Autori
Evan Brown Luke Kawa

Temi in focus

  • Siamo ottimisti sulla prospettiva di un’economia statunitense abbastanza forte da riuscire ad affrontare le condizioni avverse e a evitare una recessione nei prossimi 12 mesi.
  • Il mercato potrebbe tuttavia iniziare a scontare un rischio di recessione più elevato nei prossimi mesi.
  • Le valutazioni azionarie sono ancora elevate rispetto a quelle obbligazionarie. Riteniamo inoltre improbabile che nel breve periodo compaiano segnali di un punto di minimo duraturo della crescita economica o di una svolta della Fed verso una posizione meno restrittiva.
  • Se, contrariamente alle nostre aspettative, il momentum economico globale dovesse accelerare, le azioni cinesi rappresentano un modo interessante per esprimere questa view.

Un dibattito chiave, sul mercato azionario, riguarda la probabilità e la prossimità di una recessione negli Stati Uniti. Gli orsi pensano che la fine dell’espansione sia imminente, mentre i tori si aspettano un sostanziale rimbalzo del mercato azionario a condizione che l’economia eviti un simile scenario negativo. Noi non condividiamo né l’una, né l’altra opinione.

Secondo la nostra view, è improbabile che gli Stati Uniti entrino in recessione il prossimo anno, ma in ogni caso continuiamo a ritenere poco interessanti le azioni a livello di indice. Andando avanti, è più probabile che il mercato inizi a scontare un rischio maggiore, anziché minore, di recessione, e le valutazioni ancora costose non offrono una remunerazione adeguata dei rischi di ribasso per l’attività e gli utili. Ai fini dell’asset allocation, è fondamentale questa sequenza: prima di poterci posizionare per la resilienza economica, crediamo sia meglio posizionarsi per la paura della crescita.

Per i prossimi dodici mesi, i punti di forza dell'economia superano le vulnerabilità

Come abbiamo detto, questo ciclo è diverso, essendo caratterizzato da un contesto di crescita nominale più elevata. I bilanci del settore privato rimangono solidi, la spesa al consumo sta ruotando, non diminuendo, e le pressioni sull’inflazione core dovrebbero raffreddarsi. In una prospettiva a dodici mesi, questi fattori positivi potrebbero superare le vulnerabilità causate da fattori quali le condizioni finanziarie più restrittive, i rialzi aggressivi della Federal Reserve, il rallentamento del settore dei beni e l’inflazione elevata.

Il settore privato nel complesso – famiglie e imprese – ha accumulato un surplus finanziario significativo, l’altra faccia dei massicci disavanzi fiscali dovuti alla pandemia. Per le imprese, questi risparmi netti aumentano la capacità di affrontare gli shock della domanda senza subire uno stress finanziario, ma l’aspetto ancora più importante è che questi fondi creano un effetto cuscinetto che consente alle famiglie di mantenere i livelli di spesa. Delle sette recessioni verificatesi negli Stati Uniti negli ultimi cinquant’anni, tutte tranne una sono state caratterizzate da una contrazione dei consumi reali. A causa dell’aumento dell’inflazione, le famiglie a basso reddito hanno già iniziato ad attingere ai risparmi, mentre i costi elevati dell’energia potrebbero penalizzare ulteriormente i consumi discrezionali. Ma l’aspetto critico è che negli Stati Uniti il 40% delle famiglie, in base al reddito, rappresenta il 60% della spesa – ed è qui che l’eccesso di risparmio si momento.

Figura 1: I quintili di redditi più elevati rappresentano la maggior parte dei consumi statunitensi

Spesa media annua per quintile di reddito

Figura 2: La rotazione dei consumi statunitensi risulta evidente

UBS-AM, Macrobond. Dati al 2020.
Fonte: UBS-AM, Macrobond. Dati al 2020.

Il grafico 1 mostra che i quintili di redditi più elevati rappresentano la maggior parte dei consumi statunitensi.

UBS-AM, Bloomberg. Dati al 30 aprile 2022.
Fonte: UBS-AM, Bloomberg. Dati al 30 aprile 2022.

