Circa un terzo della popolazione svizzera prevede di disporre di una rendita pari a oltre il 90% dell’ultimo stipendio percepito prima del pensionamento. Al contempo, solo il 52% degli intervistati pianifica una previdenza privata nel pilastro 3a. Questo è il risultato del nuovo «Monitor previdenza UBS 2016» condotto in collaborazione con gfs-Zürich. Per soddisfare le elevate aspettative finanziarie del periodo successivo al pensionamento, è estremamente importante investire proficuamente i risparmi privati. A tal fine, UBS raccomanda una strategia d’investimento dei risparmi previdenziali specifica per le diverse fasce d’età.

Zurigo, 13 settembre 2016 – Il sistema previdenziale svizzero è sotto pressione. L’AVS archivia risultati di ripartizione negativi e i gradi di copertura delle casse pensioni continuano a diminuire. Al contempo, agli assicurati nel secondo pilastro vengono corrisposti interessi minimi. Nel nuovo sondaggio «Monitor previdenza UBS 2016», condotto in collaborazione con gfs-Zürich, sono state esaminate per la prima volta le aspettative finanziarie nei confronti della previdenza e le possibilità nell’ambito della previdenza privata, del patrimonio disponibile e della quota di risparmio personale.

I risultati emersi mostrano che le aspettative finanziarie in ambito previdenziale sono notevoli malgrado il futuro incerto del sistema previdenziale. Il 67% degli intervistati si aspetta, infatti, che le entrate dopo il pensionamento ammontino a oltre il 70% dell’ultimo reddito percepito. Circa un terzo prevede addirittura una percentuale superiore al 90%. Maggiore è l’età degli interpellati, minori sono le aspettative. Nel raffronto regionale emerge chiaramente che la popolazione della Svizzera romanda e del Ticino nutre maggiori aspettative rispetto a quella della Svizzera tedesca. Poiché tali aspettative non potranno probabilmente essere soddisfatte, il pilastro 3a riveste un ruolo sempre più importante. Tuttavia, solo il 52% degli svizzeri intervistati utilizza il 3° pilastro come forma di risparmio in vista del pensionamento. Ciò è da ricondurre, in primo luogo, alla possibilità di risparmiare sulle imposte e, in secondo luogo, alla necessità di integrare il 1° e il 2° pilastro. La mancanza di denaro o il lavoro a tempo parziale sono i principali motivi dell’assenza di un pilastro 3a.

Scarsa responsabilità personale nonostante le elevate aspettative

Del 52% degli assicurati nel pilastro 3a il 66% dispone di un solo pilastro 3a, il 33% di più pilastri 3a. Soprattutto gli uomini, gli abitanti della Svizzera tedesca e quelli con un reddito mensile superiore a 7000 franchi risparmiano attraverso più conti del pilastro 3a. Tra coloro che risparmiano per il pensionamento nell’ambito di uno o più pilastri 3a, solo il 21% investe gli averi del pilastro 3a in titoli. Gli uomini (26%) sono tendenzialmente più propensi rispetto alle donne (16%) a investire gli averi del pilastro 3a in titoli. Per quanto riguarda le regioni linguistiche, la Svizzera romanda dispone della maggiore quota di titoli (27%) nel quadro del 3° pilastro. Per contro, il Ticino (9%) preferisce chiaramente la soluzione del conto o del deposito.

Gran parte della popolazione svizzera (45%), una volta detratte tutte le spese (incl. contributi al pilastro 3a), riesce ad accumulare somme di risparmio alla fine dell’anno. Mentre il 15% potrebbe risparmiare e invece preferisce spendere il proprio denaro, il 40% non riesce a mettere nulla da parte. Soprattutto nella Svizzera tedesca (46%) e romanda (45%) la popolazione dispone ancora di denaro a fine anno. Nella Svizzera italiana oltre la metà della popolazione (58%) dichiara di non riuscire a mettere da parte nulla. In pratica, una volta detratte tutte le spese, il 56% degli interpellati è in grado di mettere da parte più di 5000 franchi alla fine dell’anno.

