Zurigo, 26 ottobre 2016 – Le 314 aziende intervistate da UBS prevedono per il 2017 un aumento medio dei salari nominali dello 0,6 percento. UBS prevede che nel 2017 l'inflazione dovrebbe essere leggermente positiva (0,4 percento), il che determina un incremento medio dei salari reali dello 0,2 percento. Di conseguenza l'anno prossimo gli aumenti dei salari reali dovrebbero risultare inferiori al 2016.

Benché l'aumento dei salari nominali dello 0,5 percento previsto nel sondaggio per il 2016 sia leggermente inferiore al 2017, emerge un quadro differente se si tiene conto dell'inflazione. A causa del crollo del prezzo del petrolio registrato a inizio anno e delle ripercussioni dello shock legato ai tassi di cambio dell'anno scorso, nel 2016 l'inflazione dovrebbe risultare leggermente negativa, ovvero pari al -0,3 percento. Per il 2016 ne deriva un aumento dei salali reali dello 0,8 percento rispetto allo 0,2 percento previsto per l'anno prossimo.

Accordi salariali più favorevoli nei settori chimico e farmaceutico
I settori chimico e farmaceutico e quello dei fornitori di servizi per le imprese saranno in testa anche nel 2017 con aumenti salariali medi dell'1 percento ciascuno. Si aggiungono inoltre i dipendenti del settore pubblico, che in media potranno aspettarsi anch'essi l'1 percento in più di salario. Nonostante lo scarto tra i settori resti ampio anche il prossimo anno, al livello intermedio il divario è destinato ad aumentare. Con un aumento salariale medio dello 0,5 percento, ad esempio, 14 settori su 22 si trovano solo di poco al di sotto della media. I fanalini di coda per quanto riguarda gli aumenti salariali sono i settori dell'orologeria e dei media. Per entrambi nel 2017 si prevede un congelamento dei salari. Gli aumenti salariali avvengono in molti casi solo individualmente e con l'obiettivo di trattenere il personale specializzato.

Nell'industria dell'orologeria e dei media si potrebbero verificare addirittura delle riduzioni dei salari reali. Ciò è riconducibile all'inflazione positiva che indebolisce il potere d'acquisto dei salari futuri. L'inflazione dello 0,4 percento prevista per il prossimo anno significa una perdita media del potere d'acquisto dei salari dello 0,4 percento nei settori dell'orologeria e dei media. Tutti gli altri settori possono contare su un aumento dei salari reali, malgrado l'inflazione leggermente positiva.

Andamento salariale moderato nonostante il clima di fiducia
Le aspettative riguardanti l'andamento generale dell'economia svizzera sono decisamente migliorate fra i responsabili del personale. Oltre la metà delle aziende che hanno partecipato al sondaggio prevede una ripresa moderata per l'anno prossimo, mentre nel 2015 solo un quarto delle aziende condivideva questo parere. Il quadro è analogo per quanto concerne l'andamento del tasso di disoccupazione. Mentre nel 2015 quasi due terzi delle aziende prevedevano ancora un aumento del tasso di disoccupazione, nel 2016 solo un quarto è di questo avviso.

Malgrado le prospettive economiche ottimiste, nel 2017 l'andamento medio dei salari reali dovrebbe subire una flessione. Da un lato sarà l'inflazione annua, che per la prima volta dal 2011 è prevista positiva, a gravare sull'andamento dei salari reali, dall'altro si ha una compensazione degli aumenti dei salari reali recentemente molto elevati. L'inflazione, che negli ultimi anni è risultata in generale sempre inferiore alle previsioni, ha determinato dal 2008 un aumento annuo dei salari reali dell'1,2 percento (superiore alla media pluriennale). In terzo luogo, considerate la difficile situazione economica e le condizioni dei tassi di cambio, i margini delle imprese nel 2015 e nel 2016 hanno registrato un calo nella maggioranza dei settori, tanto che molte aziende sono intenzionate ad accordare nuovi aumenti salariali più consistenti solo una volta stabilizzata la situazione dei margini.

Andamento dei salari nominali in % secondo l’inchiesta salariale UBS 2017

 

Aumento salariale 2016

Previsione 2017

Chimica e farmaceutica

1.0%

1.0%

Servizi per le imprese

1.0%

1.0%

Settore pubblico

0.7%

1.0%

Servizi informatici e di telefonia

1.0%

0.8%

Banche e assicurazioni

0.8%

0.8%

Energia, fornitura e smaltimento

0.5%

0.8%

Svizzera

0.5%

0.6%

Materiali da costruzione

0.5%

0.5%

Tessile

0.5%

0.5%

Metalli

0.5%

0.5%

Macchine

0.5%

0.5%

Edilizia e architettura

0.5%

0.5%

Logistica

0.5%

0.5%

Generi alimentari

0.5%

0.5%

Beni di consumo

0.5%

0.5%

Sanità e servizi sociali

0.5%

0.5%

Commercio all'ingrosso

0.4%

0.5%

Commercio al dettaglio

0.4%

0.5%

Settore automobilistico

0.3%

0.5%

Turismo incl. Cultura, sport e istruzione

0.1%

0.5%

Elettronica

0.0%

0.5%

Media

0.0%

0.0%

Orologi

0.0%

0.0%

UBS svolge l’inchiesta salariale annualmente dal 1989. All’attuale sondaggio, che è stato condotto dal 8 settembre al 5 ottobre 2016, hanno partecipato 314 imprese e associazioni di lavoratori e di datori di lavoro di 22 settori, che rappresentano oltre l'80 percento della forza lavoro in Svizzera. Negli anni dal 1989 al 2015, gli aumenti salariali stimati mediante l’inchiesta si sono discostati in media di soli 0,29 punti percentuali dalla media dei dati ufficiali sullo sviluppo salariale (indice dei salari nominali e CCL) pubblicati dall’Ufficio federale di statistica (UST).

I risultati dettagliati dell’inchiesta salariale UBS 2017 sono disponibili su Internet all’indirizzo: UBS inchiesta salariale 2017.

 

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Contatti

Daniel Kalt, UBS capo economista Svizzera
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