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L’adozione della riforma dell’AVS 21 ha un impatto positivo sulla stabilità finanziaria a lungo termine del 1° pilastro. Riduce l’attuale lacuna di finanziamento di oltre un terzo (cfr. grafico sotto). L’aumento dell’IVA (di 0,4 punti percentuali) contribuisce maggiormente a questa riduzione, con 20,3 punti percentuali. L’elemento centrale della riforma, l’armonizzazione dell’età di riferimento delle donne con quella degli uomini a 65 anni, riduce il divario di 17 punti percentuali. Le misure di compensazione per i primi nove anni dei nuovi pensionati contrastano la riduzione delle lacune di finanziamento di 0,9 punti percentuali. Le misure per il pensionamento flessibile e gli incentivi per una vita lavorativa più lunga, invece, non hanno un impatto significativo sulle lacune di finanziamento.

La legge entrerà in vigore nel 2024. L’età pensionabile sarà gradualmente aumentata di tre mesi all’anno. Il primo incremento dell’età di entrata in pensione avverrà nel 2025. Pertanto, l’età pensionabile arriverà a 65 anni nel 2028.

L’AVS 21 riduce la lacuna di finanziamento

La riforma dell’AVS 21 riduce la lacuna di finanziamento di circa un terzo – in % del prodotto interno lordo (PIL, anno di riferimento 2019, crescita della produttività = 1,1%, tasso d’interesse reale = 2,1%)

Il contenuto della riforma AVS 21 in sintesi

  • Al posto dell’età pensionabile si parla ora di età di riferimento, che rappresenta il momento di inizio della pensione completa.
  • L’entrata in pensione diventa più flessibile: tra i 63 e i 70 anni è possibile percepire l’intera pensione AVS o una pensione parziale. In caso di pensionamento prima dell’età di riferimento, viene applicata una detrazione; dopo l’età di riferimento, viene applicato un supplemento alla pensione AVS.
  • L’età di riferimento per donne e uomini è armonizzata a 65 anni.
  • Vengono introdotte misure compensative per le donne facenti parte delle nove generazioni di transizione:
    • Supplemento AVS a vita, in caso di pensionamento ordinario
    • Tassi di riduzione più bassi per le donne che anticipano la pensione
    • Possibilità di percepire la rendita in anticipo già a partire da 62 anni
  • Vengono introdotti incentivi per continuare a lavorare dopo i 65 anni. Fino a cinque anni dopo l’età ordinaria di riferimento, è possibile colmare le lacune esistenti nella previdenza.
  • L’aliquota standard dell’IVA sarà aumentata a tempo indeterminato dall’attuale 7,7% all’8,1%.

Segnale lungimirante

Con l’adozione dell’AVS 21, l’età pensionabile sarà aumentata per la prima volta in 25 anni. Questo crea l’opportunità per la Svizzera di allinearsi ad altri Paesi europei in futuro e di adattare ulteriormente l’età pensionabile di uomini e donne ai cambiamenti demografici.

La flessibilizzazione dell’età di riferimento è stato un primo passo importante in questa direzione, perché segnala sia alle aziende che alle persone che svolgono un’attività lavorativa che possono contare su una fase lavorativa più lunga in futuro. Un’ulteriore conseguenza positiva è che questa flessibilità potrebbe anche alleviare la carenza di forza lavoro qualificata in Svizzera.

Anche se la situazione finanziaria della previdenza statale si stabilizza per il momento, si tratta solo di una breve pausa, poiché il cambiamento demografico continua senza sosta: secondo i calcoli dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), l’AVS dovrebbe registrare un deficit a ripartizione già nel 2029.

