Autori
Evan Brown Ryan Primmer Luke Kawa

Messaggi chiave

  • Tra i temi chiave per il nuovo anno, nel 2022 vedremo la produzione recuperare terreno rispetto alla forza della domanda.
  • Le indagini sul settore manifatturiero globale rilevano un miglioramento delle condizioni di produzione, mentre la ripresa della produzione nel settore auto indica l’attenuarsi della carenza di approvvigionamenti.
  • I migliori risultati di salute pubblica ottenuti nella gestione della variante Omicron contribuiranno probabilmente a risanare il mercato del lavoro.
  • La forte crescita della produzione dovrebbe inoltre consentire alle banche centrali dei mercati sviluppati di ridurre gli stimoli monetari, spingendo al rialzo i rendimenti obbligazionari e penalizzando le valutazioni azionarie.
  • Vista la forte crescita degli utili, le azioni dovrebbero comunque continuare a salire quest’anno, con migliori performance per le regioni e i settori con un orientamento ciclico.

Dopo ogni ondata di COVID-19, abbiamo osservato un aumento dell’attività stimolato dalla domanda repressa. Il forte sostegno fiscale ha messo le famiglie nelle condizioni di acquistare beni e servizi, ai quali però spesso non hanno potuto accedere a causa degli effetti persistenti della pandemia.

A nostro avviso, una delle caratteristiche distintive del nuovo anno sarà la possibilità di colmare questo divario tra ciò che i consumatori sono in grado di acquistare e quello che le aziende sono in grado di fornire. Crediamo che nel corso di quest’anno i problemi della catena di approvvigionamento diminuiranno, le scorte saranno ricostituite, i modelli di consumo si normalizzeranno, la partecipazione al lavoro aumenterà e la capacità produttiva crescerà. In questo scenario, il 2022 si prefigura come un anno di moderazione della crescita e dell’inflazione, ma l’inflazione rallenterà più della crescita e le economie continueranno a espandersi con un ritmo superiore al tasso tendenziale.

Poiché questa produzione repressa consentirà una maggiore soddisfazione dei forti livelli di domanda, ci aspettiamo la sovraperformance dei settori e delle regioni del mercato azionario con un orientamento ciclico. I rendimenti obbligazionari sono destinati ad aumentare a fronte dell’inasprimento delle banche centrali, in un quadro di normalizzazione delle interazioni economiche e maturazione dell’espansione economica. Nel complesso, questo contesto dovrebbe risultare positivo per le azioni, in quanto si prevede che gli utili continueranno ad aumentare a un ritmo sostenuto in un ambiente di crescita superiore al tasso tendenziale. D’altra parte, con il ritiro degli stimoli monetari le valutazioni continueranno a subire pressioni, facendo aumentare in media la volatilità degli asset di rischio rispetto ai livelli del 2021. Naturalmente la pandemia in corso potrebbe causare battute d’arresto capaci di rinviare alcuni di questi esiti ottimistici, ma un eccessivo pessimismo su questo fronte non sembra giustificato dalle evidenze disponibili.

Figura 1: Minore tendenza a limitare la mobilità nei mercati sviluppati, in particolare al di fuori dell’Europa

(Le cifre più elevate indicano maggiori restrizioni alla mobilità imposte dal governo)

Fonte: UBS-AM, UBS Investment Bank. Dati al 7 gennaio 2022.

Minore tendenza a limitare la mobilità nei mercati sviluppati, in particolare al di fuori dell’Europa. Il grafico a linee mostra le restrizioni alla mobilità imposte dai governi di Giappone, Stati Uniti, Regno Unito ed Eurozona da marzo 2020 al 7 gennaio 2022.

Figura 2: Poche restrizioni alla mobilità in molti importanti hub manifatturieri asiatici

(Le cifre più elevate indicano maggiori restrizioni alla mobilità imposte dal governo)

Fonte: UBS-AM, UBS Investment Bank. Dati al 7 gennaio 2022.

Poche restrizioni alla mobilità in molti importanti hub manifatturieri asiatici. Il grafico a linee mostra le restrizioni alla mobilità imposte dai governi di Indonesia, Corea del Sud, Malaysia, Taiwan, Singapore e Tailandia da marzo 2020 al 7 gennaio 2022.

Migliorano i fattori interni

Uno sguardo approfondito al settore manifatturiero globale rivela che le condizioni di produzione stanno migliorando, con livelli ancora elevati di ordini inevasi e nuovi ordini. Il messaggio è chiaro: c’è molto lavoro da recuperare – e ancora di più da fare.

