Temi in focus

  • Nell’azionario, la continua crescita degli utili dovrebbe compensare gli effetti negativi della riduzione degli acquisti di titoli da parte della Fed.
  • A nostro parere gli investitori stanno sottovalutando la forza dell’espansione, che offre opportunità nelle posizioni procicliche.
  • Vediamo segnali positivi di una transizione verso un contesto di crescita nominale più sano, con un aumento dell’attività reale e un calo delle pressioni inflazionistiche.
  • Secondo la nostra view, una Fed che si muove ancora a passi misurati e l’accelerazione ciclica favoriscono l’aumento dei rendimenti obbligazionari a lungo termine e la sovraperformance delle regioni e dei settori prociclici.

Gli investitori si preparano a un punto di inflessione nella politica della Federal Reserve, con il passaggio dall’aumento degli stimoli monetari al loro graduale ritiro. Non è il taper tantrum del 2013, bensì un tapering annunciato.

Il ritiro degli stimoli delle banche centrali è la conseguenza naturale e positiva di una ripresa economica globale che continua a ritmo sostenuto, anche se la variante Delta impedisce la completa normalizzazione dell’attività. D’altro canto, il basso livello dei rendimenti obbligazionari a lungo termine e degli indicatori interni del mercato azionario implica che al momento l’economia non è in grado di gestire aggiustamenti, seppur modesti, all’attuale contesto di politiche altamente accomodanti.

Siamo convinti che questa visione sia fuorviante. Di per sé, l’iniziale ritiro degli stimoli monetari negli Stati Uniti non mette a rischio l’espansione economica, in quanto i livelli di attività rimarranno probabilmente ben oltre il trend nel 2022, e non rappresenta quindi una minaccia per la crescita degli utili che sostiene il mercato azionario rialzista.

Un’asticella più alta per i rialzi

Visto il recente rallentamento della crescita dell’occupazione negli Stati Uniti, sembrano escluse imminenti sorprese restrittive della Fed, quali un annuncio sul tapering alla riunione di settembre o una riduzione particolarmente rapida degli acquisti di obbligazioni. D’altro canto, l’avanzamento complessivo dell’inflazione e dell’occupazione rispetto ai minimi della pandemia consentirebbe alla Fed di avviare la riduzione degli acquisti di titoli prima della fine dell’anno.

Su un orizzonte a cinque anni, l’inflazione PCE si attesta in media oltre il 2% – in linea, quindi, con l’obiettivo di inflazione media flessibile definito in linea generale dalla Fed. È importante però ricordare che questo non è di per sé sufficiente perché la banca centrale inizi ad alzare i tassi. L’asticella è decisamente più alta. La forward guidance della Fed persegue un triplice obiettivo, affermando che il tasso di riferimento rimarrà a zero finché non si verificheranno le seguenti condizioni: (1) l’inflazione dovrà salire al 2% e (2) dovrà riuscire a rimanere moderatamente al di sopra di quel livello per un certo periodo di tempo, (3) il mercato del lavoro dovrà raggiungere la massima occupazione. Nel suo discorso virtuale alla conferenza di Jackson Hole, il presidente della Fed Jerome Powell ha sottolineato che i criteri per il tapering sono alquanto diversi da quelli richiesti per il decollo dei tassi, e che l’inflazione non è l’unico aspetto da considerare.

Al momento, il mercato del lavoro statunitense è ben lontano dalla situazione prepandemica e rappresenta il vincolo che impedisce un ritiro più aggressivo degli stimoli monetari. La banca centrale deve ancora sistematizzare una definizione di piena occupazione, definizione che non sembra arriverà in tempi brevi. Ci aspettiamo piuttosto che saranno gli esiti dell’inflazione realizzata a determinare la view della banca centrale su ciò che ragionevolmente costituisce il massimo impiego. A nostro parere è improbabile che la Fed aumenti i tassi finché il tasso di disoccupazione non sarà inferiore al 4%, come minimo, a fronte del contemporaneo rispetto dei citati criteri relativi all’inflazione.

Crediamo che il tapering sarà annunciato verso la fine di quest’anno e attuato nel corso dei successivi 8-12 mesi. Alla fine di tale periodo l’inflazione dovrebbe essersi raffreddata, in particolare l’inflazione core PCE, in quanto l’inversione di tendenza nelle categorie idiosincratiche e in fase di riapertura compenserà il continuo aumento della componente immobiliare. Dopo che il tapering avrà fatto il suo corso, i bassi livelli di inflazione potrebbero ostacolare i rialzi dei tassi, contribuendo a prolungare la politica monetaria più accomodante.

