancano i catalizzatori che contribuirebbero a ridurre questo divario di valutazione.
  • Le azioni europee sono ancora vulnerabili per il protrarsi della guerra russa all’Ucraina. A nostro parere, il probabile contraccolpo sugli utili dovuto a una flessione dell’economia causata dalle carenze energetiche non è stato ancora pienamente scontato.

Asset Class

Azionario dei mercati emergenti (ME) (escl. Cina)

Segnale complessivo/
relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Preferiamo i mercati emergenti più strettamente legati alle materie prime, in quanto ci aspettiamo che la stabilizzazione della crescita in Cina stimolerà la domanda di commodity.
  • Le azioni dei mercati emergenti hanno resistito bene alle sfide emerse nel 2022, tra le quali revisioni degli utili meno eccezionali e maggiori restrizioni alla mobilità rispetto ai mercati sviluppati, l’aumento dei tassi reali a lungo termine e la forza generalizzata del dollaro USA.

Asset Class

Azionario cinese

Segnale complessivo/
relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • L’orientamento delle politiche cinesi è cambiato, sia sul fronte monetario che su quello fiscale, ma ci si chiede ancora se questo sostegno sia sufficiente, viste le potenziali interruzioni dell’attività causate dal COVID e la persistente debolezza del settore immobiliare. È improbabile che una stabilizzazione dell’attività produca importanti ricadute positive sui livelli di attività reale di altri Paesi.
  • Stiamo monitorando attentamente le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, che comportano rischi di coda sinistra sia per la performance operativa, sia per le valutazioni.

Asset Class

Duration globale

Segnale complessivo/
relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • I rendimenti obbligazionari a lungo termine dovrebbero rimanere all’interno di un range di negoziazione a causa dei continui rischi di recessione, associati a pressioni inflazionistiche costantemente elevate e alla tenuta del mercato del lavoro statunitense.
  • L'impegno delle banche centrali verso l’inasprimento dovrebbe portare a un ulteriore appiattimento delle curve dei rendimenti.

Asset Class

Obbligazionario USA

Segnale complessivo/
relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • I Treasury USA rimangono il principale bene rifugio a livello mondiale e la prima fonte di rendimento risk-free. La Federal Reserve è pronta a portare i tassi in territorio restrittivo per sedare le pressioni inflazionistiche, anche se questo danneggia il mercato del lavoro e mette a rischio l’espansione.
  • Per i Treasury, il principale rischio di ribasso incentrato sugli Stati Uniti è rappresentato dalla perdurante solidità del mercato del lavoro interno. La mancata diminuzione di molte metriche del mercato del lavoro, nonostante l'aggressivo inasprimento, i prezzi elevati dell'energia e la contrazione dell'attività industriale globale, sta portando la Federal Reserve a mantenere i tassi d'interesse più alti più a lungo.

Asset Class

Obbligazionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

Segnale complessivo/
relativo

Rosso chiaro

La view di UBS Asset Management

  • Al di fuori degli Stati Uniti, le minacce di stagflazione e recessione sono più pronunciate. La Banca Centrale Europea è uscita rapidamente dalla politica dei tassi d'interesse negativi con un inasprimento di 125 pb nel terzo trimestre, annunciando ulteriori rialzi a seguire. Il nuovo strumento di protezione della trasmissione della politica monetaria (Transmission Protection Instrument) mira a comprimere l’ampliamento ingiustificato degli spread periferici rispetto a quelli dei Paesi core attraverso acquisti di asset finalizzati ad aumentare il margine per l’aumento dei tassi.
  • L'intervento della Bank of England sui mercati dei gilt attenua i potenziali rischi di coda sinistra. Tuttavia, questi acquisti di obbligazioni sono limitati nel tempo, per ora, e mirano ad affrontare i rischi per la stabilità finanziaria dovuti alla rapidità della mossa attuata, ma non indicano che i rendimenti dei gilt dovrebbero tendere a diminuire da qui in avanti.
  • Per il momento la politica di controllo della curva dei rendimenti della Bank of Japan compromette l’utilità di buona parte di questo mercato. Le scadenze oltre i 10 anni potrebbero essere vulnerabili se la persistenza dell’inflazione o il necessario inasprimento delle banche centrali dovessero determinare un ulteriore repricing della duration globale.

Asset Class

Debito corporate investment grade (IG) USA

Segnale complessivo/
relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • I rendimenti complessivi del debito IG USA sono diventati molto più interessanti dato l’aumento da inizio anno dei tassi risk-free e l’ampliamento degli spread.
  • Tuttavia, la performance convessa tipicamente negativa del credito all’aumentare dei rischi di recessione scontati dal mercato giustifica una certa cautela in termini tattici.

Asset Class

Debito corporate high yield USA

Segnale complessivo/
relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Gli spread high yield si sono notevolmente ampliati da inizio anno, tuttavia non sono ancora prossimi ai livelli osservati al picco dei timori per la crescita nel 2011 e all’inizio del 2016. Rispetto a quei periodi, attualmente i rischi di una recessione globale sono quantomeno altrettanto elevati.

Asset Class

Debito mercati emergenti
Dollaro USA
Valuta locale

Segnale complessivo/
relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Abbiamo una view neutrale sulle obbligazioni dei mercati emergenti denominate in dollari, riconducibile all’equilibrio tra opportunità di carry e rischio di duration, fattori controbilanciati dai rischi di ribasso per la crescita.
  • Un contesto più positivo del carry per le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale, a seguito dei rialzi dei tassi realizzati nel 2021, ha probabilmente aumentato la resilienza di questa asset class anche mentre si manifesta l’inasprimento aggressivo della Fed.

Asset Class

Titoli sovrani cinesi

Segnale complessivo/
relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • L’attrattività dei titoli governativi cinesi è in parte diminuita con la compressione dei differenziali dei tassi nominali rispetto al resto del mondo, ma il loro appeal è sostenuto dalle caratteristiche difensive, non condivise da buona parte dell’universo ME, nonché dal loro basso beta rispetto agli indici obbligazionari globali. Riteniamo che l’allentamento monetario e l’inflazione interna contenuta dovrebbero evitare forti pressioni al rialzo sui rendimenti nei prossimi 3-12 mesi.

Asset Class

Valuta

Segnale complessivo/
relativo

 

La view di UBS Asset Management

  • Crediamo che il dollaro USA sia ben posizionato per rimanere a livelli elevati, se non rafforzarsi ulteriormente. Nell’immediato non dovrebbero emergere catalizzatori positivi per il resto del mondo, specialmente la fine della politica cinese dello zero-COVID. È inoltre improbabile che il mercato del lavoro o l'inflazione statunitense si indeboliscano a tal punto da indurre la Federal Reserve a invertire la rotta rispetto ai suoi piani di mantenimento dei tassi in territorio restrittivo.
  • Secondo la nostra view alcune valute dei mercati emergenti, come il BRL, sono destinate a sovraperformare le valute asiatiche cicliche e selezionati esportatori di materie prime del G10, dato il carry interessante.

Fonte: UBS Asset Management. Dati al 3 ottobre 2022. Le view, fornite sulla base di un orizzonte di investimento di 3-12 mesi, non riflettono necessariamente l’effettivo posizionamento del portafoglio e sono soggette a variazione.

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