Macro Monthly Le nostre risposte ad altre tre domande chiave per gli ultimi mesi del 2022
Il mese scorso, il team di multi-asset strategy ha individuato tre domande determinanti per la performance delle diverse asset class nei mesi conclusivi del 2022. Alla luce degli ultimi eventi, gli autori rispondono ad altre tre domande.
In un contesto di volatilità macroeconomica e di mercato insolitamente elevate, alcuni dei problemi in primo piano il mese precedente possono essere soppiantati da questioni ancora più pressanti il mese successivo.
Nel nostro ultimo aggiornamento, avevamo individuato tre domande determinanti per la performance delle diverse asset class negli ultimi mesi del 2022. La situazione si è evoluta sostanzialmente in linea con le nostre aspettative: la riunione di settembre della Federal Reserve ha mostrato una banca centrale più “falco” di quanto non si aspettassero i mercati, che di fatto si è impegnata a mantenere i tassi abbastanza alti per un periodo di tempo sufficiente a provocare una recessione economica al fine di riportare l'inflazione vicino al target. Le prospettive dell'Europa per quest'inverno rimangono incerte, con l’escalation dell’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina e la politica energetica di Mosca sempre più aggressiva. Il sostegno delle politiche cinesi si sta rivelando un balsamo insufficiente per i problemi dell'economia globale.
Questi problemi, e il loro esito finale, sono tuttora molto rilevanti, ma alla luce degli ultimi eventi e dell'andamento dei prezzi sono emerse altre tre domande che, a nostro avviso, meritano un'attenzione urgente da parte degli asset allocator:
- L'intervento sul mercato obbligazionario del Regno Unito ha implicazioni più ampie?
- Sì, ci ricorda che le banche centrali proteggono la stabilità finanziaria, pertanto il Regno Unito e l'Europa potrebbero limitare la volatilità del mercato obbligazionario e migliorare il profilo rischio-rendimento del reddito fisso globale.
- Il dollaro può continuare a salire?
- Sì. È improbabile che emergano catalizzatori negativi per il dollaro nel breve termine.
- Come si presenta l’outlook per gli utili?
- Sempre più negativo, con pochi motivi per aspettarsi una ripresa.
L'intervento sul mercato obbligazionario del Regno Unito ha implicazioni più ampie?
L'intervento sul mercato obbligazionario del Regno Unito ha implicazioni più ampie?
Sì. I responsabili politici globali sono sempre più cauti riguardo agli effetti del forte aumento dei rendimenti sulla stabilità finanziaria. I rischi per i titoli governativi stanno diventando più equilibrati.
Nel Regno Unito i rendimenti governativi sono aumentati a seguito di un pacchetto fiscale più ampio del previsto, innescando una spirale autoalimentata di vendita del debito nazionale da parte dei fondi pensione. La Bank of England (BoE) ha invertito la rotta, passando da un'imminente vendita di asset ad acquisti netti di titoli di Stato, con l’obiettivo di arginare il calo del mercato dei gilt e proteggere i fondi pensione da perdite potenzialmente paralizzanti.
In Cina, Giappone, Unione europea, Corea del Sud e India (tra gli altri), la banca centrale o le autorità fiscali stanno intervenendo sui mercati valutari o obbligazionari (o hanno preparato gli strumenti per farlo) e le banche centrali sono pronte a contrastare i movimenti dei prezzi giudicati eccessivi o controproducenti per i loro obiettivi.
Figura 1: Volatilità delle obbligazioni statunitensi, i rendimenti scendono dai picchi dopo l'annuncio dell'acquisto di obbligazioni da parte della BoE
Il dollaro può continuare a salire?
Il dollaro può continuare a salire?
Sì. La storia dimostra che il dollaro statunitense è costoso in termini di valutazione, ma anche che questa condizione non impedisce forti impennate.
A nostro avviso la politica della Federal Reserve continuerà a sostenere il dollaro, in quanto è probabile che l'inasprimento proseguirà senza una svolta verso l’allentamento fino a quando non emergeranno prove concrete di debolezza del mercato del lavoro o l'inflazione non tornerà molto più vicina al target. Nessuna delle due ipotesi è probabile nel breve termine. L'inasprimento delle banche centrali innescherà una serie di effetti domino nell'economia globale, e il mercato del lavoro statunitense sarà probabilmente l'ultimo a cadere. A livello globale, il settore dei beni sarà sempre più sotto pressione e avrà ampio spazio per continuare a ridursi, dato che la quota di spesa continuerà a spostarsi verso i servizi. Gli Stati Uniti sono in una posizione relativamente migliore per resistere ai venti contrari, perché una quota minore del PIL è legata ai beni, mentre l'Europa è più esposta allo shock dei prezzi dell'energia, gli altri mercati immobiliari sono più sensibili ai movimenti dei tassi d'interesse (il mutuo a tasso fisso a 30 anni è il prodotto dominante negli Stati Uniti) e la Cina non ha voluto riaprire in modo duraturo l'attività economica.
Figura 2: Il mercato accetta i “tassi più alti più a lungo” della Fed
Le aspettative sui tassi ufficiali sono più elevate lungo tutta la curva rispetto a metà luglio.
I catalizzatori positivi esterni agli Stati Uniti che potrebbero innescare un'inversione di tendenza – una riapertura duratura in Cina, un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina e la fine del controllo della curva dei rendimenti da parte della Bank of Japan – non si realizzeranno con effetti sufficienti prima della fine dell'anno. In particolare, riteniamo che la fine della politica cinese dello zero-COVID sarà più un processo che un evento, e si svilupperà lungo tutto il 2023.