Il grafico 2 mostra la rotazione dei consumi statunitensi da consumo reale di beni a consumo reale di servizi.

Negli Stati Uniti l’attuale reversione media della spesa per beni, superiore al trend, è una conferma dei progressi compiuti verso il mantenimento della normalità pre-pandemica, non l’avvisaglia di una recessione interna. Dal picco della spesa reale per beni segnato a marzo 2021, la crescita dei servizi è stata pari al doppio rispetto al calo dei beni. Poiché riteniamo che in termini aggregati la disponibilità a spendere rimanga solida, non ci sono motivi o prove per sospettare che la crescita statunitense dell'ultimo anno stia per subire una svolta repentina.

Se le pressioni inflazionistiche provenienti dal mercato dei beni e del lavoro diminuiscono, dovrebbe diminuire anche la minaccia per l'espansione economica statunitense rappresentata dall'inasprimento della Federal Reserve. L'aumento delle scorte (ad eccezione del settore auto) e la moderazione delle tariffe di trasporto suggeriscono che potrebbe essere in arrivo una forte disinflazione, se non una vera e propria deflazione, dei prezzi dei beni di base. Poiché questi aumenti anomali dei prezzi dei beni hanno determinato un'inflazione superiore al trend, riteniamo che una flessione su questo fronte potrà ampiamente compensare le pressioni al rialzo sui prezzi dei servizi.

Una continua ripresa dell'offerta di lavoro attenuerebbe la crescita dei salari e porterebbe il mercato del lavoro in un territorio più equilibrato, oltre a fornire una prova ancora più significativa del fatto che le pressioni inflazionistiche sottostanti si stanno raffreddando in modo duraturo. La citata diminuzione dei risparmi per le famiglie a basso reddito dovrebbe fornire la spinta alla reintegrazione nella forza lavoro. La carenza di posti di lavoro e l’elevato numero di posizioni lavorative aperte rispetto ai livelli pre-pandemia riguardano soprattutto i settori a basso salario, in particolare il tempo libero e l'ospitalità. In questo settore si è inoltre registrato il tasso di crescita salariale più elevato in assoluto dall'inizio della pandemia, il che potrebbe contribuire a far rientrare gli aspiranti lavoratori.

Per i prossimi mesi, i rischi azionari sono superiori ai livelli di remunerazione

La nostra previsione di tenuta dell'economia statunitense nei prossimi 12 mesi non è ancora spendibile in una prospettiva di asset allocation tattica.

I titoli azionari sono ancora poco attraenti dal punto di vista delle valutazioni e devono diventare più convenienti per invogliarci ad aggiungere rischio, in assenza di un cambiamento sostanziale del quadro macroeconomico. Il premio per il rischio azionario è ancora moderatamente ristretto e i mercati solitamente non toccano il fondo quando le azioni sono così costose rispetto alle obbligazioni.

Anche gli utili sono soggetti a rischi di ribasso. Gli analisti hanno alzato del 2% circa le stime relative agli utili per azione globali da inizio anno, anche se le previsioni di crescita mondiale sono state ridotte di 1,1 punti percentuali. Le stime bottom-up suggeriscono che il tasso di crescita annuale composto degli utili per l’MSCI ACWI, dalla fine del 2021 fino al 2023, sarà superiore al 9%, mentre era stato inferiore al 3% dal 2010 al 2019. Queste stime sono talmente elevate che crediamo possano avere spazio per ridursi in un contesto di rallentamento della crescita, anche senza una recessione.

Figura 3: Probabile effetto deflazionistico dovuto alla riduzione delle scorte

Figura 4: Rischi di ribasso per le stime sugli utili a causa del rallentamento della crescita

UBS-AM, Macrobond. Dati al 2020.
Fonte: UBS-AM, Macrobond. Dati al 2020.

Il grafico 3 mostra il probabile effetto deflazionistico dovuto alla riduzione delle scorte.

UBS-AM, Bloomberg. Dati al 30 aprile 2022.
Fonte: UBS-AM, Bloomberg. Dati al 30 aprile 2022.

