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Che aria si respira tra le PMI locali?

Ci troviamo nel bel mezzo di una delle più gravi recessioni degli ultimi 60 anni, però noto che la maggior parte delle PMI sta reagendo con sangue freddo. Invece di farsi prendere dallo shock, sta cercando di tracciare un quadro realistico della situazione e di adeguarsi il più possibile alle mutate circostanze. Una qualità, quest’ultima, tipica delle imprese svizzere e che in passato ha fatto sì che uscissero dalle crisi generalmente rafforzate. Molti imprenditori guardano quindi al futuro con cauto ottimismo.

Attualmente, come investono prioritariamente le PMI?

Almeno fino alle ferie estive non ho avuto l’impressione che gli investimenti fossero stati sospesi di proposito. Nelle ultime settimane c’è stato però un po’ meno movimento. Sembra quasi che dopo le vacanze gli investimenti non siano ancora del tutto decollati.

Come spiega questo attendismo da parte delle PMI?

Con la crisi, le aziende sono diventate più caute. Prima potevano magari permettersi di fare qualche esperimento, perché sapevano che gli investimenti sarebbero stati coperti dal loro cashflow. Oggi invece ci pensano due volte. Continua a valere il principio del «cash is king», ossia dell’importanza di garantire la liquidità. Dopo l’esperienza della scorsa primavera questo è un punto a cui le imprese sono ormai molto attente. A volte però prendono semplicemente tempo. L’importante è non arrivare a un blocco degli investimenti, cosa che sarebbe fatale per le imprese. In altri periodi di recessione, ho visto aziende tagliare sensibilmente le loro spese per gli investimenti, la ricerca e lo sviluppo. A medio termine questa decisione si è rivelata fatale.

Le PMI dovrebbero continuare a pianificare come fatto finora?

No, perché in molti settori il quadro è cambiato drasticamente. Una delle questioni più importanti è quindi come adattare il proprio modello di business. Ai fini della pianificazione, questo aspetto era già importante anche prima della crisi e oggi, con il coronavirus, lo è ancora di più.

Consulenza UBS

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Per parlare della struttura di finanziamento dell’azienda

A cosa devono porre particolare attenzione le PMI nel pianificare i loro investimenti?

Ora come ora, ciò che conta è pianificare in modo accurato. Per evitare investimenti eccessivi è bene che distinguano tra «need to have» e «nice to have». Inoltre, è consigliabile una pianificazione a ciclo continuo. Questo processo, che prima era a scadenze annuali predefinite, va ora preferibilmente aggiornato con maggiore frequenza e con un approccio dinamico. Altrettanto fondamentale è tenere sempre ben presente il modello di business adeguato alle nuove condizioni quadro. La domanda da porsi è: quali sono gli investimenti necessari per mantenere in vita l’azienda in questo scenario e generare comunque una crescita?

Fino a che punto i crediti transitori COVID-19 limitano gli investimenti?

Attualmente sono consentiti solo investimenti rimpiazzo, ma in futuro potrebbero essere ammessi anche quelli di ampliamento. Questo perché la crisi sta cambiando il modello di business di molte aziende, imponendo quindi diversi tipi di investimento. Il rimborso di prestiti o la distribuzione di dividendi continuano invece a non essere permessi. Ciò potrebbe avere delle ripercussioni in ambito di pianificazione successoria e bloccare i processi per diversi anni. Di conseguenza, inglobare la successione nei piani di investimento assume ora un’importanza ancora maggiore. Nel complesso mi aspetto che, nei prossimi mesi, le direttive collegate ai crediti transitori coronavirus vengano ulteriormente adeguate alle esigenze delle imprese.

In che modo UBS può aiutare le PMI a pianificare i loro investimenti?

In primis, escogitando la soluzione migliore per ogni singola azienda. Tanto per fare un esempio, con un’operazione veloce e senza burocrazia abbiamo deciso di differire gli ammortamenti e di ristrutturare o incrementare i finanziamenti in essere. Per evitare una situazione di stallo, non possiamo basare le nostre decisioni di credito solo sull’anno in corso, che è certamente anomalo. Collaboriamo gomito a gomito con le imprese e, nella grande maggioranza dei casi, abbiamo individuato una soluzione sostenibile per tutte le parti coinvolte. Sicuramente questo è anche uno dei motivi alla base dello scarso numero di richieste di crediti COVID-19 Plus e della bassa quota – in media solo il 25 percento – del loro utilizzo. Infine, in questo periodo così particolare, siamo anche sparring partner di molti imprenditori che spesso devono agire in solitaria e possono aver bisogno di un secondo parere imparziale.

A cosa devono porre particolare attenzione le PMI oggi?

Devono mantenere la lucidità, senza lasciarsi guidare dagli accadimenti quotidiani. Cambiare idea in continuazione non serve. Meglio invece non perdere mai di vista gli obiettivi prioritari. Chi vuole crescere non può tuttavia fare a meno di investire.

In piena crisi COVID-19, come possono fare le PMI a non farsi influenzare dall’attualità?

Naturalmente per molte imprese la situazione è delicata, perché in parte sentono minacciata la propria esistenza. Prima che i fatturati tornino ai livelli precrisi, per alcuni settori potrebbero volerci anni. Molte PMI hanno però imparato dalle crisi passate e nei tempi buoni si sono premunite. Ho quindi una grande fiducia nell’economia svizzera. Inoltre, in alcuni settori la pandemia sta rafforzando uno sviluppo strutturale che era già in atto. Chi non saprà reagire in tempo, come è successo per l’industria tessile negli anni Ottanta, in futuro potrebbe avere dei problemi.

In che modo la pandemia sta cambiando il paesaggio delle PMI svizzere?

Nel complesso, la nostra economia mi sembra ben preparata. Dimostra di essere agile e calma, e non si fa prendere dal panico. Dobbiamo però aspettarci dei cambiamenti strutturali, come una certa verticalizzazione. Ciò significa che le aziende potrebbero integrare sempre di più (e soprattutto) i processi a monte nella propria catena di creazione del valore. Allo stesso tempo aumenterà anche il consolidamento all’interno di determinati settori.

Thomas Sommerhalder

Thomas Sommerhalder

Responsabile Regione Argovia/Soletta

Insieme ai suoi team, dal 2010 Thomas Sommerhalder fornisce assistenza alle imprese della regione Argovia/Soletta per tutti gli aspetti strategici e operativi in tema di finanza. In precedenza è stato direttore e membro del consiglio d’amministrazione di PMI operanti nei settori tessile e della tipografia, oltre che titolare di una società di consulenza.

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