In un'ottica di diversificazione dei portafogli, gli strumenti alternativi ricoprono un ruolo fondamentale. Daniel Edelman ed Edoardo Rulli approfondiscono le sfide e i vantaggi dell'utilizzo di soluzioni multi-manager per ampliare l'accesso e cogliere le caratteristiche distintive del mercato.

Una scrivania, dei fogli di carta, una matita e un grande cestino per tutti i miei errori.

– Albert Einstein

Vorrei trovare una risposta perché sono stanco di rispondere a quella domanda.

– Yogi Berra

La parola diversificazione è ambigua tanto quanto la parola rischio. Quando ci viene detto di "non mettere tutte le uova in un paniere", rispondiamo subito "Quali uova? Quanti panieri? Che tipo di panieri? Quali uova in quali panieri?"

Questo è il problema delle tre "R": replica, riduzione del rischio e rappresentazione. La diversificazione ha molteplici dimensioni e spesso il termine viene usato in modo impreciso per indicare solo uno dei suoi diversi livelli.

L'importanza della diversificazione è ancora più marcata per gli strumenti alternativi, in particolare nel segmento dei portafogli multi-manager come gli hedge fund e l'immobiliare. Se si diversifica troppo poco, il portafoglio perde opportunità interessanti e subisce un doloroso drawdown.

Se si diversifica troppo, il portafoglio diventa un veicolo ingestibile simile a un indice, privo di alfa. Tuttavia, la diversificazione come concetto è in continua evoluzione. Nuove asset class, inedite dinamiche degli investitori e mutevoli mercati finanziari mondiali indicano una diversa qualità della diversificazione oggi rispetto al passato. È tempo di ripensare l'argomento, una "Diversificazione 2.0", un nuovo prototipo che gestisce le tre R nel mondo post-pandemia. Le nostre opinioni combinano sia la recente esperienza accademica sia quella dei professionisti in materia di investimenti alternativi multi-manager e multi-asset.

Sfide di diversificazione per i portafogli multi-manager

Gli investimenti non tradizionali esercitano un fascino immediato. Gli immobili, gli hedge fund e gli altri strumenti alternativi offrono un potenziale di rendimento non correlato alle azioni e alle obbligazioni, riducendo in tal modo il rischio complessivo del portafoglio e isolando al contempo le potenziali fonti di alfa.

I fondi di hedge fund (FoHF) e i programmi immobiliari multi-manager (MMRE) offrono agli investitori ulteriori vantaggi, tra cui la potenziale esposizione a gestori, mercati e strategie altrimenti inaccessibili. I FoHF cercano di assicurarsi capacità con i trader di maggior successo e costruire portafogli che riuniscono diverse strategie direzionali e di arbitraggio. I MMRE si vantano di poter offrire una protezione unica dall'inflazione (in quanto il reddito da locazione cresce tipicamente in linea con l'aumento dei prezzi), nuove fonti di reddito (attraverso i canoni di locazione pagati da chi affitta gli immobili) e apprezzamento del capitale (tramite la gestione attiva).

In quanto veicoli di investimento in pool, sia i MMRE che i FoHF cercano di negoziare commissioni, termini, trasparenza e condizioni di investimento preferenziali per i loro clienti, progettano offerte sia comuni che su misura, definiscono gli obiettivi attraverso un'aggressiva negoziazione di side-letter, offrono condizioni potenzialmente favorevoli come investitori di riferimento in nuovi lanci e partecipano opportunisticamente a co-investimenti con la loro rete di sotto-gestori. Con queste capacità, i MMRE e i FoHF affrontano le tre R della diversificazione riducendo il rischio, ampliando l'accesso e sfruttando le caratteristiche del mercato.

Tuttavia, i mercati e le economie evolvono nel tempo, così come il vago concetto di diversificazione. Sono ormai lontani i tempi in cui si poteva semplicemente investire in una manciata di asset class e aree geografiche per creare un prodotto diversificato. Gli specialisti di FoHF e MMRE devono confrontarsi con i mutevoli regimi geopolitici e dei mercati finanziari per accedere all'alfa e ridurre il rischio.