Il grafico 4 mostra i rischi di ribasso per le stime sugli utili a causa del rallentamento della crescita.

Figura 5: Rendimenti attesi in miglioramento

Rendimenti geometrici attesi a cinque anni, in termini di USD

Azioni globali, senza copertura Obbligazioni globali Inv. Grade, con copertura

Il grafico 5 mostra che i rendimenti geometrici attesi a cinque anni in termini USD sono in miglioramento.

Il nostro processo di base incorpora le valutazioni correnti, le condizioni di mercato e i principali input previsionali per generare i rendimenti attesi a cinque anni per asset class e regione.
Nota: Stima liquidità a marzo 2020 effettuata in aprile 2020.

La volatilità della crescita degli utili è risultata spesso collegata alla performance dei settori di produzione dei beni e al ciclo PMI del settore manifatturiero. Mentre un picco dell’inflazione potrebbe dare un po’ di sollievo alle valutazioni azionarie rispetto alle obbligazioni, una diminuzione dell’inflazione potrebbe anche rispecchiare la compressione dei margini o il deterioramento della domanda che incide negativamente sulla performance operativa. L’ampiezza delle revisioni degli utili è già piuttosto scarsa. Escludendo i settori energia e materiali, legati alle commodity, nel complesso le revisioni degli utili per azione hanno evidenziato un andamento stagnante per le azioni statunitensi.

Storicamente, gli asset di rischio non segnano il picco negativo finché non si verifica un’inflessione positiva negli indici dei direttori d’acquisto del settore manifatturiero o finché non c’è stata una svolta accomodante della Federal Reserve. A nostro parere, nessuno dei due catalizzatori è imminente. Il netto inasprimento delle condizioni finanziarie da inizio 2022 è coerente con una crescita inferiore al tasso tendenziale nei mesi successivi dell’anno. E anche in caso di decelerazione, l’inflazione rimarrà probabilmente elevata, ostacolando la svolta della Fed in una direzione meno restrittiva.

Ai fini dell’asset allocation, l’approccio ottimale prevede di sfruttare questo percorso prima di puntare sulla destinazione.
Questo significa rimanere sottopesati sulle azioni, dove siamo più inclini ad attenuare eventuali rally del mercato ribassista, con un posizionamento relativamente prudente in ambito azionario, dove l’healthcare è il nostro settore difensivo preferito.

Intendiamo inoltre puntare selettivamente sulla ciclicità, in particolare nelle materie prime e nelle azioni energetiche. Se la domanda di consumi regge, i prezzi del petrolio rimarranno probabilmente stabili. E se i mercati energetici subiranno ulteriori shock negativi sul fronte dell’offerta, crediamo che la spesa relativa ad altri beni più discrezionali subirà probabilmente maggiori pressioni rispetto ai carburanti, uno sviluppo già citato da diversi importanti retailer in occasione delle call sugli utili del primo trimestre.

L’idea di investimento più interessante in caso di un inatteso aumento del momentum economico globale riguarda, a nostro avviso, gli asset di rischio cinesi. I mercati sono convenienti e, a differenza di altre importanti economie, è in atto un allentamento delle politiche anziché un inasprimento. Delle tre principali condizioni avverse che vediamo per i mercati quest’anno (inasprimento aggressivo della Fed, invasione russa e attività cinese), crediamo che quest’ultimo sarà molto probabilmente il primo a trasformarsi in una condizione favorevole.

Implicazioni per l’asset allocation

Il contesto attuale presenta numerose sfide per l’asset allocation. A nostro parere, gli investitori continueranno probabilmente a vedere il bicchiere mezzo vuoto per quanto riguarda gli sviluppi economici a breve termine, non distinguendo tra decelerazione e una vera e propria flessione.

Data la nostra visione basata sulla tenuta dell’espansione economica, stiamo inoltre avvicinandoci a livelli dove il credito sembra più interessante, dato il movimento complessivo dei rendimenti dovuto all’ampliamento degli spread e ai rendimenti governativi più elevati.