Fortunatamente, altri dettagli degli indici PMI indicano che la capacità delle aziende manifatturiere di far fronte ai vecchi e nuovi ordini sta migliorando. Il sottoindice del Global Manufacturing Purchasing Managers Index relativo ai tempi di consegna dei fornitori ha superato il picco, a indicare un certo allentamento delle strozzature negli approvvigionamenti che hanno impedito l’attività. Inoltre, le scorte di fattori produttivi delle aziende manifatturiere stanno aumentando molto di più rispetto alle scorte di prodotti finiti. Grazie all’aumento dei fattori produttivi, è possibile aumentare la produzione sia per ricostituire le scorte dei dettaglianti, sia per rispondere alla forte domanda degli utenti finali.

La diffusione della variante Omicron potrà esacerbare i persistenti problemi di produzione e spedizione nel breve termine, ma attualmente, per diversi hub manifatturieri asiatici di importanza critica, non si registra lo stesso grado di restrizioni alla mobilità osservato durante il picco della variante Delta. Molti governi della regione hanno accantonato le misure più severe per il controllo della pandemia, anche se questa decisione potrebbe essere revocata qualora la salute pubblica dovesse peggiorare sensibilmente.

Anche l’andamento del virus in Cina potrebbe rappresentare un forte ostacolo per le attività manifatturiere, tuttavia è importante ricordare che nel 2021 il COVID-19 non ha impedito alla Cina di realizzare una crescita costantemente elevata delle esportazioni, anche durante il periodo delle restrizioni più severe alla mobilità.

Finora, le interruzioni della catena di approvvigionamento collegate alla variante Omicron sembrano meno problematiche e meno durature rispetto alle precedenti ondate del virus.

Figura 3: Ordini manifatturieri globali: molti ordini inevasi e progressiva normalizzazione della catena di approvvigionamento

Fonte: UBS-AM, Macrobond. Dati al 31 dicembre 2021. Nota: Il livello di 50 separa l’espansione dalla contrazione nelle serie PMI

Ordini manifatturieri globali: molti ordini inevasi e progressiva normalizzazione della catena di approvvigionamento. Il grafico a linee mostra i tempi di consegna (inversi) dei fornitori, i nuovi ordini e gli ordini inevasi da dicembre 2019 al 31 dicembre 2021.

Figura 4: Prospettive cicliche globali migliori rispetto a prima della pandemia

Fonte: UBS-AM, Macrobond. Dati al 31 dicembre 2021. Nota: Il livello di 50 separa l’espansione dalla contrazione nelle serie PMI

Ordini manifatturieri globali: molti ordini inevasi e progressiva normalizzazione della catena di approvvigionamento. Il grafico a linee mostra i tempi di consegna (inversi) dei fornitori, i nuovi ordini e gli ordini inevasi da dicembre 2019 al 31 dicembre 2021.

Produzione di auto

I semiconduttori sono il simbolo delle carenze di approvvigionamenti che hanno colpito l’economia globale. La scarsità di chip ha effetti negativi a valle del processo produttivo proprio per l’importanza di questo fattore di produzione, come evidenziato in particolare dal settore auto. L’aumento dei prezzi delle auto usate dimostra che la domanda è robusta, eppure la produzione non è riuscita a tornare ai livelli prepandemici.

Non crediamo che il problema della scarsità di semiconduttori potrà essere pienamente risolto nell’immediato: la domanda è elevata e i tempi di risposta per le nuove forniture sono lunghi. Tuttavia, non mancano le buone notizie: secondo le aziende produttrici la grave carenza di semiconduttori ha raggiunto il picco e gli ultimi dati indicano che l’attuale disponibilità di chip porta a credere che per la produzione globale di auto sia arrivata la svolta.

In termini reali, a novembre la produzione industriale di auto e prodotti correlati risulta aumentata negli Stati Uniti, in Germania e in Giappone rispetto ai mesi precedenti: è la prima volta, dall’iniziale ripartenza dell’attività economica a metà 2020 dopo la recessione dovuta al COVID, che tutti e tre i Paesi hanno registrato mesi consecutivi di miglioramenti.

Particolarmente notevoli i progressi in Giappone, dove il volume di esportazioni di automobili è salito di oltre il 40% su base mensile a novembre. Questo contribuisce al nostro ottimismo nei confronti delle azioni giapponesi, pesantemente orientate verso gli industriali con fortissime revisioni degli utili che dovrebbero beneficiare della riduzione dello stress nella catena di approvvigionamento, di una crescita superiore al tasso tendenziale nei mercati sviluppati e della stabilizzazione dell’attività in Cina.