In effetti, l'era dei ridotti tassi di interesse, della bassa inflazione, della scarsa regolamentazione, della volatilità contenuta sui mercati globali e della correlazione negativa tra obbligazioni e azioni è finita: la crisi del COVID ha segnato il punto di svolta.1 Il cambiamento climatico ha avuto un impatto significativo sugli investimenti immobiliari e sui MMRE.2 Inoltre, l'aumento degli investimenti passivi (compresi quelli basati sulle regole)3 ha aumentato la pressione sugli hedge fund e sui FoHF.

I FoHF hanno anche visto aumentare la concorrenza da parte di società multi-piattaforma che combinano diverse strategie coordinate da gestori di portafoglio interni. Queste piattaforme multi-strategia possono fornire una diversificazione analoga, riducendo al contempo le commissioni totali.

Si è inoltre verificato un consolidamento, poiché gli investitori hanno riallocato verso fondi mono-gestore o hanno liquidato del tutto questi strumenti alternativi. Secondo Hedge Fund Research, il settore FoHF ha registrato deflussi netti ogni anno dal 2008, per un totale di quasi 340 miliardi di dollari USA (si veda la Figura 1). Si potrebbe concludere che gli investitori abbiano sacrificato una certa diversificazione multi-manager a favore di un diverso insieme di rischi a singolo gestore, apparentemente per migliorare la performance.

With Intelligence Limited realizza un indagine semestrale "Billion Dollar Club" sui FoHF con un patrimonio di oltre 1 miliardo di dollari USA. Il numero di FoHF che hanno superato la selezione è recentemente sceso da 65 a 58, e la "Super League" (FoHF con un patrimonio superiore a 10 miliardi di dollari USA) si è ridotta da diciotto a quattordici. In seguito al consolidamento, la quota di mercato dei dieci maggiori FoHF nell'indagine è cresciuta dal 54% al 61% (si veda la Figura 2).

The Red Thread Diversification Edition

L'arte delle correlazioni

Grafico 1: flussi di asset FoHF,
annuale, 2019–2023 (miliardi di dollari USA)

The chart represents the funds of hedge funds AUM flows from 2019 to 2023 with 2022 having its worst year.

Il grafico rappresenta i flussi di AUM degli hedge fund dal 2019 al 2023, con il 2022 che è stato l'anno peggiore.

Grafico 2: Asset FoHF complessivo e Billion Dollar Club, annuale,
2019–2023 (miliardi di dollari USA)

The chart represents the funds of hedge funds AUM flows from 2019 to 2023 with 2022 having its worst year.

Il grafico confronta l’AUM totale del settore dei fondi di hedge fund (FoHF), il Billion Dollar Club e la sua Super Lega. Gli ultimi due club hanno registrato un calo dell'AUM dal 2021.

La reazione dei team di portafogli multi-manager

A nostro avviso, nel periodo precedente e successivo alla pandemia, i sofisticati MMRE e FoHF istituzionali hanno reagito in vari modi per recuperare alfa e ampliare i vantaggi della diversificazione.

In primo luogo, i MMRE hanno ampliato la loro presenza in nuove strutture di mercato. Ad esempio, riteniamo che i MMRE di maggior successo abbiano trovato il modo di mettere in contatto i clienti al dettaglio con le allocazioni del mercato privato, a lungo appannaggio dei soli investitori istituzionali alla luce delle asimmetrie di scala, accesso e informazione. Queste opportunità sul mercato privato offrono un potenziale di rendimento più elevato, una minore correlazione con i mercati azionari, una protezione dall'inflazione e un'esposizione a mercati e strategie di più difficile accesso.

Con il miglioramento della trasparenza e della disponibilità di dati in queste strutture semiliquide, le autorità di regolamentazione hanno consentito un maggiore accesso agli investitori non istituzionali, agevolato dai MMRE.

