Trend a lungo termine: come si svilupperanno in un mondo post COVID-19?

Un webinar per approfondire i temi, i trend e le tecnologie che hanno maggiormente risentito della pandemia, un aiuto per gli investitori che stanno cercando di capire quale sarà l’impatto del COVID-19

Equities 26 giu 2020 13 minuti di lettura

Joe Elegante, Senior Portfolio Manager, e Matthew Konosky, Healthcare Portfolio Manager e Senior Investment Analyst, parlano delle ripercussioni della pandemia sui trend a lungo termine a livello mondiale. In questo articolo presentiamo una sintesi del webinar moderato da Uwe Rohrig, Senior Equity Specialist.

Messaggi chiave:

  • Le dislocazioni e gli sconvolgimenti provocati da questa crisi creano opportunità per gli investitori attivi.
  • Le società vincenti saranno quelle in grado di beneficiare dell’accelerazione dei trend secolari a lungo termine e dotate della flessibilità necessaria per adattare i propri modelli di business a nuovi scenari.
  • In molti Paesi si arriverà forse a ripensare le catene di approvvigionamento globali e a internalizzare l’attività manifatturiera.
  • Non dimentichiamoci l’ambiente: in una prospettiva a lungo termine vi è sicuramente ragione di credere che il pianeta potrà beneficiare della riduzione del traffico e dell’inquinamento, del rinnovato interesse per la salute e della creazione di lavori più sostenibili.
  • Lo sviluppo di un vaccino contro il COVID-19 è chiaramente uno degli obiettivi principali, tuttavia è in atto uno sforzo assai più ampio che riguarda i trattamenti farmacologici, i test di positività e le attività di monitoraggio.

Joe Elegante, Senior Portfolio Manager

Gli eventi salienti del passato, come l’11 settembre e le guerre mondiali, hanno rimodellato le società e i governi, provocando cambiamenti comportamentali destinati a durare nel tempo.

La forte volatilità dei mercati finanziari, l’impensabile interruzione delle attività economiche e gli sconvolgimenti causati da questi eventi creano importanti opportunità di investimento. Siamo convinti che la pandemia di COVID-19 sarà un evento saliente capace di creare sconvolgimenti simili. Vediamo qualche esempio:

  • Interruzioni senza precedenti dell’attività nel lavoro, nell’istruzione, nei viaggi e nei consumi.
  • Il commercio globale ha subito una notevole flessione e i nazionalismi si stanno rafforzando, un processo che potrebbe costringerci a ripensare le catene di approvvigionamento globali e a internalizzare l’attività manifatturiera in molti Paesi.
  • Rinnovato interesse per la salute, i regimi alimentari e l’obesità; passaggio alla telemedicina.
  • Stiamo già osservando la rapida adozione di cambiamenti tecnologici e industriali. Come e dove si lavora e si vive sono aspetti che potrebbero cambiare in modo permanente per ampi strati della nostra società.
  • Gli enormi grattacieli con lunghe file di ascensori e spazi di lavoro ristretti, situati in aree sovraffollate dei centri città e serviti dai trasporti pubblici, dovranno essere completamente ripensati.

La pandemia di COVID-19 sta imprimendo un’accelerazione ai trend secolari di lungo periodo

L’e-commerce e l’automazione, il proliferare dell’intelligenza artificiale (IA), il calcolo quantistico e il cloud computing sono tutti trend che erano già presenti a supporto del lavoro da remoto e della cybersicurezza.

L’automazione e la robotica stavano già crescendo in ambito industriale, come anche l’automazione della produzione, in settori quali l’assemblaggio auto, la produzione di proteine e la gestione dei magazzini.

La pandemia ha impresso un’accelerazione a questi trend. Il cambiamento in atto sta portando avanti circa cinque-dieci anni di investimenti, a seconda del settore. Questo perché il costo incrementale delle interruzioni dell’attività lavorativa e dei congedi ai dipendenti è troppo elevato per le aziende e il costo-beneficio di adottare misure di sicurezza avanzate e sottoporre ai test i lavoratori giustifica la spesa extra di capitale.

Anche i trasporti cambieranno. A livello mondiale, i viaggi aerei sono diminuiti del 90% nella fase più critica della pandemia. Dopo l’11 settembre ci sono voluti circa quattro anni perché il traffico aereo si riprendesse.

