Gli svizzeri si sentono giovani sempre più a lungo. Tuttavia i pensionati temono una perdita del potere d'acquisto della loro pensione a causa dell'inflazione, mentre le persone di mezza età dubitano della sostenibilità dell’AVS. La maggioranza prevede inoltre un innalzamento dell’età pensionabile per entrambi i sessi. Gli svizzeri sono altresì consapevoli dell’importanza della previdenza privata, ma non ne sfruttano tutti i vantaggi, non da ultimo perché ritengono di non essere informati a sufficienza. Questi e altri dati sono emersi dal nuovo sondaggio Previdenza UBS «80 è il nuovo 60» e dalla nuova guida sulla previdenza «100 domande – 100 risposte», che oggi presentiamo all’interno del Forum Previdenza UBS.
 

Zurigo/Basilea, 22 settembre 2014 – Il nuovo sondaggio Previdenza UBS «80 è il nuovo 60» porta alla luce dati sorprendenti e rilevanti per il futuro sul tema vecchiaia e previdenza. Il sondaggio conferma ipotesi che finora erano semplici congetture. In questo senso, si profila come una base per il processo decisionale a livello politico e sociale.

«Particolarmente interessante è il dato secondo cui la maggioranza degli intervistati si attende un generale innalzamento dell’età pensionabile per entrambi i sessi. Tuttavia, il mondo politico non si azzarda ancora a proporre questa misura all’opinione pubblica. Anche se la società sembra già darla per scontata», spiega la dottoressa Veronica Weisser, economista ed esperta in ambito previdenziale presso UBS.

Questi i risultati principali che scaturiscono dal sondaggio.

  • Il 42% degli intervistati percepisce come anziana una persona che supera gli 80 anni. Pertanto, la percezione di vecchiaia è non legata all’età anagrafica o all'essere in pensione, bensì alla perdita dell’autonomia (quando non si riesce più a stare nella propria abitazione da soli, quando la salute è fortemente compromessa oppure quando si inizia a perdere la memoria). La maggior parte di noi pensa che la perdita dell’autonomia sopraggiunga dopo gli 80 anni.
  • Nella scelta del luogo di residenza per la vecchiaia, gli aspetti fiscali giocano soltanto un ruolo secondario. La grande maggioranza degli intervistati vuole mantenere la propria situazione abitativa. Particolare importanza è attribuita alla vicinanza ai mezzi di trasporto pubblici, alla famiglia e agli amici. Quattro ultrasessantacinquenni su cinque sono fiduciosi di non dover traslocare in una residenza per anziani o in una casa di cura.
  • La fiducia nello Stato vacilla. L’opinione che anche in futuro la previdenza statale per vecchiaia (AVS) manterrà la propria stabilità e sicurezza è inversamente proporzionale all’età degli intervistati. Per quanto riguarda la cassa pensioni (2° pilastro) lo scetticismo contagia anche le generazioni più anziane. La maggior parte degli intervistati prevede un’equiparazione e un innalzamento dell’età pensionabile per uomini e donne.
  • L’attuale generazione di lavoratori è più pessimista riguardo all’evoluzione dei costi di vecchiaia rispetto ai pensionati di oggi. Il 58% degli intervistati attivi professionalmente prevede un aumento delle spese sanitarie durante il pensionamento, mentre oltre il 40% pensa di destinare più denaro ai viaggi, al tempo libero e agli hobby.

Per realizzare lo studio, nell’aprile 2014 nella Svizzera tedesca e romanda sono state intervistate telefonicamente 1521 persone di età compresa tra i 45 e gli 85 anni. Il controllo a campione ha preso in considerazione varie classi patrimoniali e di età. Lo studio è stato realizzato da Market Intelligence UBS Svizzera in collaborazione con UBS Pension Services.

Come è emerso, gli intervistati sono consapevoli della grande importanza della previdenza privata. «Tuttavia le possibilità di investimento a ottimizzazione della rendita del pilastro 3a sono ancora poco sfruttate», afferma Nils Aggett, responsabile di Pension Services in UBS. «Sono spesso i piccoli investitori a rinunciare a investire una parte degli averi previdenziali in quote di fondi. Molti di loro non sono però consapevoli che così facendo si espongono a maggiori rischi d’inflazione nel lungo termine.»

La nuova guida Previdenza UBS «100 domande – 100 risposte» intende colmare le lacune informative nella previdenza per vecchiaia. Tra il gennaio 2007 e il dicembre 2013, nell’ambito della sua attività giornalistica, Fredy Hämmerli, giornalista economico e responsabile pubblicazioni di Swisscontent AG, ha risposto a circa 3500 domande su AVS, previdenza professionale, pilastro 3a e 3b, investimenti patrimoniali, eredità, donazioni e immobili. Un lavoro che ha condensato nelle 100 domande e 100 risposte per la presente guida Previdenza UBS.

Questi consigli sono integrati in analisi approfondite sui vari settori previdenziali.

La dottoressa Veronica Weisser, economista UBS ed esperta in ambito previdenziale, mostra come il sistema svizzero dei tre pilastri sia diventato instabile. A parità di condizioni, le attuali promesse di rendita non potranno più essere mantenute in futuro. Ancora più importante è la pianificazione finanziaria e la previdenza per vecchiaia individuali.

«Alla luce delle incertezze nel sistema previdenziale, le valutazioni e i consigli dovrebbero aiutare i lettori a evitare errori e a sfruttare le possibilità per ottenere un rendimento, al netto delle imposte, possibilmente elevato a fronte di un rischio possibilmente contenuto», così Fredy Hämmerli spiega l’obiettivo della nuova guida Previdenza UBS.


UBS SA
 

Contatto

Dr. Veronica Weisser
Economista ed esperta in ambito previdenziale, responsabile di Swiss Macro and Sectors
UBS Chief Investment Office WM
Tel. +41 44 234 50 62, veronica.weisser@ubs.com

UBS Corporate Communications Svizzera
+41 44 234 85 00, Mediarelations@ubs.com

Pubblicazioni UBS sul tema previdenza per la vecchiaia:
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