In secondo luogo, i principali MMRE hanno ampliato le loro partecipazioni per includere quelle che sarebbero difficili o impossibili da replicare sul mercato aperto. Ad esempio, l'offerta di soluzioni immobiliari non quotate consente agli investitori non istituzionali di beneficiare della rete dei MMRE. I portafogli possono essere costruiti con vari metodi, come fondi non quotati, co-investimenti, ricapitalizzazioni e titoli secondari che vengono selezionati da un MMRE e posizionati attivamente secondo le linee guida concordate con i clienti. La diversificazione è amplificata, in quanto gli investitori non sono esposti al rischio di singoli fondi o gestori.

In terzo luogo, i FoHF hanno abbracciato nuove fonti di diversificazione e alfa sotto forma di premi di rischio alternativi, ESG, IA generativa, asset digitali e altre opportunità di nicchia. Inoltre, i maggiori FoHF si sono trasformati in "fornitori di soluzioni" e hanno reso meno netto il confine tra trading interno ed esterno. In particolare, alcuni FoHF includono ora una serie di opportunità di co-investimento tattico, alleandosi con singoli hedge fund nella propria rete per perseguire idee tattiche.

Le strategie multi-manager considerano molti aspetti della diversificazione

Qualsiasi investitore indipendente può determinare il "beneficio della diversificazione" di base: è sufficiente calcolare la varianza attesa complessiva del portafoglio utilizzando i rendimenti, le varianze e le covarianze delle partecipazioni sottostanti. Ora calcoleremo tale beneficio ipotizzando però che tutte le partecipazioni abbiano una correlazione tra loro pari a uno. Sottraiamo i secondi dai primi ed ecco... Le meraviglie della diversificazione.

Sebbene tutto questo sembri corretto, non tiene conto di alcune questioni spinose. E se tutte le correlazioni fossero pari a uno? La varianza del portafoglio è la misura opportuna del rischio? Perché prendere in considerazione solo un singolo momento? A nostro avviso, i gestori del rischio in un FoHF possono analizzare a fondo le tre R esplorando un concetto molto più ampio delle misure di diversificazione.

Diversificazione dei titoli: gli esperti teorici tendono a concentrarsi sulla diversificazione del rischio, mentre i professionisti sono solitamente più interessati alla diversificazione delle partecipazioni, ossia al numero di elementi unici in un portafoglio.4  Per le obbligazioni, potrebbe trattarsi di gruppi di emissioni o emittenti; per le azioni, di singole società; per i FoHF, di un insieme di fondi e imprese sottostanti. La diversificazione delle partecipazioni suggerisce una protezione contro le anomalie o il rischio di concentrazione, persino contro il rischio reputazionale. Una misura di base della diversificazione dei titoli è l'indice di Herfindahl (HI), che misura la diversificazione su una scala da zero a 10.000. Più alto è il numero, maggiore è il rischio di concentrazione e di fallimento di un singolo titolo.5

Grafico 3: due portafogli, ciascuno con 20 componenti, e i rispettivi indici di Herfindahl

The chart compares the total AUM in the FoHF industry, the Billion Dollar Club and its Super League. The last two clubs have faced a decline in AUM since 2021.

I diagrammi confrontano due portafogli, ciascuno con 20 componenti e i rispettivi indici Herfindahl, per illustrare come cambia l’indice Herfindahl quando le partecipazioni in portafoglio non sono più equamente ponderate.

Diversificazione del rischio di coda: gli investimenti alternativi si distinguono da quelli tradizionali in innumerevoli modi. Spesso presentano proprietà di skewness (asimmetria tra guadagni e perdite) e di curtosi (performance eccessive nelle code e nel centro della distribuzione). Nel caso tradizionale, i modelli di media-varianza sono interessati da covarianze, ossia il comportamento di coppie di asset. Per migliorare la diversificazione in presenza di skewness, occorre considerare non solo ogni singola partecipazione e ogni coppia di partecipazioni, ma anche ogni trio di partecipazioni. Per tenere conto della curtosi in un'ottica di diversificazione, è anche necessario esaminare ogni quartetto di partecipazioni. Noi esseri umani non siamo predisposti a pensare in dimensioni così grandi.

