In breve

  • Il numero di persone da sfamare aumenta ogni giorno di 200.000 unità. Secondo le stime, entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà quota 9,8 miliardi e sarà necessario produrre più cibo con una minore quantità di terra pro capite.
  • La crescita della popolazione e l’aumento del consumo di alimenti che richiedono un uso intensivo dei terreni, come la carne, implicano che nel 2050 sarà necessario produrre il 70% di cibo in più rispetto a oggi. 
  • Pur seguendo un andamento ciclico nel breve periodo, in una prospettiva di lungo termine le società in grado di contribuire a migliorare le rese agricole potranno generare quasi certamente una crescita annua dei volumi pari all’1-2% .

Sfamare ogni giorno 200.000 persone in più è una sfida incredibilmente ardua. Il fabbisogno calorico pro capite è in continuo aumento, anche nei Paesi dove la carenza di cibo è un fenomeno sconosciuto. I regimi alimentari cambiano, perché la crescita del reddito stimola la domanda di cibi come la carne, che richiedono un uso intensivo del terreno, mentre diminuisce la disponibilità pro capite di terreni coltivabili per le produzioni alimentari.

La combinazione di questi fattori potrebbe portare alla realizzazione delle previsioni malthusiane. Alla fine del diciottesimo secolo, Thomas Robert Malthus teorizzava che una crescita (esponenziale) della popolazione, associata a incrementi (lineari) della produzione di cibo, avrebbe portato malattie, fame e guerre.

Tuttavia, l’agricoltura ha compiuto enormi progressi passando dall’agricoltura di sussistenza del passato alle attuali macchine agricole a guida satellitare, che piantano semi “geneticamente modificati”, e nel frattempo la produttività si è moltiplicata. Stando ai dati del World Food Programme (WFP) delle Nazioni Unite, dal 1969 il numero di persone denutrite è rimasto sostanzialmente invariato a livello mondiale, nonostante la popolazione globale sia quasi raddoppiata.

Le aziende che oggi sono leader nella produzione agricola più avanzata possono aumentare i livelli di resa già elevati, mentre l’applicazione di metodi già noti e testati nei mercati in via di sviluppo può contribuire a sfamare il mondo. Pur avendo un andamento di natura ciclica nel breve periodo, in una prospettiva di lungo termine le società che contribuiscono a migliorare le rese agricole potranno quasi certamente incrementare il fatturato in linea con i trend di crescita. Gli utili dovrebbero aumentare almeno di pari passo con la crescita tendenziale del sotto-settore, con variazioni nei margini di profitto in quanto una quota maggiore riconosciuta agli agricoltori comporta un più elevato potere di definizione dei prezzi, migliori margini e quindi una maggiore redditività.

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