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Il periodo di stress che di recente ha colpito il settore bancario, ha fatto tornare in mente agli investitori alcuni flashback sulla crisi del 2008. Tuttavia, rispetto ad allora, oggi i deflussi di depositi da alcune banche negli USA e in Europa rappresentano un catalizzatore del rallentamento della crescita, non una crisi finanziaria sistemica.

Storicamente le tensioni nel sistema finanziario degli USA hanno avuto un impatto negativo sui mercati emergenti. Ma oggi i titoli dei Paesi Emergenti potrebbero essere complessivamente meno colpiti rispetto al passato.

L’esposizione asiatica alle perdite mark-to-market è bassa, data la modesta percentuale di tali attività e gli aumenti limitati dei rendimenti dei titoli di Stato asiatici da fine 2021. Le banche asiatiche hanno inoltre una base di depositi diversificata.

L’espansione economica e il continuo sostegno politico della Cina dovrebbero sostenere la domanda dei Paesi emergenti.

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La pandemia e lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina hanno avuto un impatto sulle relazioni tra Paesi, specialmente in Asia, dove il ruolo della Cina è sempre più prominente. Qual è ad oggi la situazione? Ce lo spiegano il giornalista Simone Pieranni, Chora News, e Teresa Gioffreda, Investment Strategist di UBS Asset Management.

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