Facendo un passo indietro, questa debolezza dei mercati finanziari da inizio anno evidenzia anche un lato positivo, ovvero il miglioramento dei rendimenti forward attesi legato al reset delle valutazioni e all’ampliamento del rendimento risk-free (cfr. Figura 5). In linea con il nostro approccio, avendo esercitato un certo grado di cautela sugli asset rischiosi siamo ora meglio posizionati per riuscire a sfruttare le opportunità che si presenteranno al raggiungimento dei nostri obiettivi macroeconomici o di valutazione.

Attrattività delle asset class (ACA)

Il grafico seguente illustra le view del nostro team di asset allocation sull’attrattività delle asset class al 1° giugno 2022. I riquadri colorati a sinistra indicano il nostro segnale complessivo per le azioni, i tassi e il credito a livello globale. Gli altri rating si riferiscono all’attrattività relativa di alcune regioni nell’ambito dei segmenti azioni, tassi, credito e valute. Poiché il grafico non comprende tutte le asset class, il segnale complessivo netto può essere parzialmente negativo o positivo.

Fonte: UBS Asset Management Investment Solutions Macro Asset Allocation Strategy team, al 1° giugno 2022. Le view, fornite sulla base di un orizzonte di investimento di 3-12 mesi, non riflettono necessariamente l’effettivo posizionamento del portafoglio e sono soggette a variazione.

Asset Class

Asset Class

Segnale complessivo/relativo

Segnale complessivo/relativo

La view di UBS Asset Management

La view di UBS Asset Management

Asset Class

Azionario globale

Segnale complessivo/relativo

Rosso

La view di UBS Asset Management

  • Secondo la nostra view, i titoli azionari globali sono poco interessanti in termini tattici. Il premio al rischio azionario implica che le azioni sono ancora costose rispetto alle obbligazioni. Le valutazioni azionarie subiranno probabilmente pressioni a causa dell’inasprimento delle banche centrali, mentre il rallentamento della crescita contribuisce ad aumentare i rischi di ribasso per le stime degli utili.
  • In ambito azionario preferiamo le opportunità di valore relativo, inoltre manteniamo un posizionamento prudente con una preferenza per settori quali l’healthcare e regioni come il Regno Unito, che ha una composizione più difensiva. Abbiamo inoltre selezionate posizioni long sulla ciclicità attraverso titoli azionari legati alle materie prime.
  • A nostro parere l’espansione economica dovrebbe continuare nonostante i venti contrari dovuti a fattori quali l’inasprimento delle condizioni finanziarie, i rialzi aggressivi dei tassi, la moderazione della spesa per beni e l’inflazione elevata. I bilanci del settore privato rimangono solidi, la spesa al consumo sta ruotando, non diminuendo, e le pressioni sull’inflazione core dovrebbero raffreddarsi, tuttavia è troppo presto per orientarsi in base a questa view: d’ora in avanti è probabile che il mercato inizierà a scontare un maggiore rischio di recessione.

Asset Class

Azionario USA

Segnale complessivo/relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Le azioni statunitensi sono diventate relativamente più interessanti data la nostra cautela sull’azionario globale.
  • Le azioni americane sono più acicliche e tendono a sovraperformare quando gli indicidei direttori d’acquisto del settore manifatturiero sono in calo.
  • Nell’azionario USA continuiamo a preferire gli indici statunitensi a ponderazione equa rispetto agli indici basati sulla capitalizzazione di mercato.
  • Rispetto agli altri principali mercati sviluppati, negli Stati Uniti la crescita evidenzia una migliore tenuta.
  • Le azioni statunitensi continuano tuttavia a presentare valutazioni a premio, il che potrebbe penalizzare la performance relativa qualora aumentassero ulteriormente le aspettative circa il tasso terminale della Fed per questo ciclo o diminuissero i rischi geopolitici.