Strategie d’investimento dei risparmi previdenziali per diverse fasce d’età

Se, da una parte, i risparmi per la vecchiaia sono particolarmente orientati alla sicurezza, dall’altra, gli investimenti tradizionalmente sicuri come le obbligazioni della Confederazione offrono una remunerazione nettamente negativa che si traduce in una perdita per i risparmiatori. Anche i rendimenti dei conti del pilastro 3a hanno subito una marcata flessione, passando da oltre il 2% del 2010 all’attuale media dello 0,5%. Il basso livello dei tassi impone dunque ai risparmiatori previdenziali alla ricerca di maggiori rendimenti l’adozione di una nuova mentalità.

Limitare il rischio di perdita

Non bisognerebbe concentrarsi sulle oscillazioni alle quali sono esposti, ad esempio, gli investimenti azionari, bensì sul risultato finale. In base ai modelli di calcolo, l’obiettivo primario di chi risparmia per la previdenza – la conservazione del patrimonio – è considerato raggiunto se si prevede, con una probabilità di almeno il 90%, che allo scadere dell’orizzonte di investimento non vi sarà alcuna perdita. Un’opportunità in tal senso è offerta dai risparmi previdenziali. L’ampio orizzonte d’investimento fino al raggiungimento dell’età della pensione riduce considerevolmente la probabilità di perdita e offre la possibilità di conseguire rendimenti positivi. Le raccomandazioni di investimento specifiche per le diverse fasce d’età pubblicate da UBS sono valide sia per i contributi di risparmio versati durante la rispettiva finestra temporale sia per i risparmi di previdenza già disponibili. Ciò che conta è mantenere il patrimonio previdenziale investito nella rispettiva struttura di portafoglio fino al termine del periodo di risparmio (65 anni di età o oltre). Per i contributi di risparmio versati successivamente si segue la raccomandazione specifica per la fascia d’età pertinente (per la panoramica cfr. la figura).

Figura: Struttura di portafoglio raccomandata a seconda della fascia d’età

Fonte: UBS

In caso di inizio tempestivo, la quota azionaria detenuta per molti anni [offre un rendimento medio annuo atteso nettamente superiore. Conclusione: chi inizia per tempo a risparmiare nella previdenza può ottenere un rendimento nettamente superiore senza esporsi a un maggiore rischio di perdita.

Maggiori opportunità di rendimento in giovane età

Per la generazione Y o Millennial (18-35 anni), così come per gli appartenenti alla fascia d’età compresa tra i 35 e i 45 anni,ormai affermati nel mondo del lavoro e con un orizzonte di investimento di oltre 20 anni, si raccomanda di investire i risparmi per il 75% in azioni diversificate, per il 15% in obbligazioni denominate in CHF e per il 10% in immobili. Dai modelli di calcolo risulta che, in caso di mantenimento dell’investimento fino ai 65 anni di età, la probabilità di perdita è inferiore al 5%.


Per la generazione dei baby boomer (45-56 anni) la questione della previdenza di vecchiaia è impellente. A fronte di un rischio contenuto (probabilità minima del 90% di non subire alcuna perdita) è possibile investire i contributi di risparmio accumulati per la vecchiaia per il 46% in azioni diversificate, per il 44% in obbligazioni denominate in CHF e per il 10% in immobili. Per la fascia di età 57-65 anni, ormai prossima al pensionamento, l’orizzonte di investimento residuo è troppo breve per investire in azioni, immobili e obbligazioni a fronte di un rischio contenuto. Sotto il profilo del rischio la scelta d’elezione è pertanto un conto fruttifero. Chi desidera cogliere determinate opportunità di rendimento può, tuttavia, estendere il proprio orizzonte di investimento. A tale scopo, i fondi previdenziali 3a non vengono liquidati a 65 anni di età, bensì gli investimenti sono trasferiti nel proprio deposito e liquidati solo in un secondo momento. Soprattutto quando gli averi previdenziali vengono utilizzati solo in età di pensionamento più avanzata, questa strategia (in caso di liquidazione dai 75 anni di età) consente di continuare a effettuare investimenti per il 25% in azioni diversificate, per il 65% in obbligazioni denominate in CHF e per il 10% in immobili.

Lo studio completo può essere scaricato al seguente link
www.ubs.com/vorsorgeforum

UBS Switzerland AG

 

Contatto

Veronica Weisser, economista ed esperta di previdenza
Responsabile UBS CIO WM Swiss Macro and Sectors
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Daniel Kalt, capoeconomista Svizzera
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Direttore gfs-zürich, Ricerca di mercato e sociale
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