Autori
Olivia Muir Darren Rabenou Manisha Bicchieri

Senza questa collaborazione sarà difficile riuscire ad affrontare la sicurezza alimentare in modo sostenibile, affermano gli esperti di UBS Asset Management Darren Rabenou, Head of Food & Agriculture, Real Estate & Private Markets, Olivia Muir, Head of Sustainability, e Manisha Bicchieri, Sustainability and Research Analyst, Food & Agriculture.

Mentre si intensificano le preoccupazioni per il cambiamento climatico, il mondo rimane afflitto dall'insicurezza alimentare

Nonostante l'obiettivo “Fame Zero” previsto dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, nel 2020 si è verificato il primo aumento rilevante della percentuale di popolazione mondiale sottonutrita e il trend continua ad aumentare.

Secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), questo "dissipa ogni possibile dubbio sul fatto che il mondo stia facendo passi indietro nei suoi sforzi per porre fine alla fame, all'insicurezza alimentare e alla malnutrizione."1 Con la sicurezza alimentare, o la sua mancanza, di nuovo saldamente in cima all'agenda globale, il settore agricolo mondiale deve trovare un equilibrio tra la necessità di aumentare l'offerta di cibo e la riduzione della domanda di risorse naturali.

Il lato della domanda: consumi e sprechi

Oltre all'aumento della domanda di cibo dovuto alla crescita della popolazione mondiale, le popolazioni più ricche chiedono più carne e altri prodotti animali, pertanto aumenta il fabbisogno di colture per mangimi e colture alimentari. Purtroppo, l'espansione delle terre coltivate è la causa principale della deforestazione, in quanto i terreni vengono disboscati per impiantare coltivazioni e allevare bestiame.

 Aumenta il fabbisogno di colture per mangimi e colture alimentari 

Gli investitori, le aziende, i politici e gli scienziati devono sostenere l'adozione di proteine alternative da parte dei consumatori come mezzo per ridurre le pressioni sull'uso del suolo per le colture alimentari e minimizzare l'impatto della deforestazione. Inoltre, il passaggio dei consumatori a prodotti alimentari che prevedono una minore intensità di utilizzo del suolo, come le proteine alternative vegetali e/o coltivate, può portare a una riduzione sostanziale delle emissioni di gas serra del settore agricolo. L’agricoltura causa attualmente circa il 30% delle emissioni globali,2 e secondo le stime della FAO i bovini da carne e da latte sono responsabili di oltre la metà delle emissioni complessive del settore.3

La perdita e lo spreco alimentare rappresentano ulteriori segnali di pressione nella domanda dovuta al progressivo sviluppo dei singoli Paesi. Secondo il World Resources Institute, un terzo di tutto il cibo prodotto a livello mondiale, in termini di peso, va perso tra l'azienda agricola e la tavola.4

Nei Paesi in via di sviluppo, le perdite alimentari si verificano in genere nelle prime fasi della catena di approvvigionamento, a causa di problemi di produzione, conservazione, lavorazione e/o distribuzione. Gli investimenti nel miglioramento delle infrastrutture e della tecnologia, comprese soluzioni di conservazione a freddo più disponibili ed efficienti, sono fondamentali per ridurre questo tipo di perdite alimentari. Nei Paesi sviluppati, gli sprechi alimentari si verificano per lo più nella fase di vendita al dettaglio e di consumo della catena di approvvigionamento. L'adattamento delle preferenze dei consumatori e il cambiamento del loro comportamento attraverso gruppi di pressione e interventi divulgativi da parte di scienziati e politici può contribuire a ridurre gli sprechi alimentari nei negozi e nelle case.

Il lato dell’offerta: produrre di più con meno

Per soddisfare la crescente domanda di cibo a livello mondiale, e al contempo ridurre la crisi climatica che il mondo sta affrontando, dobbiamo migliorare anche il lato dell’offerta, per esempio aumentando costantemente la produttività dei terreni con un minore apporto di risorse naturali. Gli investimenti nello sviluppo e nella distribuzione della scienza e della tecnologia dell'agricoltura di precisione, ossia il miglioramento delle rese delle colture attraverso una gestione efficace delle strategie di irrigazione, delle applicazioni di agenti protettivi per le colture e dell’utilizzo di fertilizzanti, sono fondamentali per raggiungere questo equilibrio e garantire la sicurezza alimentare a lungo termine.