Asset Class

Azionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

Segnale complessivo/relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Le azioni dei mercati sviluppati non statunitensi presentano valutazioni interessanti ma sono anche altamente cicliche, inoltre tendono a sottoperformare in un contesto in cui gli indici dei direttori d’acquisto del settore manifatturiero continuano a decelerare.
  • Alle azioni giapponesi mancano i catalizzatori che le aiuterebbero a ridurre questo divario di valutazione.
  • Nonostante la recente resilienza dell’economia, le azioni europee sono ancora vulnerabili per il protrarsi della guerra russa all’Ucraina, anche se questo fattore è già parzialmente scontato dai mercati.

Asset Class

Azionario dei mercati emergenti (ME) (escl. Cina)

Segnale complessivo/relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • I timori sulla stabilizzazione della crescita in Cina rappresentano una delle principali fonti di incertezza per questa asset class, in particolare per i Paesi con i legami economici e finanziari più stretti. La resilienza dei metalli industriali continua a indicare solide basi per l’attività reale, pertanto preferiamo i mercati emergenti più strettamente legati alle materie prime.
  • Le azioni dei mercati emergenti hanno resistito estremamente bene alle sfide emerse all’inizio del 2022, tra le quali revisioni degli utili meno eccezionali e maggiori restrizioni alla mobilità rispetto ai mercati sviluppati, l’aumento dei tassi reali a lungo termine e la forza del dollaro USA rispetto alle valute degli altri Paesi sviluppati.

Asset Class

Azionario cinese

Segnale complessivo/relativo

Verde

La view di UBS Asset Management

  • L’orientamento delle politiche cinesi è cambiato, sia sul fronte monetario che su quello fiscale. La Banca Popolare Cinese (PBOC) ha tagliato i tassi, il picco della stretta creditizia è stato superato, a nostro parere, e le autorità sottolineano l’urgenza di fornire sostegno fiscale.
  • Secondo la nostra view, gli investitori stanno scontando un rischio di ribasso eccessivo associato alle politiche anti-COVID della Cina e al mercato immobiliare, non assegnando una sufficiente probabilità alla prospettiva di un rimbalzo dell’economia.
  • Le valutazioni relative delle società di internet cinesi rispetto alle società comparabili statunitensi indicano che le loro prospettive di utili a lungo termine scontano un pessimismo eccessivo, inoltre riteniamo che l’intensità della stretta normativa stia diminuendo.
  • In una prospettiva di stagionalità, le azioni cinesi hanno mostrato la tendenza a sovraperformare in vista del Congresso del Partito comunista cinese.

Asset Class

Duration globale

Segnale complessivo/relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • I rischi per i rendimenti obbligazionari a lungo termine sono ben bilanciati, dopo che i trader hanno scontato un inasprimento aggressivo della banca centrale il prossimo anno.
  • Prevediamo un aumento dei tassi reali mentre l’inflazione raggiungerà il picco e la Federal Reserve inasprirà ulteriormente la politica monetaria nei prossimi mesi, ma riteniamo che questo effetto sarà controbilanciato da una diminuzione delle misure di compensazione dell’inflazione basate sul mercato.
  • I titoli governativi continuano a svolgere un importante ruolo di diversificazione nella costruzione del portafoglio e si confermano particolarmente efficaci nel proteggere le posizioni pro-cicliche dai ribassi.

Asset Class

Obbligazionario USA

Segnale complessivo/relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • I Treasury USA rimangono il principale bene rifugio a livello mondiale e la prima fonte di rendimento privo di rischio. La Federal Reserve porterà probabilmente i tassi verso la neutralità il prima possibile, cercando di non pregiudicare l’espansione, per poi spostarsi in territorio restrittivo al fine di sedare le pressioni inflazionistiche. La stretta quantitativa non rappresenta, a nostro avviso, un catalizzatore negativo o positivo molto potente per il segmento obbligazionario.
  • Il pricing del mercato per il tasso terminale della Federal Reserve in questo ciclo ha subito un notevole aggiustamento al rialzo e alcuni segmenti della curva dei rendimenti implicano già dei tagli ai tassi d’interesse entro il 2024.
  • La Fed ha definito un livello elevato per eventuali sorprese al rialzo dell’inflazione quest’anno, lasciando spazio affinché i tassi possano scendere lungo la curva scontando alcuni degli aumenti previsti.
    Un inasprimento ancora più pronunciato sul tratto a breve potrebbe inoltre aumentare il rischio percepito di recessione e fornire un bid per il tratto a lungo.

