Per il 2014 il CIO Wealth Management Research prevede un aumento medio dei salari in Svizzera dello 0,9 per cento. Il ridotto rincaro e la difficile situazione economica in cui versa l'industria legata all'esportazione frenano l'andamento salariale.

Zurigo/Basilea, 1 novembre 2013 – Il prossimo anno in Svizzera i salari cresceranno in media dello 0,9 per cento. Questo è il risultato raccolto dall'inchiesta salariale condotta presso 353 imprese e associazioni di imprenditori e di rappresentanti dei lavoratori provenienti da 22 settori. Con una previsione di inflazione media annuale dello 0,6 per cento per l'anno 20141 l'incremento salariale reale sarà pertanto solo dello 0,3 per cento. Le imprese hanno inoltre dichiarato di aver aumentato i salari di circa lo 0,9 per cento nel corso dell'anno 2013. Con un'inflazione annuale del -0,2 per cento per l'anno in corso l'incremento salariale reale sarà pertanto dell'1,1 per cento.

Fine dell'inflazione negativa, andamento economico non equilibrato

Rispetto all'anno in corso, l'incremento salariale reale previsto nel prossimo anno sarà relativamente modesto. Negli ultimi dieci anni, l'incremento salariale reale è stato in media dello 0,8 per cento. Ciò si può spiegare per il fatto che negli ultimi due anni le trattative salariali sono state contrassegnate da un'inflazione negativa – da ormai circa due anni l'inflazione annuale si trova in territorio negativo. Tuttavia già dai prossimi mesi il rincaro dovrebbe diventare positivo e per l'anno prossimo gli istituti di previsioni annunciano un'inflazione media annuale dello 0,6 per cento. Qualora questa previsione risultasse giusta, dell'aumento salariale nominale dello 0,9 per cento, una volta corretto sulla base del potere di acquisto, rimarrebbe solo lo 0,3 per cento.

Inoltre, nonostante la crescita economica relativamente elevata, la situazione economica in molti settori è tutt'altro che buona. Se il settore interno sta attraversando una fase di boom, in molti settori dediti all'esportazione regna nel migliore dei casi una situazione di stagnazione. Oltre alla forza del franco, la ragione è da ricercarsi in particolare nello sviluppo economico debole nell'Eurozona, destinataria principale delle esportazioni svizzere. L'andamento economico non equilibrato si rispecchia anche nell'andamento salariale previsto nei singoli settori. Pertanto i maggiori aumenti salariali nominali sono previsti nei settori chimico e farmaceutico (1,5 per cento), dei servizi informatici e delle telecomunicazioni (1,4 per cento), dell'energia, dell'approvvigionamento e dello smaltimento (1,1 per cento). L'andamento salariale positivo nell'industria chimica e farmaceutica è da ricondurre alla sua straordinaria competitività a livello internazionale. Gli aumenti salariali più ridotti sono previsti nei settori del tessile, della logistica, dei media e del turismo (0,5 per cento ciascuno). Nel settore dei media, il debole andamento salariale si spiega per problemi strutturali, mentre in quello del turismo è dovuto al contratto collettivo di lavoro introdotto nel 2012, che al momento dell'introduzione ha comportato aumenti salariali significativi.

Anche nell'ambito dell'andamento dell'organico si osservano tendenze diverse. Nell'anno in corso, i maggiori aumenti dell’organico si sono registrati nei settori pubblico e automobilistico e presso i produttori di orologi. Nel settore bancario, assicurativo, dei media e tessile, si è avuto al contrario una perdita di posti di lavoro. Il prossimo anno, oltre che nel settore pubblico e in quello della produzione di orologi, anche nel settore dei servizi informatici e delle telecomunicazioni oltre che in quello della logistica dovrebbero attuarsi assunzioni di personale. Nel settore bancario, assicurativo, dei media e tessile dovrebbe invece continuare la riduzione dell'organico.

In generale, le previsioni congiunturali per l'anno 2014 sono tuttavia migliorate rispetto all'anno in corso. Infatti la maggioranza dei partecipanti all'inchiesta prevede una moderata ripresa per la Svizzera. L'anno scorso la maggioranza si aspettava ancora una stagnazione. Anche riguardo all'andamento del numero dei disoccupati, i partecipanti all'inchiesta si sono dimostrati più ottimisti.

Si restringe il divario salariale

Nel prossimo anno il divario salariale dovrebbe continuare a restringersi. I risultati dell'inchiesta indicano che nella trattativa salariale di quest'anno saranno particolarmente avvantaggiate le categorie salariali più basse, soprattutto nel settore secondario.

Avanzano inoltre i sistemi variabili di retribuzione. Il prossimo anno, il numero di coloro che riceveranno un bonus dovrebbe aumentare per il quadro medio e per i collaboratori.

La libera circolazione delle persone mitiga la carenza di personale specializzato

Rispetto al 2010, fra gli imprenditori che hanno partecipato all'inchiesta è notevolmente cresciuto il numero di coloro che nello scorso anno hanno beneficiato della libera circolazione delle persone per superare le impasse legate all'assunzione di personale. I valori sono rientrati a livelli elevati simili a quelli del 2007. Ad aver maggiormente beneficiato della libera circolazione delle persone sembra essere stata l'industria. Il motivo principale per il quale è stata assunta forza lavoro dall'estero è sempre di gran lunga la carenza di personale specializzato. La disponibilità alla prestazione, le conoscenze culturali e linguistiche e il risparmio sui costi hanno svolto solo un ruolo secondario.

L'incertezza economica in Europa sembra influenzare il mercato del lavoro in Svizzera. Negli ultimi dodici mesi, una parte significativa degli imprenditori che hanno partecipato all'inchiesta ha riscontrato un aumento nel numero di candidature provenienti dall'Unione Europea, soprattutto dai Paesi periferici come l'Italia, la Spagna e il Portogallo. Tuttavia, a questa maggiore offerta di forza lavoro estera non è corrisposto un numero altrettanto alto di assunzioni da quest'area.

Andamento dei salari nominali in % secondo l’inchiesta salariale UBS 2013

UBS svolge l’inchiesta salariale annualmente dal 1989. All’attuale sondaggio, che è stato condotto dal 18 settembre al 15 ottobre 2013, hanno partecipato 353 imprese e associazioni di lavoratori e di datori di lavoro di 22 settori, che rappresentano oltre due terzi della forza lavoro in Svizzera. Negli anni dal 1989 al 2012, gli aumenti salariali stimati mediante l’inchiesta si sono discostati in media di soli 0,3 punti percentuali dalla media dei dati ufficiali sullo sviluppo salariale (indice dei salari nominali e CCL) pubblicati dall’Ufficio federale di statistica (UST).

I risultati dettagliati dell’inchiesta salariale UBS 2013 sono disponibili su Internet all’indirizzo: UBS inchiesta salariale 2013.

UBS SA 

Contatti

Daniel Kalt, UBS capo economista Svizzera
Tel. +41 44 234 25 60, daniel.kalt@ubs.com

Sibille Duss, UBS CIO Wealth Management Research
Tel. +41 44 235 69 54, sibille.duss@ubs.com

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