Risultati principali:

  • netta ripresa della performance favorita dalla costante tendenza verso investimenti illiquidi e a più alto rischio nella ricerca di rendimento
  • quasi la metà dei family office non è ancora pronta per l’imminente trasferimento della ricchezza alla generazione successiva
  • attesa una forte crescita dell’impact investing
  • quasi il 95% dei family office prevede di mantenere o aumentare il proprio impegno a favore di cause filantropiche

Zurigo, 12 settembre 2017 – Oggi Campden Wealth Research, in collaborazione con UBS, ha diffuso il proprio rapporto annuale sui family office di tutto il mondo. Il Global Family Office Report 2017, lo studio più approfondito nel suo genere, ha svolto un sondaggio tra i titolari e i dirigenti di 262 family office con un patrimonio medio gestito di 921 milioni di dollari statunitensi.

La performance degli investimenti è balzata al 7%, trainata dalle azioni

Dopo aver reso un misero 0,3% nel 2015, il portafoglio globale composito dei family office ha reso il 7% nel 2016. La ripresa è stata trainata dalle azioni e dal private equity, che a loro volta sono stati controbilanciati dalla performance più modesta degli investimenti in immobili e hedge fund.

Le azioni (27%) e il private equity (20%) rappresentano attualmente quasi la metà del portafoglio d’investimento medio dei family office. Tale quota è destinata a crescere ulteriormente poiché la maggior parte dei family office prevede di mantenere (60,6%) o di aumentare (21,3%) i propri investimenti in azioni dei mercati emergenti, mentre il 40,2% e il 49,3% intendono destinare una quota maggiore rispettivamente a fondi di private equity e co-investimenti.

Sara Ferrari, Head of Global Family Office Group, UBS SA, ha dichiarato: «I family office hanno saputo sfruttare la propria capacità di assumere rischi e investire nel lungo periodo, accettando sempre più l’illiquidità, proprio come altri investitori sofisticati. I vantaggi di questo approccio più audace sono evidenti. I family office nordamericani hanno investito più di qualsiasi altra regione in strategie orientate alla crescita, una scelta strategica rivelatasi premiante vista la loro sovraperformance.»

Rebecca Gooch, Director of Research at Campden Wealth, ha affermato: «Anche quest’anno notiamo che i family office stanno cercando di incrementare le proprie allocazioni negli investimenti diretti e nei co-investimenti. Tuttavia, molti di loro faticano a individuare operazioni interessanti e a trovare i giusti partner, e devono rispondere alle sfide poste dalla due diligence, poiché le proprie risorse interne sono spesso limitate. Alcuni dei family office che co-investono con successo ci hanno a loro volta riferito che effettuano le proprie operazioni avvalendosi di reti personali o scelgono di co-investire assieme a fondi per usufruire delle loro capacità di due diligence. Le famiglie che desiderano co-investire maggiormente possono valutare l’opportunità di seguire approcci simili.»

Un’analisi interregionale mostra importanti variazioni tra le strategie di gestione del portafoglio perseguite dai family office in tutto il mondo. Se quelli basati nel Nord America e nella regione Asia-Pacifico sono tendenzialmente orientati alla crescita, i dirigenti delle imprese in Europa e nei mercati emergenti optano verosimilmente per approcci più bilanciati.1


grafico 1: performance di riferimento stimata nel 2016 del portafoglio composito globale, per regione

grafico 2: strategie di investimento per regione

2017

Conservativa

Bilanciata

Crescita

Europa

23.3

53.5

23.3

Nord America

14

36.8

49.1

Asia-Pacifico

25

34.4

40.6

Mercati emergenti

31.3

50

18.8

Solo un terzo dei family office ha predisposto un piano di successione

Secondo il rapporto dello scorso anno, il 69% dei family office prevedeva di effettuare un trasferimento generazionale del patrimonio entro i prossimi 15 anni. Il rapporto del 2017 esamina la questione in dettaglio ed evidenzia che quasi la metà dei family office (45,7%) non dispone ancora di un piano di successione, sebbene il 29,6% di questi afferma di essere in fase di allestimento. Un terzo (32,7%) ha già elaborato un piano di successione, mentre il 14,6% ha verbalmente concordato di predisporre un piano ma non lo ha ancora scritto.

I family office stanno adottando una serie di provvedimenti per preparare la generazione futura. Questi comprendono un’esperienza lavorativa nell’ambito di un family office (57,9%) o esternamente come ad esempio presso una banca d’investimento (44,3%), una formazione in investimenti strutturati (30,7%) o un impegno in attività filantropiche o di impact investing (37,9%). Inoltre, il tema «family governance e pianificazione successoria» costituisce attualmente la parte più importante dell’intera spesa per servizi professionali alle famiglie.

Sara Ferrari ha affermato: «Solo il 30% dei trasferimenti generazionali ha successo, si tratta quindi di un problema esistenziale. Notiamo un riconoscimento delle sfide legate al trasferimento del patrimonio e una crescente comprensione delle misure da adottare. I family office possono svolgere un ruolo cruciale nel mantenere l’unità famigliare quando si tratta di prendere decisioni e sviluppare talenti. Il ruolo strategico del family office non dovrebbe essere sottovalutato.»

Prevista forte crescita per investimenti sostenibili e impact investing

Oltre il 40% dei family office prevede di incrementare le proprie allocazioni nell’impact investing e negli investimenti basati su criteri ambientali, sociali e di corporate governance (ESG). Ciò conferma quanto emerso nel rapporto dello scorso anno, ossia che vi sarà un aumento delle richieste di partecipare all’impact investing da parte delle famiglie con figli nati dopo il 1980. Dei family office già attivi in quest’ambito, il 62,5% ricorre a investimenti privati e il 56,3% al private equity. I settori preferiti in cui investire sono la formazione, la tutela ambientale e l’efficienza energetica/delle risorse.

Il family office medio che gestisce direttamente le attività filantropiche della famiglia ha dato 5,7 milioni di dollari negli ultimi 12 mesi. Quasi il 95% dei family office intende mantenere o aumentare i propri impegni filantropici nel prossimo anno. Per quanto riguarda le cause specifiche, la tutela ambientale e la povertà hanno ricevuto molta più attenzione, passando rispettivamente dal 33,3% al 41,7% e dal 34,7% al 41,7% tra il 2016 e il 2017.

Sara Ferrari ha aggiunto: «Sappiamo che la Generazione del millennio sta contribuendo all’adozione di investimenti sostenibili e dell’impact investing. Man mano che rafforzerà le proprie competenze e assumerà maggior controllo, questo tema continuerà a crescere. Questa è un’opportunità per i family office di utilizzare le loro competenze in materia di investimenti per tradurre gli obiettivi sociali in rendimenti finanziari e modellare l’intento di una famiglia.»

grafico 3: impact investing – settori (percentuale di family office, sono possibili più risposte)


 

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