Asset Class

Obbligazionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

Segnale complessivo/relativo

Rosso

La view di UBS Asset Management

  • Continuiamo a ritenere poco interessanti i rendimenti sovrani dei mercati sviluppati al di fuori degli Stati Uniti. La Banca Centrale Europea ha accelerato i tempi per il tapering, nonostante i rischi di ribasso per la crescita legati all’invasione russa, e ha delineato un piano per abbandonare i tassi ufficiali negativi entro la fine del terzo trimestre.
  • l dominio della Bank of Japan sul mercato e la sua strategia di controllo della curva dei rendimenti riducono di molto l’uso di questa asset class al di fuori delle posizioni di valore relativo. Le scadenze oltre i 10 anni potrebbero essere più vulnerabili se dovesse ricominciare il repricing globale della duration

Asset Class

Debito corporate investment grade (IG) USA

Segnale complessivo/relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • I rendimenti complessivi del debito IG USA sono diventati molto più interessanti dato l’aumento da inizio anno dei tassi risk-free e l’ampliamento degli spread.
  • Tuttavia, la performance convessa tipicamente negativa del credito all’aumentare dei rischi di recessione scontati dal mercato giustifica una certa cautela a breve termine.

Asset Class

Obbligazionario high yield USA

Segnale complessivo/relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Ci aspettiamo che in futuro i rendimenti totali dell’HY dipendano più dal carry che dalla compressione degli spread. Le cedole disponibili dovrebbero continuare ad attrarre acquirenti in un contesto di bassi rendimenti.

Asset Class

Debito Mercati emergenti

Dollaro USA Valuta locale

Segnale complessivo/relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • Abbiamo una view neutrale sulle obbligazioni dei mercati emergenti denominate in dollari, riconducibile all’equilibrio tra opportunità di carry e rischio di duration, fattori controbilanciati dai rischi di ribasso per la crescita.
  • Il credito asiatico presenta valutazioni appetibili ed è destinato a realizzare buone performance in contesti che non vedano concretizzarsi scenari economici fortemente avversi.
  • A nostro parere, un contesto più positivo del carry per le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale, a seguito dei rialzi dei tassi realizzati nel 2021, ha aumentato la resilienza di questa asset class anche mentre viene prezzato l’inasprimento aggressivo della Fed.

Asset Class

Titoli sovrani cinesi Valuta

Segnale complessivo/relativo

Grigio

La view di UBS Asset Management

  • L’attrattività dei titoli governativi cinesi è in parte diminuita con la compressione dei differenziali dei tassi nominali rispetto al resto del mondo, ma il loro appeal è sostenuto dalle caratteristiche difensive, non condivise da buona parte dell’universo ME, nonché dal loro basso beta rispetto agli indici obbligazionari globali. Riteniamo che la combinazione di allentamento monetario e possibile stabilizzazione dell’attività interna dovrebbe evitare forti pressioni al rialzo sui rendimenti nei prossimi 3-12 mesi.
  • Il dollaro USA è ben posizionato per rimanere elevato, se non rafforzarsi ulteriormente. I differenziali di crescita reale rispetto alle altre maggiori economie rimarranno probabilmente sostanziali a causa della risposta delle autorità cinesi alla persistenza della pandemia e dello shock negativo sul lato offerta dei prezzi energetici, che incide più negativamente sull’Europa. I rischi geopolitici elevati e le prospettive di una diffusa paura della crescita dovrebbero inoltre costituire un solido floor per il dollaro.
  • Alcune valute dei mercati emergenti, quali COP e BRL, potrebbero sovraperformare le valute asiatiche cicliche e selezionati esportatori di materie prime del G10, dato il carry interessante.

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