Una crescita nominale più sana

Dalla riunione di giugno della Fed è emerso che diversi suoi membri sono più sensibili alle pressioni sui prezzi inaspettatamente elevate associate alla riapertura economica, nonché alle difficoltà della supply chain, rispetto a quanto non si aspettassero gli investitori. Poco dopo, i mercati hanno iniziato a scontare un maggiore inasprimento della politica monetaria nel 2022-2023 anziché nel 2024-2025, e le curve dei rendimenti si sono notevolmente appiattite.

In sintesi, la visione del mercato è questa: l’inflazione che costringerà la Fed a reagire il prima possibile è sufficiente a minare l’espansione economica. A nostro parere è difficile che si verifichi una simile sequenza di eventi.

Figura 1: La crescita del reddito da lavoro sosterrà i consumi

Fonte: UBS-AM, Bloomberg. Dati all’8 settembre 2021.

Figura 1: La crescita del reddito da lavoro sosterrà i consumi. Il grafico mostra l’andamento dei salari aggregati negli Stati Uniti rispetto alla variazione su base annua, dal 2009 fino a settembre 2021.

Dopo l’espansione relativamente stagnante dello scorso ciclo, siamo consapevoli che per i sostenitori dell’ottimismo economico sia difficile dimostrare le proprie tesi. Ma gli investitori non sembrano rendersi conto di come la forza dell’attività economica stia durando più a lungo in questo ciclo rispetto a quanto accadde dopo la crisi finanziaria globale del 2007-2008. Negli Stati Uniti il dato nazionale sui salari aggregati sta aumentando a un ritmo che sfiora il 10% annuo e ha quasi eclissato il suo trend prepandemico. Il consumatore statunitense, motore dell’attività globale, può contare inoltre sull’eccesso di risparmio derivante dalle precedenti misure di sostegno al reddito. Le scorte delle imprese sono molto ridotte e si avverte la necessità e la volontà di ricostituirle. Le continue interruzioni sul lato dell’offerta, dovute in parte alla forza della domanda, dovranno essere risolte stabilmente con investimenti che aumentino la capacità produttiva.

Un’inflazione elevata dipenderebbe probabilmente dal continuo stress sulla supply chain e dalla forte domanda persistente in un quadro di modesto inasprimento. D’altro canto, il passaggio a una composizione più favorevole della crescita nominale – più attività reale e meno inflazione – consentirebbe alla banca centrale di continuare a pazientare sui tassi di riferimento. Ultimamente abbiamo visto segnali incoraggianti su questo fronte: il numero di materie prime di cui scarseggia l’offerta presso i produttori statunitensi è diminuito, analogamente all’indice Ism dei prezzi pagati e all’indice dei tempi di consegna dei fornitori, mentre i nuovi ordini continuano ad aumentare a ritmo sostenuto. Questi progressi potrebbero tuttavia subire occasionali battute d’arresto a causa della pandemia in corso.

Figura 2: Gli investitori scontano un inasprimento più imminente ma meno aggressivo dopo la riunione di giugno della Fed

Fonte: UBS-AM, Bloomberg. Dati all’8 settembre 2021.

Figura 2: Gli investitori scontano un inasprimento più imminente ma meno aggressivo dopo la riunione di giugno della Fed. Il grafico mostra lo spread tra i future sull’eurodollaro del 21 e 23 dicembre rispetto allo spread tra i future sull’eurodollaro del 23 e 25 dicembre, da dicembre 2022 fino all’8 settembre 2021.

Figura 3: I dettagli del rapporto sull’indice manifatturiero Ism statunitense indicano una migliore composizione della crescita nominale

Fonte: UBS-AM, Bloomberg. Dati al 31 agosto 2021.

Figura 3: I dettagli del rapporto dell’indice manifatturiero Ism statunitense indicano una migliore composizione della crescita nominale. Il grafico mostra i prezzi pagati a fronte di nuovi ordini e i tempi di consegna dei fornitori dal 2006 a settembre 2021.

Attenzione alle aspettative

Crediamo che il motivo più probabile di un’eventuale svolta restrittiva della Federal Reserve sia il timore che gli obiettivi del suo duplice mandato siano temporaneamente incompatibili. Se per esempio le pressioni inflazionistiche superiori al target dovessero essere considerate più persistenti che transitorie, la banca centrale potrebbe intervenire per frenare l’inflazione anche se il mercato del lavoro non fosse giunto alla piena occupazione.

