Stephan Lehmann-Maldonado,
NZZ Sustainable Switzerland

Nel giro di pochi anni gli investimenti sostenibili sono diventati una pratica corrente: secondo l’ultimo studio di mercato dello Swiss Sustainable Finance solo nel nostro Paese gli investimenti etici ed ecologici ammontano a 1610 miliardi di franchi, più del doppio dell’intero prodotto interno lordo svizzero. Dal 2015, da quando cioè l’ONU ha approvato l’Agenda 2030 e formulato i 17 obiettivi di sostenibilità, gli investimenti sostenibili sono decuplicati. A contribuire è stato anche il Trattato di Parigi che per primo si è rivolto anche al settore finanziario.

Gli investitori sono consapevoli del fatto che gli investimenti condizionano l’economia reale. In base alla destinazione del capitale è possibile dare un contributo alla riduzione del biossido di carbonio e incentivare il raggiungimento degli obiettivi climatici. Proprio perché gli investimenti legati all’ambiente sono particolarmente in auge cresce anche il bisogno di sapere come riconoscere il prodotto finanziario giusto.

I criteri concreti valutati di volta in volta variano in base all’offerente e questo non fa che ostacolare la visione d’insieme per gli investitori. Il Consiglio federale, pertanto, ha optato per una strada alternativa: la piazza finanziaria svizzera deve «rafforzare ulteriormente il ruolo di spicco assunto finora nell’offerta di servizi finanziari sostenibili». Così gli enti pubblici hanno chiamato a raccolta fornitori di servizi finanziari come p. es. UBS, organizzazioni ambientali e la comunità scientifica che, insieme, hanno sviluppato una soluzione: la realizzazione di pratiche significative e raffrontabili sulla compatibilità climatica degli investimenti finanziari.