La forza della domanda crea offerta di lavoro

La ripresa dell’offerta di lavoro risulta notevolmente in ritardo rispetto alla ripresa della domanda, in particolare negli Stati Uniti. Questo crea strozzature in tutta l’economia globale, oltre a spingere l’inflazione sottostante attraverso la forte crescita dei salari. Noi riteniamo tuttavia che l’offerta di lavoro continuerà ad aumentare, contribuendo a solidi aumenti della produzione sia nel settore merci che in quello dei servizi.

Dallo scorso ciclo abbiamo imparato a non sottovalutare la ciclicità del tasso di partecipazione alla forza lavoro. Un’economia forte mantiene i lavoratori nei loro posti di lavoro, oppure li induce a trovare lavori meglio pagati, e accresce il tasso di ottenimento immediato del lavoro per i nuovi entranti.

Con la maturazione delle recenti fasi espansive, il tasso di partecipazione alla forza lavoro è tendenzialmente aumentato dopo il sostanziale calo del tasso di disoccupazione, compensando le pressioni strutturali al ribasso dovute all’invecchiamento della popolazione. Questo accade solitamente in un ciclo normale, ma ancor più in quello attuale perché i timori per la salute pubblica – che ci aspettiamo diminuiranno – continuano a pesare sull’occupazione.

A dicembre, 1,1 milioni di americani hanno dichiarato di non essere alla ricerca di un lavoro a causa della pandemia e quasi 1,7 milioni di persone hanno affermato di avere un’occupazione ma che a dicembre non sono andati al lavoro causa malattia. Con il progressivo calo dell’ondata di Omicron, la maggiore percentuale di popolazione che ha sviluppato una forma di immunità al virus e il proliferare di nuovi antivirali, confidiamo in una ripresa più duratura dell’offerta di lavoro.

Diverse economie avanzate stanno sperimentando vari livelli di attaccamento al mercato del lavoro e ricambio della forza lavoro, in parte collegati alla tipologia e alla generosità delle misure fiscali adottate negli ultimi due anni. Secondo alcune ricerche, le famiglie statunitensi che hanno usato parte dell’eccesso di risparmio ora non dispongono di grandi riserve di liquidità, e questo potrebbe indurre la necessità di rientrare nel mercato del lavoro.

Vi è il rischio che la partecipazione alla forza lavoro possa subire un cambiamento strutturale, ma secondo noi è più probabile che gli americani appartenenti alla fascia primaria di età lavorativa supereranno i tassi di partecipazione prepandemici, come hanno già fatto a nord i loro vicini canadesi. Per riportare il tasso di occupazione dei lavoratori statunitensi della fascia primaria al livello di febbraio 2020, i posti di lavoro nella fascia d’età 24-54 anni dovrebbero superare di 1,9 milioni il livello attuale.

Figura 5: La ripresa della produzione di auto guadagna slancio in diverse regioni

Fonte: UBS-AM, Macrobond. Dati al 30 novembre 2021.

La ripresa della produzione di auto guadagna slancio in diverse regioni. Il grafico a linee mostra i livelli di produzione di auto negli Stati Uniti, in Giappone e in Germania da febbraio 2020 fino al 30 novembre 2021.

Figura 6: Negli USA il tasso di partecipazione della fascia primaria può ancora crescere, a sostegno della crescita dell’occupazione

Fonte: UBS-AM, Statistics Canada, Bloomberg. Al 31 dicembre 2021.

Negli Stati Uniti il tasso di partecipazione della fascia primaria può ancora aumentare, a sostegno della crescita dell’occupazione. Il grafico a linee mostra i tassi di partecipazione alla forza lavoro canadese per la fascia d’età 25-54 anni e i tassi di partecipazione alla forza lavoro statunitense per la fascia d’età 25-54 per il periodo compreso tra febbraio 2020 e il 31 dicembre 2021.

Quasi tutte le banche centrali dei mercati sviluppati, compresa la Fed, hanno comunicato che non aspetteranno la piena ripresa dell’inflazione per aumentare i tassi ufficiali. I nuovi lavoratori e l’intensificazione del capitale dovrebbero trainare la crescita nei prossimi anni, consentendo probabilmente alle banche centrali di raggiungere tassi terminali più elevati in questo ciclo rispetto a quelli attualmente scontati dal mercato. Nel tempo, la continua espansione a fronte del progressivo ritiro delle politiche monetarie accomodanti dovrebbe esercitare pressioni al rialzo sui tassi di interesse lungo tutta la curva dei rendimenti.

