Zurigo, 8 giugno 2017 – Il rialzo di 0,88 punti tra gennaio e aprile 2017 del barometro delle PMI, attualmente a quota 0,49 punti, è il risultato dell'aumento di tutti gli indicatori, e in particolare dell'incremento del livello di produzione e della valutazione generale degli ordini da parte delle PMI. Anche nel caso delle grandi imprese tutti gli indicatori hanno contribuito all'incremento da -0,56 a 0,51 punti. Un netto miglioramento rispetto allo scorso anno ha interessato l'afflusso degli ordinativi e la valutazione generale dell'intero portafoglio ordini, ivi incluso gli ordini provenienti dall'estero. I barometri di entrambe le categorie aziendali si attestano al di sopra della media pluriennale. Per le PMI il valore attuale è il più alto dalla metà del 2011 e per le grandi imprese il più alto da maggio 2014. Il miglioramento delle previsioni delle imprese industriali è anche in linea con le stime degli economisti di UBS, che annunciano una crescita economica ampiamente sostenuta per l'anno in corso.

Spiragli di luce anche nel terziario

Ulteriori schiarite hanno caratterizzato anche gli affari delle società di servizi. Sebbene i fornitori di servizi nel complesso non abbiano mai valutato negativamente la propria situazione economica, come è invece avvenuto per le grandi imprese industriali nell'ultimo anno e per le PMI nel secondo trimestre di quest'anno, nel corso degli ultimi mesi il numero delle aziende del terziario con una valutazione negativa ha registrato un continuo calo. La ripresa è stata significativa in particolare per le grandi imprese, mentre la valutazione delle PMI negli ultimi mesi ha segnato solo un timido miglioramento. La peggiore valutazione delle PMI del terziario potrebbe essere riconducibile alle aspettative leggermente smorzate sui prezzi nei prossimi tre mesi. Le PMI prevedono una flessione del livello generale dei prezzi più netta rispetto alle grandi imprese. Tuttavia, fortunatamente nel secondo trimestre la situazione reddituale sia delle grandi che delle piccole e medie imprese è migliorata rispetto al trimestre precedente. Per le grandi imprese si tratta del primo segnale di ripresa dopo l'abolizione del limite minimo di cambio a inizio 2015 e per le PMI addirittura dal terzo trimestre del 2014. Anche la domanda di servizi è aumentata per entrambe le categorie aziendali.

Il commercio al dettaglio, uno dei comparti del terziario che ha maggiormente risentito dell'abolizione del corso minimo, ha dato segnali di ripresa sia nelle PMI che presso le grandi imprese. Tuttavia, se da un lato i commercianti al dettaglio hanno giudicato soddisfacente l'andamento degli affari, dall'altra tra le PMI è semplicemente diminuito il numero delle aziende che ha valutato negativamente la propria situazione economica. Nel complesso, però, la valutazione dell'andamento degli affari è stata comunque ancora negativa, e ciò ha avuto delle ripercussioni anche sulle previsioni relative al fatturato. Infatti, le PMI hanno previsto un calo dei fatturati, mentre le grandi imprese si attendono un aumento del giro d'affari.

Grande divergenze tra le aziende del comparto turistico

Nel settore turistico la forbice tra le PMI e le grandi imprese si è allargata ulteriormente. Mentre le grandi imprese hanno dato un giudizio positivo riguardo all'andamento degli affari per la prima volta dal secondo trimestre dell'anno scorso, le PMI non hanno saputo stare al passo, tanto che di recente l'umore è addirittura nuovamente peggiorato. Le ragioni di questo divario vanno cercate nell'andamento diverso della situazione reddituale, del fatturato e della domanda.

Nel settore edilizio negli ultimi mesi le PMI sono riuscite a stabilizzare la loro situazione degli affari e le grandi imprese hanno addirittura registrato un nuovo sensibile miglioramento. Questo sviluppo è probabilmente riconducibile all'aumento del volume degli ordinativi, che per questa categoria aziendale non si era verificato dal terzo trimestre del 2015. Per contro, l'andamento dell'utile si è riconfermato di segno negativo e le aziende hanno preannunciato un'ulteriore diminuzione dei prezzi. Per le PMI la situazione è leggermente più sfavorevole, dal momento che nel secondo trimestre sia il volume degli ordinativi che gli utili sono diminuiti rispetto al trimestre precedente. Inoltre le PMI intervistate prevedono un ulteriore calo dei prezzi per i prossimi tre mesi.

Barometro PMI di UBS

Barometro PMI di UBS

Calcolo del barometro PMI di UBS
Il barometro industriale UBS si basa sul sondaggio mensile condotto dal KOF nel settore industriale (senza il ramo edile). Viene calcolato come primo componente principale tra 17 sotto indicatori per l’intero settore industriale, suddividendo in PMI (fino a 200 collaboratori) e grandi aziende (a partire da 200 collaboratori). Viene graduato in modo tale che il suo valore medio è uguale a zero e la sua varianza 1.

Industria

Barometro PMI di UBS - industria

Settore dei servizi

Barometro PMI di UBS - Settore dei servizi

Importante
La valutazione avviene attraverso il cosiddetto indice di diffusione: il risultato corrisponde alla media della quota di aziende con trend 'positivo' o 'negativo'. Pertanto, esso non fornisce tassi di variazione percentuali.

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