Un aumento significativo delle aspettative di inflazione a lungo termine è il rischio chiave per valutare se ciò possa accadere. Il presidente della Fed Jerome Powell ha definito di recente una “dashboard” per monitorare le aspettative di inflazione. Secondo Powell, questa serie di metriche è ampiamente in linea con la visione sulla stabilità dei prezzi della Fed. Se l’aumento delle aspettative di inflazione dovesse diventare effettivamente preoccupante, crediamo che la guidance della banca centrale sulle condizioni necessarie per l’aumento dei tassi verrebbe notevolmente modificata ben prima di qualsiasi variazione nella politica monetaria.

Secondo la nostra view, i livelli fortemente negativi dei rendimenti reali statunitensi, che proteggono il detentore dall’inflazione CPI, contrastano con il probabile vigore dell’espansione economica globale e dovrebbero aumentare nel tempo. Un eventuale aggiustamento dei tassi reali sarebbe probabilmente più drastico, significativo e dirompente per gli asset di rischio – e in particolare per i titoli a crescita secolare – se le aspettative di inflazione rischiassero di aumentare senza freni.

Conclusioni

Gli investitori stanno sottovalutando la probabile forza della crescita economica, che difficilmente potrà deragliare a causa dei timidi passi con cui le banche centrali intendono uscire dalle politiche di allentamento straordinarie.

Dimostrandosi paziente sulla rimozione degli stimoli a breve termine anche se l’inflazione inerziale rimane elevata, la banca centrale statunitense sta orchestrando una ripresa dell’economia. Nel ciclo economico in corso, questo approccio consentirà forse più rialzi dei tassi di quelli che vedremmo se i funzionari della Fed dovessero agire aggressivamente e in via preventiva. In tale prospettiva, questo orientamento delle politiche dovrebbe contribuire all’aumento dei rendimenti obbligazionari nel tempo.

Figura 4: Le aspettative di inflazione rimangono ben ancorate

Fonte: UBS-AM, University of Michigan, Federal Reserve, Bloomberg. Dati al 6 settembre 2021.

Figura 4: Le aspettative di inflazione rimangono ben ancorate. Il grafico mostra diverse misure dell’inflazione attesa: l’indice delle aspettative comuni di inflazione, l’inflazione mediana attesa a 5-10 anni dalle famiglie, il tasso di inflazione PCE a 10 anni dei Professional Forecasters e l’inflation swap rate a 5 anni dal 2008 a settembre 2021.

Attrattività delle asset class

Il grafico di cui sotto illustra le view del nostro team di Asset Allocation sull’attrattività complessiva delle asset class, oltre che sull’attrattività relativa nell’ambito dei segmenti azionario, obbligazionario e valutario, al 10 settembre 2021.

Fonte: UBS Asset Management Investment Solutions Macro Asset Allocation Strategy team, al 31 agosto 2021. Le opinioni illustrate sono fornite sulla base di un orizzonte degli investimenti di 3-12 mesi, non riflettono necessariamente il posizionamento del portafoglio reale e sono soggette a variazione.

Asset class attractiveness (ACA) chart. The chart shows the views of our Asset Allocation team on overall asset class attractiveness, as well as the relative attractiveness within equities, fixed income and currencies, as of 10 September 2021.

Attrattività delle asset class. Il grafico illustra le view del nostro team di Asset Allocation sull’attrattività complessiva delle asset class, oltre che sull’attrattività relativa nell’ambito dei segmenti azionario, obbligazionario e valutario, al 10 settembre 2021.

Asset Class

Asset Class

Segnale complessivo

Segnale complessivo

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Asset Class

Azionario globale

 

Segnale complessivo

Verde chiaro

 

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  • Il nostro outlook per l’azionario nei prossimi 12 mesi rimane positivo. La ripresa economica dovrebbe continuare quest’anno sulla scorta di un quadro globale di stimoli fiscali aggiuntivi, condizioni finanziarie ancora accomodanti e progressi nella somministrazione di massa degli efficaci vaccini anti-COVID.
  • Il miglioramento delle aspettative sugli utili dovrebbe sostenere i continui guadagni dell’azionario globale nonostante le valutazioni elevate. Il premio al rischio azionario è prossimo al floor del ciclo precedente, pertanto il potenziale di rialzo potrebbe essere limitato ora che i rischi legati alle politiche cominciano a diventare più bilaterali e il momentum della crescita sta raggiungendo il picco.
  • Considerata la portata del rally azionario degli ultimi mesi, ravvisiamo maggiori possibilità di rialzo nelle opportunità di relative value che offrono un’esposizione a prezzi interessanti verso un contesto di crescita globale che sarà ancora molto robusto rispetto alle esposizioni beta.