Diversificazione della liquidità: è possibile elaborare sofisticati piani di gestione del rischio per le crisi di mercato, periodi in cui la liquidità si esaurisce causando potenziali disallineamenti tra attività e passività. Per i fondi comuni, ciò potrebbe comportare rischi normativi. Per gli hedge fund e altri strumenti alternativi, le situazioni di illiquidità possono tradursi in rischi reputazionali, costringendo i gestori a istituire gate, a trattenere i rimborsi o a effettuare poco gloriosi pagamenti in natura di asset non negoziabili. La diversificazione della liquidità ingloba anche il tema più profondo dei disallineamenti tra i termini di liquidità contrattuali e la liquidità sottostante dei sotto-consulenti.

Diversificazione della capacità: i responsabili dell'allocazione dei FoHF competono tra loro per conquistare una scarsa capacità. Un hedge fund appena lanciato, o un fondo di lungo corso che raccoglie nuovi capitali, potrà ricevere solo una quantità fissa di afflussi. Allo stesso modo, i gestori esordienti, che potrebbero affermarsi come i protagonisti di domani, potrebbero accettare i primi investitori e rifiutare permanentemente i nuovi sottoscrittori. La diversificazione della capacità implica la teoria dei giochi: quanta capacità è necessaria ora per diversificare i nostri portafogli in futuro?

Scelte limitate per gli strumenti alternativi

Teorici e professionisti del settore hanno a lungo dibattuto sul numero ottimale di partecipazioni necessarie per diversificare adeguatamente un portafoglio. La controversia risale agli albori della moderna teoria del portafoglio. In questo mondo avulso dalla realtà, gli investitori vivono in un contesto di media-varianza di distribuzioni normali, in cui non devono fronteggiare né costi di transazione né vincoli di liquidità. Alcuni autori, tra cui Evans & Archer (1968), Fama (1976), Elton & Gruber (1977) e Reilly (1985), sostenevano che sono sufficienti 10–20 titoli per eliminare il 95% della variabilità di un portafoglio azionario. Questa visione si è purtroppo diffusa e ha influenzato le convinzioni su altre asset class non tradizionali.

Sappiamo che gli hedge fund, gli immobili e gli altri investimenti alternativi sono diversi. Oltre a skewness e curtosi, queste asset class presentano spesso una correlazione seriale, ossia i rendimenti attuali non sono casuali ma possono essere influenzati dal passato. Molti di questi fondi sono molto meno liquidi rispetto agli esempi teorici: alcuni possono sospendere i pagamenti, subire crolli, frodi o altri rischi negativi di natura mediatica. L'aspetto più critico è che alcuni strumenti alternativi non si adattano bene ai benchmark standard: sono considerati veicoli "absolute return".6

Molti dei primi articoli accademici sui FoHF sostenevano che un portafoglio compatto di 10–20 fondi era più che sufficiente per soddisfare le esigenze di diversificazione. Tuttavia, il tempo e l'esperienza hanno rivelato che questi studi erano fuorvianti e lacunosi. Oltre a problemi di metodologia, selezione dei dati, arco temporale distorto, presentano anche una definizione inadeguata del rischio. Questi ricercatori sono caduti nella trappola delle tre R, poiché hanno confuso la diversificazione con la sola replica, ignorando le dimensioni della riduzione del rischio e della rappresentazione.7

Grafico 4: volatilità e drawdown per portafogli equiponderati da 1 a 80 fondi

The diagrams compare two portfolios, each with 20 constituents and their Herfindahl indexes to illustrate how the Herfindahl index changes when the portfolio holdings are no longer equally weighted.

