Condividere le scelte con gli eredi

Già da tempo Claudio Rossi (nome fittizio) temeva l’arrivo di questo momento. Imprenditore severo, ma al tempo stesso corretto, ha sempre avuto tutto sotto controllo, sia nell’ambito privato sia in azienda.

Ma ora la svolta: un’animata discussione in famiglia lo ha destabilizzato. Ha avuto forti attriti con sua figlia, mentre i suoi due altri figli maggiorenni si rimproveravano aspramente l’un l’altro. Claudio ha tentato di farsi valere con autorità, per calmare gli animi e allentare le tensioni. Il tentativo è fallito, i ragazzi se ne sono andati sbattendo la porta e sua moglie ne è rimasta molto turbata.

Aveva fatto i conti senza i figli!

Ma cos’è successo? Tutto era iniziato nel migliore dei modi. Insieme a Sara, la moglie, Claudio aveva deciso di mettere ordine tra i suoi averi. Era molto motivato, ma al tempo stesso i due coniugi si domandavano – un po’ preoccupati – come avrebbero potuto mantenersi in futuro.

Per questo motivo, la coppia aveva l’intenzione di concludere un contratto matrimoniale e un patto successorio a mezzo di una cosiddetta clausola per il trattamento di miglior favore. Ciò avrebbe significato che, in caso di decesso di uno dei due coniugi, il superstite avrebbe ricevuto l’intero valore patrimoniale, per un ammontare complessivo di circa tre milioni di franchi. Elementi importanti di proprietà immobiliare erano la casa di famiglia, un immobile plurifamiliare e una casa di villeggiatura in Engadina. Con il trattamento di miglior favore, i figli sarebbero rimasti a mani vuote. Claudio Rossi ritrova la calma, riflette su quanto accaduto e gli sovvengono alcuni particolari.

I fatti, in realtà, avevano preso una piega incontrollata dal momento in cui tutto era stato stabilito e i documenti erano pronti per la firma. Solo in quel momento, all’improvviso, la figlia si era mostrata molto interessata alla casa di famiglia mentre i due figli avevano reclamato la casa di villeggiatura in Engadina. «In genere, i genitori hanno un’idea di equità nella ripartizione del patrimonio diversa rispetto a quella dei figli», spiega il Responsabile Wealth Planning di UBS Regione Ticino Giorgio Falconi.

Questo approccio può talvolta diventare causa di malcontento fra i familiari. Per le generazioni più anziane, di norma conta maggiormente la ripartizione materiale di un bene di famiglia, mentre le generazioni più giovani mettono al primo posto anche l’aspetto emotivo, indipendentemente dall’effettivo valore materiale.

Un compromesso riconciliante

La storia della famiglia Rossi si è risolta per il meglio… in che modo? «Dopo il diverbio tutti hanno fatto un passo indietro, mostrando il desiderio di trovare un compromesso» spiega Falconi, descrivendo le condizioni di partenza per una soluzione solidale.

Nei momenti cruciali quali i conflitti tra familiari, è opportuna la presenza di una terza persona che svolga il ruolo di mediatore e dia buoni consigli. «In veste di professionista, comprendo bene la situazione nella sua globalità e complessità. Forte della mia esperienza e con la dovuta sensibilità propongo la soluzione personalizzata più idonea». Alla fine i coniugi Rossi hanno deciso di procedere con un cosiddetto anticipo ereditario, donando i beni immobiliari ai figli: alla figlia è spettata la casa paterna gravata da usufrutto in favore dei genitori, mentre ai due figli maggiorenni la casa di villeggiatura, proprio come tutti desideravano. I mezzi liquidi, l’immobile plurifamiliare e gli investimenti sono invece rimasti in capo ai genitori, al fine di garantire il loro tenore di vita dopo il pensionamento. Al termine della loro vita, il rimanente sarà suddiviso fra i figli secondo una chiave di riparto che tiene conto degli anticipi ereditari ricevuti in vita e sancita con un semplice testamento olografo. Quale conseguenza positiva, ora la famiglia discute insieme delle decisioni riguardanti gli investimenti.

«Un chiaro esempio di come si possano tutelare singoli beni del patrimonio familiare, senza compromettere la previdenza di chi lascia l’eredità», spiega Falconi. In genere, Falconi consiglia ai clienti che desiderano una ripartizione equa del patrimonio di mettere chiaramente per iscritto le loro intenzioni, in modo che siano vincolanti. Lasciare i beni di famiglia è una questione molto personale: è quindi consigliabile riflettere bene sui potenziali destinatari e sull’oggetto stesso del lascito ereditario. «Per una consulenza di successo, è essenziale condividere queste riflessioni con gli eredi, al fine di comprendere l’importanza emotiva che attribuiscono ai diversi beni» conclude Falconi.

Quando è opportuna una spartizione equa del patrimonio?

  • Quando è necessario fare acconti della quota ereditaria o i relativi conteggi.
  • Quando ci sono rapporti di proprietà non chiari o i beni patrimoniali devono essere divisi tra più parti.
  • Quando gli eredi non sono a conoscenza dell’esistenza di alcuni beni patrimoniali.
  • Quando la situazione familiare cambia dopo un decesso, un divorzio, un secondo matrimonio oppure un concubinato.
  • Quando si instaura una nuova e complessa situazione familiare, per esempio nel caso di una famiglia patchwork, di un concubinato o di un’unione civile (tra persone dello stesso sesso).

UBS Family Banking

UBS Family Banking mette in evidenza due aspetti principali nel delicato tema della successione.

Equa ripartizione del patrimonio familiare

  • Sviluppo di una comprensione comune dei propri desideri ed esigenze, includendo la generazione successiva.
  • Preparazione della pianificazione finanziaria e panoramica dei valori patrimoniali.
  • Elaborazione e revisione regolare della soluzione successoria.

Conservare i valori in famiglia per generazioni

  • Elaborazione del proprio concetto d’investimento.
  • Discussione e scelta di una strategia d’investimento adeguata.
  • Coinvolgimento della generazione successiva nel processo d’investimento

Questo articolo è stato scritto da NZZ Content Solutions per conto di UBS.