John Connally, segretario al Tesoro di Richard Nixon, notoriamente disse alle sue controparti internazionali “il dollaro è la nostra valuta, ma il vostro problema". Nel breve termine, riteniamo che la forza del dollaro sia destinata a persistere fino a quando non diventerà un problema troppo grande da sopportare per l'economia statunitense.
Come si presenta l’outlook per gli utili?
Come si presenta l’outlook per gli utili?
Sempre più negativo. Il periodo luglio-settembre 2022 è il primo, dal secondo trimestre del 2020, in cui le aspettative di ricavi e utili sono state riviste entrambe al ribasso nel corso del trimestre. Ciò è sintomatico di una svolta decisiva verso un contesto di crescita nominale molto più lenta. Negli ultimi due anni almeno uno dei due elementi, tra crescita e inflazione, ha accelerato o sorpreso al rialzo, dando un ulteriore impulso a ricavi e utili, ma in futuro è assai probabile che né la crescita né l'inflazione faranno altrettanto.
Come si è visto a luglio, il sentiment negativo e le aspettative relativamente basse aumentano la possibilità di strette al rialzo degli asset di rischio durante la stagione degli utili, a patto che i risultati non siano così negativi come si temeva. Ma nel tempo saranno le condizioni macro a dominare. La flessione degli indici dei direttori acquisti, il dollaro forte e il calo dei prezzi delle materie prime implicano che le stime sugli utili dovranno scendere ancora. A meno che non si verifichi un cambiamento di politica fiscale o geopolitica che fornisca validi motivi per ritenere che le revisioni si invertiranno presto, riteniamo che questa pressione al ribasso rimarrà una condizione avversa per gli asset di rischio.
Figura 3: Riviste al ribasso le aspettative su utili e fatturato del terzo trimestre
Variazione delle stime sull'S&P 500 dall'inizio alla fine del trimestre
Implicazioni per l'asset allocation
Implicazioni per l'asset allocation
Il premio al rischio azionario continua a indicare che le azioni sono costose rispetto alle obbligazioni e probabilmente arriveranno altri tagli alle stime sugli utili. Nel frattempo, i banchieri centrali di Regno Unito ed Europa sono più disposti a proteggersi da eventuali impennate disordinate dei rendimenti obbligazionari. Il profilo rischio-rendimento delle obbligazioni e del credito sta migliorando rispetto alle azioni.
In ambito azionario manteniamo un posizionamento difensivo. A livello regionale, preferiamo attualmente posizioni lunghe sulle azioni statunitensi rispetto ad altri titoli dei mercati sviluppati (senza copertura valutaria). L'attività globale sta rallentando e la crescita degli utili delle società statunitensi è meno ciclica rispetto ad altre regioni. Le azioni statunitensi potrebbero essere più vulnerabili se i rendimenti reali dovessero continuare a salire, poiché sono più costose ed esposte al fattore crescita. Per questo motivo riteniamo importante avere un'esposizione senza copertura valutaria, in quanto anche il dollaro USA probabilmente si rafforzerebbe in caso di aumento dei rendimenti reali, compensando in parte la potenziale sottoperformance sul fronte azionario.
La nostra convinzione sulle posizioni lunghe in dollari rimane intatta. Su un orizzonte d'investimento tattico non dovrebbero emergere catalizzatori sufficientemente negativi per il dollaro sul fronte interno, né catalizzatori positivi al di fuori degli Stati Uniti.
Attrattività delle asset class
Il grafico seguente illustra le view del nostro team di asset allocation sull’attrattività delle asset class al 3 ottobre 2022. I riquadri colorati a sinistra indicano il nostro segnale complessivo per le azioni, i tassi e il credito a livello globale. Gli altri rating si riferiscono all’attrattività relativa di alcune regioni nell’ambito dei segmenti azioni, tassi, credito e valute. Poiché il grafico non comprende tutte le asset class, il segnale complessivo netto può essere parzialmente negativo o positivo.
Asset Class | Asset Class | Segnale complessivo/ | Segnale complessivo/ | La view di UBS Asset Management | La view di UBS Asset Management |
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Asset Class | Azionario globale
| Segnale complessivo/ | Grigio | La view di UBS Asset Management |
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Asset Class | Azionario USA | Segnale complessivo/ | Verde chiaro | La view di UBS Asset Management |
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Asset Class | Azionario dei mercati sviluppati (escl. USA) | Segnale complessivo/ | Rosso chiaro | La view di UBS Asset Management |
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Asset Class | Azionario dei mercati emergenti (ME) (escl. Cina) | Segnale complessivo/ | Grigio | La view di UBS Asset Management |
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Asset Class | Azionario cinese | Segnale complessivo/ | Grigio | La view di UBS Asset Management |
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Asset Class | Duration globale | Segnale complessivo/ | Grigio | La view di UBS Asset Management |
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Asset Class | Obbligazionario USA | Segnale complessivo/ | Grigio | La view di UBS Asset Management |
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Asset Class | Obbligazionario dei mercati sviluppati (escl. USA) | Segnale complessivo/ | Rosso chiaro | La view di UBS Asset Management |
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Asset Class | Debito corporate investment grade (IG) USA | Segnale complessivo/ | Grigio | La view di UBS Asset Management |
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Asset Class | Debito corporate high yield USA | Segnale complessivo/ | Grigio | La view di UBS Asset Management |
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Asset Class | Debito mercati emergenti | Segnale complessivo/ | Grigio | La view di UBS Asset Management |
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Asset Class | Titoli sovrani cinesi | Segnale complessivo/ | Grigio | La view di UBS Asset Management |
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Asset Class | Valuta | Segnale complessivo/ |
| La view di UBS Asset Management |
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