Asset Class

Azionario USA

 

Segnale complessivo

Neutrale

 

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  • Le azioni statunitensi continuano a presentare valutazioni a premio. A determinare questa dinamica è la composizione settoriale, con una maggiore ponderazione della tecnologia difensiva aciclica rispetto ad altri mercati. Questa caratteristica potrebbe rivelarsi tutt’altro che vantaggiosa nel caso in cui gli investitori mirino ad ampliare l’esposizione ciclica, di conseguenza preferiamo gli indici statunitensi a ponderazione equa rispetto a quelli basati sulla capitalizzazione di mercato.
  • La continua forza degli utili, i bilanci robusti e un supporto senza precedenti dalla Federal Reserve dovrebbero continuare a sostenere le azioni statunitensi, ma i rischi legati alla politica fiscale/tributaria stanno diventando più bilaterali.

Asset Class

Azionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

 

Segnale complessivo

Verde chiaro

 

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  • Le azioni dei mercati sviluppati non statunitensi presentano valutazioni interessanti e hanno un’esposizione significativa verso la ripresa economica globale.
  • La crescita degli utili in Europa e Giappone è destinata a superare quella degli Stati Uniti, e queste migliori prospettive non si riflettono pienamente nella recente performance relativa di queste regioni.
  • Nei mercati azionari sviluppati, esclusi gli Stati Uniti, sia gli utili che le valutazioni hanno più margine di crescita.
  • Anche i progressi nella somministrazione dei vaccini dovrebbero contribuire a migliorare il sentiment degli investitori.

Asset Class

Azionario dei mercati emergenti (ME) (escl. Cina)

 

Segnale complessivo

Neutrale

 

            View di UBS Asset Management

  • La solida crescita della Cina nonostante la diminuzione degli stimoli, uno dei nostri temi macroeconomici, è un fattore positivo per questa asset class, specialmente per i Paesi con i legami economici e finanziari più stretti. La resilienza dei metalli industriali, persino durante un rally delle obbligazioni sovrane, è un altro indicatore anticipatore che preannuncia solide basi per l’attività reale.
  • Le azioni dei mercati emergenti continuano tuttavia ad affrontare sfide a breve termine quali una svolta negativa nella crescita futura degli utili rispetto ai mercati sviluppati e un minore accesso ai vaccini più efficaci.

Asset Class

Azionario cinese

 

Segnale complessivo

Neutrale

 

            View di UBS Asset Management

  • Le misure politiche volte a limitare il potere delle grandi major di internet possono rappresentare un ostacolo per questa importante area del mercato azionario.
  • Il recente taglio del coefficiente di riserva obbligatoria (RRR) potrebbe indicare che il picco della contrazione del credito è stato superato. L’imminente svolta nelle politiche di sostegno fiscale e di impulso al credito in Cina dovrebbe sostenere gli asset ciclici globali.
  • Abbiamo una preferenza per le azioni internazionali di Paesi dove la ripresa è meno matura e le revisioni degli utili più favorevoli.
  • La nuova amministrazione USA sarà più prevedibile nei rapporti con la Cina, mentre porterà avanti il processo di decoupling economico in aree di importanza strategica.

Asset Class

Duration globale

 

Segnale complessivo

Rosso chiaro

 

            View di UBS Asset Management

  • I rendimenti delle obbligazioni a lungo termine hanno ritracciato in maniera aggressiva in vista della svolta del momentum di crescita globale e a fronte dei toni sempre più restrittivi della Federal Reserve. D’altro canto, i rischi di inflazione rimangono orientati al rialzo e l’attività economica globale è destinata a rimanere robusta anche nel 2022.
  • Ci aspettiamo quindi che gli aumenti dei tassi reali e delle misure di compensazione dell’inflazione basate sul mercato contribuiscano a ulteriori rialzi dei rendimenti.
  • Il reddito fisso sovrano continua comunque a svolgere un importante ruolo di diversificazione nella costruzione del portafoglio e si conferma particolarmente efficace in termini di copertura al ribasso nelle posizioni azionarie di relative value procicliche.

Asset Class

Obbligazionario USA

 

Segnale complessivo

Rosso chiaro

 

            View di UBS Asset Management

  • I Treasury USA si confermano il principale bene rifugio a livello mondiale e la prima fonte di rendimento risk-free. La reattività della Fed ai rischi di inflazione ha minato l’appeal delle obbligazioni steepener finché le pressioni sui prezzi non recederanno e l’attività economica rimarrà elevata.
  • L’imminente picco delle crescita globale, i timori circa un potenziale errore politico delle Fed, la forte domanda estera e la lunga estensione del posizionamento short hanno contribuito a un netto calo dei rendimenti dei Treasury USA e all’appiattimento delle curve dei rendimenti.
  • Ci aspettiamo che andando avanti questa situazione si inverta, con una combinazione di forte crescita e inflazione che determinerà l’aumento dei rendimenti dei Treasury lungo la curva.
  • Probabilmente la Federal Reserve definirà un piano ufficiale per la riduzione degli acquisti di titoli entro la fine dell’anno, mentre l’entità della decelerazione delle pressioni sui prezzi durante il quarto trimestre sarà determinante per stabilire se il rinvio degli stimoli dovrà essere anticipato oppure rinviato.