Asset allocation

La perdurante ripresa dei mercati del lavoro e le minori interruzioni nella catena di approvvigionamento sono fattori che dovrebbero contribuire a sostenere un contesto di crescita nominale più sano: più produzione e meno inflazione.

Gli asset di rischio hanno sopportato una certa volatilità all’inizio dell’anno. L’aumento dei tassi di interesse reali statunitensi sta colpendo i segmenti più speculativi del mercato azionario, dove le valutazioni sono tese e i profitti scarsi.

In definitiva, crediamo che le azioni globali siano ben posizionate per salire nel 2022 grazie alla robusta crescita degli utili. A nostro parere, i rendimenti obbligazionari dovrebbero tendere al rialzo mentre l’economia continua a espandersi in un contesto di inasprimento delle banche centrali e di inflazione ancora elevata anche dopo aver raggiunto il picco.

Senza dubbio non mancano i rischi per questa view. Siamo fermamente convinti delle prospettive di crescita, ma anche consapevoli dell’incertezza su quando l’inflazione comincerà a diminuire e sull’entità del rallentamento. Un’impennata sufficiente a portare i tassi reali decennali USA oltre lo zero potrebbe esercitare così tanta pressione sulle valutazioni azionarie, a livello di indice, da annientare gli effetti positivi della crescita degli utili. Questo scenario sarebbe probabilmente alimentato da un’inflazione fastidiosamente elevata che innescherebbe rialzi dei tassi più aggressivi da parte della Federal Reserve e una svolta restrittiva della Banca Centrale Europea.

A nostro avviso, i beneficiari della forte crescita della produzione – settori ciclici quali finanziari ed energia, nonché regioni come Europa e Giappone – continuano a essere più interessanti rispetto al beta azionario in generale. Questi settori sono andati piuttosto bene nelle prime settimane del 2022 e sebbene il percorso non sarà privo di ostacoli ci aspettiamo una maggiore sovraperformance nei prossimi mesi.

Fonte: UBS Asset Management Investment Solutions Macro Asset Allocation Strategy team, al 12 gennaio 2022. Le opinioni illustrate sono fornite sulla base di un orizzonte degli investimenti di 3-12 mesi, non riflettono necessariamente il posizionamento del portafoglio reale e sono soggette a variazione.

Attrattività delle asset class. Il grafico mostra le view del nostro team di Asset Allocation sull’attrattività complessiva delle asset class, oltre che sull’appetibilità relativa nell’ambito dei segmenti azionario, obbligazionario e valutario, al 12 gennaio 2022.

Asset Class

Asset Class

Segnale complessivo

Segnale complessivo

View di UBS Asset Management

View di UBS Asset Management

Asset Class

Azionario globale

Segnale complessivo

Verde chiaro

View di UBS Asset Management

  • Le nostre prospettive per l’azionario nei prossimi 12 mesi rimangono positive. Quest’anno la ripresa economica dovrebbe continuare sulla scia di un quadro di crescita globale robusta, condizioni finanziarie ancora accomodanti e migliori risultati di salute pubblica.
  • Il miglioramento delle aspettative sugli utili dovrebbe sostenere i continui guadagni dell’azionario globale nonostante le valutazioni elevate, che continueranno a subire pressioni con il progressivo ritiro degli stimoli monetari. Il premio al rischio azionario è prossimo al minimo del ciclo precedente e ciò potrebbe limitare i rialzi a fronte della progressiva bilateralizzazione dei rischi politici e della decelerazione della crescita.
  • Prevediamo un maggiore rialzo nelle opportunità di relative value che offrono un’esposizione a prezzi interessanti verso livelli di attività oltre il trend nei mercati sviluppati rispetto alle esposizioni beta.

Asset Class

Azionario USA

 

Segnale complessivo

Neutrale

View di UBS Asset Management

  • Le azioni statunitensi continuano a presentare valutazioni a premio. A determinare questa dinamica è la composizione settoriale, con una maggiore ponderazione della tecnologia difensiva aciclica rispetto ad altri mercati. Questa caratteristica si è rivelata svantaggiosa nel quadro di aumento dei tassi di interesse reali e potrebbe penalizzare ulteriormente la performance relativa nel caso in cui gli investitori mirino ad ampliare l’esposizione ciclica, di conseguenza preferiamo gli indici small cap ed equal weight USA rispetto a quelli basati sulla capitalizzazione di mercato.
  • Gli utili ancora forti e i solidi bilanci dovrebbero continuare a sostenere le azioni statunitensi, ma i rischi legati alla politica fiscale e monetaria hanno assunto un orientamento negativo.

