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Messaggi chiave

  • Rimaniamo sovrappeso su azioni e obbligazioni: gli utili sono solidi, la crescita è robusta, l’inflazione rallenta e le banche centrali proseguono nel loro allentamento.
  • Il rischio di dazi tuttavia è reale, e deve essere considerato in un portafoglio bilanciato.
  • Spostare la duration dai mercati obbligazionari statunitensi a quelli non statunitensi può aiutare a mitigare i rischi di inflazione.
  • Prediligiamo azioni statunitensi, USD e JPY long rispetto a EUR e CNH, nonché posizioni long in oro per mitigare il rischio di dazi.

Confermiamo la nostra view positiva su azioni e obbligazioni. Gli utili si stanno rivelando solidi, la crescita è robusta, l’inflazione rallenta ancora e le banche centrali globali continuano ad allentare le loro politiche monetarie. Ci piace la semplicità e cerchiamo di evitare inutili complicazioni.

Tuttavia, non possiamo nascondere che il livello di rumore è aumentato. I dazi annunciati dal presidente Trump la scorsa settimana sono di quattro volte superiori ai dazi osservati nel suo primo mandato e, se confermati, avrebbero effetti significativi sull’economia sia statunitense che globale. Fortunatamente, i dazi su Canada e Messico sono stati rinviati, mentre quelli applicati alla Cina (10%) sono risultati sostanzialmente in linea con le attese degli investitori (e potrebbero essere revocati dopo un colloquio tra i presidenti Trump e Xi).

Che i dazi sarebbero stati nell’agenda di Trump era ben noto: il presidente li usa infatti come leva privilegiata per raggiungere obiettivi non economici (fentanil e immigrazione illegale, in questo caso), nonché per affrontare presunti squilibri economici (come nella guerra commerciale con la Cina). Il fatto che Canada e Messico siano riusciti a rinviare i dazi con interventi tutto sommato di modesta entità, come aveva fatto la Colombia una settimana prima relativamente a una controversia sull’immigrazione, lascia pensare che gli obiettivi non economici potrebbero essere più facili da affrontare.

La questione della cosiddetta “equità commerciale” sarà più difficile da risolvere in tempi brevi e presenta un rischio maggiore per l’UE e la Cina. Il presidente Trump si è infatti espresso in modo molto accesso sull’Europa negli ultimi tempi e, vista la difficoltà di far negoziare in modo unitario 27 Stati membri, la regione appare particolarmente vulnerabile. L’amministrazione Trump renderà noto un approccio più formale al commercio globale nella revisione della politica commerciale America First prevista per il 1° aprile. Di conseguenza, nonostante la tregua degli ultimi giorni, gli investitori devono rimanere concentrati sul rischio dazi.

Grafico 1: il presidente Trump sembra intenzionato a mirare ai rapporti commerciali con l’UE

Rapporti commerciali USA, in miliardi di USD

Il grafico mostra la bilancia commerciale degli Stati Uniti per Paese nel 2023.
Fonte: IMF Direction of Trade, UBS Asset Management. Dati aggiornati al 2023.

Il grafico mostra la bilancia commerciale degli Stati Uniti per Paese nel 2023.

I rischi economici dei dazi

Anticipare i dazi è difficile per gli investitori perché, anche quando sono “noti”, la portata delle loro ripercussioni economiche rimane estremamente incerta. Gli impatti su crescita e inflazione dipendono da diversi fattori, tra cui l’elasticità commerciale, la capacità delle imprese di trasferire costi più elevati, l’integrazione delle supply chain e gli effetti valutari. È difficile anche quantificare gli effetti indiretti, come l’incertezza imprenditoriale che potrebbe pesare sulle decisioni di investimento e occupazione.

In termini di crescita, gli Stati Uniti sono meno colpiti rispetto a partner commerciali maggiori, in ragione del loro deficit commerciale. Se il gettito proveniente dai dazi fosse poi accompagnato da una spesa fiscale, gli effetti pregiudizievoli potrebbero essere mitigati. Tuttavia, i rischi di inflazione sono maggiori per gli Stati Uniti a causa dell’aumento dei prezzi delle importazioni e della maggiore ciclicità rispetto al resto del mondo.

Anche la funzione di reazione della Fed è incerta. In teoria, l’inflazione dovuta ai dazi è assimilabile a un aumento regolamentato dei prezzi e dovrebbe attenuarsi nel corso dell’anno successivo. In questo senso, la Fed guarderebbe oltre l’effetto prezzo, soprattutto visti i rischi di ribasso che i dazi pongono sulla crescita. Tuttavia, se le minacce di dazi persistono, le aspettative di inflazione potrebbero diventare instabili e costringere la Fed ad assumere una posizione più aggressiva. I dazi aumentano pertanto il rischio di una maggiore correlazione tra azionario e obbligazionario, con un rialzo dei premi per il rischio di inflazione che va a compromettere tanto le azioni quanto le obbligazioni.