Asset Class

Obbligazionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

 

Segnale complessivo

Rosso chiaro

 

            View di UBS Asset Management

  • Continuiamo a ritenere poco interessanti i rendimenti sovrani dei mercati sviluppati non statunitensi. Il dominio della Bank of Japan sul mercato del debito governativo giapponese e il suo successo nel controllare la curva dei rendimenti riducono l’uso di questa asset class al di fuori delle posizioni di relative value. La potenziale integrazione fiscale europea e il solido impegno a sostenere le economie durante la pandemia sono fattori che possono comprimere gli spread periferici, forse però anche a spese di un aumento dei costi di finanziamento nei Paesi core.

Asset Class

Debito corporate investment grade (IG) USA

 

Segnale complessivo

Rosso chiaro

 

            View di UBS Asset Management

  • Gli spread hanno interamente ritracciato grazie al supporto delle politiche e al miglioramento delle prospettive economiche, mentre i costi di finanziamento complessivi sono ben al di sotto dei livelli prepandemici. L’asset class IG USA è una delle poche fonti di rendimenti positivi di qualità disponibili e quindi un probabile destinatario di ingenti risparmi globali. Tuttavia, il rischio di duration insito nel debito high-grade in fase di ripresa dell’economia e il potenziale ampliamento degli spread se l’espansione risulterà minacciata rappresentano concreti rischi bilaterali che pesano sulle aspettative di rendimento totale per questa asset class.

Asset Class

Obbligazionario ad alto rendimento (High yield) USA

 

Segnale complessivo

Verde chiaro

 

            View di UBS Asset Management

  • Ci aspettiamo che andando avanti i rendimenti totali dell’HY dipendano più dal carry che dalla compressione degli spread. Le cedole disponibili continueranno ad attrarre acquirenti in un contesto caratterizzato da rendimenti ridotti.
  • L’asset class presenta valutazioni più interessanti e una minore sensibilità all’aumento dei tassi di interesse rispetto alle obbligazioni IG.

Asset Class

Debito dei mercati emergenti

Dollaro USA

Valuta locale

Segnale complessivo

Neutrale / Verde chiaro

 

            View di UBS Asset Management

  • Abbiamo una view positiva sulle obbligazioni dei mercati emergenti denominate in dollari dovuta all’equilibrio tra opportunità di carry e rischio di duration.
  • Il credito asiatico presenta valutazioni molto interessanti ed è destinato a realizzare buone performance in contesti di miglioramento o stabilizzazione delle aspettative di crescita, purché non si verifichino esiti economici altamente avversi.
  • Il range di negoziazione più delimitato del dollaro USA elimina una delle precedenti condizioni favorevoli per l’outlook dei rendimenti totali delle obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale.

Asset Class

Obbligazionario cinese

Segnale complessivo

Verde scuro

            View di UBS Asset Management

  • Tra i dieci principali mercati del reddito fisso a livello mondiale, le obbligazioni governative cinesi offrono i rendimenti nominali più elevati e proprietà difensive che non si ritrovano in buona parte dell’universo dei mercati emergenti. Il raffreddamento della crescita economica interna e l’inclusione negli indici obbligazionari globali dovrebbero esercitare una pressione al ribasso sui rendimenti nei prossimi 3-12 mesi.

Asset Class

Valute

 

Segnale complessivo

-

 

            View di UBS Asset Management

  • I segnali di preoccupazione della Federal Reserve circa i rischi di inflazione, testimoniati dall’aumento del valore mediano per il 2023 sul grafico dot plot, stabiliscono un floor più elevato per il dollaro e riducono sensibilmente la possibilità che a breve termine vengano nuovamente testati i minimi di fine maggio.
  • Le valute dei mercati emergenti quali RUB e BRL, sostenute dal continuo inasprimento monetario, sono ben posizionate per sovraperformare anche con il dollaro confinato in un range delimitato, mentre le valute asiatiche cicliche e selezionati esportatori di materie prime del G10 andranno incontro a maggiori difficoltà.

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