Asset Class

Azionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

Segnale complessivo

Verde chiaro

View di UBS Asset Management

  • I titoli azionari dei mercati sviluppati non statunitensi presentano valutazioni interessanti e hanno un’esposizione significativa verso la ripresa economica globale.
  • Nei mercati azionari sviluppati, a eccezione degli Stati Uniti, sia gli utili che le valutazioni hanno un margine di crescita più ampio.
  • Le revisioni degli utili in Europa e in Giappone continuano a essere più forti rispetto agli Stati Uniti, e questa performance superiore non si rispecchia a sufficienza nella performance relativa di queste regioni
  • Storicamente, i regimi di tassi reali in aumento sono stati in genere particolarmente positivi per le azioni giapponesi.

Asset Class

Azionario dei mercati emergenti (ME) (escl. Cina)

Segnale complessivo

Rosso chiaro

View di UBS Asset Management

  • La stabilizzazione della crescita cinese, in un contesto di politiche di sostegno misurate, rappresenta uno sviluppo positivo per questa asset class, in particolare per i Paesi con cui la Cina intrattiene le relazioni economiche e finanziarie più strette. La resilienza dei metalli industriali continua a indicare solide basi per l’attività reale.
  • Tuttavia l’azionario dei mercati emergenti continua ad affrontare sfide di breve periodo, tra cui revisioni degli utili meno rilevanti rispetto ai mercati sviluppati, tassi reali in aumento e la somministrazione più lenta dei vaccini e delle dosi di richiamo.

Asset Class

Azionario cinese

Segnale complessivo

Neutrale

View di UBS Asset Management

  • Anche le valutazioni relative delle società di internet cinesi rispetto alle società comparabili statunitensi indicano che le prospettive di utili a lungo termine scontano un pessimismo eccessivo.
  • A nostro parere, il picco della contrazione del credito è stato superato. Gli indici PMI manifatturiero e dei servizi sono tornati in territorio espansivo e un maggiore supporto delle politiche per stabilizzare l’attività avrà un impatto positivo sull’attività in futuro.
  • In una prospettiva di stagionalità, le azioni cinesi hanno mostrato la tendenza a sovraperformare in vista del Congresso del Partito cinese.
  • La preoccupazione per il mercato immobiliare cinese costituisce un importante rischio al ribasso per l’attività e le posizioni pro-cicliche; le questioni normative potrebbero inoltre penalizzare le azioni domestiche.

Asset Class

Duration globale

Segnale complessivo

Rosso chiaro

View di UBS Asset Management

  • I rendimenti obbligazionari a lungo termine continueranno probabilmente a salire mentre le maggiori banche centrali globali ritirano gli stimoli monetari.
  • I rischi di inflazione rimangono orientati al rialzo e l’attività economica globale rimarrà solida anche nel 2022.
  • Prevediamo che i tassi reali daranno un contributo fondamentale all’aumento dei rendimenti obbligazionari a lungo termine, anche dopo il loro recente rialzo.
  • I rendimenti globali sono saliti nonostante i maggiori rischi per l’attività legati alla variante Omicron, segno che la politica delle banche centrali è un driver più importante.
  • I titoli obbligazionari governativi continuano a svolgere un importante ruolo di diversificazione nella costruzione del portafoglio e si confermano particolarmente efficaci nel coprire i ribassi delle posizioni azionarie di relative value pro-cicliche.

Asset Class

Obbligazionario USA

Segnale complessivo

Neutrale

View di UBS Asset Management

  • I Treasury USA rimangono il principale bene rifugio a livello mondiale e la prima fonte di rendimento privo di rischio. La Federal Reserve intende avviare un ciclo di rialzi a marzo e ha annunciato che subito dopo porterà a termine i suoi acquisti di obbligazioni, due misure che dovrebbero fare aumentare i rendimenti lungo tutta la curva.
  • Ci aspettiamo ancora debolezza nel segmento obbligazionario statunitense mentre l’attività domestica tornerà ad accelerare dopo una breve interruzione dovuta alla variante Omicron, l’inflazione rimarrà ben oltre il target della banca centrale e l’attività globale si manterrà solida.