Adesso, la necessità di mantenere il distanziamento sociale penalizzerà gli spostamenti aerei e i sistemi di transito di massa, rallentando probabilmente la ripresa in tali settori. Questo porterà inoltre le persone a riconsiderare l’automobile per i viaggi brevi e certamente per andare al lavoro.

La pandemia farà accelerare i recenti progressi nella guida autonoma, che per alcuni potrebbe rappresentare un’alternativa al car sharing. È interessante notare che alcune tecnologie impiegate per il lancio spaziale a fine maggio 2020 saranno presto applicate nei nuovi progetti di guida autonoma.

Stiamo inoltre osservando un cambiamento nella percezione e nel valore dell’assistenza sanitaria, nonché una maggiore enfasi sulle tecnologie applicate alla salute.

Si sta quindi affermando l’idea che i Paesi possano usare la sanità non solo come un servizio, ma anche come forma di potere economico per ottenere influenza su altri Paesi. Anche i tassi di obesità sono al centro dell’attenzione, dati i livelli di morbilità più elevati in questa coorte.

Matt Konosky – Healthcare Portfolio Manager and Sr. Investment Analyst

Il settore sanitario è rimasto relativamente isolato dai sostanziali shock sulla domanda osservati in altri ambiti dell’economia.

Molte procedure mediche non essenziali sono state rimandate, tuttavia riteniamo che questa situazione sia temporanea e avrà un impatto a lungo termine relativamente limitato sul settore.

La domanda è inoltre aumentata in altre categorie del settore healthcare, in particolare:

  • Biopharma: Potenziale fonte di un vaccino e di strumenti terapeutici. Attualmente sono in corso oltre 315 test clinici su terapie e vaccini;
  • Scienze biologiche: Test diagnostici per infezioni attive e anticorpi;
  • HealthTech: Maggiori investimenti in sistemi di respirazione e monitoraggio dei pazienti, a fronte del tentativo, da parte delle autorità sanitarie di tutto il mondo, di stabilire la propria capacità di intervento in vista di una potenziale seconda ondata nel secondo semestre 2020.

Secondo la nostra view, queste condizioni favorevoli persisteranno probabilmente per i prossimi 12-18 mesi e forse ancora più a lungo; vi sono molte aree nei servizi sanitari che richiedono investimenti urgenti e anche se i tassi di infezione diminuiranno, sarà ancora necessario effettuare i test diagnostici.

I vaccini sono solo un aspetto di un più ampio approccio biotech

I media hanno dato grande risalto agli sforzi messi in atto per sviluppare un vaccino, migliorando l’immagine pubblica dell’industria biotech e moderando il rischio a breve termine di una riforma significativa del pricing dei farmaci.

Ma lo sviluppo dei vaccini è solo un aspetto di uno sforzo assai più ampio del settore, che abbraccia una vasta gamma di possibili trattamenti terapeutici quali antivirali, farmaci basati sugli anticorpi e immunomodulazione.

Questi sforzi dovrebbero consentire ai sistemi sanitari globali di gestire molto meglio le future ondate, con tassi di mortalità che speriamo possano diminuire sensibilmente.

Un vaccino candidato sarà probabilmente disponibile entro fine anno, ma molte questioni rimarranno aperte

È realistico ritenere che ci saranno uno o più vaccini candidati, quantomeno in quantità limitate, prima della fine dell’anno, ma poi saranno necessari ancora 18-24 mesi per produrre l’elevato numero di dosi necessarie.

Nel frattempo, lo sviluppo del vaccino pone alcuni interrogativi fondamentali. Dei quattro o cinque approcci generali attualmente seguiti, sono due le tipologie che riteniamo più promettenti: gli approcci basati sul virus e gli approcci di tipo genetico, o basati sull’RNA.

Vaccinare un piccolo gruppo sarebbe di grande aiuto per controllare la diffusione del virus in futuro

Ma con le vaccinazione non vale il principio del “tutto o niente”.

Anche vaccinando solo un piccolo gruppo di individui ad alto rischio, per esempio gli operatori sanitari e il personale di primo intervento, si potrebbe ampiamente contribuire a controllare la trasmissione in comunità e, sperabilmente, evitare la necessità di lockdown generalizzati in caso di eventuali nuove ondate.


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