«Salario» fisso oppure opportunità di guadagno con il gusto del brivido?
Rendita o ingente capitale sotto la propria responsabilità? La scelta dipende anche dalla propria personalità. (Illustrazione: Alexander Glandien)

Per questa decisione ci si deve interrogare seriamente, in modo tale da riuscire a fare una stima corretta delle proprie esigenze e valutare il proprio carattere. Prelevare denaro dalla cassa pensioni sotto forma di rendita a vita o scegliere di farsi versare l’intero capitale risparmiato in un’unica soluzione? Questa decisione influenza profondamente la vita del pensionato. Per molte persone la cassa pensioni costituisce la principale risorsa patrimoniale della previdenza per la vecchiaia.

Il futuro e lo sviluppo personale non sono fattori pianificabili, non esiste dunque «la» decisione giusta. Per alcuni, tuttavia, una rendita è con ragionevole certezza la soluzione ricercata: ciò vale nei casi in cui la persona prossima alla pensione disponga di averi di previdenza limitati, al di fuori della cassa pensioni, goda di buona salute, non abbia esperienza in investimenti, sia single e restia a usufruire dei risparmi faticosamente accantonati.

Un’elevata sicurezza di pianificazione

In questi casi, il prelievo della rendita è una sorta di «continuazione di versamento del salario»: l’assicurato, infatti, riceve una rendita mensile garantita, fino al decesso. Il pensionato beneficia così di un’elevata sicurezza di pianificazione, poiché mediante il capitale a disposizione, il tasso di conversione e l’aliquota di imposta è possibile calcolare in modo abbastanza preciso quanto denaro rimanga a disposizione per vivere. Al contempo, chi preleva una rendita non deve sviluppare iniziativa personale, né preoccuparsi di alcunché. È la cassa pensioni, poi, a farsi carico del rischio di prelievo di rendita a lungo termine. Jürg Walter, esperto di casse pensioni presso Libera, ricorda che il concetto fondamentale è costituito dal prelievo dell’AVS e della previdenza professionale e rimanda a un ulteriore punto a favore della rendita: in caso di morte del pensionato, al partner superstite è corrisposta una rendita per coniugi.

Tuttavia, questo prelievo di rendita comporta anche alcuni svantaggi: una rendita fissa e regolare non lascia praticamente spazio alla flessibilità finanziaria, se si pianificano viaggi o acquisti più consistenti del solito. In caso di morte, inoltre, la rendita non versata rimane alla cassa pensioni, lasciando gli eredi a mani vuote. A seconda della cassa pensioni, infine, l’adeguamento all’inflazione è nullo, oppure modesto. Per questa valutazione occorre chiarire se per la rendita sia prevista un’indicizzazione, altrimenti un rincaro elevato potrebbe tradursi in un onere considerevole.

Sono questi i motivi che possono spingere a gestire il proprio patrimonio in prima persona, o a delegare un professionista. Chi è convinto di poter ottenere una rendita più consistente grazie alla propria strategia d’investimento, piuttosto che con gli interessi della cassa pensioni, e dunque compensare un’eventuale elevata inflazione dovrebbe prelevare il capitale.

A chi la scelta?

Prima di concentrarsi su una scelta tanto importante, è necessario accertarsi sulla misura in cui tale possibilità di scelta sussista. L’assicurato deve informarsi per tempo presso la sua cassa pensioni per sapere fino a quando sia possibile annunciarsi per un prelievo in contanti e per quale importo. Ci potrebbero volere anche diversi anni, per cui vale la pena chiarire questa circostanza già all’età di 55 anni. Per legge, almeno un quarto dell’avere di vecchiaia obbligatorio deve poter essere riscosso in contanti. Alcune casse pensioni permettono un prelievo del 100% del capitale di vecchiaia. Un motivo spiacevole che induce a tale scelta potrebbe altresì essere la probabilità del beneficiario di non raggiungere l’aspettativa media di vita, per problemi di salute. Prelevando capitale, potrà permettersi una vita più agiata di quella concessa da una rendita, oppure potrà lasciare in eredità il restante patrimonio.

L’amministrazione degli averi prelevati ha un ruolo centrale. Chi, in seguito al prelievo, lascia il proprio denaro sul conto, considerando di vivere degli interessi, farebbe meglio a optare per la rendita. È indicata anche un’ampia diversificazione, altrimenti si corre il rischio di perdita del capitale di previdenza. In tal caso, il pensionato deve mantenersi con la modesta riscossione dell’AVS. Inoltre, chi opera sul mercato azionario deve poter dormire sonni tranquilli in caso la borsa registri ribassi a due cifre.