Asset Class

Obbligazionario dei mercati sviluppati (escl. USA)

Segnale complessivo

Rosso chiaro

View di UBS Asset Management

  • Continuiamo a ritenere poco appetibili i rendimenti dei titoli sovrani dei mercati sviluppati non statunitensi. Il dominio della Bank of Japan sul mercato del debito governativo giapponese e il suo successo nel controllare la curva dei rendimenti riducono l’uso di questa asset class al di fuori delle posizioni di relative value. La riduzione degli acquisti di attivi da parte della Banca Centrale Europea e le solide prospettive di crescita per il 2022 sono fattori che possono comprimere gli spread periferici, forse però anche a scapito dell’aumento dei costi di finanziamento nei Paesi core.

Asset Class

Debito corporate investment grade (IG) USA

Segnale complessivo

Rosso chiaro

View di UBS Asset Management

  • Gli spread hanno interamente ritracciato grazie al supporto delle politiche e al miglioramento delle prospettive economiche, mentre i costi di finanziamento complessivi sono ben al di sotto dei livelli prepandemici. L’asset class IG USA è una delle poche fonti di rendimenti positivi di qualità disponibili e, quindi, un probabile destinatario di ingenti risparmi globali. Tuttavia, il rischio di duration insito nel debito di elevata qualità in fase di ripresa dell’economia e il potenziale ampliamento degli spread se l’espansione risulterà minacciata, rappresentano un concreto rischio bilaterale che grava sulle aspettative di rendimento totale per questa asset class.

Asset Class

Obbligazionario ad alto rendimento (High yield) USA

Segnale complessivo

Neutrale

View di UBS Asset Management

  • Ci aspettiamo che in futuro i rendimenti totali dell’HY dipendano più dal carry che dalla compressione degli spread. Le cedole disponibili continueranno ad attrarre acquirenti in un contesto di bassi rendimenti.
  • L’asset class presenta valutazioni più interessanti e una minore sensibilità all’aumento dei tassi di interesse rispetto alle obbligazioni IG. Tuttavia, i livelli degli spread inferiori al rendimento forward degli utili azionari (su base corretta per il rischio) rendono questa asset class meno appetibile rispetto alle azioni.

Asset Class

Debito dei mercati emergenti – Dollaro USA / Valuta locale

Segnale complessivo

Verde chiaro

View di UBS Asset Management

  • Sulle obbligazioni dei mercati emergenti denominate in dollari abbiamo una view positiva grazie all’equilibrio tra opportunità di carry e rischio di duration.
  • Il credito asiatico presenta valutazioni molto interessanti ed è destinato a realizzare buone performance in contesti di miglioramento o stabilizzazione delle aspettative di crescita, purché non si concretizzino scenari economici fortemente avversi.
  • Il contesto meno positivo per il dollaro USA dopo i progressi del 2021 elimina una delle precedenti condizioni sfavorevoli per i rendimenti totali delle obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale.

Asset Class

Debito sovrano cinese

Segnale complessivo

Verde scuro

View di UBS Asset Management

  • Tra i dieci principali mercati del reddito fisso a livello mondiale, le obbligazioni governative cinesi offrono i rendimenti nominali più elevati e proprietà difensive che non si ritrovano in buona parte dell’universo dei mercati emergenti. Riteniamo che l’allentamento monetario, la stabilizzazione dell’attività interna e i continui ingenti afflussi di capitale straniero dovrebbero evitare forti pressioni al rialzo sui rendimenti nei prossimi 3-12 mesi.

Asset Class

Valute

Segnale complessivo

 

View di UBS Asset Management

  • Gli elementi catalizzatori positivi per il dollaro USA sono stati ampiamente scontati. I differenziali di crescita reale rispetto a molte altre economie dei mercati sviluppati sono destinati a ridursi nel 2022 e la Federal Reserve non sarà l’unica banca centrale dei mercati sviluppati ad alzare i tassi nel 2022.
  • Tuttavia non ci aspettiamo un forte ribasso del dollaro, che svolge anche un utile ruolo di copertura nei portafogli dove la duration è sottopesata e si preferiscono le posizioni azionarie pro-cicliche relative.
  • Alcune valute dei mercati emergenti quali RUB e BRL, sostenute dal continuo inasprimento monetario, sono ben posizionate per sovraperformare le valute asiatiche e selezionati esportatori di materie prime del G10.



Fonte: UBS Asset Management. Al 12 gennaio 2022. Le opinioni illustrate sono fornite sulla base di un orizzonte degli investimenti di 3-12 mesi, non riflettono necessariamente il posizionamento del portafoglio reale e sono soggette a variazione.

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