Zurigo/Basilea, 6 marzo 2015 – Contestualmente allo scioglimento del legame tra franco svizzero ed euro la BNS ha abbassato anche il proprio target per il tasso Libor a tre mesi di ulteriori 50 punti base, a -0,75%. Per tutta risposta, la struttura a termine dei rendimenti dei titoli di Stato elvetici con durate fino a 16 anni è affondata in territorio negativo. Le ripercussioni dell’apprezzamento del franco e degli interessi negativi sull’evoluzione dei prezzi e sulla congiuntura sono complesse e non esistono di fatto precedenti storici. «Fino a questo momento sono state messe in risalto le conseguenze scaturite dalla rinuncia alla soglia minima di cambio, di cui risentono enormemente le attività di esportazione e il turismo, ma dobbiamo tenere presente che, a lungo termine e in una prospettiva macroeconomica, i tassi negativi potrebbero avere conseguenze altrettanto deleterie se non addirittura più gravi» afferma Lukas Gähwiler, capo di UBS Svizzera.

Nel loro recente studio gli economisti di UBS hanno analizzato, basandosi su un macromodello econometrico, le implicazioni di vari scenari per l’andamento dell’economia svizzera negli anni a venire. Gli economisti illustrano la situazione sulla base di tre diversi possibili scenari per il futuro. L’enfasi è posta sugli effetti a livello macroeconomico nonché sulle conseguenze per il settore finanziario e il sistema di previdenza svizzero.

Tassi d’interesse constantemente bassi e disoccupazione in aumento
L’analisi dei tre diversi scenari congiunturali globali evidenzia tassi d’interesse ancora molto bassi e in parte decisamente negativi nonché una netta contrazione della crescita del PIL , che resta al di sotto del suo potenziale pari a  1,5%. Anche nello scenario intermedio gli economisti di UBS prevedono che in Svizzera gli interessi a breve e medio termine rimarranno in territorio negativo fino al 2017. I tassi bassi rendono più costoso il fattore lavoro rispetto al fattore capitale e in combinazione con l’apprezzamento del franco svizzero determinano un aumento del tasso di disoccupazione soprattutto tra i lavoratori meno qualificati.

Rischio di tasso miliardario nel settore bancario
Per il settore bancario nel suo complesso i costi diretti legati ai depositi a vista remunerati a un tasso di interesse negativo presso la BNS dovrebbero ammontare fino a un miliardo di CHF. Se le banche dovessero vedersi costrette ad ampliare la base  di clientela a cui applicare tassi di interesse negativi, ciò potrebbe accrescere notevolmente la quantità di contanti detenuta. Gli economisti di UBS ritengono inoltre molto rischiose le ripercussioni indirette del contesto di tassi negativi. Un livello dei tassi estremamente basso determina l’erosione dei margini d’interesse, una delle principali fonti di reddito di molte banche, e contribuisce ad accrescere il rischio di notevoli perdite in caso di una futura impennata dei tassi. Stando all’analisi di UBS, nell’eventualità di uno shock dei tassi d’interesse simile a quello verificatosi alla fine degli anni Ottanta, le banche elvetiche potrebbero cumulativamente subire perdite superiori a CHF 30 miliardi sui redditi da interessi nei prossimi 10 anni. Inoltre le compagnie d’assicurazione, in cerca di rendimenti, potrebbero rafforzare la loro presenza attiva sul mercato ipotecario. Nel complesso, il contesto di tassi negativi unito alla pressione normativa già esistente dovrebbero velocizzare ulteriormente il processo di consolidamento nel settore bancario.

Molte casse pensione a rischio di sottocopertura
Per quanto riguarda il sistema previdenziale, se il contesto di tassi negativi dovesse persistere, molte casse pensione potrebbe ritrovarsi ancor più in sottocopertura. Questo anche perché le direttive di investimento nel 2° pilastro consentono di investire solo limitatamente in attivi che offrono maggiori rendimenti. Se i tassi di interesse dovessero rimanere bassi o addirittura scendere in territorio negativo per un periodo prolungato, la legge potrebbe acconsentire alle casse pensione di rialzare l’aliquota di contribuzione dei lavoratori al fine di finanziare le rendite promesse. Ciò comporterebbe una maggiore ridistribuzione tra lavoratori e pensionati e peserebbe sulle aziende a causa dell’aumento dei costi per il personale. A fronte di questa situazione, una riduzione moderata dell’aliquota di conversione legale appare più urgente che mai. Nel 1° pilastro una remunerazione inferiore significa un forte ampliamento della lacuna di finanziamento dell’AVS che ammontava a oltre CHF 1000 miliardi prima ancora dell’introduzione dei tassi negativi. Secondo gli economisti di UBS, in uno scenario con bassi tassi d’interesse e mercati azionari deboli il fondo di compensazione AVS potrebbe già estinguersi entro il 2024, mentre in un scenario con tassi più elevati e un andamento più favorevole dei mercati azionari potrebbe bastare fino al 2028 per finanziare le eccedenze di uscite nel 1° pilastro.

La versione integrale dello studio può essere scaricato dal sito web www.ubs.com/global/it/wealth_management/wealth_management_research/pubblicazioni-attuali.html

 

UBS AG
 

Contatti

Dr. Daniel Kalt
Capo economista Svizzera / Regional CIO Svizzera
UBS Chief Investment Office Wealth Management
Tel. +41-44-234 25 60

Dr. Veronica Weisser
Economista ed esperta in materia di previdenza / direttrice CIO WM Swiss Macro and Sectors
UBS Chief Investment Office Wealth Management
Tel. +41-44-234 50 62

UBS AG
Media Relations
Tel.: +41-44-234 85 00
Fax: +41-44-234 85 61
E-mail: mediarelations@ubs.com

www.ubs.com