«È una scelta istintiva», dichiara Jörg Odermatt, CEO di PensExpert. Nel frattempo, spesso le persone con un reddito medio ricorrono a un prelievo di capitale pari a un terzo del capitale stesso (due terzi se sotto forma di rendita). Come regola generale, Jörg Odermatt consiglia un prelievo parziale, se il reddito annuo da rendita del pensionato corrisponde a circa 70 000 franchi (42 000 di AVS e 30 000 di cassa pensioni). Jürg Walter aggiunge: «Se per la rendita non serve l’intero capitale insieme all’AVS, un prelievo di capitale parziale è certamente opportuno». Nell’attuale contesto di bassi tassi d’interesse, non è tuttavia per nulla facile operare investimenti più redditizi rispetto alla cassa pensioni.

Attenzione alle tasse!

Odermatt consiglia di investire il prelievo di capitale in valori reali, descrivendo la rendita come un investimento simile alle obbligazioni, senza una correlazione con i mercati finanziari. «Le rendite sono fisse e garantite, inoltre non sono mai state ridotte per i pensionati», aggiunge. Considerati i bassi rendimenti ottenibili attualmente sul mercato finanziario, bisogna prestare attenzione alle tasse. In un rudimentale calcolo approssimativo, abbassando le tasse dell’1%, il capitale risparmiato sarà sufficiente per 30 anni, anziché per 25.

Tuttavia, è necessaria non solo una strategia d’investimento, ma anche una pianificazione della liquidità. Nei primi anni spesso il reddito derivante dalla rendita non basta a coprire il fabbisogno familiare. Le lacune vengono dunque colmate con il terzo pilastro (se disponibile), oppure intaccando il capitale d’investimento. Con il passare degli anni, le esigenze finanziarie diminuiscono e l’erosione del capitale d’investimento diventa sopportabile. Odermatt consiglia anche di integrare un'eventuale ipoteca in questa pianificazione. Secondo il CEO di PensExpert, l’ipoteca deve essere abbassata a un livello di interessi sostenibili, anche in caso un loro notevole aumento. Si tratta di ben più di un ammortamento della II ipoteca. Al contempo, però, questa non può subire una forte riduzione, perché in età pensionabile non è più possibile un aumento.

Un riscatto non cambia la decisione

In caso di pensionamento anticipato o parziale, resta invariata la domanda sulla decisione relativa alla rendita o al capitale, per quanto si facciano i conti con un capitale di vecchiaia inferiore rispetto a quello di un pensionamento regolare. Chi ha questa possibilità deve aumentare il capitale e l’effetto dell’interesse composto tramite riscatti, anche se non prevede un pensionamento anticipato. Un normale riscatto viene accreditato all’avere di vecchiaia sovraobbligatorio, caratterizzato in parte da interessi più sfavorevoli rispetto a quelli della parte obbligatoria. Tuttavia, Jürg Walter sostiene che la maggior parte delle casse pensioni autonome sia costituita come «casse mantello», ovvero non fa differenza tra parte obbligatoria e sovraobbligatoria. L’intero avere di vecchiaia, riscatti inclusi, viene remunerato secondo lo stesso tasso d’interesse.

Un altro aspetto da considerare è la tassazione: le rendite sono tassate al 100% come reddito, mentre ai versamenti di capitale si applica una tariffa propria. Anche i redditi da investimenti e il patrimonio sono tuttavia soggetti a tassazione. La complessità stessa della decisione tra rendita e capitale mostra che il cittadino medio deve rivolgersi a uno specialista per la pianificazione del pensionamento, per non rischiare di trascurare o valutare in modo completamente erroneo un aspetto decisivo della pianificazione della previdenza.

Per gentile concessione del quotidiano Neue Zürcher Zeitung. Traduzione a cura di UBS Switzerland Marketing Translation Services.

L’avere della cassa pensioni rappresenta il 2° pilastro del vostro reddito dopo il pensionamento.

Per percepirlo, avete tre possibilità di scelta:

  • rendita mensile
  • prelievo di capitale con accurata gestione dello stesso
  • e una combinazione di entrambe

La soluzione che sceglierete avrà un’enorme importanza per voi e i vostri famigliari. Ponderate quindi accuratamente tutti i pro e i contro. Tenete in considerazione anche i seguenti fattori:

situazione famigliare, salute, situazione patrimoniale, ipoteche, imposte e regolamenti contrattuali della cassa pensioni.

I nostri specialisti della previdenza vi sosterranno nella vostra decisione mostrandovi tutte le misure necessarie.