Zurigo, 28 ottobre 2015 – Le aziende intervistate nel corso dell'inchiesta salariale UBS prevedono per il 2016 un aumento medio dei salari nominali dello 0,5 percento. Considerando l'inflazione annuale negativa, pari a
-0,4 percento, prevista da UBS per il 2016, questo atteso aumento dei salari nominali si traduce in un incremento medio dei salari reali pari allo 0,9 percento.

L'aumento dei salari nominali dello 0,8 percento circa, previsto per il 2015, è il risultato di una trattativa salariale, durante la quale si prevedeva ancora un'inflazione annua leggermente positiva. In seguito all'eliminazione del tasso di cambio minimo EURCHF e al forte calo dei prezzi dell'energia, per l'intero 2015 dovrebbe risultare un'inflazione di -1,2 percento. Pertanto, nel 2015 i salari aumenteranno mediamente del 2 percento.
 

Aumenti dei salari nominali nonostante le aspettative negative per l'inflazione

La rigidità dei salari nominali verso il basso fa sì che in nessun settore siano previsti in media cali salariali, nonostante l'inflazione negativa prevista per il 2016. Questo può però manifestarsi in singoli casi. Nel 2016, in tutti i settori gli aumenti salariali medi saranno inferiori a quelli del 2015.

I settori come quello della chimica e quello farmaceutico, i servizi informatici e delle telecomunicazioni, nonché i servizi per le aziende saranno in testa anche nel 2016 con aumenti salariali medi dell'1 percento ciascuno. I salari nei settori energia, approvvigionamento e smaltimento nonché banche e assicurazioni (0,8%), nel settore pubblico (0,7%), nell'edilizia e nell'architettura (0,6%) mostrano un andamento superiore alla media. I salari nei settori produzione di generi alimentari (0,4%) nel commercio all'ingrosso e nell'industria dell'orologeria e in quella elettronica (0,3% ciascuna) hanno registrato un aumento inferiore alla media. I fanalini di coda sono stati i settori del turismo, dei materiali e dei materiali edilizi, il settore dei media e il settore tessile. In questi settori nel 2016 si prevede un congelamento dei salari. Gli aumenti salariali avvengono in molti casi solo individualmente e con l'obiettivo di trattenere il personale.
 

L'organico diminuirà soprattutto nel settore secondario

Il cambiamento strutturale dell'economia svizzera viene ulteriormente accelerato dall'eliminazione del tasso di cambio minimo EURCHF. Le aziende del settore tessile prevedono per questo e per il prossimo anno il più forte taglio dei posti di lavoro di tutti i settori esaminati.

Per l'intero 2015, la maggiore crescita dell'organico è prevista nel settore pubblico. Nel 2016, il settore dei servizi per le aziende dovrebbe guidare la classifica. Per il 2016 è previsto inoltre un aumento del personale nel settore pubblico, nel settore del commercio al dettaglio e nell'industria chimica e farmaceutica.

Nel settore salute e servizi sociali, nei settori orologi, informatica e servizi di telecomunicazione nonché nel settore automobilistico, l'inchiesta fa prevedere per il 2016 un organico costante. Anche per il settore dei metalli, le aziende prevedono un organico invariato. Negli altri settori, il prossimo anno il numero dei collaboratori dovrebbe diminuire.
 

L'eliminazione del tasso di cambio minimo EURCHF come sfida per l'industria

Con l'eliminazione del tasso di cambio minimo EURCHF sono stati maggiormente colpiti i settori che hanno un forte orientamento alle esportazioni, che sono in concorrenza con aziende dell'Eurozona e che hanno un'elevata percentuale dei propri costi in franchi svizzeri. Infatti, il 77 percento delle aziende nel settore secondario ammette di essere colpito molto negativamente o negativamente. Nel settore terziario il 69 percento è colpito molto negativamente o negativamente, nonostante la struttura del settore piuttosto orientata al mercato interno. Le aziende tentano di coprirsi passando a fornitori esteri e introducendo misure di riduzione dei costi. Cercano inoltre in misura maggiore possibilità di ottimizzare i loro processi.

Tra le aziende, che secondo l'inchiesta hanno reagito all'eliminazione del corso minimo, complessivamente il 59 percento ha dovuto ridurre i margini. Suddivise per settori sono il 64 percento nell'industria e il 62 percento tra le aziende dei servizi. Il 60 percento delle aziende industriali non intende più occupare i posti vacanti. In tutta la Svizzera, l'8 percento delle aziende, che hanno adottato misure dopo l'eliminazione del corso minimo, ammette di aver ridotto in certi settori i salari nominali o di avere in programma questa misura. Nel settore industriale, il 35 percento delle aziende sta inoltre preparando trasferimenti dell'attività all'estero per mantenere la propria competitività internazionale.

Andamento dei salari nominali in % secondo l’inchiesta salariale UBS 2016

 

Aumento salariale 2015

Previsione dell’aumento salariale 2016

Servizi per le imprese (incl. beni immobili)

1,0%

1,0%

Chimica e farmaceutica

1,1%

1,0%

Servizi informatici e di telefonia

1,5%

1,0%

Energia, fornitura e smaltimento

0,9%

0,8%

Banche e assicurazioni

1,0%

0,8%

Settore pubblico

1,0%

0,7%

Edilizia e architettura

0,6%

0,6%

Beni di consumo

0,5%

0,5%

Macchine

0,7%

0,5%

Metalli

0,8%

0,5%

Sanità e servizi sociali

0,8%

0,5%

Logistica

1,0%

0,5%

Beni di consumo

1,0%

0,5%

Settore automobilistico

1,0%

0,5%

Generi alimentari

0,7%

0,4%

Elettronica

0,5%

0,3%

Orologi

0,5%

0,3%

Servizi per le imprese

1,0%

0,3%

Turismo incl. Cultura, sport e istruzione

0,0%

0,0%

Materiali da costruzione

0,5%

0,0%

Media

0,5%

0,0%

Turismo

1,0%

0,0%

Svizzera

0,8%

0,5%

I risultati dettagliati dell’inchiesta salariale UBS 2016 sono disponibili su Internet all’indirizzo: UBS inchiesta salariale 2016.

 

UBS Switzerland AG

 

Contatti

Daniel Kalt, UBS capo economista Svizzera
Tel. +41 44 234 25 60, daniel.kalt@ubs.com

Sibille Duss, UBS Chief Investment Office WM
Tel. +41 44 235 69 54, sibille.duss@ubs.com

 

Pubblicazioni UBS e previsioni relative alla Svizzera disponibili al sito: www.ubs.com/investmentviews