Il Grafico 4 evidenzia come la percentuale di ribasso e la volatilità annualizzata per i portafogli equamente ponderati si modifichino a seconda del numero di fondi presenti in un portafoglio a mandato ampio.

La Figura 4 illustra uno studio Monte-Carlo in cui abbiamo creato portafogli equiponderati composti da uno a 80 hedge fund. Ogni portafoglio era la media di 2.500 simulazioni a campione da un universo di 10.000 serie temporali.

In primo luogo, abbiamo ipotizzato una distribuzione normale dei rendimenti. I risultati indicano che solo quindici hedge fund sono in grado di diversificare la maggior parte della volatilità del portafoglio; inoltre, il beneficio marginale derivante dalla riduzione di un potenziale drawdown è limitato dopo 20–25 fondi. Tuttavia, dopo aver condotto nuovamente lo studio ipotizzando rendimenti a coda pesante, i risultati sono stati molto diversi. La velocità di riduzione del rischio era più lenta e le perdite assolute più ingenti per i portafogli con un numero ridotto di partecipazioni. In determinate circostanze di crisi, può essere auspicabile detenere 60 o più fondi in un portafoglio ad ampio spettro per mitigare il potenziale di un drawdown significativo.8

Diversificare il diversificatore

Una recente ricerca accademica contesta un principio chiave della moderna teoria del portafoglio in materia di diversificazione: abbiamo sempre sbagliato a prevedere il rischio utilizzando una matrice di correlazione statica. L'esperienza e l'analisi dimostrano che questo comporta problemi in presenza di gravi sconvolgimenti come quelli del 2008 o del COVID nel 2020: le correlazioni tendono ad aumentare nella coda sinistra della distribuzione e a diminuire in quella destra. Di conseguenza, la diversificazione è meno efficace in un contesto di avversione al rischio mentre, al contrario, gli investitori sacrificano una parte del rialzo a seguito della diversificazione in un quadro di propensione al rischio.9

Un possibile approccio per affrontare il problema delle correlazioni mutevoli è quello di Vatanen (2024), che propone un quadro multi-asset per l'asset allocation che comprende azioni quotate, asset privati, diversificatori e coperture per eventi estremi.10  Questo quadro, per quanto completo, sembra costoso da attuare.

Riteniamo invece che i gestori di MMRE e FoHF più accorti facciano già questo lavoro per l'investitore, incorporando nella costruzione del portafoglio analisi sia bottom-up che top-down. Ciò suggerisce che le soluzioni multi-manager non sono vincolate da schemi fissi di investimento tra le varie strategie, ma possono piuttosto entrare e uscire in modo tattico a seconda della situazione. Per un investitore accorto, una società di gestione patrimoniale ben strutturata che offra vari prodotti, tra cui strumenti tradizionali e alternativi, a gestore singolo e multi-manager, può guidare un portafoglio complessivo in diversi veicoli di fondi. In questo modo si diversifica efficacemente il diversificatore e si soddisfa il requisito delle tre R.

Le tre R per gli strumenti alternativi multi-manager

Per molti operatori di mercato, la diversificazione funziona... Fino a quando non smette di funzionare. Ciò è in parte il frutto di una valutazione errata dei molteplici aspetti della diversificazione: replica, riduzione del rischio e rappresentazione.

I MMRE e i FoHF offrono opportunità di alfa e rendimenti non correlati in mercati normali, ma nell'era post-pandemia devono adattarsi. Ciò include la costruzione di portafogli che affrontino molte altre forme di diversificazione, l'integrazione di nuove strategie e asset class e l'evoluzione da un'allocazione statica a una gestione dinamica, tattica e opportunistica dei fondi. In questo modo, i programmi alternativi multi-manager più oculati possono abbracciare la Diversificazione 2.0 e prosperare nei tempi incerti che si prospettano all'orizzonte.

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S-11/24 NAMT-1891

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