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L’AVS nelle grinfie della demografia

La Svizzera invecchia di giorno in giorno. In Svizzera, il numero di persone d’età uguale o superiore a 65 anni aumenterà di circa l’80% entro il 2060. Tuttavia, nello stesso lasso di tempo, il numero di persone in età lavorativa sarà praticamente stagnante (previsione dell’Ufficio federale di statistica, cfr. grafico sotto). Se nel 2020 c’erano poco meno di 3,2 persone in età lavorativa per ogni persona in età pensionabile, nel 2040 ce ne saranno solo 2,3. Sono quindi essenziali ulteriori riforme.

La percentuale di persone con più di 65 anni è in forte aumento

Aumento delle classi di età nello scenario di riferimento dello sviluppo demografico (indicizzato 2019 = 100)

L’AVS ha un debito di oltre 900 miliardi di franchi

Già prima della votazione, il valore liquido di tutte le promesse di prestazioni dell’AVS superava il valore liquido delle entrate future del 1° pilastro del 125,7% del prodotto interno lordo (PIL) svizzero. Ciò significa che il debito implicito è di oltre 900 miliardi di franchi (ai prezzi del 2019). Anche tenendo conto del patrimonio del fondo di compensazione AVS, che con i suoi 50 miliardi di franchi sembra enorme, si parla ancora di una lacuna di sostenibilità del 119,5% del PIL.

In percentuale del PIL 2019, crescita della produttività = 1,1%, tasso d’interesse reale = 2,1% Fonti: UFS, UFAS, UFSP, DFF, LFLP, UBS 2022

Dopo la riforma è prima della riforma

A lungo termine, il sistema a ripartizione dell’AVS continua a non rispettare il contratto intergenerazionale (cfr. grafico sotto). Questo perché la legge riconosce il diritto alla pensione AVS solo sulla base del versamento dei contributi, ignorando il fatto che, in questo modo, si adempie solo al dovere nei confronti della generazione dei genitori. Per avere diritto a una pensione secondo il contratto intergenerazionale, la generazione dei figli dovrebbe essere sufficientemente numerosa.

Contratti intergenerazionali in forma semplificata

I trasferimenti (ricezione/erogazione di prestazioni) sono visti dalla prospettiva della generazione evidenziata in rosa. Fonte: UBS

Onere per le nuove generazioni

Anche se questa riforma era urgentemente necessaria e rappresenta un passo nella giusta direzione, è problematica in termini di equità intergenerazionale. Questo vale in particolare per l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto, perché questa imposta sui consumi colpisce prevalentemente i redditi delle famiglie a basso reddito e dei giovani. Anche la maggior parte della restante lacuna di finanziamento dell’AVS graverà sulle generazioni più giovani.

Ognuno può fare qualcosa

È quindi particolarmente importante per le persone di età inferiore ai 50 anni occuparsi della propria situazione previdenziale privata il prima possibile. Con o senza riforma, la responsabilità personale è sempre più fondamentale. Chi ha più di 50 anni può probabilmente contare su un calcolo preliminare aggiornato della propria pensione e sulla garanzia dei diritti acquisiti in caso di un’altra riforma. Tuttavia, potrebbe dormire meglio se avesse una buona panoramica della propria situazione grazie a un check previdenziale completo. Inoltre, si dovrebbe pensare al futuro dei propri figli e delle proprie figlie in caso di ulteriori discussioni sulla riforma.

Affinché i figli non solo incarnino il nostro futuro, ma abbiano anche un futuro senza grandi carichi finanziari davanti a loro, sono necessarie soluzioni più eque e quindi di rapida attuazione in termini di politica di distribuzione. Le possibili misure con cui le classi d’età prossime al pensionamento e i pensionati e le pensionate partecipano alla riorganizzazione comprendono una riduzione del periodo di ritiro della pensione, una riduzione delle pensioni o una temporanea attenuazione degli aumenti delle pensioni AVS.

La sfida politica essenziale consiste nell’allargare la prospettiva degli ultracinquantenni, assiduamente presenti alle votazioni, e nel far partecipare le nuove generazioni alla narrazione del futuro sociale della previdenza per la vecchiaia in Svizzera. Questo vale per qualsiasi riforma dell’AVS.

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