Come orientarsi tra i dazi

Malgrado la nostra predilezione per la semplicità, la realtà è diventata più complessa. Manteniamo la nostra attuale propensione al rischio basata sui fondamentali sottostanti, ma abbiamo posizionato i portafogli più ampi in modo da contribuire a mitigare il rischio dazi. Innanzitutto, malgrado le valutazioni elevate, continuiamo a preferire le azioni statunitensi: prima di avventurarci in modo più aggressivo sui mercati internazionali meno costosi, aspettiamo la primavera per avere maggiore visibilità sulla politica di dazi del presidente Trump.

Nel reddito fisso, abbiamo spostato parte della nostra duration dai mercati obbligazionari statunitensi a quelli non statunitensi. I dazi rischiano infatti di avere un impatto maggiore sull’inflazione negli Stati Uniti e un impatto (negativo) maggiore sulla crescita nei Paesi soggetti a dazi: preferiamo quindi assumere il rischio di duration in questi Paesi commercialmente sensibili. Se Trump colpisse l’Europa con dazi aggressivi, probabilmente i Bund attutirebbero i drawdown del mercato azionario meglio dei Treasury.

La nostra view complessiva sull’USD è sostanzialmente neutrale, ma con l’Europa e la Cina nel mirino rimaniamo sottopeso sull’EUR e sul CNH. Infine, continuiamo a favorire l’esposizione all’oro. Oltre agli acquisti strutturali da parte delle banche centrali emergenti, l’oro dovrebbe seguire un buon andamento in un contesto di maggiore incertezza politica.

View sulle asset class

Il grafico seguente mostra la view del nostro team di Asset Allocation sull’attrattiva complessiva delle asset class al 5 febbraio 2025. Le sezioni in grassetto illustrano le nostre indicazioni complessive su azioni, tassi e credito a livello globale. Le altre sezioni, invece, chiariscono le nostre opinioni su alcune regioni all’interno delle varie asset class: azioni, obbligazioni, credito e valute. Poiché la tabella non include tutte le asset class, l’indicazione complessiva netta potrebbe essere leggermente negativa o positiva.

Asset class

Asset class

Indicazione complessiva/relativa

Indicazione complessiva/relativa

View di UBS Asset Management

View di UBS Asset Management

Asset class

Azioni globali

Indicazione complessiva/relativa

Sovrappeso

View di UBS Asset Management

La crescita resiliente e il persistere della disinflazione creano un contesto positivo per le azioni. La crescita degli utili lascia pensare a ulteriori rialzi, nonostante le valutazioni elevate. L’elevata concentrazione di mercato negli USA costituisce un rischio.

Asset class

USA

Indicazione complessiva/relativa

Sovrappeso

View di UBS Asset Management

Prevediamo che le azioni statunitensi beneficeranno di utili robusti, di una crescita economica resiliente e di potenziali deregolamentazioni/tagli fiscali. I principali ostacoli sono costituiti da un maggior rischio di concentrazione e dalla forza del dollaro.

Asset class

Europa

Indicazione complessiva/relativa

Neutrale

View di UBS Asset Management

Il rischio di dazi USA, che inciderebbero sulle fragili prospettive di crescita dell’Europa, è aumentato. Sul fronte positivo, le revisioni degli utili sono andate al rialzo rispetto a livelli bassi e la BCE ha continuato a tagliare i tassi.

Asset class

Giappone

Indicazione complessiva/relativa

Neutrale

View di UBS Asset Management

Siamo neutrali sulle azioni giapponesi poiché la riforma delle imprese in essere, i solidi utili e l’aumento della crescita nominale si contrappongono alla stretta della Bank of Japan.

Asset class

Mercati emergenti

Indicazione complessiva/relativa

Neutrale

View di UBS Asset Management

La svolta politica cinese e i progressi tecnologici sono positivi, ma le tensioni commerciali con gli Stati Uniti e la forza del dollaro costituiscono un ostacolo.

Asset class

Titoli di Stato globali

Indicazione complessiva/relativa

Sovrappeso

View di UBS Asset Management

Continuiamo a pensare che l’inflazione rallenterà quest’anno, sostenendo il ciclo di allentamento globale (ad eccezione del  Giappone). Le valutazioni sulla maggior parte dei mercati dei tassi dei Paesi sviluppati rimangono interessanti, con tassi ancora ampiamente restrittivi.