L'agricoltura utilizza il 70% delle risorse di acqua dolce del pianeta5 e l'irrigazione per allagamento, il metodo di irrigazione delle colture a più alto consumo idrico, è ampiamente utilizzata dagli agricoltori di tutto il mondo. Sebbene l'agricoltura irrigata sia, in media, almeno due volte più produttiva per unità di terreno rispetto all'agricoltura piovana,6 l'irrigazione per allagamento spreca circa il 50% dell'acqua utilizzata7. Per affrontare le preoccupazioni climatiche relative all'aumento delle temperature e alla siccità prolungata, investitori, aziende, politici e scienziati devono lavorare per fare progredire tecnologie di irrigazione che siano economiche ed efficienti dal punto di vista energetico, in particolare nei Paesi in via di sviluppo dove prevale l'irrigazione per allagamento.

 Il 70% delle risorse di acqua dolce del pianeta viene utilizzato per l'agricoltura 

Oltre ai miglioramenti nel campo dell'irrigazione, anche il progresso dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti ha portato a un aumento significativo della resa delle colture, contribuendo a fornire al mondo un regime alimentare sano e conveniente, ma l'uso eccessivo di questi input si è rivelato dannoso per l'ambiente e la società. I fertilizzanti azotati rappresentano infatti una delle maggiori fonti di emissioni di gas serra della produzione agricola mondiale e il loro uso eccessivo ha portato a emissioni significative di ossido di azoto, un gas serra persistente con un impatto sul clima 265 volte superiore a quello dell'anidride carbonica.8

Se da un lato è necessario continuare ad aumentare la produttività delle colture per soddisfare la crescente domanda alimentare a livello mondiale, dall'altro è necessario un uso oculato dell'irrigazione, dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti.

Il continuo aumento della produttività delle colture è necessario per soddisfare la crescente domanda alimentare a livello mondiale, tuttavia un uso attento ed efficace dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti e un'integrazione più efficace delle tecnologie sono fondamentali per attenuare le conseguenze negative e ridurre l'uso non necessario di risorse. L'utilizzo di tecniche di agricoltura di precisione per applicare i fertilizzanti in modo più accurato può contribuire a evitare l'inquinamento dovuto alla deriva dei pesticidi, inoltre esistono altre opzioni come i fertilizzanti organici e naturali, i biopesticidi, i fertilizzanti a basso contenuto di carbonio, basati sull'ammoniaca verde, e i nanofertilizzanti.

Conclusioni e azioni

L'urgenza di affrontare la crisi climatica globale non è mai stata così impellente. È necessaria una riforma dell'uso delle risorse naturali in tutti gli ambiti produttivi, in particolare nei settori alimentare e agricolo.

Paradossalmente, se da un lato l'agricoltura è uno dei principali responsabili di questa crisi, dall'altro è anche uno dei settori più colpiti. Per soddisfare la crescente domanda alimentare da parte di una popolazione più numerosa e più abbiente, confrontandosi con la limitatezza dei terreni e con risorse naturali finite, è necessaria la partecipazione di tutte le parti interessate – investitori, aziende, consumatori, responsabili politici e scienziati – al fine di garantire un approvvigionamento alimentare sostenibile a livello globale.

Sugli autori
  • Olivia Muir

    Head of Sustainability per Real Estate & Private Markets (REPM), UBS Asset Management

    Come Head of Sustainability per Real Estate & Private Markets (REPM) di UBS AM, Olivia si occupa dei servizi, dei processi e della promozione di ciò che è legato alla sostenibilità in REPM. È stata Portfolio Manager nella piattaforma MMRE di REPM, occupandosi degli investimenti europei e britannici e ha guidato le attività di sostenibilità di MMRE dal 2015. In UBS AM nel 2011, fa anche parte del REPM Management Forum, del Real Estate Standards Committee del GRESB e del PRI Real Estate Advisory Committee.

  • Darren Rabenou

    Head of ESG Investment Strategies e Head of Food & Agriculture

    Darren Rabenou è Head of Food & Agriculture della divisione UBS AM Real Estate & Private Market. Supervisiona le attività UBS Farmland e altre strategie legate al settore alimentare. Fa parte del comitato d'investimento per la strategia di sviluppo delle celle frigorifere alimentari di UBS e rappresenta REPM nel Sustainable Finance Committee. Ha oltre 30 anni di esperienza negli investimenti e prima di entrare in UBS è stato partner del Gruppo Fabbri, gestendo operazioni agricole su larga scala in California e Portogallo.

  • Manisha Bicchieri

    Sustainibility e research analyst

    Manisha è Sustainability and Research Analyst per i terreni agricoli presso la divisione USA di UBS AM Real Estate. Ha 6 anni di esperienza nella finanza agricola e negli investimenti e gestisce iniziative ESG, implementando i principali standard di gestione dei terreni agricoli. Manisha ha lavorato con Farm Credit East, Manulife investment management e il gruppo Rohatyn. Ha conseguito una laurea in economia delle risorse all'Università del Connecticut, insieme a una materia secondaria in gestione agroalimentare e scienze alimentari.

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