Asset class

Titoli di Stato USA

Indicazione complessiva/relativa

Sovrappeso

View di UBS Asset Management

Continuiamo a prevedere un calo dell’inflazione sottostante. Deficit fiscali importanti e persistenti rappresentano un rischio per i rendimenti a lungo termine, ma la nuova amministrazione finora si è mostrata sensibile alla spesa.

Asset class

Bund

Indicazione complessiva/relativa

Sovrappeso

View di UBS Asset Management

Il miglioramento delle valutazioni, la debolezza della crescita, il rallentamento dell’inflazione e il rischio di dazi ci rendono più ottimisti sul Bund.

Asset class

Gilt

Indicazione complessiva/relativa

Neutrale

View di UBS Asset Management

L’ampio deficit di bilancio con maggiori spese fiscali a breve termine compensa le valutazioni a buon mercato.

Asset class

Japanese Government Bond

Indicazione complessiva/relativa

Sottopeso

View di UBS Asset Management

I salari e l’inflazione sottostante stanno accelerando mentre il mercato sta anticipando una politica troppo accomodante.

Asset class

Svizzera

Indicazione complessiva/relativa

Sottopeso

View di UBS Asset Management

Le valutazioni sono storicamente elevate; un notevole ulteriore allentamento è già scontato nella politica della BNS.

Asset class

Credito globale

Indicazione complessiva/relativa

Neutrale

View di UBS Asset Management

Gli spread creditizi rimangono contratti; tuttavia, visto il minor rischio di recessione, prevediamo rendimenti totali positivi nel segmento high yield statunitense. Altrove, riteniamo che EUR e Asia HY offrano le migliori opportunità di carry.

Asset class

Credito investment grade

Indicazione complessiva/relativa

Neutrale

View di UBS Asset Management

Gli investitori continuano a cercare opportunità di reddito nel credito, soprattutto perché la liquidità diventa gradualmente meno interessante. Detto questo, le valutazioni sono elevate e ci aspettiamo che i rendimenti vengano trainati dal carry e dalla duration.

Asset class

Credito high yield

Indicazione complessiva/relativa

Sovrappeso

View di UBS Asset Management

La discreta qualità del credito e il contesto macroeconomico favorevole giustificano spread contratti, ma la compensazione dei rischi di ribasso è modesta. Le obbligazioni HY in Europa e Asia offrono valutazioni più interessanti e carry.

Asset class

Debito dei mercati emergenti in valuta forte

Indicazione complessiva/relativa

Neutrale

View di UBS Asset Management

Molti emittenti dei mercati emergenti in difficoltà hanno gestito una ristrutturazione e importanti riforme nel 2024, aprendo la strada a un minore rischio di insolvenza. Le valutazioni sono relativamente più interessanti di quelle dei mercati sviluppati, ma la forza del dollaro costituisce un rischio.

Asset class

Valute

Indicazione complessiva/relativa

N/A1

View di UBS Asset Management

N/A1

Asset class

USD

Indicazione complessiva/relativa

Sovrappeso

View di UBS Asset Management

Abbiamo un lieve orientamento rialzista sull’USD, dettato dai differenziali di rendimento positivi e dalla volontà di ottenere protezione contro il potenziale rischio tassi. Riteniamo tuttavia che i rischi siano bivalenti, poiché il posizionamento è USD long e i dazi potrebbero non essere così elevati come si teme.

Asset class

EUR

Indicazione complessiva/relativa

Sottopeso

View di UBS Asset Management

Benché le valutazioni siano interessanti, siamo ribassisti sull’EUR, visti i differenziali dei tassi e l’aumento del rischio di dazi.

Asset class

JPY

Indicazione complessiva/relativa

Sovrappeso

View di UBS Asset Management

L’aumento dei tassi della Bank of Japan, le valutazioni convenienti e le proprietà protettive ci portano  a privilegiare lo JPY rispetto all’EUR e al CNH.

Asset class

CHF

Indicazione complessiva/relativa

Sottopeso

View di UBS Asset Management

Siamo negativi sul CHF perché riteniamo che la BNS dovrà tagliare ulteriormente i tassi, mentre le valutazioni sono elevate.

Asset class

Valute Mercati emergenti

Indicazione complessiva/relativa

Neutrale

View di UBS Asset Management

Sovrappeso sullo ZAR e sul TRY considerato il carry e un quadro politico positivo. Sottopeso sul CNH per il rischio dazi.

Asset class

Materie prime

Indicazione complessiva/relativa

Neutrale

View di UBS Asset Management

Rimaniamo positivi sull’oro come diversificatore interessante, con dinamiche positive nella domanda da parte delle banche centrali globali. Pensiamo che il Brent si manterrà in un intervallo compreso tra 70 e 80 USD.

C-02/25 NAMT-2164

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